domenica 23 giugno 2013

15 NOVEMBRE 1925 - SOTTO LA PROVINCIA DI PISA

di Francesco Fiumalbi

Fin dal 1370, anno della conquista da parte di Firenze, San Miniato faceva parte dello stato fiorentino, prima Repubblica, poi Ducato e infine Granducato di Toscana. Tuttavia, il territorio sanminiatese non fu annesso al cosiddetto “contado”, bensì al “distretto” fiorentino, ovvero quella parte di territorio che originariamente non faceva parte dell'antica giurisdizione di Firenze, ma che vi era entrata a far parte attraverso conquiste o annessioni.
Il ruolo di San Miniato, all'interno del così definito scacchiere toscano, fu quello di sede di Vicariato. Come abbiamo visto nel post “LE FORCHE DI SAN MINIATO BASSO”, la figura del vicario costituiva il rappresentante dello Stato a cui erano delegate diverse funzioni, come l'amministrazione della giustizia con funzioni anche politiche, informative ed esecutive, e la sovrintendenza all'ordine pubblico con mansioni militari, organizzative e logistiche.
Con la riforma comunitativa di Pietro Leopoldo furono gettate le basi per la ripartizione della Toscana in “compartimenti”: Firenze (che comprendeva anche Livorno e il suo porto), Pisa, Grosseto e Siena, a cui nel 1827 si aggiunse Arezzo. Successivamente nel 1848 fu creato il Compartimento di Pistoia, poi soppresso dopo tre anni e nel 1849 si aggiunse anche quello di Lucca, che era stato annesso al Granducato. Storia a parte fece la Provincia di Massa e Carrara, inizialmente territorio emiliano, poi unito alla Toscana solo nel 1881.
Con l'Unità d'Italia quelli che erano stati i “compartimenti” toscani divennero “province”, così come stabilito dal Regio Decreto del Regno di Sardegna, n. 3702 del 23 ottobre 1859, poi esteso a tutta Italia con la Legge Comunale e Provinciale del 20 marzo 1865. Con queste disposizioni normative erano istituiti anche i “circondari”, enti intermedi fra “provincia” e “mandamento” e San Miniato era la sede di uno di questi. Senza entrare troppo nei dettagli, l'istituto del “circondario” raccoglieva alcuni uffici distaccati della provincia, come la Sottoprefettura e il Tribunale di Prima Istanza (che poi divenne la “pretura”). Una successiva riforma dell'istituto provinciale avvenne dopo cinquant'anni, con il Testo Unico del 4 febbraio 1915, n. 148 “Legge Comunale e Provinciale”.
Di lì a poco, negli anni '20 del '900, vi fu tutta una serie di cambiamenti nell'assetto delle province toscane: nel 1923 alcuni comuni di Massa e Carrara furono assegnati a La Spezia; nel 1927 fu costituita la Provincia di Pistoia, poi ampliata nel 1928 con i comuni della Valdinevole che fino a quel momento erano lucchesi; due comuni aretini furono assegnati nel 1927 alla Provincia di Perugia. Ma la novità più grande fu la costituzione della Provincia di Livorno, nel 1925, grazie al diretto interessamento del gerarca fascista Costanzo Ciano, padre del più noto Galeazzo Ciano.
A farne le spese, si fa per dire, furono le province di Pisa e di Grosseto, che cedettero a Livorno i comuni che ancora oggi ne costituiscono la giurisdizione. Particolarmente svantaggiata ne uscì Pisa, che fu compensata dall'assegnazione di cinque “terre” del Valdarno Inferiore che storicamente erano sempre rimaste sotto la giurisdizione del compartimento, poi provincia, di Firenze. In particolare, furono quei comuni che appartenevano all'antico “vicariato” fiorentino di San Miniato e che fino a quel momento costituivano buona parte dell'allora “circondario” di San Miniato: San Miniato, Santa Croce sull'Arno, Montopoli, Castelfranco di Sotto e Santa Maria a Monte, con le eccezioni di Fucecchio, Empoli, Montaione e Cerreto Guidi che rimasero a Firenze. Questi comuni, unitamente ad altri, costituirono un nuovo “circondario”, con sede ad Empoli, che in tempi molto recenti è stato in qualche modo riproposto come “Circondario Empolese-Valdelsa”, anche se si tratta di tutta un'altra cosa. Il Circondario di San Miniato, monco dei comuni rimasti nella provincia fiorentina, continuò ad esistere anche sotto alla giurisdizione di Pisa, fino alla sua definitiva soppressione. In questo modo fu accontentata anche Empoli, che nel 1923 aveva chiesto alla Giunta Provinciale di trasferire la Sottoprefettura da San Miniato ad Empoli, in virtù del crescente ruolo demografico ed economico e del miglior collegamento stradale e ferroviario. Richiesta che sul momento non era andata a buon fine. [Archivio Storico del Comune di Empoli, Delibere della Giunta, Delibera n. 54 del 13 novembre 1923, su segnalazione dell'amico Carlo Pagliai – Della Storia d'Empoli].
San Miniato non fu mai completamente entusiasta dell'assegnazione alla Provincia di Pisa, anche perché la decisione fu presa, probabilmente, a Roma, attorno ad un tavolo, senza la benché minima volontà di interpellare i diretti interessati. Tuttavia, va anche detto che non ci furono nemmeno particolari movimenti di protesta. D'altra parte se si chiede ad un sanminiatese se si senta più pisano o fiorentino, molto probabilmente la risposta sarà nessuna delle due cose. Anche perché San Miniato non seguì le orme di Castelfiorentino (1149), Empoli (1182), Fucecchio (1330), Santa Croce sull'Arno (1333), Santa Maria a Monte (1348) e Montopoli (1349) che si dettero più o meno volontariamente a Firenze, bensì fu conquistata attraverso un assedio molto lungo. Inoltre, negli anni successivi almeno fino al 1424, non mancarono tentativi di rivolta anche molto cruenti, sobillati dai Pisani e che portarono nefaste conseguenze. I Fiorentini furono i primi alleati dei Sanminiatesi per scacciare i Vicari Imperiali, ma furono anche quelli che neanche un secolo dopo li sottomisero. Senza considerare che i Pisani furono sempre in agguato, come con Uguccione della Faggiuola fra il 1313 e il 1316, e nel momento del bisogno lasciarono ai Visconti di Milano l'onere di difendere San Miniato dall'assedio dei Fiorentini; i quali lombardi ad un certo punto tentarono di fare il colpo grosso, ma vista la malaparata badarono di più a riportare la propria pelle in Val Padana. Ma questa è un'altra storia e ne parleremo diffusamente in un prossimo post.
Alla fine, forse è stato inevitabile che i sanminiatesi siano cresciuti, di generazione in generazione, con un bel po' di diffidenza verso gli altri “popoli”, vicini e lontani. E questo sentimento, probabilmente, sta anche alla base del mancato attecchimento delle varie istanze per riportare San Miniato in Provincia di Firenze, anche in tempi molto recenti.

