martedì 29 gennaio 2013

GENNAIO - I MESI DI PIETRO BAGNOLI

a cura di Anna Orsi


Idillio tratto da "POESIE VARIE" di Pietro Bagnoli, Can. Samminiatese, Prof. di Lettere Greche e Latine nella R. Università di Pisa, Antonio Canesi, Tomo I, Samminiato, 1833: I PRIMI SEI MESI DELL'ANNO - Idilli, pp. 161-163.

Gennaio a San Miniato (Valdegola)
Foto di Francesco Fiumalbi


IL PRIMO
DI GENNAIO

I.
Tu che bifronte in sulla cima siedi
Dell'alta porta d'onde il tempo passa,
E pria che giunga, e quando giunge il vedi;
E quel che dietro a sé volando lassa;
Tu ch'entro e fuori alla città provedi,
Per cui Marte guerreggia, e l'arme abbassa,
Che apri e chiudi quel tempio, in cui si sera
La discordia crudel, l'odio e la guerra;

II.
Giano, che l'uscio a'l'anno nuovo apristi,
Questi oggi accogli dalla man pudica
Di Pastorelle, eletti odori, e misti
Candidi favi alla cilissa spica.
Tu nel passar correggi i giorni tristi,
Tu fa che torni la stagione antica,
Quando regnavi con Saturno, e il mondo
Per voi godeva il bel tempo giocondo.

III.
Quando usaron stillar l'elci e gli olivi
Nettare puro, e sparger latte isfonti,
E lenti mormorar d'ambrosia i rivi,
E produr senza solco i piani e i monti;
Allor solean per queste piagge i Divi
Errando andar con manifeste fronti,
E pane e Apollo in boschereccio coro
Modular la sampogna e il plettro d'oro.

IV.
Dolce s'udia per le campagne amene
Le giovenche muggir, belar gli armenti,
Accoppiar villanelli al suon d'avene
Motti scherzosi in misurati accenti,
E ninfe coi piè nudi in molli arene
Intrecciar danze ai musical concenti,
Poi dormir sotto i faggi al cielo oscuro
Col sazio gregge il pastorel sicuro.

V.
La bianca fede e l'amistà verace,
L'amor non compro con lusinghe o doni,
La semplice innocenza e l'aurea pace
Conoscevano allor ninfe e garzoni;
Legge fu sol quel che diletta e piace,
Ch'eran gaudio e piacer sinceri e buoni:
Deh! Torna, o cara, al mondo abbandonato,
Felicità del secolo beato.

VI.
E tu biforme Dio, per tanto merto
Gloria n'avrei d'ogni anno al primo giorno.
Così dicendo le Donzelle, un serto
Di lauro circondaro al nume intorno,
E il tetto, ond'era il capo suo coperto,
Fèr di nuovi virgulti e fronde adorno;
Arser gli'incensi, e il farro, e i favi puri,
E a vicenda di dièr festosi augurj.

VII.
Scoppiavan forte i virginali baci,
Caldi sì che vincean la bruma algente,
E le gote si fèr purpuree faci
Più che di rosa alla stagion ridente.
Poi cominciaro a sdrucciolar fugaci
Sul gelo, che parea specchio lucente.
E di neve a spruzzarsi il seno e il viso,
Alternando alle pugne i vezzi e il riso.

VIII.
Corri felice, anno novello, e sia
Primavera gentil ricca di fiori,
Ampia messe l'estate a Cerer dia,
L'autunno a Bacco copiosi umori,
Nè il verno ai semi, nè mai crudo sia
Il cielo al suol coi ghiacci, o con gli ardori.
Così dell'anno il primo di sacraro
Raccolte Ninfe, e alla magion tornare.


sabato 26 gennaio 2013

INAUGURAZIONE DELL'AUDITORIUM DELL'ISTITUTO “C. CATTANEO”

di Francesco Fiumalbi

L'Istituto Tecnico “Carlo Cattaneo” e tutta la Città di San Miniato accolgono con gioia l'inaugurazione del nuovo Auditorium, svoltasi nella mattinata di sabato 26 gennaio 2013. Si tratta di un'opera molto bella, iniziata nel 2003 e che, dopo una serie di vicissitudini, va a completare il progetto dell'Arch. Giancarlo De Carlo, uno dei maestri dell'architettura italiana del '900.
Un nuovo spazio per una scuola in forte crescita e per una città che, dopo la chiusura dello spazio di Piazza Buonaparte, ritrova un auditorium di circa 300 posti.
Dall'ingresso della struttura scolastica, una rampa conduce a quello che potrebbe essere un vero e proprio foyer, e da dove è possibile accedere allo spazio conferenze. L'ambiente è concepito come una sorta di teatro, su due livelli, suddiviso in platea (circa 200 posti) e galleria (circa 100 posti), iscritto in una più ampia forma circolare. Arredi e finiture davvero molto curate per una struttura che nel complesso è costata circa 3 milioni di euro.

