lunedì 27 ottobre 2014

S. MINIATO NELLA CRONICA DI MATTEO VILLANI 08/09




[anno 1363] LIBRO XI. CAPITOLO XXIII.
Come e perché si creò la compagnia del Cappelletto.

«
La procura di Peccioli fu materia di scandalo tra l’ comune di Firense e’ soldati; perocché certi di loro, ciò fu il conte Niccolò da Urbino, Ugolino de’ Sabatini di Bologna, e Marcolfo de’ Rossi da Rimini, uomini di grande animo e seguito, con la maggior parte de’ conestabili tedeschi, a instigamento de’ procuratori di loro paghe, a dì 30 d'agosto detto anno 1363, mossone lite al comune dicendo, che per la presura di Peccioli doveano avere paga doppia e mese compiuto; e che, avendola in mano, contro a loro volere il capitano prese li stadichi; dicendo, che se non avessono il debito loro, non cavalcherebbono: e, sopra ciò stando pertinaci, mandarono loro ambasciadori a Firense, e ciò feciono noto a’ priori. Il perché, avuto per i priori sopra ciò consiglio da chi di ciò s'intendea, determinarono che loro domanda non era ragionevole: onde tornato al campo l'ambasciadore con questa risposta, furiosamente il detto conte Niccolò, Ugolino e Marcolfo puosono un cappello in su una landa, dicendo, che chi voleva paga doppia e mese compiuto si mettesse sotto il detto segno fatto; i quali in poca d'ora si ricolsono il detto conte Niccolò, Ugolino e Marcolfo con loro brigate, e molti caporali tedeschi e borgognoni, tanto che passarono il numero di mille uomini da cavallo. Di che il capitano dubitò di tradimento, non possendoli con parole rattemperare, richieggendoli per loro saramento, e per la fede promessa al comune di Firenze, che loro indebito proponimento dovessono lasciare: e tutto era niente; che quanto più li pregava e richiedea, più levavano il capo, e più li trovava duri e pertinaci. Onde per più sano consiglio, essendo con tutta l’oste infra Marti e Castello del Bosco, all'entrata del mese di settembre levò il campo, e tornossi a San Miniato, lasciando le tenute che prese avea, fornite e di vittuaglia e di gente. Come ciò fu noto a Firense, il detto conte Niccolò, Ugolino, e Marcolfo, e’ conestabili tedeschi di presente furono cassi […]»

Croniche di Giovanni, Matteo e Filippo Villani secondo le migliori stampe e corredate di note filologiche e storiche, Vol. II, Trieste, 1858, p. 376.

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