La Torre di Pisa, il simbolo della Città
Foto di Francesco Fiumalbi

Di seguito è proposto il Regio Decreto n. 2011 del 15 novembre 1925 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 274 del 26 novembre 1925), con il quale il Comune di San Miniato fu assegnato alla Provincia di Pisa:

Aggregazione alla provincia di Livorno di alcuni Comuni della provincia di Pisa e dell'isola di Capraia, ed alla provincia di Pisa di alcuni Comuni della provincia di Firenze; istituzione del circondarlo di Piombino e trasferimento ad Empoli del capoluogo del 3° circondario della provincia di Firenze.

VITTORIO EMANUELE III
PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE
RE D'ITALIA

Udito il Consiglio dei Ministri;
Sulla proposta del Nostro Ministro Segretario di Stato per gli affari dell’interno;
Abbiamo decretato e decretiamo:

Art. 1.

I comuni di Collesalvetti, Rosignano Marittimo, Cecina, Bibbona, Castagneto Carducci, Sassetta, Campiglia Marittima, Suvereto e Piombino sono staccati dalla provincia di Pisa e il comune di Capraia Isola da quella di Genova ed aggregati alla provincia di Livorno.

Art. 2.

I comuni di San Miniato, Montopoli in Val d’Arno, Santa Maria a Monte, Castelfranco di Sotto e Santa Croce sull’Arno sono staccati dalla provincia di Firenze ed aggregati a quella di Pisa, primo circondario.

Art. 3.

È istituito il terzo circondario della provincia di Livorno con capoluogo Piombino e con i comuni di Cecina, Bibbona, Castagneto Carducci, Sassetta, Campiglia Marittima e Suvereto.
I comuni di Collesalvetti, Rosignano Marittimo e Capraia Isola sono uniti al primo circondario.

Art. 4.

I Comuni, già compresi nella circoscrizione del circondario di San Miniato e rimasti alla provincia di Firenze, costituiranno il circondario di Empoli, comune nel quale avrà sede il capoluogo.

Art. 5.

Con successivi decreti, da promuoversi dai Ministeri competenti, verranno approvati i progetti da predisporsi d’accordo fra le rappresentanze delle Provincie interessate, o, in caso di dissenso, d’ufficio, per la separazione del patrimonio e il reparto delle attività e passività, e sarà provveduto a quant’altro occorra per l’esecuzione del presente decreto, che sarà presentato al Parlamento per la conversione in legge.

Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dato a Roma, addì 15 novembre 1925.

VITTORIO EMANUELE.
MUSSOLINI – FEDERZONI.

Visto, il Guardasigilli: ROCCO.
Registrato alla Corte dei conti, con riserva, addì 26 novembre 1925.
Atti del Governo, registro 242, foglio 174. – GRANATA.


1 commento:

  1. Io ho abitato per anni alla Catena,poi 6 anni all'Ontraino, 4 anni a ponte a Egola E ora da più di trenta a metà strada fra la Catena e San Miniato, sono proprio un pesce fuori l'acqua, poi col calcio tifo Pisa. abbiate pazienza se qualche volta - vò difori!

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