Il taglio del nastro del nuovo Auditorium

L'inaugurazione è stata presenziata dal Presidente della Provincia di Pisa, Andrea Pieroni, che ha ricordato l'importanza di investire nella scuola, quale istituzione per risollevare l'Italia dall'attuale congiuntura. Successivamente, è intervenuto il Sindaco di San Miniato, Vittorio Gabbanini, sottolineando il valore dell'istruzione in una città come San Miniato, la cui vocazione è quella di essere il centro culturale di riferimento per tutto il comprensorio circostante.
Intervento anche dell'Assessore Provinciale all'Istruzione Miriam Celoni, affiancata dalla Consigliera Provinciale Alessandra Starnini, già docente presso l'Istituto “C. Cattaneo”.
Il Preside Alessandro Frosini, affiancandosi alle parole delle figure istituzionali, ha ricordato che il 1 ottobre 2013 ricorrerà il 50° anniversario dall'apertura dell'allora Istituto Tecnico Commerciale, invitando i presenti a tornare per quella data, quando verrà presentata anche una pubblicazione.
Un intervento anche da parte dell'Ing. Genoveffa Carluccio, Dirigente del Servizio Scuola della Provincia di Pisa che ha seguito i lavori in prima persona. Anche gli studenti, con la loro animazione, hanno contribuito alla buona riuscita dell'evento.

Il nuovo Auditorium

Il nuovo Auditorium

Intervento del Presidente Andrea Pieroni

Intervento del Sindaco Vittorio Gabbanini

Intervento dell'Ass. Miriam Celoni, con Alessandra Starnini

Intervento del Preside Alessandro Frosini


Vano scale di accesso all'auditorium
Progetto Arch. Giancarlo De Carlo


venerdì 25 gennaio 2013

QUANDO SAN MINIATO PARTECIPÒ A CAMPANILE SERA

di Alessio Guardini

Giovedì 26 novembre 1959 la città di San Miniato partecipò alla trasmissione televisiva “Campanile Sera”, notissimo gioco a quiz condotto dal compianto Mike Bongiorno, andato in onda sul canale RAI dal 1959 a 1962.
A seguito del buon successo della serata commemorativa dell’evento attraverso i ricordi dei testimoni e la proiezione di materiale audio-visivo inedito, organizzata da Smartarc e Ass. Culturale Kampino lo scorso 15 novembre 2012 presso l’ex-frantoio di San Domenico a San Miniato, proponiamo di seguito il resoconto completo delle nostre ricerche sull'argomento.

Un momento della serata intitolata
"Non voglio star più qui, voglio andare a Mondovì"
presso l'ex-frantoio di San Domenico del 15/11/2012
Foto di Alessio Guardini

Per una più agevole la lettura del materiale, abbiamo suddiviso in sezioni accessibili mediante i seguenti link: 

 

 

 








La sigla di apertura di Campanile Sera del 1959 (Fonte: Youtube)


VIDEO INTRODUTTIVO DELLA TRASMISSIONE CAMPANILE SERA TRASMESSO DALLA RAI IL 26/11/1959

di Alessio Guardini

La registrazione della trasmissione Campanile Sera che vide la partecipazione di San Miniato, purtroppo non è più reperibile negli archivi della RAI.
Tuttavia, prima della messa in onda della puntata, veniva trasmesso un breve documentario che descriveva il paesaggio e la realtà produttiva dei comuni in gara; un filmato che siamo riusciti a reperire negli archivi di RAI TECHE. Si tratta, molto probabilmente, del più antico documento video su San Miniato trasmesso dalla televisione.
Anche grazie a questi filmati, il pubblico di Campanile Sera veniva a conoscenza della realtà dei piccoli paesi italiani ed in particolare su uno dei caratteri peculiari della nostra nazione: la sua frammentazione in entità geografiche dotate di peculiarità linguistiche e culturali tutte da scoprire.


Video concesso in esclusiva SMARTARC
da RAI Radiotelevisione Italiana S.p.A. Direzione Teche
TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI
Aut. Prot. 1445/2011, E' vietata la riproduzione

L'ARTICOLO DE "L'UNIONE MONREGALESE" A CINQUANT'ANNI DALLA PARTECIPAZIONE DI MONDOVÌ A CAMPANILE SERA


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(Estratto dal sito de L’Unione Monregalese del 6 ottobre 2009, di Ernesto Billò)

50 anni fa “Campanile Sera”

Non sembra vero, ma questo novembre sarà mezzo secolo dalle quattro mitiche serate di Mondovì a “Campanile Sera”, e la scomparsa di Mike Bongiorno, che fino a ieri ci pareva intramontabile, mi induce – anche per insistenza di alcuni amici lettori – ad anticipare di qualche settimana i ricordi che avevo in serbo. Aggiungeteli alle molte cose che sono state dette in questi giorni, e chi di voi può dire con me “io c’ero” peschi a sua volta nella memoria volti e accadimenti legati a quelle settimane magiche, quando Mondovì, grazie alla sua compattezza e alla sua simpatica sportività fu salutata addirittura come “capitale morale d’Italia” da un fine umorista come Giovanni Mosca. [...]

LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO DE "L'UNIONE MONREGALESE"

Il blog denominato "Il pozzo e il pendolo" ha pubblicato in data 20/11/2010 un post con una foto scattata a Mondovì durante la gara contro San Miniato.

L'ARTICOLO DELL'INVIATO A SAN MINIATO DE "LA NAZIONE" SULL'ESITO DELLA SFIDA DI CAMPANILE SERA




(Estratto da “La Nazione” del 27 novembre 1959, pag. 6)

Sulla piazza di San Miniato

Esperti k.o.

La gente si è consolata con l’esibizione sportiva gridando insulti all’arbitro - Tagliani e la ragazza brutta

(dal nostro inviato)

San Miniato, 26 novembre.
Il severo «cappotto» non ha tolto a S. Miniato la fisionomia che si è costruita durante la giornata: una fisionomia da fiera: non fiera di paese, ma di città,  perché questa è una città, antica, gloriosa città. La folla uscita dall’arena sciama ora per le vecchie stradine tracciate dalle antichissime mura: mura severe, loro soltanto: mura che videro passare Barbarossa e Napoleone. E chissà cosa pensano stasera.
I commenti, certo, non sono benevoli. Ma son fatti con quell’aria che distingue i toscani: in fondo si tratta di criticare, di distornare, di mettere in ridicolo qualcuno.
Ed è un bel regalo per un toscano, avere a disposizione tutta quella legione di esperti. Eppoi, d’altronde, lo spettacolo c’è stato. Ci sono stati perfino quei rigori, mal sognati durante una partita vera di calcio, e la piazzetta del chiostro di San Domenico in mezzo alla quale era tracciata l’area di porta ha fatto alla svelta a trasformarsi in uno stadio. La folla, in fondo, era la stessa che applaude alle vittorie (tutte vittorie fino a oggi) della squadra di calcio locale. Anche nei rigori Mondovì ha vinto ma l’occasione era troppo bella: poter gridare in coro: «fuori! fuori!» all’attaccante piemontese e qualche parolaccia all’arbitro. Tutta roba gratis: roba di prima qualità.
E poi c’è stato un pomeriggio così pieno di novità, di attesa: tutto quel lavoro di organizzazione che non è servito a nulla, ma che ha occupato tanti cervelli e ha suscitato piccole risse amichevoli, e i particolari della messa in scena. A parte la gran porta rizzata in mezzo al chiostro (una porta enorme, vista così isolata, circoscritta in primo piano e tutti si sono chiesti come fa il portiere a parare durante le partite e i portieri sono stati rivalutati un pochino); a parte il manifesto del sindaco, bianco, attaccato sulla pietra bruna che comincia: «Cittadini!», ed esorta: «Accediamo al giuoco che ci attende con entusiasmo, con agguerrita preparazione ma soprattutto col desiderio di ben figurare per la nostra maturità di cittadini».
A parte tutto questo, le ore sono passate alla svelta, le ventuno si sono fatte vicine. Tutti i negozi avevano ricevuto l’ordine di restare aperti; e in una stalla erano in attesa numerosi animali: una capra, uccelli, cani e gatti di tutti i colori e di tutte le razze, nel caso se ne fosse dovuto portare qualcuno sul palco come ad una gimkana automobilistica. E sulla piazza, una macchina nera e lunga (chissà come farà a muoversi per queste stradine) era tutta tappezzata di cartelli con sopra scritto «staffetta». Avevano previsto tutto gli organizzatori, anche l’eventualità di dover fare una corsa in macchina alla ricerca della soluzione di un quiz. Beato ottimismo.

(Archivio Gallerini San Miniato - Scatola n°26 - foto n°31)

E non erano mancate nemmeno le grane per il presentatore Tagliani e per il regista. Tagliani aveva «provato» verso le 17 e si era accorto che sul palco erano stati mandati tutti «cervelli» di seconda categoria; quelli buoni, i migliori, erano stati dislocati nella quattro «centrali del fosforo» (la biblioteca comunale, il seminario vescovile, le case di un avvocato e di un commendatore) collegate telefonicamente col chiostro.
Così sarebbe successo che sul palco si sarebbero trovate tutte persone in attesa di una telefonata. I «cervelli» sono stati invitati nella «fossa dei leoni» (la piazzetta ha un aspetto che ricorda un poco appunto una fossa, di belve; ma è una fossa gentile, cintata dagli archi snelli del chiostro) e con loro sono arrivati mucchi di libri e rotoli a non finire di carte geografiche.
Poi seconda grana sempre per Tagliani. Il presentatore aveva avuto un’idea di sapore sportivo: far baciare da una bella ragazza di San Miniato il «cannoniere» dei Mondovì e qualcuno ha indicato una signorina presente e Tagliani ha detto: «Beh, cerchiamo ancora». La signorina ha replicato: «Villano». E Tagliani: «Nessuno me lo aveva ancora detto». Poi è stata nominata una commissione per la ricerca delle ragazze più belle; ma a San Miniato le ragazze belle sono tutte fidanzate e i fidanzati, dimostrando uno scarso senso di campanile, hanno messo il broncio e le fidanzate (magari a malincuore) hanno detto di no.
Alla fine si è trovata una bella ragazza mora disposta a baciare il calciatore avversario. Si chiama Maria Luisa Giraudo; ma non è di qui: è calabrese.

