domenica 1 settembre 2013

S. MINIATO NELLA NUOVA CRONICA DI GIOVANNI VILLANI 11/39


La prima parte delle Historie universali de' suoi tempi
di Giovan Villani Cittadino Fiorentino, Venezia, 1559

11 [anno 1288] LIBRO VII. CAPITOLO CXX.
D'una grande oste che 'l comune di Firenze fece sopra la città d'Arezzo, e alla partita i Sanesi furono sconfitti allla pieve al Toppo.

«Negli anni di Cristo MCCLXXXVIII, i Fiorentini coll'altre terre guelfe della taglia di Toscana, veggendo che 'l vescovo d'Arezzo col suo seguito de' ghibellini di Toscana, e del Ducato, e di Romagna, e della Marca aveano fatto capo in Arezzo, e raunata di gente a cavallo e a pie, e faceano guerra in sul contado di Firenze e in su quello di Siena, i Fiorentini si dispuosono di contrastare all'orgoglio degli Aretini, e impuosono tra loro ottocento cavallate con ricchi e grossi cavalli, e bandirono oste sopra Arezzo: e date loro insegne a dì XXIII di maggio del detto anno, alla signoria di messer Antonio da Fosseracco di Lodi, mandarono le dette bandiere e insegne alla badia a Ripoli, e là stettono otto giorni spiegate. E ciò usavano i Fiorentini in quello tempo per grandigia e signoria, che voleano che la loro uscita ad oste fosse palese e nota a' nemici e a tutta la gente. Poi si mosse l'oste il primo dì di giugno, e furono ventisei centinaia di cavalieri, e dodicimila pedoni; che ottocento furono cavallate di propri cittadini di Firenze grandi e popolani, e III.c. soldati propri de' Fiorentini, e D. della taglia della compagnia de' guelfi di Toscana, e trecento di Lucca, e CL. di Pistoia, e L. di Prato, e L. di Volterra, e L. di Samminiato, e L. di Sangimignano, e XXX. di Colle, e da CCL. d'altre amistà, e de' conti Guidi guelfi, Maghinardo da Susinana, messer Iacopo da Fano, Filippuccio da Iesi, e' marchesi Malispini, e 'l giudice di Gallura, e' conti Alberti, e altri baroncelli di Toscana; e fu la più grande e ricca oste che facessono i Fiorentini dappoich' e' guelfi tornarono in Firenze. E stettono a oste in sul contado d'Arezzo XXII dì, e presono il castello di Leona e disfecionlo, e presono Castiglione degli Ubertini, e le Conie, e più di XL. altre castella e fortezze della Valdambra e del contado d' intorno ad Arezzo. E puosonsi ad oste al castello di Laterìno, e stetlonvi Viii dì, ed ebbonlo a patti, che v'era dentro per capitano Lupo degli Uberti, veggendosi chiudere e steccare d'intorno; onde molto fu biasimato da' ghibellini, perocché si potèa tenere, e era fornito per più di tre mesi. Ma Lupo si scusava per motti, che nullo lupo non era costumato di stare rinchiuso. Renduto Laterino a' Fiorentini, guernirlo; e in questa stanza vi vennero i Sanesi con loro isforzo di CD. cavalieri e di tremila pedoni molto bella gente, e guastarono tutte le vigne e giardini intorno alle mura d'Arezzo, e tagliarono l'olmo. Ma stando a campo, la vigilia di San Giovanni Battista fu maggiore turbino di vento e d'acqua che si ricordi, e abbatté trabacche e padiglioni, spezialmente nel campo de' Sanesi, che tutte le stracciò e portò il vento in aria, e fu segno del loro futuro danno. E poi il dì di San Giovanni Battista vennero i Fiorentini schierati in sul prato d'Arezzo, e in quello dinanzi alla porta della città feciono correre il palio, siccome per loro costuma si facea per la detta festa in Firenze, e fecionvisi dodici cavalieri di corredo. E ciò fatto, l'oste de' Fiorentini si partì il dì appresso, lasciando in Laterino in guernigione cento cavalieri per guerreggiare Arezzo; e tornò l'oste in Firenze con loro amistà bene avventurosamente, senza contrasto o vista di niuna forza de' nemici. E vollono ch' e' Sanesi per loro sicurtà ne venissono colla loro oste insieme insino a Montevarchi, e di là se n'andassero a Siena per la via di Montegrossoli; onde i Sanesi tenendosi possenti e leggiadri, sdegnarono, e non vollono fare quella via, né vollono compagnia de' Fiorentini, e feciono la via diretta per guastare il castello di Lucignano di Valdichiane, salvo che con loro andò il conte Alessandro da Romena, allora capitano della taglia, con certi di sua gente. I capitani di guerra della città d'Arezzo, che ve n'avea assai e buoni, il caporale Bonconte da Montefeltro e messer Guglielmino Pazzo, sentendo la partita che doveano fare i Sanesi, misono un aguato con trecento cavalieri e duemila pedoni al valico della pieve al Toppo, onde valicavano i Sanesi male ordinati per troppa baldanza e sprovveduti: e giugnendo al detto valico, assaliti dagli Aretini, per lo poco loro ordine e sprovveduto assalto furono assai tosto sconfitti, e furonne tra morti e presi più di trecento por de' migliori cittadini di Siena, e de' migliori e gentili uomini di Maremma ch'erano in loro compagnia, intra quali vi morìo Rinuccio di Pappo di Maremma, molto nomato capitano, della quale sconfitta i Sanesi n'ebbono grande abbassamento, e' Fiorentini e tutti i guelfi di Toscana ne sbigottirono, e gli Aretini ne montarono in grande orgoglio, come innanzi faremo menzione.»

Croniche di Giovanni, Matteo e Filippo Villani secondo le migliori stampe e corredate di note filologiche e storiche, Vol. I, Trieste, 1857, pp. 157-158.

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