mercoledì 26 febbraio 2014

STORIA URBANISTICA DI SAN MINIATO BASSO

di Francesco Fiumalbi

Grazie ai preziosi dati cartografici e alle ortofoto messe a disposizione e consultabili nel portale del Servizio Geografico della Regione Toscana siamo in grado di osservare l'evoluzione del territorio toscano nell'arco degli ultimi due secoli. Queste informazioni, rilasciate con specifici protocolli Creative Commons, costituiscono la base irrinunciabile per qualsiasi tipo di analisi storico-morfologica sulle trasformazioni urbane, territoriali e paesaggistiche della nostra Regione. Il Servizio Geografico è veramente di un'eccellenza nel suo campo, per la qualità e le modalità al passo con i tempi con cui viene svolto il servizio.

Fatta questa doverosa premessa, con questo post dedicato a San Miniato Basso (o se preferite “Pinocchio”), viene inaugurato un ciclo di piccoli approfondimenti sulla storia dello sviluppo degli insediamenti urbani del Comune di San Miniato. Si tratta di brevi analisi sintetiche, basate su periodizzazioni cartografiche e ortofotografiche. Per i non addetti ai lavori, le cosiddette “ortofoto” sono quelle fotografie scattate in modo zenitale da un aereo appositamente attrezzato, successivamente ortorettificate, in modo da eliminare le piccole distorsioni prospettiche, dovute anche al gruppo ottico della macchina.
P.S. Cliccando sulle immagini è possibile ingrandirle. Chi è interessato ad immagini di dettaglio può collegarsi direttamente al servizio on line con la piattaforma Geoscopio della Regione Toscana.

L'OTTOCENTO: LA BORGATA DEL PINOCCHIO

In questa prima immagine è proposta la sintesi di varie Sezioni del Catasto Generale della Toscana, meglio noto come “Catasto Leopoldino” e datato, per il territorio sanminiatese, ai primi anni '30 dell'800.

Catasto Generale della Toscana, Comunità di San Miniato, sintesi delle Sezioni “B”, Colline adiacenti alla Città, fogli 1, 2, 3, Sezione “C”, Piano del Castellonchio e della Catena, fogli 1 e 3, Sezione “D”, Casale e Intrajno, fogli 1, 2, 3.
Archivio di Stato di Pisa, Catasto Terreni, Mappe, San Miniato, nn. 2, 3, 4, 8, 10, 14, 15, 16
Immagine tratta dal sito web del “Progetto CASTORE”
Regione Toscana e Archivi di Stato Toscani
Per gentile disponibilità. Info Crediti e Copyright

Il Catasto ci mostra un territorio completamente agricolo, solcato dall'importante direttrice stradale, l'antica “Strata Pisana”, poi Strada Regia Postale, quella che oggi chiamiamo Strada Statale n. 67 via Tosco-Romagnola Est. Le altre due strade in evidenza sono la via del Pinocchio (attuale via Aldo Moro) e la strada per Fucecchio, poi via della Stazione e dal 1939 viale Guglielmo Marconi. All'incrocio fra queste strade si era già sviluppata una piccola borgata, quella che poi prenderà il nome di Pinocchio. Presenti la chiesa, dedicata ai SS. Martino e Stefano e costruita alla fine del '700, e l'Osteria del Pidocchio, documentata dal '600. Sulla carta è ancora presente “Le Forche”, ma solo come toponimo, dal momento che le esecuzioni non vi si facevano più già da qualche decennio (vedi il post LE FORCHE DI SAN MINIATO BASSO). Per il resto campi coltivati, intervallati da alcuni piccoli corsi d'acqua (il Rio Pinocchio, il Rio Casale e il Rio Santa Maria), da tante piccole strade, poco più che sentieri. Come si dice in Toscana, da tante piccole “resole”.
Trattandosi di una cartografia, ovvero di un disegno realizzato su base geometrica, con questa non abbiamo a disposizione un quadro del “paesaggio” vero e proprio. Conosciamo quali erano le coltivazioni praticate e le essenze arboree più diffuse, ma ci manca l'immagine vera e propria, quella che da sola può descrivere il paesaggio. Sappiamo per certo che la campagna era tutta completamente insediata, almeno a partire dal '400, con la formula della “mezzadria”: il proprietario terriero suddivideva la sua proprietà in tanti piccoli appezzamenti, che poi assegnava ad un colono o “mezzadro”, con tanto di casa e di strutture annesse, in funzione della consistenza del nucleo familiare. Più grande era la famiglia e più grande era il terreno in grado di coltivare. Il “mezzadro”, a titolo di affitto, corrispondeva al proprietario la metà del raccolto ottenuto dai campi. Questa formula di contratto agrario, è bene ricordarlo, rimarrà in essere nella legislazione italiana ben oltre il secondo dopoguerra. Sicuramente minoritaria, invece, la porzione di campagna che era coltivata direttamente dai piccoli proprietari terrieri.