(Archivio Gallerini San Miniato - Scatola n°26 - foto n°20)

Poi, finiti i preparativi, la gara. L’entusiasmo è andato calando via via che i campioni locali venivano regolarmente sconfitti. I calci di rigore hanno riacceso un po’ di grida e di applausi. E il centravanti di Mondovì che aveva sbagliato il primo rigore, ha poi cominciato a farsi il segno della croce prima di tirare e alla fine, ha dimostrato di essere molto contento.
Tutto finito. K.O. La folla esce e dice cose che non ripeteremo perché quei poveri esperti li abbiamo visti noi, da vicino, perdere completamente la testa, smarrirsi fra le pagine di libroni assolutamente inutili, mentre le telefonate della «centrale del fosforo» si susseguivano sbagliate e assolutamente inutili anche quelle, mentre la platea li stava a guardare: una platea piena, a strati, a piramidi: piccole cascate di gambe, di volti, di braccia, teorie di teste disposte come sul pianale di un camion di cocomeri.
Tutto finito. Per le strade, per i caffè, si ricomincia a fare il chiasso: e tutti affermano che San Miniato aveva partecipato per punto di impegno, ma che, in fondo, è davvero una cosa seria? Una città come questa. E Barbarossa e Napoleone e Ottone IV? Tutta gente che passò di qui e disse: acciderba che città!
Eppoi, si va a letto. In fondo non è successo nulla. Domani è un altro giorno.

L'ARTICOLO DELL'INVIATA A MILANO DE "LA NAZIONE" SULL'ESITO DELLA SFIDA DI CAMPANILE SERA

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(Estratto da “La Nazione” del 27 novembre 1959, pag. 6)

La sfida di “Campanile Sera”

La sconfitta di San Miniato di fronte a Mondovì

I piemontesi hanno vinto per dieci punti a zero e i toscani hanno gettato la spugna - Quiz individuali e collettivi e prove sportive - Concorrenti emozionati e difetti di organizzazione.

(dal nostro inviato)

Milano, 26 novembre.
Umiliati e avviliti, i sanminiatesi, già orgogliosi di mille primati, si son dovuti inginocchiare, stasera, davanti alla gente di Mondovì. «Campanile Sera» ha registrato, infatti,  una debacle senza precedenti; la squadra toscana si è trovata costretta a gettare la spugna e il gioco è stato sospeso alla penultima ripresa per manifesta superiorità dell’avversario. Insistere, da parte dei monregalesi, avrebbe equivalso a maramaldeggiare: a infierire, cioè, su un nemico ormai morto.
E le riprese televisive si son concluse senza nemmeno una panoramica d’insieme della città orgogliosa, battuta proprio per troppo orgoglio: per non aver cioè, una volta accettato di ballare, deciso di ballare fino in fondo. Si son prese - a San Miniato - le cose sottobraccio, con un risolino di sufficienza. Come dire: «la vogliono fare a noi!». E se la son fatta fare, perché non hanno tenuto conto che gli «eroi della mezz’ora», come chiama la signorina Marianelli, che rappresentava San Miniato a Milano, i protagonisti osannati del telequiz, per essere bravi debbono non solo sapere che il Trasimeno è in Umbria, ma debbono anche ricordarselo quando Bongiorno lo domanda.


(Archivio Gallerini San Miniato - Scatola n°26 - foto n°23)

