Estratto
da G. Piombanti, Guida della Città di San Miniato al Tedesco. Con
notizie storiche antiche e moderne,
Tipografia M. Ristori, San Miniato, 1894, pp. 111-113.
[111]
S.
GIACOMO E FILIPPO A PANCOLE
Dove
una tradizione racconto essere stato un tempio pagano, al dio Pane
dedicato, fu eretta una chiesa parrocchiale in onore dei santi
apostoli Giacomo e Filippo, forse nel secolo XII. Il nome del luogo,
dicono, ricorderebbe pure quella tradizione, poiché Pancole
significherebbe culto
reso a Pane.
V’ha anche chi racconta che lo stesso antico tempio pagano fu dipoi
a chiesa cristiana ridotto. Comunque sia, sta il fatto che detta
chiesa esisteva dov’è ora quella casa di due piani, rimpetto alla
chiesa presente di S. Paolo, ed aveva l’ingresso dalla parte della
piazzetta di S. Niccolò. Nel 1484, come da una pietra a croce si
rilevava, la chiesa venne restaurata. Il pontefice Innocenzo VIII al
capitolo [112]
della
collegiata l’ammensava, per aumentargli le rendite, a condizione vi
mantenesse un vicario per le funzioni parrocchiali (1491). Sembra
però che l’unione avvenisse alquanto tempo dopo. Leone X nel 1518
anche la vicarìa unì al capitolo, e ordinò che il servizio della
parrocchia lo facesse un canonico o un altro prete idoneo. Lo zelante
vescovo mons. Poggi nel 1715 la fece nuovamente restaurare, la
consacrò, e sulla sua porta laterale pose un’iscrizione latina,
che ricordava il tempio dell’antica superstizione pagana essere
stato trasformato nel tempio di Dio vivo in cui egli in ispirito e
verità veniva dalle redente generazioni adorato (27) [VAI ALLE NOTE
↗]. Aveva questa chiesa tre altari: sul maggiore stava un
crocifisso sul muro dipinto; degli altri due, uno era dedicato a S.
Tommaso vescovo di Canterbery. V’era poi la cappella in onore di S.
Niccolò di Bari dal parroco Spagliagrani edificata, del quale
abbiamo già parlato. Fu egli sacerdote veramente benemerito della
sua città nativa e in detta cappella ebbe la sepoltura. Questa
parrocchia, d’accordo coll’autorità ecclesiastica, da Pietro
Leopoldo nel 1783 venne soppressa, e la sua popolazione divisa tra
quelle di S. Caterina e di S. Stefano. Il vescovo Brunone Fazzi, non
ostante la soppressione, ordinava al capitolo che la chiesa fosse
uffiziata. Ma il capitolo, esposte sue ragioni alla santa [113]
sede,
otteneva nel 1800 la permissione di profanarla e venderla. Allora
l’obbligo Spagliagrani venne nella cattedrale trasportato. Dopo la
soppressione della parrocchia ingrandirono alquanto l’ospedale di
S. Niccolò, che accanto a lei sorgeva, come vedremo. Nel 1807 tutto
fu alienato e ridotto ad abitazioni. – Presso la chiesa di Pancole
trovasi fatta menzione di un oratorio, dedicato a S. Giovanni
Battista, detto S. Giovannino, il quale coi suoi possessi fu pure al
capitolo della collegiata ammensato nel 1526, e non si sa
precisamente ove fosse e quando cessasse di esistere. Era forse di
faccia alla casa già Portigiani, ove anche al presente chiaramente
si vede esserci stato un oratorio?
Chiesa dei SS. Jacopo e Filippo di Pancole
Fotomontaggio di Francesco Fiumalbi
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