lunedì 3 dicembre 2012

MARCHIONNE DI COPPO STEFANI 14/27

14 - RUBRICA n. 580 - Come li cittadini in nome del Comune richiesero i vicini e signori, Comuni ed altri in nome loro proprio, ed il soccorso venne, e quello seguì. [anno 1343]


II sabato s'era scritto in nome di Comune a tutti i Comuni vicini e Conti, che mandassero gente allo aiuto, salvochè a' Pisani. Ma certi cittadini, li quali erano a Pisa, stati rubelli del Comune di Firenze, come adietro è narrato, li quali per la pace dcl Duca erano tornati a Firenze, in loro spezialtà mandarono, senza saputa degli altri. Li quali cittadini furono questi:

Messer Piero, lacopo di Filippozzo
Messer Gerozzo, Andrea di Filippozzo
Simone di Geri, tutti della grande Casa de' Bardi
II priore di San lacopo, cioè mcsser....
Messcr Agnolo Giramonte, tutti dei Grandi e della famiglia de' Frescobaldi.

La' domenica vegnente giunse lo soccorso de' Sanesi: 300 uomini di cavallo e 400 balestrieri ed ambasciadori, savi uomini sanesi con loro. Da Sanmignato del Tedesco vennono 2000 pedoni, da Prato 500 fanti. Lo conte Simone e Guido da Battifolle, le loro persone con 400 fanti, e dello contado da loro e richiesti da' cittadini innumerabili contadini. Alli sopraddetti, che stati erano a Pisa richiesti senza volontà degli altri, vennono da Pisa 400 uomini di cavallo, e come furono alla Lastra a Malmantile, significarono loro venuta. Questo sentitosi, dispiacque all'università per due cagioni: l'una per l'antica nimicizia e per la nuova amicizia del Duca, ed appresso per quegli, a cui petizione erano venuti. Onde fu subito mandato a dire che il Comune non avea mandato per loro, ch'egli si tornassero, che non era di bisogno loro servigio. Così fecero quelli della Lastra, Pontormo e gli altri da Montelupo, ch'aveano sentito del morso. Di mozzo udendo non essere a posta del Comune, e non esser ricevuti, diventarono arditi, ed assalirgli, e feciono loro gran danno, ed uccisero e presero.

Niccolò Rodolico (a cura di), Cronaca Fiorentina di Marchionne di Coppo Stefani, Rerum Italicarum Scriptores, Tomo XXX, Città di Castello, 1903, pp. 206-207.

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