Non è stato tenuto conto che anche gli esperti più seri, quando hanno la ventura di essere inquadrati dalla televisione, si dimenticano di consultare i testi, di cui seguitano tuttavia a sfogliare le pagine, per rivolgere un sorriso compiaciuto al diabolico occhio rosso delle telecamere.
«Campanile Sera» è un gioco, e, tutto sommato, nemmeno molto divertente. Nessuna tragedia quindi, se la sconfitta è toccata a San Miniato che ha giocato male, con sciatteria, senza impegno. Mondovì, invece, riscattando tutte le calunnie che da secoli vengono ripetute sulla prontezza di riflessi dei piemontesi, si è battuta con onore.
La prova di fondo, sostanzialmente identica fra i due contendenti, anche se ovviamente variata nei particolari, era geografica: date cinque definizioni indirette di nomi di città, trovare le città e le relative collocazioni sulla carta geografica; unendo le quali si doveva trovare una lettera dell’alfabeto: presentare quindi vivi, sul palcoscenico, tre cittadini che avessero nome e cognome che cominciassero con quella iniziale. I quiz di Mondovì riguardavano la Toscana e quelli di San Miniato riguardavano il Piemonte. E non è colpa di nessuno se le caratteristiche delle città toscane erano più facilmente patrimonio della gente che non quelle piemontesi. In ogni modo, mentre i monregalesi se la son sbrigata subito e bene, a San Miniato hanno lasciato trascorrere il tempo di gara mentre giovani e graziose «esperte» sul palcoscenico, si aggiustavano i capelli e sorridevano ai cameraman.
Né più fortunate sono state le prove sportive (il centro attacco di San Miniato, Dante Moriani, si è recato in trasferta a Mondovì per cercar di violare con cinque rigori la rete locale e non ce l’ha fatta, mentre il suo collega di Mondovì, in trasferta in Toscana, ha raccolto gli allori della sfida). Ci son state, inoltre, le prove di «cultura seria» e quelle di «cultura leggera». La signorina Marinella Marianelli, come abbiamo detto, rappresentava il campanile sanminiatese sul palcoscenico del teatro della Fiera insieme allo studente Gianni Nistri. Sono stati, tutti e due, un vero disastro: l’emozione li ha fatti sordi, ciechi e balbuzienti. Non si sono nemmeno accorti che i loro diretti rivali, già esperti di precedenti prove, avevano il «gioco pesante», suonavano sempre il pulsante, anche quando non conoscevano le risposte, per guadagnare qualche secondo di tempo, e togliere l’iniziativa all’avversario.


(Archivio Gallerini San Miniato - Scatola n°26 - foto n°34)

Non si sono accorti nemmeno - i due disorientati - che almeno un paio di risposte di Mondovì dovevano essere annullate per essere state date prima della fine della domanda. Ma dice a questo punto qualcuno, o non ci dovrebbe essere Bongiorno a guardare queste cose? Infatti ci dovrebbe essere, e qualche volta c’è davvero. Lui, per evitare che le risposte siano date prima della fine della formulazione della domanda, o per creare un attimo di souspance, tiene in sospeso l’ultima parola del quesito che poi spara di botto, con aria furba e trionfante. Stasera, per esempio, in uno dei quiz a cui è stata data risposta anticipata, ha detto: «Chi è l’autore dell’opera Boris... Godunov?». Forse immaginava che nella storia della lirica di Boris che ne fossero tanti, invece che uno solo. Ma al concorrente piemontese è bastata la mossa per giocare sull’anticipo e lasciare a bocca aperta l’altra concorrente.
Forse il «fallo» non sarebbe stato sufficiente a rialzare le sorti della avvilita signorina Marianelli, che guardava attonita Bongiorno senza riuscire a rendersi conto di quello che stava succedendo; ma forse, il vedersi resa giustizia le avrebbe potuto infondere un po’ di entusiasmo e di quella baldanzosa sicurezza che l’animava quando è partita per Milano e che poi ha perduto per strada.
Né miglior fortuna ha avuto lo studente che già in paese snobbavano perché dicono si dia delle arie da intellettuale. Era capitato, inoltre, in coppia con un avversario che, come un bravo Pierino, denunziava a Bongiorno supposti suggerimenti della platea al concorrente toscano, aumentando il suo disagio. L’ultima prova, quella che doveva mettere a confronto i quattro concorrenti a coppie, non è stata nemmeno tentata: Mondovì conduceva per dieci punti a zero e il tempo stabilito per la trasmissione era già trascorso: non valeva la pena, nemmeno per cercare di conquistare il punto della bandiera.
Il gonfalone della vittoria è tornato così a sventolare per il secondo milione, sul campanile di Mondovì. La ripresa televisiva ha sfumato sulla  piazza esultante, con un Tortora euforico come se il milione lo avesse vinto lui e nascondendo agli occhi dei telespettatori l’immagine della piazza di San Miniato, l’artistica fossa dei leoni in cui il pubblico ruggiva insolenze e da dove gli
esperti, moderno gladiatori, votati al sacrificio, dovevano prima o poi pur passare se non volevano trascorrere la notte asserragliati nelle inutili «centrali a fosforo».

