venerdì 1 febbraio 2013

PER UNA NUOVA PIAZZA DEL POPOLO

di Ilaria Borgioli, Fabio Giantini e Francesco Fiumalbi
 
Quando l'Amministrazione Comunale di San Miniato presentò, nel giugno del 2012, l'idea di costituire una sorta di processo partecipativo per la ridefinizione dello spazio di Piazza del Popolo abbiamo deciso di contribuire al dibattito. Siamo tre ragazzi che hanno da terminare, o hanno finito da poco, il proprio percorso di studi universitari, e abbiamo visto nel tema della sistemazione della Piazza un'occasione per confrontarci con il mondo reale, misurandoci con la complessità di un tema progettuale in un centro storico. Abbiamo elaborato una proposta libera, nelle intenzioni, da schemi preconcetti e da interessi sottaciuti. Quello che abbiamo fatto è pensare soltanto al meglio per quel luogo, che non è una semplice piazza, ma anche il cuore sociale di San Miniato.
Siamo consapevoli dei nostri limiti e della nostra inesperienza, ma abbiamo entusiasmo e voglia di contribuire a migliorare lo spazio che quotidianamente viviamo. Proponiamo qualcosa che potrà anche non piacere, che susciterà emozioni diverse, che presenta anche elementi di criticità. Non vogliamo imporre niente a nessuno, soltanto animare il dibattito.
 
LA PIAZZA E'
 
Spesso per dare una definizione incisiva di una cosa, si ricorre a precisare cosa non è: la piazza non è soltanto un parcheggio, non è soltanto un'aiuola, e non è soltanto commercio. La piazza è occasione di incontro, è opportunità, è il luogo in cui un centro urbano si apre, si confronta con se stesso, dove accoglie i visitatori e celebra le proprie manifestazioni, laiche o religiose che siano. A cascata viene tutto il resto, come ad esempio il commercio, che in una piazza è più avvantaggiato, perché in una piazza rallentiamo il passo, sostiamo, ci guardiamo attorno (non è un caso che i moderni centri commerciali tentino di riprodurre quelle dinamiche e quelle situazioni spaziali proprie della piazza, con alterni risultati).
La piazza è anche uno spazio che per sua natura ha una geometria, più o meno regolare, delimitata dagli edifici che vi si affacciano, con le abitazioni, le botteghe, i servizi pubblici e la chiesa. E' fatta di relazioni, aggrega spazi diversi, con varie funzioni, collega percorsi che provengono dalle estremità del centro urbano. E tutto questo in un luogo, uno solo, con tante dinamiche e necessità al suo interno, impossibili da separare, ma da considerare insieme, contemporaneamente, nella complessità spaziale e sociale che contraddistingue una città nel nostro tempo.
 


PIAZZA DEL POPOLO E'

Piazza del Popolo è il cuore della vita di San Miniato, il principale polo sociale, nei pressi del quale sono collocate più densamente le attività commerciali. Vi si affaccia una delle chiese più belle e suggestive, con l'ex convento che rappresenta il contenitore delle attività culturali del centro urbano (la biblioteca, l'Ufficio Cultura, la Fondazione Centro Studi sul Tardo Medioevo, lo spazio del Frantoio e, forse, in futuro, molto altro...). Nella piazza sono collocati l'Ufficio Informazioni Turistiche, con la sede della Fondazione San Miniato Promozione, la sede delle associazioni Pro Loco e Tartufai delle Colline Sanminiatesi, e l'importante servizio offerto dalla Farmacia. Nelle immediate vicinanze troviamo un'edicola, tre bar, negozio alimentari, un negozio di vestiti, due ristoranti. Le attività che si affacciano sulla piazza sono molteplici e sono per lo più concentrate sul lato occidentale, con dieci potenziali affacci, rispetto ai quattro del lato opposto.In Piazza del Popolo si svolgono attività legate alle più importanti manifestazioni sanminiatesi come la Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco, la Notte Nera, la Luna è Azzurra, il concerto di fine anno. Senza dimenticare altri eventi come il Carnevale, il mercatino dell'antiquariato/artigianato, manifestazioni religiose e molto altro.


COME DOVREBBE ESSERE PIAZZA DEL POPOLO

Piazza del Popolo dovrebbe essere un unico grande spazio flessibile, adattabile alle varie esigenze che si manifestano durante tutto l'anno, ma anche nel quotidiano della singola giornata o nell'arco della settimana. Uno spazio che abbia la capacità di rinnovarsi e reinventarsi continuamente, e che abbia la forza di accogliere i cambiamenti della Città nel tempo. Per fare un esempio su tutti, la ridefinizione del sistema dei trasporti veicolari, auspicato da più parti, che potrebbe portare in un futuro più o meno prossimo, alla parziale/completa pedonalizzazione di ampie porzioni urbane, in modo da costituire l'ossatura portante del sistema delle piazze ed in particolare creare nuove relazioni con il polo della cultura, rappresentato dai “Chiostri”, con enormi potenzialità ancora per la gran parte inespresse. Quindi la piazza deve potersi chiudere all'occorrenza, oppure estendersi fino ad inglobare in sé anche gli altri spazi circostanti.
La piazza dovrebbe poter consentire un adeguato e decoroso affaccio per le attività commerciali, dovrebbe creare opportunità di sosta e di incontro, generare spazi per varie attività, anche di tipo ludico.



