giovedì 9 ottobre 2014

L'ULTIMO INCONSOLABILE - UN PIZZINO DAL BARGELLO DI EMPOLI (avv. GIULIANO LASTRAIOLI)

Di seguito è proposto un breve messaggio a firma del "Bargello" di Empoli, al secolo Giuliano Lastraioli, avvocato empolese ed erudito conoscitore della storia locale. Fra i vari suoi lavori, caratterizzati da rigore scientifico e acume analitico, ma non per questo esenti da sfumature ironiche, occorre annoverare un importante contributo alla vicenda della Strage del Duomo di San Miniato, con la pubblicazione, assieme a Claudio Biscarini, del fascicoletto intitolato "La Prova" (FM Edizioni, 2001).
Si ringrazia gli amici dell'Associazione Culturale "Della Storia d'Empoli", ed in particolare Carlo Pagliai, per aver condiviso sul blog Smartarc questo messaggio che va ad alimentare il dibattito, tutt'altro che sopito, a proposito dei tragici episodi legati al passaggio del fronte della Seconda Guerra Mondiale nell'estate del 1944. Di seguito il testo.

C’è sempre un ultimo giapponese che non si arrende nemmeno di fronte all’evidenza della verità rivelata da prove ineccepibili. Il sonno della ragione, traviata dalla viscerale faziosità politica, continua a generare sfracelli. E’ questo il caso di quell’erudito di Lìsera di cui ci ha parlato “IL TIRRENO” di martedì 7 ottobre 2014 nella cronaca di San Miniato. [il riferimento è alle parole di Carlo Giglioli contenuto nell'articolo intitolato "Quelle verità contrastanti sull'eccidio del Duomo" consultabile anche on-line, n.d.r.]

Il prefato torna a insistere per la responsabilità tedesca nell’eccidio del duomo di San Miniato del 22 luglio 1944 e, a detta del cronista, le spara proprio grosse, non senza ricorrere al patrocinio dell’indefettibile professor Pezzino. Fra le piacevolezze che vi si leggono oe ne sono alcune davvero roboanti.
Intanto il prelodato sostiene che il tiro dell’artiglieria americana è confutato in sede balistica, mentre esistono fior di documenti originali che, nel contesto degli accertamenti oggettivi, ne confortano con plausibile certezza l’accadimento, come dimostrato dalle ricerche del Lastraioli, del Biscarini, del Paoletti e, di recente, dalla perizia  balistica del colonnello Cionci, che ha ridicolizzato le ipotesi di un memorialista pervicace nel sostenere il teorema del misfatto nazista. Di fronte a tali risultanze non c’è rimedio.
Sostenere ancora il dolo dei tedeschi nell’aver concentrato in cattedrale una parte della popolazione, quando poi nell’analogo afflusso in San Domenico non successe un bel niente, così come in San Francesco, è fuori dal senso comune. Inoltre, il canonico Giannoni non attese il 1954 per dare la sua testimonianza. Da sempre pontificò sul prato del duomo perché fosse ristabilita l’esatta verità. Nel 1954 costui intervenne in polemica giornalistica per insorgere contro la lapide del decennale dettata da Luigi Russo in spregio alla verificata realtà dei fatti. 

Lo sanno tutti che la cannonata della strage era di provenienza americana e che il vescovo Giubbi fu vilmente calunniato.D’altronde l’ultimo giapponese non propone, almeno per adesso, a quanto si sappia, una tesi alternativa, che i dati certi finora acquisiti non ritengono possibile.

Ce ne sarebbe da durare un mese.

7 Ottobre 2014                  IL BARGELLO


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