Laura Griffo


L'ARTICOLO DE "LA NAZIONE" SUI PREPARATIVI DELLA SFIDA DI CAMPANILE SERA



(Estratto dal quotidiano “La Nazione” del 24 novembre 1959, pag.6)


Giovedì sera in televisione

Con le “centrali al fosforo” San Miniato fronteggerà il pensatoio di Mondovì

Preparativi nella città toscana per fronteggiare i quiz di Bongiorno - La strategia e la tecnica adottata dalla commissione degli esperti - Nemesi storica per l’insegnante antitelevisiva


(dal nostro inviato)

San Miniato, 23 novembre.
Se quelli di Mondovì, a «Campanile Sera» suoneranno giovedì le loro trombe, la gente di San Miniato suonerà le sue campane. La sfida dei piemontesi è stata accettata dai toscani con il sorriso sulle labbra: a San Miniato, nei secoli, hanno affrontato ben altre prove proposte dalla storia, al  confronto delle quali quelle di Bongiorno sono tutte da ridere.
Con questo spirito, tutto teso nello sforzo di non prendere sul serio la faccenda, San Miniato si prepara alla grande prova che la porterà giovedì prossimo davanti alle telecamere. Non che l’impegno di far bella figura, davanti all’Italia quasi tutta, non sia sentito dalla gente del posto; ma, forse, così facendo, intendono mettere le mani avanti, per poter dire poi con più convinzione caso mai dovessero (tocchiamo ferro) andar male, che tanto era tutto uno scherzo, e che in un gioco, si sa, c’è per forza chi deve vincere e chi deve perdere.
Ciò non toglie che i maggiorenti della città (e per favore non chiamatelo paese) responsabilmente consapevoli di quello che li aspetterebbe se, per caso (ritocchiamo ferro) una sconfitta dovvesse abbattersi sulla testa dei loro concittadini, stiano predisponendo piani strategici e tattici per affrontare la situazione. La commissione organizzativa presieduta dal vice segretario comunale, Franco Petralli, è insediata nel palazzo del Comune.
Se Mondovì ha il suo «pensatoio», San Miniato avrà quattro «centrali al fosforo» dove, divisi per specifica competenza, saranno ammassati i «cervelli» locali. Una «centrale» è sistemata nella biblioteca comunale, e avrà come settore di competenza i quiz di carattere letterario, e comunque umanistico; un’altra è nel Seminario Vescovile, in cui si risolveranno gli indovinelli di carattere scientifico, quelli riguardanti la storia sacra e il latino; cinema, teatro e argomenti connessi hanno il loro quartier generale in casa dell’avvocato Giuseppe Gazzini, presidente dell’Istituto del dramma popolare, gloria e vanto di San Miniato; la quarta centrale, infine, avrà specifiche competenze in problemi di agricoltura che, evidentemente, i sanminiatesi ritengono possano essere argomento di quiz; gli esperti agricoli hanno trovato sistemazione in casa del commendator Lami.

(Archivio Gallerini San Miniato - Scatola n°26 - foto n°19)

Ciascuna di queste «centrali» è dotata di telefono in diretta comunicazione con il «portavoce» e di un paio di «bersaglieri della cultura»: giovani studenti capaci di fare i cento metri in pochi secondi che correranno come lepri, nel caso ce ne debba essere bisogno, a portare presso le telecamere quegli oggetti o quei testi che fossero richiesti dalle necessità del momento.
La trasmissione televisiva avverrà dalla piazzetta del chiostro di San Domenico: una specie di artistica fossa dei leoni, circondata da un bel chiostro, sotto le cui volte potrà rifugiarsi il pubblico in caso di pioggia. Sul palco prenderanno posto, insieme a un pallottoliere per aiutare Bongiorno se dovesse ancora fare qualche somma, gli «esperti» che non saranno ammassati gli uni sugli altri, come nelle località fin qui esibitesi in televisione, ma divisi in settori secondo le specifiche competenze: ci sarà il tavolino letterario, quello della lirica, quello sportivo. Ci saranno, inoltre, i quattro telefoni collegati con le «centrali» e altri quattro (eccone i numeri 4223; 4224; 4042; 4221) a disposizione di chiunque voglia offrire la sua disinteressata collaborazione.

(Archivio Gallerini San Miniato - Scatola n°26 - foto n°27)