LA STRUTTURA DELLA PIAZZA

Da un punto di vista spaziale, la piazza è costituita da uno spazio oblungo, caratterizzato da due terminazioni contrapposte: da una parte la facciata della chiesa, dall'altra un edificio ad uso abitativo, che è anche l'unico fabbricato effettivamente concepito per un dialogo compositivo con la piazza. Entrambi gli edifici presentano la caratteristica di essere mutuati rispetto al piano stradale da rampe di gradini. Sono due elementi peculiari, da sottolineare, che offrono opportunità e spazi di relazione, costituendo una sorta di seduta e quindi promuovendo la sosta e momenti di incontro fra le persone.
La piazza presenta due direzioni di flussi: uno con orientamento est-ovest, l'altro nord-sud. Il primo, fra Piazza Grifoni e Piazzetta del Fondo, allo stato attuale del sistema dei percorsi, costituisce un elemento irrinunciabile che non può essere omesso, interrotto o deviato, se non occasionalmente e per periodi limitati nel tempo. L'altro, fra Piazza del Popolo e la zona denominata “San Martino” o “Faognana”, è più leggero in termini di consistenza dei flussi, non può essere terminato, ma può essere deviato. Infine il percorso esclusivamente pedonale, il cosiddetto Vicolo di Faognana, che offre il collegamento fra Piazza del Popolo e la Piazza San Pio da Pietralcina, attualmente parcheggio, dove un tempo sorgeva il Teatro “G. Verdi”, distrutto con la Seconda Guerra Mondiale e mai ricostruito.
Infine il cosiddetto Vicolo dell'Inferno, un percorso semipedonale che aggira il fabbricato che si affaccia sul lato nord, delimitato da un'area ad uso giardino, e che può offrire interessanti opportunità per i flussi di traffico o per la sosta. Si tratta di un terreno che un tempo ospitava un'abitazione, distrutta durante la guerra e non ricostruita.


LA PIAZZA, LA SOSTA E IL SISTEMA DEI FLUSSI VEICOLARI

Attualmente la piazza è una rotatoria, con al centro circa 20 stalli per la sosta degli autoveicoli. In altre parole è quasi esclusivamente un parcheggio. La opportunità sociali, economiche, ricreative, della piazza sono fortemente compromesse dalla presenza invasiva delle autovetture, che occupano il cuore dello spazio, organizzato secondo le logiche della viabilità automobilistica. Riportare le persone al centro dello spazio, farle riappropriare della piazza, impone l'allontanamento delle autovetture, che potrebbero diventare elementi marginali ed esclusivamente dinamici. In altre parole eliminare la sosta delle auto dalla piazza, pur mantenendo lo spazio per la circolazione. I tempi di percorrenza dai vicini grandi parcheggi della Valle di Cencione (Ascensore) e di Piazza Dante Alighieri (Piazzale), sono di 3 e 4 minuti rispettivamente, un tempo sostenibile per chi ha necessita di sostare per lunghi periodi a San Miniato (nelle grandi città, i piani della mobilità considerano 10 minuti il tempo sostenibile per raggiungere i cosiddetti “poli attrattori” o “magneti”). Il parcheggio di Piazza San Pio da Pietralcina potrebbe offrire la possibilità della sosta breve, possibilmente gratuita, con tempo regolato da disco orario o da altri sistemi, in modo da consentire la possibilità di sbrigare veloci commissioni (andare in farmacia, acquistare il giornale, prendere un caffè, scaricare piccola merce, e altro). Un'ulteriore opportunità potrebbe avvenire in futuro, sviluppando un collegamento diretto (attraverso una scala mobile o altri sistemi più o meno meccanizzati) fra il Parcheggio della Valle di Cencione e il Vicolo dell'Inferno, magari sfruttando il piano terreno del fabbricato ex-bagni pubblici.
Non disponendo di scenari certi sul futuro riassetto della mobilità veicolare (la cosiddetta strada di gronda si fa? non si fa? quando si farà?) risulta davvero difficile pensare di rivoluzionare con la piazza il sistema dei flussi (con particolare riferimento alla rete dei sensi unici, allo stato attuale è forse la sistemazione migliore possibile).
La nuova piazza potrà intaccare l'organizzazione dei flussi soltanto localmente, ma dovrà, al tempo stesso, consentire massime opportunità nei futuri piani di riorganizzazione sistemica del traffico veicolare e offrire temporanee chiusure e deviazioni.



