giovedì 7 agosto 2014

IL CAMION PER ALMIRANTE A SAN MINIATO - Racconto di Stefano Bartoli

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di Stefano Bartoli

Scherzi verbali a S. Miniato, poco conosciuti.

Le sere d’estate mi vedevano passeggiare con mio padre ed i Suoi amici. Dal Bar Cantini fino in fondo al piazzale, giro intorno al Carducci e ritorno in piazza. Rinfrescati dalla brezza della valle il meritato riposo sulle sedie sparse lungo la piazza. Di solito la conversazione era partecipata e varia. Una sera Tonino strizzò l’occhio a mio padre e, rivolto ad un amico camionista, lanciò la seguente battuta:

– Caro mio, può darsi che abbia un lavoretto per Te, pulito veloce e ben remunerato. Penso che potrebbe interessarti.

Il pesce abboccò subito.

Di cosa si tratta.

E’ una cosa facile, ho bisogno del Tuo camion per una sera, dopo cena, qui, in piazza. Noleggio il mezzo e Te che devi controllarlo.

L’interlocutore non capiva.

– Diciamo che porti il camion in piazza verso le otto e mezzo di sera e lo posteggi proprio davanti al distributore di Boro. Spengi, tiri i freni per la sosta, metti i fermi alle ruote e poi Ti piazzi lì, in piedi, accanto alla gabina e aspetti un paio d’ore o poco più. Appena scade il noleggio Ti pagano centomila lire. Tu risali, metti in moto e vai a nanna. Un lavoretto liscio e pulito, senza problemi. Basta che Tu mi confermi che sei un uomo di parola e che rispetti i patti. Qua la mano, se la stringi è cosa fatta e le centomila Ti attendono. Devo solo dirti il giorno preciso, appena lo so Te lo faccio sapere con un po’ di preavviso, tanto non Ti sciupo giornate di lavoro, è un dopo cena.

A questo punto l’esca, ben confezionata era stata lanciata con perizia. Il camionista strinse la mano a Tonino che, giratosi verso mio padre disse:

– Mauro sei testimone, l’impegno è preso e il nostro amico lo deve rispettare.

Certo che lo rispetto, non sono mica un parolaio.

Ovviamente io avevo solo compreso le parole pronunciate e non immaginavo minimamente cosa c’era dietro. Mentre tornavamo verso casa mio padre ridacchiava, io gli chiesi di cosa e Lui, appoggiandosi l’indice sul naso mi disse:

– E’ solo uno scherzo, il nostro amico è un gran lavoratore e non rinuncia mai a guadagnare qualche soldo. Diciamo che Tonino gli ha noleggiato il camion per un presunto comizio di Giorgio Almirante nella piazza centrale di S. Miniato, Tonino dirà che al posto del piccolo palco di legno preferisce la grande stabilità e l’altezza di un bel cassone di camion. Ovviamente chiederanno di coprirlo con tutte le bandiere dell’Italia e del Movimento Sociale e, per il nostro amico, che è uno sfegatato simpatizzante del Partito Comunista ci sono solo due vie d’uscita, o rinuncia al guadagno e si rimangia la parola, e così facendo perde la faccia con noi, oppure mantiene la parola e perde la faccia con tutti i Suoi compagni del partito comunista. Una scelta difficile lo attende.

Nei giorni successivi continuammo ad andare a veglia e, appena il trio si riformava, Tonino non mancava mai di rincarare la dose.

Oh, non è che mi fai scherzi e la sera che devi portare il camion in piazza Ti fai venire il mal di pancia. Il lavoro è lavoro e gli impegni si rispettano, anche se è duro lavorare dopo cena. D’altra parte perché Ti danno centomila per due o tre orette di lavoro che trascorri guardando il camion fermo?

Stai tranquillo Tonino, ho una parola sola, io non manco mai agli impegni presi.
Dopo diversi giorni Tonino fece un accenno alla prossima campagna elettorale ed affermò che il Suo partito avrebbe portato a S. Miniato un personaggio di grande spessore.

Passò ancora un breve periodo e venne fuori il nome di Giorgio Almirante. Abilmente Tonino iniziò a parlare di come il partito intendeva organizzare la serata e, centellinando il tutto goccia a goccia, suscitò un po’ d’interesse sull’argomento. Accadde che una sera qualcuno, ben istruito da Tonino, buttò là il discorso del camion, proprio mentre il malcapitato camionista era nei pressi.

– Che ganzi quelli del Movimento Sociale, mica fanno arringare la folla da Almirante da un misero palchetto di legno, lo fanno salire su di un cassone di un camion che fanno venire appositamente in piazza.

Ma dai, un camion, ma di cosa se ne fanno, se ad ascoltare il comizio sono più di dodici mi ci gioco……..

Certo ha un bel coraggio quel camionista a venire in piazza, può succedere di tutto. Se nasce confusione rischiamo di veder volare qualche labbrata ed anche qualche sgarbo al mezzo.

Il nostro camionista aveva una faccia di tutti i colori, però si teneva defilato. Appena arrivò Tonino lo chiamò da parte e cominciò una animata discussione. Tonino chiese pausa e venne a cercare mio padre.

– Mauro, Tu che sei una persona seria, eri presente, lui si è impegnato a portare il camion in piazza ed a rimanere lì a sorvegliarlo, nel giorno e nell’ora che io gli dirò. Io ho preso il mio impegno con tutto il partito, non posso fare marcia indietro, non sarebbe serio da parte mia. Digli anche tu che non può fare il bischero e rinunciare, mancherebbe in modo grave alla parola data.

La questione fu dibattuta a lungo ed alla fine il camionista cedette, si convinse anche perché il lavoro è lavoro ed i compagni avrebbero sicuramente capito che non partecipava per simpatia politica ma solo perché il suo era uno dei più bei camion della zona.
Mediarono anche sulle bandiere, decisero, di comune accordo, di metterne solo due, per non creare troppo imbarazzo, una sola bandiera italiana ed una sola del Movimento Sociale.
Continuammo tutti ad andare a veglia, passeggiare fino al piazzale, sedersi di nuovo in piazza, bere qualcosa o consumare un gelato e via con le solite discussioni.
Il nostro camionista appariva sempre più serio e taciturno, pareva una candela spenta. Tutti facevano finta di niente. Con le elezioni quasi alle porte Tonino si presenta sorridente in piazza e chiamò il camionista.

– E’ successa una cosa grave, il programma elettorale di Almirante è cambiato, non è più prevista una sosta a S. Miniato. Per lui solo grandi città, almeno capoluoghi di Provincia. Da noi mandano un politico di mezza tacca. Noleggiare il camion per Lui sarebbe uno spreco. Caro mio, mi dispiace tanto ma non posso più chiederti di portare il camion in piazza. Per le centomila decidi tu, il partito non mi rimborsa di certo però mi sono impegnato ed è giusto che tu riscuota il compenso. Tirerò la cinghia ma ti pago.

Il camionista non stava più nella pelle dalla contentezza, la faccia era rossa come un peperone e, tutto d’un fiato disse:

– Tonino lascia stare, da te non voglio una lira. Non faccio alcun lavoro ed allora non voglio nessun compenso, oltretutto sei anche un caro amico.

A tarda sera, rientrando a casa, io e mio padre non la smettevamo più di ridere. Lo scherzo era riuscito benissimo e Tonino era stato magistrale, come sempre. Noi avevamo passato diverse sere liete con questo argomento e si sa che, quando c’è poco con cui divertirsi bisogna aguzzare l’ingegno e la fantasia.


Giorgio Almirante, in una immagine del 1971



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