Faranno parte della commissione degli esperti la maggior parte degli insegnanti di San Miniato (dove sorgono moltissime scuole: istituto magistrale, scuola media, liceo scientifico, avviamento professionale, conservatorio di Santa Chiara e un seminario), gli studenti del posto e alcune altre persone selezionate dopo apposite prove. Portavoce sarà Gianni Lotti, presidente della locale misericordia, dalla bella voce melodiosa: è stato scelto per aver fatto parte, per dodici anni, delle migliori compagnie teatrali italiane, da quella di Luchino Visconti in su: così - si son detti quelli che l’hanno designato - non si farà prendere dal panico davanti alle telecamere e al pubblico.
I due rappresentanti di San Miniato a Milano, scelti anch’essi dopo accurate selezioni sono: un giovane studente di architettura, attualmente impiegato in una industria tessile di Empoli: Giovanni Nistri; e una signorina, insegnante all’istituto magistrale, la cui partecipazione al gioco è stata messa in dubbio fino all’ultimo. La signorina (Marinella Marianelli) infatti ha sempre «snobbato» la televisione, da lei ritenuta, evidentemente, un sottoprodotto culturale. I suoi allievi ricordano le sue filippiche contro i futili fasti che le folle riservavano ai fatui partecipanti ai telequiz, da lei definiti «gli eroi della mezz’ora». Non si sarebbe mai immaginata, che la mezz’ora, un giorno, sarebbe toccata anche a lei. Ferma ai suoi principi, quando è stata designata ha risposto un «no» deciso, che poi si è addolcito davanti a due argomenti convincenti: le centomila lire che comunque spettano ai partecipanti al gioco (e delle quali si servirà come base iniziale per partire alla conquista di una vetturetta utilitaria) e quella di una lettera che i suoi allievi le hanno inviato, per pregarla a rinunziare ai suoi «principi antitelevisivi» per il buon nome di San Miniato e promettendole solennemente che nessuno l’avrebbe mai tacciata di incoerenza.
Domani, intanto, apparirà sulle mura di San Miniato un manifesto con il quale il sindaco (1) invita la popolazione a collaborare alla buona riuscita della serata e che si conclude con concetto chiaramente ispirato dal marchese De Coubertin: il quale. per timone di «grane» mise le mani avanti offrendo come motto alle Olimpiadi la celebre frase «L’importante non è vincere, ma gareggiare».

Laura Griffo




NOTE
(1) Il Sindaco di San Miniato nel 1959 era Benito Baldini


LA PARTECIPAZIONE DI SAN MINIATO A CAMPANILE SERA

di Alessio Guardini
Giovedì 26 novembre 1959 la città di San Miniato partecipò alla trasmissione Campanile Sera affrontando i campioni in carica di Mondovì, reduci dalla vittoria nella settimana precedente contro Montefiascone. 
La diretta televisiva, che vide Renato Tagliani come conduttore inviato nella nostra città, si svolse nella piazzetta dei Loggiati di San Domenico, dove venne allestito un palco per la nostra commissione di esperti e una porta da calcio per la prova sportiva. Il pubblico, che fu molto numeroso, era sistemato tutto nei loggiati ai piani superiori.



(Archivio Gallerini San Miniato - Scatola n°26 - foto n°3)

Sulla balaustra del loggiato venne affisso un cartello (che parrebbe opera di Dilvo Lotti) con la scritta “San Miniato delle Risorse saluta il dolce Mondovì ridente” con evidente riferimento alla curiosa circostanza che accomunava le due città, ovvero quella legata a due opere di Giosué Carducci: la prosa “Le risorse di San Miniato” (1883) scritta dal poeta in ricordo del periodo trascorso a San Miniato e la poesia “Piemonte” (1898) nel quale si menziona la cittadina piemontese.




 (Archivio Gallerini San Miniato - Scatola n°26 - foto n°26)


(Archivio Gallerini San Miniato - Scatola n°26 - foto n°2)

I due concorrenti prescelti per andare a Milano a rispondere alle domande di Mike Bongiorno, furono la professoressa Marinella Marianelli e lo studente Gianni Nistri che partirono per Milano con il treno delle 12. Con loro partì anche l’allora studente universitario Mario Caciagli, in veste di riserva.
Marinella Marianelli (1921–2010), originaria di Ponte a Egola, era laureata in lettere presso l’Università di Firenze e svolgeva la professione di insegnante di lettere presso il Liceo Carducci. Gianni Nistri era invece un giovane studente di Architettura all’Università di Firenze, a quel tempo impiegato in un’industria tessile di Empoli.
Per la prova sportiva, che consisteva nel tirare dei calci di rigore, vennero prescelti due atleti della locale squadra di calcio A.C. San Miniato, ovvero il portiere Galliano Martini, che rimase a San Miniato, e la mezzala Dante Moriani che invece partì per Milano accompagnato dal dirigente Romanello Telleschi e la riserva Giovanni Terreni.


La squadra di calcio dell'A.C. San Miniato che militava
nel campionato di seconda categoria nella stagione 1959/60
Galliano Martini, Dante Moriani e Giovanni Terreni
sono rispettivamente il quarto, il quinto e il sesto in piedi da sinistra
(tratta da "Gioco del calcio all'ombra della Rocca"
a cura di Enrico Micheletti, Tip. Bongi, 1993, pagina 144)
(Utilizzo ai sensi art. 70, comma 1-bis, Legge 22 aprile 1941 n. 633)

La commissione di esperti era composta da quattro cosiddette “centrali al fosforo” suddivise per specifiche competenze: materie letterarie ed umanistiche (insediata presso la Biblioteca Comunale), materie scientifiche, storia sacra e latino (presso il Seminario Vescovile), cinema e teatro (presso l’abitazione dell’avvocato Giuseppe Gazzini, presidente dell’Istituto del Dramma Popolare) e agricoltura (presso l’abitazione del Commendator Lami). Le “centrali al fosforo” erano collegate mediante telefono con gli addetti al compito di far pervenire al palco presso i Loggiati di San Domenico oggetti o testi necessari per i giochi proposti.