LA NUOVA PIAZZA DEL POPOLO E IL POPOLO DELLA NUOVA PIAZZA

La proposta progettuale che siamo a presentare prende spunto dalle opportunità e dai limiti fisici e sistemici dello spazio, che abbiamo descritto nei paragrafi precedenti. L'idea è quella di unire le due testate della piazza e definire uno spazio unitario, complesso, impermeabile ai flussi automobilistici, che possa accogliere ed esprimere la comunità sanminiatese che vi si riconosce e vi si rappresenta. Una proposta che richiede la rinuncia ad alcuni interessi particolari (come il parcheggiare l'auto in piazza), a vantaggio della centralità dell'interesse della comunità, che è quello di avere una piazza ottimale per tutte quelle esigenze e necessità che abbiamo esposto.
Gli elementi specifici sono le scalinate, quella della chiesa da restaurare e mantenere, l'altra da ridefinire, sottolineare, da rigenerare. Nel mezzo uno spazio aperto, adattabile alla complessità, polifunzionale, polirelazionale, che si concretizza con una pavimentazione leggermente rialzata, scandita da un ritmo generato dalla composizione materica (mutuata dallo schema compositivo della facciata della chiesa) e in cui si inseriscono alcune sedute, che all'occorrenza possono essere rimosse. La scalinata a nord potrebbe diventare un luogo di aggregazione, da rimodellare come un'ideale tribuna, da cui dominare e osservare la piazza nella sua interezza e le attività che si svolgono al suo interno.
I flussi veicolari sarebbero ridotti ai margini, le auto avrebbero un ruolo esclusivamente dinamico, senza interferire con l'area aperta pedonale. Al fine di creare uno spazio maggiormente unitario, con una forte identità spaziale, compositiva e relazionale, la proposta che più incide sul tessuto urbano è quella di utilizzare il terreno adiacente al Vicolo dell'Inferno come spazio per la nuova viabilità. In questo modo la piazza diventa un unico grande spazio, con le auto che transiterebbero sul retro dell'edificio a nord.
Durante le ore notturne, la definizione spaziale sarebbe sottolineata attraverso un'illuminazione discreta, in modo da risaltare gli elementi compositivi.



LA CISTERNA E IL POZZO: LA NOSTRA SCELTA

Elaborare un progetto significa fare delle scelte. Una di queste riguarda il pozzo-cisterna che era presente fino agli anni '40 del secolo scorso. A differenza di altri esempi toscani (il pozzo di San Gimignano o quello di Pienza) quello sanminiatese non è un elemento medievale, e fu realizzato in tempi relativamente recenti (seconda metà dell'800) per far fronte al contingente problema dell'approvvigionamento idrico degli abitanti. Una volta risolta la problematica con la costruzione dell'acquedotto pubblico, le molte cisterne sanminiatesi sono cadute inevitabilmente in disuso. Alcune hanno mantenuto un aspetto evidente anche in superficie, altre sono state interrate. E' il caso della cisterna di Piazza del Popolo, compositivamente avulsa dal contesto spaziale, il cui pozzo è stato eliminato per far posto al parcheggio. E' evidente che non ha avuto, nel tempo, la forza di caratterizzare l'identità della piazza (altrimenti sarebbe rimasto!) e può essere ascritto all'elenco degli elementi che sono comparsi per un'esigenza e scomparsi una volta che la necessità è venuta meno. Pertanto, la proposta riguardo a tale elemento, è quella di stratificare la cisterna all'interno della piazza, senza prevedere la ricostruzione del pozzo in superficie. Siamo consapevoli che si tratta di una scelta progettuale discutibile, ma al tempo stesso legittima e filologicamente fondata. Inoltre il pozzo, ricostruito seppur privato della funzionalità, costituirebbe un inutile ostacolo alla flessibilità funzionale del complessivo spazio della piazza.






3 commenti:

  1. Bravi.
    Aggiungo solo che, secondo me, per definire ancor meglio lo spazio unitario tra le due testate della piazza, potreste pensare ad un attraversamento rialzato (allo stesso livello della pavimentazione della piazza) per il traffico veicolare davanti la chiesa (similmente a quello che c'è a Sovigliana).
    Facendo così valorizzereste di più l'idea di spazio unitario in cui i flussi veicolari sarebbero ridotti ai margini e dovrebbero "inchinarsi", riducendo in modo notevole la velocità, allo spazio della piazza.

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    1. Filippo, giusta osservazione!
      La pavimentazione è stata disegnata per far risaltare le aree pedonali rispetto a quelle per il traffico delle automobili. Ciò premesso, nulla vieta di fare pietra (o cemento, o laterizio, il materiale può essere scelto diversamente) ovunque. Anzi, almeno sul davanti della chiesa sarebbe auspicabile.
      Sull'ipotesi dello "scalino", l'esempio di Sovigliana credo non sia "esportabile" in centro storico. A Sovigliana la strada è ben distante dalle costruzioni, ma in quel punto avere una soglia può ingenerare carichi dinamici che vanno a "stressare" le fondazioni degli edifici (passaci oggi passaci domani, qualcuno potrebbe lamentare dei problemi). Forse è meglio rimanere a livello.

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  2. La vostra proposta è molto interessante e, certamente, la parte descrittiva valorizza appieno il progetto.
    Sono d'accordo nel non inserire il "pozzo/cisterna" che spezzerebbe lo spazio ampio che si viene a creare fra le due scalinate.
    Sarebbe auspicabile che quest'idea di massima "apertura" venisse recepita dall' amministrazione. Bene anche le note legate alla viabilità.

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