venerdì 21 dicembre 2012

IL PRESEPE DELLA VERITA'

di Francesco Fiumalbi

Via San Gregorio, a Napoli, è famosissima per essere la strada con le botteghe degli artigiani del presepe. Qui si affacciano le straordinarie statuette che andranno ad arricchire i fantastici paesaggi attorno alle mangiatoie di tutto il mondo. Raffigurano personaggi che spesso sono tratti dalla vita quotidiana, dalla scena politica, dal mondo dello spettacolo, dalla storia e, è il caso di dirlo, chi più ne ha più ne metta.
Seppur in piccolo, è possibile ammirare qualcosa di simile anche a San Miniato, all'interno della vetrina dove un tempo si apriva la Mesticheria Gozzini, in via IV Novembre. Qui è stato allestito il presepe dell'Associazione Commercianti “Centro Storico”, che, ad una prima occhiata, potrebbe sembrare normalissimo. A parte la Sacra Famiglia, collocata all'interno di una cavità arcuata con su scritto “San Miniato”, emergono due piccole figure, esattamente davanti la mangiatoia, che destano sicuramente curiosità.

Il Presepe dell'Ass. Commercianti “Centro Storico”

Sono due uomini “speciali”. Il primo è un sindaco, lo si riconosce dalla “fascia tricolore”; il secondo è un sacerdote, con il tipico abito talare di colore nero. Le congetture che ad un normale spettatore potrebbero venire alla mente sono molte, ma nessuna riuscirebbe a spiegare quello che si para davanti agli occhi. In tutta sincerità anch'io non sarei stato in grado di capire il significato della composizione se, vicino a me, non ci fosse stato l'amico Giuseppe Chelli.
Le due statuine non rappresentano due persone a caso. Sono rispettivamente Concilio Salvadori, già Sindaco di San Miniato (1945-46, 1951-54 e 1956-58) ed Enrico Giannoni, Canonico, con la sua proverbiale mazza a tracolla, conosciuto anche con il soprannome di “Seccavigne” (non è chiara l'origine del soprannome, forse dovuta all'esile corporatura del sacerdote, simile alla dimensione di un tralcio di vite secco, oppure era uno di quei nomignoli che si ereditavano di padre in figlio. Chissà...). Queste due persone, nel 1954, si resero protagoniste di un duro scontro verbale riguardo l'epigrafe da collocare sulla facciata del Municipio, in ricordo delle Vittime del Duomo.

Il Presepe dell'Ass. Commercianti “Centro Storico”

La storia è nota a tutti: una cannonata americana penetrò all'interno della Cattedrale e, per pura fatalità, provocò la morte di oltre 50 persone; la responsabilità del drammatico episodio fu attribuita all'esercito tedesco, e soltanto da pochi anni è stata accertata la verità storica. Il Canonico Giannoni, fin da subito, si espresse contrariamente rispetto ai risultati della Commissione d'Inchiesta; essendo uno dei testimoni oculari del cannoneggiamento americano, non smise mai di cercare la verità su quella tragica mattina e nel suo alloggio aveva ricostruito una sorta di “plastico” della situazione bellica al momento della strage. Dall'altra parte il Sindaco Concilio Salvadori, antifascista della prima ora, che aveva raccolto il testimone da Emilio Baglioni, primo Sindaco e Presidente della Commissione d'Inchiesta. Egli si adoperò perché venisse coltivata la memoria di quella che all'epoca era considerata la “verità”, e durante il suo secondo mandato fu collocata la “prima” lapide, quella che parla inequivocabilmente di “gelido eccidio perpetrato dai tedeschi”. E' bene ricordarlo, in quegli anni la scena politica sanminiatese era fortemente influenzata dalla vicenda del Duomo e il dibattito era davvero fortissimo, con la pesante ferita che era ancora lontana dall'essere risarcita. L'alterco fra il Canonico Giannoni e il Sindaco Salvadori fu di quelli memorabili (e trovò anche ampio risalto sulle colonne del quotidiano Il Mattino), anche perché rinfocolò non solo il dibattito sulla strage, ma anche lo scontro politico, che vedeva il Partito Comunista contrapposto alla Democrazia Cristiana.
Prendo a prestito le parole di Giuseppe Chelli: “A quel tempo il Canonico Giannoni perse la battaglia perché il Sindaco Salvadori fece mettere la lapide, ma alla fine ha vinto la guerra perché aveva ragione lui: la colpa era degli Americani.
Adesso viene da chiedersi: come mai davanti la mangiatoia sono stati collocati proprio il Sindaco Salvadori, con le mani alzate in segno di resa, e il Canonico Giannoni, con la sua mazza a tracolla in segno di soddisfazione?

Il Presepe dell'Ass. Commercianti “Centro Storico”
Particolare del Sindaco e del Canonico

Per i Cristiani il Natale significa celebrare la venuta del il Figlio di Dio, che si è fatto Uomo, il quale ama il suo popolo, ed è venuto per salvarlo dal peccato e condurlo alla vita eterna. “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre, se non per mezzo di me" (Gv 14,6).
Insomma, lo scontro fra il Sindaco e il Canonico diventa l'allegoria del combattimento interiore dell'uomo, del credere o non credere, del cercare le risposte ai tanti interrogativi esistenziali. Non a caso si trovano davanti la mangiatoia, dove Gesù Bambino prenderà posto. Egli è la Verità, anche quella che i due protagonisti della scena hanno cercato per molti anni, scontrandosi duramente. E soprattutto una Verità che è anche un forte messaggio di Pace, perché alla Verità, quando acclarata, non resta che inchinarsi.Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" (Gv 8,32).



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