sabato 11 gennaio 2014

NOTIZIE DI SAN MINIATO NEGLI “ANNALI PISANI” DI BERNARDO MARAGONE

a cura di Francesco Fiumalbi

↖VAI ALLA HOME “CRONACHE SANMINIATESI”

Bernardi Maragonis, Vetus Chronicon Pisanum, in F. Bonaini (a cura di), Delle Istorie Pisane libri XVI«Archivio Storico Italiano», Serie I, Vol. VI, parte II-A, frontespizio.

REGESTO
Di seguito è proposto il regesto completo delle notizie riportate da Bernardo Maragone e riguardanti San Miniato e il suo territorio:

L'AUTORE
A partire dal XIX secolo, la storiografia ha assegnato a Bernardo Maragone la paternità della cronaca denominata “Annales Pisani”. Lo stesso autore è documentato a Pisa fra il 1142 e il 1186, in cui ricoprì diverse cariche pubbliche, e specialmente fu eletto diverse volte come giudice, occupandosi di diritto comune e commerciale.

L'OPERA
Bernarno Maragone fu testimone diretto degli avvenimenti del suo tempo, che trascrisse nella sua cronaca. Gli Annales iniziano dalla Creazione di Adamo e vanno fino al 1184, anche se in modo articolato e dettagliato solo a partire dal 1158. Dai contenuti non si può fare a meno di notare come l'autore, descrivendone le vicende, parteggi apertamente per la città di Pisa, segnalando anche l'apertura di importanti cantieri come la fondazione del Battistero e della Torre Campanaria, ma anche opere idrauliche e costruzioni militari.

L'ORIGINALE
La copia più antica del manoscritto, in lingua latina, è conservata a Parigi, presso la Bibliothéque de l'Arsenal, Historique, 1110, cc. 14r-88v, che però termina la narrazione nel 1174. Simile appare una copia cinquecentesca conservata presso l'Archivio di Stato di Pisa, Archivio Roncioni, mss. 344 e 352; Archivio Capitolare di Pisa, codice C.105.

IL TERRITORIO SANMINIATESE
All'interno degli Annales Pisani sono contenute interessanti notizie che riguardano il territorio sanminiatese, e che vanno a completare ed integrare le notizie deducibili da alcuni documenti del XII secolo, andando ad inquadrare e a descrivere il contesto in cui vennero prodotti, ovvero nel periodo di Federico I “Barbarossa”.
Bernardo Maragone riporta la notizia della dieta convocata nel 1160 a San Genesio da Guelfo VI (zio di Federico I “Barbarossa”, già duca di Toscana e infeudato dei beni di Matilde di Canossa) per discutere della doppia elezione dei papi Alessandro III e Vittore IV, ma in realtà un sottaciuto tentativo di riappacificare le varie città toscane, ovvero Pisa, Pistoia, Siena, Lucca, Firenze ed altri delle Marche [01/07].
Quattro anni più tardi, nel 1164, il legato imperiale Rainaldo di Dassel convocò una nuova dieta presso San Genesio che vide la partecipazione di tutti i rappresentanti delle città toscane [02/07], anche se l'assemblea venne interrotta dalla sopraggiunta notizia della morte, avvenuta a Lucca, dell'antipapa Vittore IV, protetto dall'Imperatore Federico I “Barbarossa”. Maragone afferma che fu proprio Rainaldo, arrivato da San Genesio a Lucca, a far eleggere il nuovo antipapa Pasquale III [03/07].
Nello stesso anno Rainaldo di Dassel fu sostituito nella carica di legato per la Tuscia da Cristiano di Buch, Arcivescovo di Magonza, e meglio noto come Cristiano di Magonza. Il nuovo legato si trovò ad operare in un contesto assai complicato, in cui gli interessi delle singole città si muovevano entro un quadro molto fluido. Bernardo Maragone riporta la notizia di un nuova assemblea convocata nel gennaio del 1172 da Cristiano di Magonza presso San Genesio, nel tentativo di riavvicinare Lucca e Genova da una parte e Pisa e Firenze dall'altra. L'incontro si concluse con la messa al banno di Pisa. A seguito di questo grave episodio i Sanminiatesi, giurarono la propria alleanza con Pisa e Firenze, anche perché l'indebolimento della posizione delle due città, avrebbe danneggiato anche San Miniato per gli importanti rapporti di natura commerciale [04/07]. Del giuramento rimane anche l'atto: VEDI ADDSM 1172, 05 maggio - ASFi - San Miniato, TRASCRIZIONE e COMMENTO.
Nel successivo mese di luglio 1172, Cristiano di Magonza convocò una nuova assemblea presso San Genesio, con l'apparente motivo di tentare una nuova riconciliazione. In realtà fu l'espediente per catturare ed imprigionare i consoli di Pisa e Firenze, che furono incatenati e incarcerati [05/07].
Scoppiò un vero e proprio conflitto bellico, e come riporta Bernardo Maragone, vide tra le altre cose la distruzione del castello di Ventrignano, tenuto dai Della Gherardesca, e che si trovava nei pressi di Montebicchieri [06/07].
Tuttavia lo scontro armato coinvolse anche il centro abitato e il castello di San Miniato, che solamente nel 1174 fu restituito a seguito della pacificazione delle città toscane imposta da Federico Barbarossa, a cui contribuì l'accordo fra Cristiano di Magonza e il conte Macario [07/07].

REGESTO
Di seguito è proposto il regesto completo delle notizie riportate da Bernardo Maragone e riguardanti San Miniato e il suo territorio:

BIBLIOGRAFIA
Per chi desidera approfondire:
M. L. Ceccarelli Lemut, Bernardo Maragone “provisor” e cronista di Pisa nel XII secolo, in M. L. Ceccarelli Lemut, Medioevo Pisano. Chiesa, famiglie, territorio, Pacini Editore, Pisa, 2005, pp. 121-146.
F. Salvestrini, Il Nido dell’Aquila. San Miniato al Tedesco dai Vicari dell’Impero al Vicariato Fiorentino del Valdarno Inferiore (secc. XI-XIV), in A. Malvolti e G. Pinto (a cura di), Il Valdarno Inferiore terra di confine nel medioevo (secoli XI-XV), Leo S. Olschki Editore, Firenze, 2008, pp. 239-243.
F. Sanvestrini, San Genesio. La comunità e la pieve fra il VI e il XIII secolo, in F. Salvestrini e F. Cantini, Vico Wallari – San Genesio. Ricerca storica e indagini archeologiche su una comunità del Medio Valdarno Inferiore fra alto e pieno medioevo, Firenze University Press, 2010, pp. 60-66.

Nessun commento:

Posta un commento