lunedì 20 maggio 2013

S. MINIATO NELLA "HISTORIA FIORENTINA" DI RICORDANO MALISPINI 04/08

a cura di Francesco Fiumalbi



04/08 CAP. CXII. Sì come Federigo secondo fu coronato imperadore Roma. [anno 1220]
[CXII 1568/1598/1718, CVII 1816/1830]

«Negli anni di Cristo sopradetti, il dì di Santa Cicilia, fu coronato imperadore a Roma Federigo secondo re di Cicilia, figliuolo che fu dello imperadore Arrigo di Soavia e della imperatrice Gostanzia per papa Onorio terzo. Nel principio questi fu amico della chiesa, e ben dovea essere per tanti benefìci e grazie che avea da essa, e per la madre ebbe il detto reame di Cicilia e di Puglia. Questo Federigo regnò anni trenta e molto fu ingrato contro alla chiesa, e sì come a dietro dicemo, fue figliuolo di monaca sagrata e fu uomo ardito e franco e di grande valore, e di scienza e di senno naturale: fue savissimo e seppe lingua latina e il nostro parlare e 'l tedesco, franzese e greco, saracinesco, e fu di tutte virtute e fu copioso, largo e cortese; ma fue dissoluto in lussuria, e tenne molte concubine e malmoluchi a guisa di Saracini, e in tutti diletti corporali si diede, e tenne quasi vita epicurìa, nonfacendo che mai fosse altra vita. E questa fa principale cagione, il perchè divenne nimico de'cherici e di santa chiesa. E ancora volle occupare le ragioni della chiesa per male disperderle; e molte chiese, e monasteri distrusse nel regno di Cicilia e di Puglia e per tutta Italia sottomise santa chiesa molto. Ma forse fu promessione di Dio, perché erano stati adoperatori i rettori di santa chiesa che egli nascesse di Gostanza monaca sagrata; non si ricordò delle percussioni che i suoi passati aveano fatti alla chiesa. Questi fece cose notabili al suo tempo e fece in tutte le terre e cittadi di Cicilia per una uno forte castello, e fece il castello di Capova e le torri e porta sopra il ponte del fiume e del Voltorno. Fece fare il castello di Prato e la ròcca di Santo Miniato e moltissime altre cose, et ebbe due figliuoli della prima sua donna; Arrigo e Currado, e ciascheduno fece a sua vita eleggere re de' Romani. Della figliuola di Giovanni re di Gierusalem ebbe Giordano. E d'altre donne anche ebbe figliuoli Federigo, onde sono coloro che si chiamano il legnaggio d'Antiocia, il re Enzo e il re Manfredi, assai che furono nimici di santa chiesa , e in sua vita egli e i suoi figliuoli signoreggiarono con molta vita mondana; ma alla fine egli co' suoi figliuoli per li loro peccati finirono male e ispersesi la sua progenia».


Giunti Filippo e Giunti Iacopo (a cura di), Historia Antica di Ricordano Malespini Gentil'huomo Fiorentino. Dall'edificazione di Fiorenza per infino all'anno MCCLXXXI. Con l'aggiunta Giachetto suo nipote dal detto anno per infino al 1286. Nuovamente posta in luce, Staperia de' Giunti, Firenze, 1568, pp. 76-77.

Giunti Filippo e Giunti Iacopo (a cura di), Historia Antica di Ricordano Malespini Gentil'huomo Fiorentino. Dall'edificazione di Fiorenza per infino all'anno MCCLXXXI. Con l'aggiunta Giachetto suo nipote dal detto anno per infino al 1286. Nuovamente ristampata, Filippo Giunti, Firenze, 1598, pp. 100-101.

Istoria di Ricordano Malespini gentiluomo fiorentino. Dalla edificazione di Fiorenza per infino all'anno 1281. Con l'aggiunta di Giachetto di Francesco Malespini suo nipote dal detto anno infino al 1286, Giovanni Gaetano Tartini e Santi Franchi, Firenze, 1718, pp. 94-95.

Vincenzio Follini (a cura di), Storia Fiorentina di Ricordano Malispini col seguito di Giacotto Malispini dalla edificazione di Firenze sino all'anno 1286, Gaspero Ricci, Firenze, 1816, p. 88.

Antonio Benci (a cura di), Storia Fiorentina di Ricordano Malispini col seguito di Giacotto Malispini dalla edificazione di Firenze fino all'anno 1282, seguitata poi da Giacotto Malispini fino al 1286, Glauco Masi, Livorno, 1830, Vol. 1, pp. 242-244.

Giannini Crescentino (a cura di), Istoria di Ricordano Malispini gentiluomo fiorentino. Dalla edificazione di Fiorenza per insino all'anno 1281. Con l'aggiunta di Giachetto suo nipote dal detto anno insino al 1286, Gaetano Romagnoli, Bologna, 1867, pp. 150-151.


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