SAN MINIATO BASSO NEL 1954

La seconda immagine è una sintesi di alcune ortofoto scattate nel 1954. E' trascorso più di un secolo dalla formazione del Catasto "Leopoldino", oggetto dell'immagine precedente. L'Italia nel frattempo è stata unificata, sono avvenuti i due conflitti bellici mondiali, ed è nata, non senza difficoltà, la Repubblica.

San Miniato Basso, Ortofoto del 1954
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La prima cosa da notare è la ferrovia, costruita alla metà dell'800 e rimessa in funzione dopo i danneggiamenti della Seconda Guerra Mondiale. Nei pressi della Stazione, già a partire dal primi anni del '900 si è formata una piccola borgata, con alcuni servizi annessi e connessi, come la posta, il telegrafo e lo scalo merci. Nei pressi c'è anche la “SAIAT”, acronimo di Società Anonima Industrie Alimentari Toscane, meglio nota come la “fabbrica delle conserve”, di cui rimane ancora oggi l'alta ciminiera. Ed è interessante notare, che nonostante siano passati tanti anni dalla sua messa in funzione, la ciminiera della SAIAT è ancora oggi la costruzione più alta di tutto San Miniato Basso.
All'incrocio fra la “Stradale” e le due strade per San Miniato e Fucecchio, la piccola borgata del Pinocchio, che dal 1924 si chiama San Miniato Basso, si è un pochino allargata. L'asse privilegiato dell'espansione urbana è quello della Tosco Romagnola, probabilmente l'unica strada asfaltata dell'epoca. Iniziano a comparire alcuni gruppi di case, specialmente in direzione di La Scala, fra cui le cosiddette “Case Nuove”, con la vicina Vetreria Elmi in funzione già dai primi anni del secolo. Cominciano a far capolino le prime case anche lungo il viale G. Marconi e l'unica scuola del paese, la Scuola Elementare “Dante Alighieri”, si affaccia sulla Statale, nei pressi dell'incrocio verso il Ponte di Ribecco. C'è anche il “Tiratoio”, ma sono pochi i “pinocchini” che possono permettersi di pagare la quota d’iscrizione.
Tutt'intorno ci sono campi e non c'è un terreno lasciato incolto. Da questa immagine, a differenza della cartografia catastale, possiamo cominciare ad apprezza il paesaggio agrario. Nel 1954 il sistema mezzadrile era ancora perfettamente in piedi. I campi sono organizzati secondo il classico schema dell'“appoderamento”. La parte centrale dell'appezzamento è coltivata a seminativo, con ai lati le fosse, e scanditi dai filari di vite maritata ad altre piante, come il pioppo o il salice.
Il boom industriale si comincia ad intravedere, ma è ancora relativamente lontano. Per trovare le prime grandi fabbriche bisogna andare a Ponte a Egola o a Santa Croce sull’Arno da una parte e ad Empoli dall'altra. San Miniato Basso, in questo periodo, è ancora un centro completamente agricolo, con pochissime attività commerciali, un paio di fabbriche, e tanti contadini.

SAN MINIATO BASSO NEL 1978

Nei 24 anni che vanno dal 1954 al 1978 avviene il “miracolo”, il boom economico italiano. E questa terza immagine ce lo mostra perfettamente.