 (Archivio Gallerini San Miniato - Scatola n°26 - foto n°17)

(Archivio Gallerini San Miniato - Scatola n°26 - foto n°82)

Nonostante l’impegno profuso da tutta la città nella preparazione dell’evento, il risultato della gara fu disastroso per la nostra città: Mondovì ci sconfisse con il punteggio di dieci a zero. L’articolo uscito su “La Nazione” del giorno successivo a firma di Laura Griffo, offre un’ampia cronaca della competizione.
I concorrenti a Milano, per quanto preparati, vennero forse sopraffatti dall'emozione e sbagliarono anche le domande più semplici. Alla domanda “in quale regione si trova il Lago Trasimeno” la professoressa Marinella Marianelli rispose “nel Lazio”. L'unico quiz indovinato fu quello che Mike Bongiorno rivolse a  Gianni Nistri il quale, essendo un fumatore, seppe rispondere soltanto alla domanda “quanto costa un pacchetto di sigarette Nazionali?”.
La sonante sconfitta generò molte polemiche legate ai difetti organizzativi e suscitò anche reazioni colorite specialmente dalla gente di San Miniato Basso che rivendicava così una sorta di riscatto alla "sudditanza culturale" che pativa nei confronti degli abitanti del capoluogo.
Da allora, infatti, nacque il luogo comune che chi non sapesse nulla era legato in qualche modo a San Miniato e nelle tante discussioni "da barbiere" si soleva dire: "Se sai, sai, e, se un sai, sei di saminiato".
Tra gli aneddoti più divertenti emersi dai ricordi dei testimoni, citiamo quello del cartello che venne apposto al busto del Carducci presso i giardini, con la scritta canzonatoria “Non voglio più stare più qui, voglio andare a Mondovì”.

Un altro goliardico cartello indicatore fu messo nottetempo sul ponte di San Miniato Basso rivolto verso San Miniato con l’iscrizione “Miniere di fosforo km 2”.
Occorre osservare che, allora, la televisione era ancora una forma di verità oracolare: non si accendeva più solo nei cinema come al tempo di “Lascia o raddoppia?”, ma la gente riempiva le salette dei bar e la visione dello spettacolo, soprattutto quando coinvolgeva, come nel caso di “Campanile sera”, le realtà locali, era un vero e proprio rito comunitario, come oggi lo sono le partite della Nazionale.

LA STORIA DELLA TRASMISSIONE CAMPANILE SERA

di Alessio Guardini

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Campanile Sera è il titolo di un gioco televisivo andato in onda la prima volta il 5 novembre 1959 sul Programma Nazionale della RAI. Veniva trasmesso il giovedì sera dalle 21 alle 22 ed era condotto da Mike Bongiorno dallo studio di Milano e da Enzo Tortora e Renato Tagliani (che poi venne sostituito da Enza Sampò) come inviati esterni. La regia era di Romolo Siena, Gianfranco Bettetini e Piero Turchetti.

La copertina della "Domenica del Corriere" n.19 del 07/05/1961
con il disegno di Walter Molino di una puntata immaginaria
dove Mike Bongiorno rivolge una domanda ai co-condutturi
Enzo Tortora ed Enza Sampò
(Utilizzo ai sensi art. 70, comma 1-bis, Legge 22 aprile 1941 n. 633)

La sfida veniva svolta tra due località, una del nord ed una del sud. Due concorrenti di ciascuna rappresentanza si recavano nello studio del Teatro della Fiera di Milano dove dovevano rispondere alle domande di Mike Bongiorno mentre, nelle piazze dei due centri, appositi comitati di esperti affrontavano le prove proposte dai due inviati Enzo Tortora e Renato Tagliani, ricorrendo a manuali, libri ed enciclopedie. Non mancavano prove fisiche, per un gioco collettivo avvincente, con pochi soldi per i vincitori (un milione di lire alla città vincente e centomila lire ad ogni concorrente) e con l’unico scopo di divertire e difendere con tutte le forze il proprio gonfalone dall'assalto degli avversari.
Il programma ebbe un successo clamoroso, tanto che venne trasmesso per oltre cento puntate fino al 2 ottobre 1962 raggiungendo quasi dodici milioni di telespettatori. Questo successo fece sì che il format venisse venduto in Francia, dove fu ribattezzato “Intervilles” dal quale, a sua volta, derivò il più famoso “Giochi senza frontiere”. Sul sito ufficiale è presente un'apposita sezione con la storia di Campanile Sera e varie statistiche riguardanti tutte le città che vi hanno partecipato.

La prima puntata di prova (mai andata in onda) di Campanile Sera