sabato 17 luglio 2010

CHI CERCA… …TROVA UNO SPEDALE!

di Francesco Fiumalbi


Percorrendo l’attuale via Cesare Battisti da Piazza del Popolo in direzione San Martino, ci si imbatte, giusto a metà del percorso, in un edificio particolare.
Un grande arco a tutto sesto appare sul margine destro della strada. Ampliando lo sguardo ci si accorge che esso faceva parte di un fabbricato più ampio, di cui rimangono segni di altre arcate nell’apparecchiatura muraria in laterizio, fortemente modificata. Forse un antico portico.



Foto di Francesco Fiumalbi



Foto di Francesco Fiumalbi

Avvicinandoci ancora un po’, cercando di guardare attraverso l’arco, si scorge un timpano, forse in pietra serena, dove al centro campeggia il simbolo IHS, Jesus Hominum Salvator.
Posizionando la macchina fotografica al di sopra della “barricata” che chiude l’arco alla vista, emerge un portale con timpano, fra due finestre con inferriate. Tutti questi elementi portano a riconoscervi un edificio religioso. Che vi fosse una chiesa? Quale edificio poteva avere una facciata con portico e una chiesa? Quando fu costruito?



Foto by Francesco Fiumalbi



Foto by Francesco Fiumalbi

La storia di questo edificio si intreccia con quella di un illustre sanminiatese, di cui abbiamo già trattato nell’articolo del 9 giugno 2010, Un sanminiatese a Londra”: Giovanni Chellini.

Il medesimo benmerito cittadino Giovanni Chellini, difaccia alla Costa di S. Cosimo, in via Faognana di sopra, fonda nel secolo XV uno spedale od ospizio pei poveri sacerdoti pellegrini, in cui doveva pur dimorare un sacerdote del luogo per riceverli ed averne cura. II suo ingresso era difeso da logge, ed aveva nel mezzo una cappella, che sempre esiste, perché i pellegrini potessero dirci la messa, dedicata alla SS. Annunziata e ai santi Cosimo e Damiano. L'Annunziata è dipinta nel muro sull'altare, e ai lati si vedono i profeti Isaia ed Ezechiele
G. Piombanti “Guida della città di San Miniato al Tedesco”, San Miniato, 1894, pag. 118.

L’edificio è quindi un ospedale, o un ospizio, forse entrambe le cose. I due termini, a seconda delle accezioni, possono coincidere. Si trattava quindi di un ricovero dove i sacerdoti in pellegrinaggio potevano trovare alloggio ed essere curati per le fatiche del loro cammino, probabilmente verso Roma, lungo la via Francigena, che come sappiamo fu “dirottata” verso San Miniato a partire dal 1236, percorso che poi fu stabilizzato nel 1248 a seguito della distruzione del Borgo di San Genesio (1). In effetti, la corposa dedicazione alla SS Annunziata e ai Santi Cosimo (Cosma) e Damiano fa supporre che lo Spedale fosse entrambe le cose, anche perché i santi Cosma e Damiano sono conosciuti come “santi medici”. Inoltre Giovanni Chellini era medico e la sua tomba in San Domenico è sistemata, appunto, nella cappella dedicata ai due santi.

L’edificio, secondo la ricostruzione di Cristiani Testi, doveva avere 9 campate, con al centro la Cappella della SS Annunziata, ancora esistente, ma inaccessibile. Da una "Veduta di San Miniato" conservata presso l'Accademia degli Euteleti di San Miniato, le arcate sarebbero invece 7. Purtroppo, a causa dei danneggiamenti subiti durante la Seconda Guerra Mondiale non ci è dato da sapere quale fosse l'esatta dimensione dell'edificio. E’ probabile che la porzione alla sinistra dell’arco (verso San Martino) sia ancora esistente, magari celata sotto uno strato di intonaco, anche perché la Cristiani Testi parla di 5 campate ancora visibili mentre oggi ne vediamo soltanto 3. La porzione alla destra (verso San Domenico) pare, invece, irrimediabilmente distrutta.
Durante alcuni lavori di ristrutturazione fu rinvenuta una colonna in marmo bianco. Ce ne fornisce notizia Dilvo Lotti nella sua pubblicazione "San Miniato, Vita di un'antica città". Lo stesso Lotti afferma che il manufatto marmoreo doveva costituire il basamento per un monumento da collocare in Piazza del Duomo, per commemorare le persone che persero la vita in Cattedrale, ma che, a causa dell'incuria e delle intemperie, il pezzo di marmo si è distrutto. 
Gli affreschi citati dal Piombanti furono invece "staccati" negli ani '50 e collocati nella Cappella del Seminario Vescovile di San Miniato.

