venerdì 26 dicembre 2014

G. PIOMBANTI – GUIDA DI SAN MINIATO – SANTA CATERINA



Estratto da G. Piombanti, Guida della Città di San Miniato al Tedesco. Con notizie storiche antiche e moderne, Tipografia M. Ristori, San Miniato, 1894, pp. 123-125.

[123] SANTA CATERINA

L'epoca della fondazione della chiesa di S. Caterina vergine e martire non è nota, ma sembra assai antica. Gli eremitani di S. Agostino della congregazione di Lecceto, presso Siena, ebbero dapprima un piccolo convento a Gello di Corniano, che dopo il mille, abbandonarono, per venire alla parrocchia di S. Martino a Castiglione, a S. Miniato più vicino. Dalle scorrerie militare anche qui molestati, a S. Caterina, nel secolo XIII si rifugiarono, dove fabbricarono il convento, ingrandirono la chiesa, e trasportarono la parrocchia, sempre ritenendo il possesso dei conventi di Gello e di Castiglione. Nel 1338 il comune assegnò loro un annuo sussidio di lire centocinquanta. Questa chiesa parrocchiale venne ampliata e ornata, come al [124] presente si vede, nel secolo XVII coll'aiuto di benefattori, e particolarmente della nobil famiglia Migliorati, della quale anche parlano le iscrizioni latine, che sulla sua facciata e dentro la chiesa stessa si leggono. Il granduca Pietro Leopoldo, perché i religiosi eran pochi, e non potevano a cagione delle limitate rendite crescer di numero, nel 1774 li soppresse. Parte del convento e delle rendite assegnò al vicino spedale dei trovatelli, come dicemmo, e parte ad uso di canonica e al mantenimento del curato, sacerdote secolare. Nove anni dopo, soppressero la parrocchia di Pancole, come pure abbiam detto; di questa crebbe allora la popolazione e venne dichiarata parrocchia inamovibile. Bella è la sua posizione, e la canonica ha vedute incantevoli. La popolazione che le appartiene in parte è dentro, e in parte fuori dalla città. Questa chiesa a S. Caterina vergine e martire è dedicata, e al gran dottor S. Agostino, i cui figli per meglio di cinque secoli la uffiziarono. Non è grande, ma ben tenuta e linda, e contiene cinque altari in pietra, più una cappella interna. Il primo a destra, entrando, è sacro a S. Niccola da Tolentino, intorno al quale alcuni santi agostiniani son dipinti. Il secondo è dedicato al SS. Crocifisso, e vi si vedono S. Agostino e S. Tommaso da Villanova. Eresse l'altar maggiore la famiglia Migliorati, nel cui quadro Simone Pignoni fiorentino colorì lo sposalizione di S. Caterina [125] col bambino Gesù. Segue la cappella interna, fatta da Persio Migliorati, a S. Michele Arcangiolo e all'Angiolo Custode dedicata, che contiene le reliquie del martire S. Bonifazio, e venne dal fondatore destinata a sepoltura della famiglia sua. Sull'altare che viene sta la Divina Pastora con S. Luigi Gonzaga e S. Stanislao Kotska, e sopra l'ultimo S. Giuseppe coll'Annunciazione nel quadro. Ai lati dell'altar maggiore sono dipinti alcuni fatti della vita di S. Caterina, beati Ghese e Lapo agostiniani, S. Agostino e la santa sua madre (30) [VAI ALLE NOTE ↗].

La chiesa di Santa Caterina
Foto di Francesco Fiumalbi

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