San Miniato Basso, Ortofoto del 1978
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In questo periodo di tempo succede un po' di tutto. La popolazione di San Miniato Basso risulta più che raddoppiata, sia per effetto del cosiddetto “Baby boom”, sia per la forte immigrazione interna dalle regioni del Meridione, sia per l'inurbamento dalle aree agricole. L'Urbanistica, da essere un ambito legislativo di prerogativa Statale, a partire dal 1971 diventa in concorso con le Regioni. Il Comune di San Miniato, già negli anni '60 si era dotato del suo primo Piano Regolatore Comunale, poco prima che tale strumento diventasse di fatto obbligatorio con la Legge 765/1967, la cosiddetta “Legge Ponte”. Il piano fu firmato, anche se rimaneggiato rispetto alle indicazioni iniziali, da Edoardo Detti, lo stesso che pochi anni prima aveva compilato di Piano di Firenze. Detti era una figura molto qualificata e di grande esperienza, e San Miniato Basso, nelle indicazioni del PRG, doveva diventare la naturale espansione del centro storico San Miniato, che veniva vincolato e salvaguardato nella sua integrità morfologica e nella sua specificità paesaggistica. Un programma, questo, che all'epoca poteva essere considerato d'avanguardia, seppur abbia ottenuto alterni risultati.
Fra il 1954 e il 1978, l'espansione urbana di San Miniato Basso si concentra attorno all'incrocio, al suo centro naturale, per poi trovare consistenza privilegiando l'asse della “Statale” in direzione di La Scala. Questo cominciava a strutturarsi già nel 1954, e qui vanno concentrandosi le attività commerciali. L'abitato acquista anche spessore, grazie all'edificazione lungo le piccole strade laterali: le vie Candiano, della Vigna, dei Beccai, Poliziano, del Piano e dei Prati da una parte e Torta, Pozzo e Pinocchio dall'altra. Si nota anche l'urbanizzazione delle aree interposte fra il Viale G. Marconi e via Parini, con le nuove strade dedicate a G. Pirandello, E. Fermi, G. Giusti e G. Meucci. A differenza dei grandi centri industriali, il tessuto urbano che va formandosi e consolidandosi a San Miniato Basso è a bassa densità insediativa. Da un punto di vista morfologico, la maglia è, per così dire, di tipo “a pettine”: c'è la presenza di un asse forte e consolidato (il manico), da cui si diramano tanti piccoli assi minori (i denti del pettine). Si tratta per buona parte di edilizia “spontanea”, realizzata prima dell'adozione del PRG.
A partire dagli anni '60 la scuola elementare ha finalmente una sede nuova e moderna in via De Amicis, dove, nella stessa strada trovano spazio anche gli alloggi popolari del piano INA Casa, conosciuti anche come “Case Fanfani”, e di cui parleremo in un apposito post. Si vede, e sembra in costruzione, la Scuola Materna fra le vie Candiano e Goldoni. Inoltre, l'individuazione delle aree da destinare ai Piani di Edilizia Economica e Popolare (PEEP), istituiti con la Legge 167/1962, e incoraggiati da norme successive (ad es. L. 865/1971, la cosiddetta “Legge per la Casa”), fanno sì che vengano costruite anche le prime unità condominiali nelle vie Tasso e della Vigna.
Un'altra cosa destinata a cambiare per sempre i connotati a San Miniato Basso è la costruzione della “Superstrada”, la Strada di Grande Comunicazione Firenze Pisa Livorno, resa ormai indispensabile per effetto della cosiddetta “motorizzazzione” di massa. Si intravede l'avvio della realizzazione del tracciato, e si comincia a delineare la rampa di entrata/uscita di San Miniato. Ancora non è stato realizzato il cavalcavia su Viale G. Marconi, che di lì a poco prenderà il posto di una casa costruita proprio in quel punto. Vicino al futuro tracciato della Fi-Pi-Li si nota anche la nascita di una prima zona artigianale, corrispondente alle vie A. Volta e Selene. Compare anche la “Vires” in direzione di La Scala.
E poi, non dobbiamo dimenticare la costruzione di importanti centri di aggregazione, come la Casa Culturale, comunemente chiamata per sineddoche “Sombrero”, e il Palazzetto dello Sport a Fontevivo.
Le aree circostanti sono ancora prevalentemente agricole, anche se la “mezzadria” è stata superata. E' interessante questa immagine perché ci mostra una fase cruciale per la nostra campagna: il progressivo abbandono della sistemazione ad '“appoderamento”, a vantaggio di appezzamenti più grandi, dove prenderà piede la “monocoltura”. E questo avvenne come conseguenza della progressiva “meccanizzazione” dell'agricoltura. Il classico schema della “proda”, con coltivazioni promiscue, sembra sopravvivere solo nella porzione di territorio a sud della ferrovia e ad est del Viale G. Marconi. Mentre nelle altre parti, e si nota facilmente nella zona occidentale di San Miniato Basso, la zona del Castellonchio, le coltivazioni seguono ormai i criteri della moderna agricoltura meccanizzata e monocolturale.

SAN MINIATO BASSO NEL 1988

A dieci anni dalla situazione descritta dall'immagine precedente prende corpo il consolidamento urbano di San Miniato Basso, come centro residenziale ai piedi della collina sanminiatese.