Per la ricostruzione grafica del fabbricato dello Spedale consultare:
M. L. Cristiani Testi, “San Miniato al Tedesco”, Firenze, 1967
pagg. 117, 120, 121


San Miniato aveva altri Spedali. Negli anni molte di queste strutture furono chiuse, tuttavia alla fine del '700 ne rimanevano funzionanti, oltre a questo, altri 2: uno presso Santa Maria al Fortino (zona Colline), andato distrutto e di cui si hanno pochissime notizie, e l’altro quello di San Martino, poi Spedale di San Nicola da Bari, oggi Residenza per Anziani “Del Campana-Guazzesi”.
Tutte queste strutture, assieme al “lebbrosario” di San Lazzaro a Ponte a Elsa, furono soppresse e riunite nel 1784 dal Granduca Pietro Leopoldo, nell’attuale struttura costruita sull’Oratorio di Santa Maria della Scala, da cui il nuovo ospedale prese il nome, nei pressi della Chiesa di Santa Caterina, inglobata nella struttura.



Foto by Francesco Fiumalbi


(1) M. L. Cristiani Testi, “San Miniato al Tedesco”, Firenze, 1967, pagg. 23-24.

4 commenti:

  1. Commenti provenienti da FB:
    Ramona Dinice:
    bisognerebbe capire con quale significato veniva utilizzato il termine "spedale" all'epoca.Se guardiamo alla parola latina infatti,questa non era intesa come "l'ospedale per malati",significato che ha per noi oggi,ma come luogo di accoglienza soltanto.

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  2. Commenti provenienti da FB:
    Francesco Fiumalbi:
    Non è ben chiaro, ma poteva essere entrambe le cose. Anche perché se fosse solo un centro di accoglienza, non si capisce perché fu costruito e dedicato ai due santi medici. E se fosse stato solo un ricovero per malati non si spiega il nome dei sacerdoti pellegrini. Infatti anche lo stesso Piombanti non riesce ad attribuirgli una funzione "esatta".

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  3. Commenti provenienti da FB:
    Ramona Dinice:
    credo che non sia sufficiente spiegare la funzione dell'edificio soltanto con i nomi a cui è stato intitolato,potrebbero esserci svariati motivi.Poi non so se all'epoca venivano mischiati malati (affetti magari da mal infettive) a pellegrini sani.

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  4. Commenti provenienti da FB:
    Francesco Fiumalbi:
    In realtà c’è un piccolo edificio preesistente, proprio lì davanti, conosciuto come edificio di San Cosma, da cui forse prende il nome la “Costa di SS Cosma e Damiano” ovvero la piccola strada che collega via Battisti con via Guicciardini (le vecchie via Faognana di Sopra e via Faognana di Sotto). Non è chiaro quale ruolo potesse avere, prima e dopo la costruzione dello spedale. Forse, e sottolineo forse, era il ricovero di ammalati vero e proprio, che poi si poteva estendere a tutto il complesso in caso di pestilenza. Ma non abbiamo notizie, e forse quel piccolo edificio ha preso il nome per estensione, dal vicino spedale, e magari non ci entrava niente, e poteva darsi che lo spedale fosse suddiviso in due parti.
    Non ho parlato di queste possibilità perché non si hanno notizie certe in proposito, ed ho preferito lasciare il discorso in forse, e magari ricevere il contributo di qualcuno che ha notizie più approfondite. In fondo l’obiettivo del blog non è quello di dare notizie come oro colato, ma stimolare la riflessione, la discussione e l’approfondimento e la ricerca.

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