sabato 20 aprile 2013

BOLGHERI - DAVANTI A SAN GUIDO

di Francesco Fiumalbi



D.O.M.
SANCTO GUIDO DONORATICI OLIM COMITI
AD OBSEQIUM ERGA GENTILEM SUUM DECLARANDUM
POPULARIUM PIETATEM EXCITANDAM
OPEM SIBI IPSIS ET POSTERIS SUIS IMPLORANDAM
SIMON MARIA GHERARDESCA
BULGARI E DONORATICI COMES
SUIS IMPENSIS EXTRUCTUM DEDICAVIT
AS MDCCIII


E' questo il testo dell'epigrafe che possiamo leggere sostando esattamente davanti al piccolo oratorio dedicato a San Guido, “santo di famiglia” dei Conti della Gherardesca (Pisa, 1060-1140†). La piccola chiesa ottagonale, costruita nel 1703 per volontà di Simone Maria della Gherardesca (1639-1704, figlio di Ugo e di Lucrezia Capponi) è situata esattamente al termine del “viale dei cipressi” di Bolgheri. Entrambi furono resi celebri dall'ode composta da Giosuè Carducci, con un titolo inequivocabile: Davanti a San Guido, pubblicata nella raccolta Rime Nuove, data alle stampe nel 1887, e che si apre con questa quartina:


I cipressi che a Bólgheri alti e schietti
v
an da San Guido in duplice filar,
q
uasi in corsa giganti giovinetti
m
i balzarono incontro e mi guardâr.


Bolgheri, Oratorio di San Guido
Foto di Francesco Fiumalbi

I della Gherardesca rappresentano una delle più antiche casate nobiliari italiane, la cui origine risale addirittura al ceto dirigente longobardo; deve il nome al patronimico Gherardo, vissuto nel X secolo. Fin dagli inizi, i della Gherardesca si distinsero per le grandi proprietà e l'esercizio del potere comitale nell'area, con grande influenza sugli equilibri dell'intera regione. Nel basso medioevo, la famiglia risulta distinta in due rami: i Conti di Settimo e di Bolgheri (discendenti da Gherardo III), e i Conti di Castagneto e di Donoratico (discendenti di Ugo I, il famoso Conte Ugolino di dantesca memoria). Infatti, Simone Maria della Gherardesca nell'epigrafe si firma proprio come Conte di Bolgheri e di Donoratico, richiamando il grande legame che la famiglia ha mantenuto nei secoli con quel territorio. Lo stesso territorio che, a partire dal XVII secolo, viene interessato da una vasta operazione di bonifica e di impulso all'agricoltura, proprio grazie all'intervento promosso dai membri del nobile casato.

Bolgheri, il viale dei cipressi
Foto di Francesco Fiumalbi

Per questo motivo è stato ipotizzato che l'oratorio sia stato costruito a servizio dei lavoratori e dei braccianti che, in quegli anni, si occupavano delle opere di bonifica. In realtà non è così! La chiesa può contenere pochissime persone, una ventina al massimo, un'inezia rispetto alle centinaia di persone coinvolte nell'area. La vicinanza rispetto a dove sarebbe dovuta sorgere la nuova strada Aurelia (poi effettivamente realizzata alla fine del '700), la forma ottagonale della pianta, e l'intitolazione a San Guido suggeriscono un contesto ben diverso.

Lo stemma della Gherardesca
Bolgheri, Oratorio di San Guido
Foto di Francesco Fiumalbi

Il piccolo oratorio non è altro che un segnacolo, costruito nella stessa posizione e con forme similari, rispetto ai grandi mausolei romani che si possono vedere ancora oggi lungo le antiche vie consolari (Mausoleo di Cecilia Metella, Mausoleo di Santa Costanza, il Casal Rotondo e moltissimi altri). Inoltre, la scelta di dedicare la chiesa a San Guido, e non ad un altra figura religiosa, indica, inequivocabilmente, la volontà di celebrare il proprio casato. La bonifica, i territori strappati dalle acque, l'agricoltura, lo sviluppo, il tutto “benedetto” dal santo di famiglia, da colui che più di altri nella casata si è avvicinato a Dio. E tutto questo alla vista di tutti, lungo la nuova strada in progetto, verso Roma, quasi a dire: “qui c'è nostro”.

Bolgheri, Oratorio di San Guido
Foto di Francesco Fiumalbi

Da un punto di vista architettonico, l'oratorio è caratterizzato da una pianta ottagonale e dal paramento in pietra arenaria di colore grigio. Le finiture delle cornici dell'oculo, delle finestre laterali e del portale, sono in travertino bianco. La copertura, a padiglione, è terminata da una lanterna slanciata. L'interno accoglie un pregevole altare barocco, in marmo e stucchi, attribuito a Romolo della Bella, che negli stessi anni risulta molto attivo nella zona.

Bolgheri, Oratorio di San Guido
Foto di Francesco Fiumalbi

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