San Miniato Basso, Ortofoto del 1988
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Siamo nel 1988, ad un anno dalla formulazione della consistente revisione del PRG del Comune di San Miniato (1989). La “Superstrada” è finalmente costruita in ogni sua parte, così come le infrastrutture collaterali, i cavalcavia e i sottopassi.
La popolazione continua ad aumentare. Viene avviata la realizzazione della “Circonvallazione” a nord di San Miniato Basso, l'odierna via Capitini, e nasce, seppur in forma embrionale, il polo commerciale con i due supermercati. In questo decennio le espansioni più significative riguardano la zona occidentale, quella verso La Catena, e le lottizzazioni nella parte meridionale con la creazione delle nuove vie A. Aleardi e G. Rovani da una parte e A. Fogazzaro e G. Pascoli dall'altra. Alle estremità chiudono l'abitato ad occidente le nuove lottizzazioni delle vie Cavour, Gabetti e Bini e a nord quella di via Montessori. Vengono completate le aree PEEP fra via Pulci e via Tasso.
Viene costruita la palazzina della “SIP” (oggi Telecom), la Posta si trasferisce nella nuova sede in via G. Goldoni, accanto alla Scuola Materna. Vista la continua crescita della popolazione, il centro di San Miniato Basso viene dotato di un Asilo Infantile e di una seconda scuola elementare, la “Don Milani” in via Poliziano. Inoltre nasce la Scuola Media “G. Rondoni”, e viene inaugurato anche il campo sportivo per la squadra di calcio. E' consolidata la zona artigianale fra la Ferrovia e la “Superstrada” e il Viale G. Marconi viene completamente interessato dall'urbanizzazione.
In questo periodo la campagna ha perso quasi interamente l'antica maglia poderale, che ancora persisteva nel decennio precedente, e l'agricoltura viene praticata ovunque con mezzi meccanici. I campi hanno ora una dimensione più grande e sono lavorati secondo la monocoltura.

SAN MINIATO BASSO NEL 1996

In questi 8 anni, che separano la quinta immagine dalla precedente, prendono avvio tutta una serie di trasformazioni che porteranno San Miniato Basso ad essere quel centro che conosciamo oggi.

San Miniato Basso, Ortofoto del 1996
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E' finalmente completata la circovallazione nord, in entrambi i rami di via Capitini da una parte e delle vie Pestalozzi e Codignola dall'altra. Viene consolidata la zona commerciale, con l'avvio della lottizzazione di via R. Agazzi, anche se gli edifici non sono ancora stati realizzati. La cosa più evidente è lo sviluppo delle due aree artigianali: viene ampliata la zona fra la Ferrovia e la Fi-Pi-Li e si inizia a costruire quella di Castellonchio. Si nota che gli edifici non sono ancora stati costruiti, ma cominciano ad essere visibili i nuovi tracciati stradali e le dotazioni impiantistiche connesse. In altre parole sono avviate solamente le cosiddette “Opere di Urbanizzazione Primaria”.
La popolazione continua a crescere, superando le 5000 unità, e nascono nuove aree residenziali. Appaiono già realizzate le lottizzazioni di via F.lli Bandiera, via M. Serao, v. Ardigò nella parte centro-occidentale di San Miniato Basso, mentre nella parte orientale vengono completate le lottizzazioni PEEP di via Pinocchio e delle nuove vie dedicate rispettivamente a P. Nenni e E. Berlinguer. Lì vicino viene costruito anche la cosiddetta “Pista di Atletica” di Fontevivo. Nei pressi dell'asse di viale G. Marconi, si segnalano le nuove lottizzazioni in via G. Capponi e in via E. Morante. Da segnalare anche la costruzione dei primi lotti del complesso della Confraternita di Misericordia che si affacciano su Piazza V. Cuoco.
Nella campagna non si registrano sostanziali cambiamenti nelle modalità di coltivazione.

SAN MINIATO BASSO NEL 2007

Per chi sta continuando a leggere e non si è ancora annoiato, siamo arrivati all'ultima immagine di questa piccola storia urbanistica di San Miniato Basso. Tra l'altro è anche un'immagine a colori! E' stata scattata in un periodo a noi vicino e faremo attenzione ai cambiamenti accorsi nel decennio precedente, suddiviso fra gli ultimi anni del '900 e i primi anni 2000.

San Miniato Basso, Ortofoto del 2007
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In questo periodo le trasformazioni più significative riguardano le aree commerciali ed artigianali che vengono finalmente completate, arrivando di fatto alla sistemazione odierna. Il centro abitato ha raggiunto praticamente i 7000 abitanti e le nuove costruzioni residenziali sono prevalentemente di “completamento”. Si notano le nuove lottizzazioni, a carattere comunque non estensivo, in via F.lli Bandiera, lungo la Tosco-Romagnola, in via Cavour, via Morante, via De Sanctis, via Berlinguer, via Capponi e via Asmara. Inoltre si segnala l'avvio della costruzione della nuova chiesa (inaugurata nel 2009), il completamento del complesso della Misericordia e l'ampliamento dei Locali della Casa Culturale.
Per quanto riguarda la campagna si registrano due fenomeni. Da una parte l'aumento della residenza sparsa e, dall'altra, l'abbandono di alcuni appezzamenti che fino a quel momento erano stati coltivati.


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