a
cura di Francesco Fiumalbi
Pietro
“Comestore” o “Mangiadore”, vissuto nel XII secolo (morto nel
1179), è un personaggio molto importante per la storia
ecclesiastica. Fu autore, fra le altre cose, della cosiddetta
Historia Scholastica,
una sorta di sintetica storia sacra, dalla Creazione del Mondo fino
all'Ascensione di Gesù Cristo (e poi proseguita fino agli apostoli
Pietro e Paolo). L'opera, definita da alcuni come una sorta di
medievale Bibbia “popolare”, fu data alle stampe per la prima
volta a Strasburgo, presso Gunther Zainer, nel 1473. Si tratta, come
è facile rilevare, di uno dei primissimi libri stampati fra Olanda e
Francia a seguito della diffusione del metodo, “a caratteri
mobili”, elaborato da Johannes Gutenberg. Un libro con un valore
culturale immenso, in quanto contiene preziose indicazioni
filologiche, quasi di “archeologia” biblica. Divenne un vero e
proprio “compendio” per gli studi biblici e di diritto canonico
nelle principali università europee del tempo, come Parigi e Oxford.
Frontespizio
Per
dare un'idea del personaggio, Pietro Comestore è addirittura citato
da Dante Alighieri nella Divina Commedia:
Ugo da San Vittore è qui con elli, e Pietro Mangiadore e Pietro Spano, lo qual giù luce in dodici libelli; (Dante, Paradiso, XII, 133-135)
Molti
storici indicano quale luogo della sua nascita la città francese di
Troyes, e attribuiscono l'aggettivo “comestore” alla sua indole.
Tuttavia, secondo una diversa interpretazione, essendo spesso
indicato come Manducator
o
Mangiadore (come
anche nella Divina Commedia), è stata avanzata l'ipotesi di una sua
origine sanminiatese. Si tratterebbe, cioè, di un discendente della
nobile e potentissima famiglia dei Mangiadori. L'aggettivo
“comestore” sarebbe poi derivato da un ingentilimento del suo
cognome vero. La
questione non è mai stata confutata completamente, per cui rimangono
aperte tutte le ipotesi. Come è noto, anche solo per un certa dose
di partigianeria, nella storiografia sanminiatese Pietro Comestore è
attribuito con certezza all'elenco degli illustri cittadini che
ebbero i natali all'ombra della Rocca. Di seguito è proposto
l'estratto dalla Storia
della Letteratura Italiana di
Girolamo Tiraboschi, il quale sottopone al pubblico, probabilmente
per la prima volta in assoluto, la tesi della sua origine
sanminiatese.
Frontespizio,
particolare della raffigurazione
di
Pietro Comestore nel suo studio
Estratto
da G. Tiraboschi, Storia
della Letteratura Italiana,
Tomo III, Dalla
rovina dell'Impero Occidentale fino all'anno MCLXXXIII,
Modena, 1773, pp. 238-239.
«[238]
[…] XVI. Io non ho cercato poc'anzi parlando della nascita di Pier
Lombardo, se Pietro Mangiadore fosse natio di Troyes, come veggiamo
essere stata finora comune opinione. Ma è ella veramente certa e
indubitabile? o non abbiam noi anzi qualche argomento a crederlo nato
in Italia? Ch'ei fosse decano della Chiesa di Troyes; che passasse
poscia a Parigi, ed ivi fosse Cancelliere di quella Chiesa,
Professore nell'università di Parigi; che poscia sul fin della vita
si ritirasse nella Badia di S. Vittore, e che ivi morisse l'anno
1178; tutto ciò non può rivocarsi in dubbio; e se ne recano certe
pruove dal du Boulay [4], dall'Oudin [5], dal Ceillier [6], e dagli
Autori della Gallia Cristiana [7]. Ma ch'ei fosse nato in Troyes non
pruovasi che coll'autorità di Enrico di Gand [8] che visse alla fine
del secolo XIII. Il dottissimo P. Sarti tra gli Interpreti del
Diritto Canonico vissuti in Bologna nel solo XIII annovera un certo
Manzator de Tuscia
[9];
e riflette, che questo nome dovette venire probabilmente dalla voce
Italiana Mangiatore;
[239]
e da altre Cronache antiche raccoglie, che fioriva nella
Città di S. Miniato
in Toscana la famiglia de' Mangiadori in questo secolo stesso, e
ancor nel seguente. Quindi confessa, che qualche sospetto gli è
nato, che Pietro ancora fosse di questa famiglia; perciocché è
certo, com'egli osserva, e come io stesso ho riflettuto, che ne' più
antichi Codici della Storia Scolastica da lui composta, che in somma
un Compendio della Storia Biblica coll'aggiunta di altre cose tratte
dalla profana, egli è chiamato Petrus
Manducator,
al che io aggiungo, che in una lettera parimente scritta dal Cardinal
Pietro Legato Apostolico al Pontefice Alessandro III, riferita in
parte de' suddetti Scrittori egli è chiamato col medesimo nome:
Literaturam &
honestatem Magistri Petri Manducatoris Decani Trecensis, vos non
credimus ignorare.
Solo qualche tempo dopo, forse per maggior eleganza, il nome del
Manducator fu
cambiato in quello di Comestor.
Or non potremmo noi credere, che Pietro fosse della famiglia de'
Mangiadori di S. Miniato, e che giovinetto passasse in Francia? Il P.
Sarti non ardisce di appoggiarsi troppo su tal congettura. E io
ancora non ho coraggio di confermarla. non posso però dissimulare,
che abbiam noi pure due antichi Scrittori, che il dicono Italiano.
Uno è Tolomeo da Lucca, che fu contemporaneo di Enrico di Gand,
benché alquanto a lui posteriore: Floruit
Magister Petrus Manducator, qui & Comestor appellatur... Hic
genere Lombardus ec [1].
L'altro è Benvenuto da Imola, che ne' suoi Comenti su Dante dice:
Iste Petrus
Comestor fuit Lombardus
[2]. Se essi possano bastare a distruggere l'autorità di Enrico di
Gand, o se forse essi non asseriscano, che Pietro Mangiator fu
Lombardo, appoggiati alla favola popolare, da noi rigettata poc'anzi,
io ne lascio ad altri la decisione.»
[4]
Histor. Univ. Paris. T. II, p. 629 & c.
[5]
De Script. Eccl. Vol. II, p. 1526.
[6]
Hist. de Aut. Eccles. T. XXIII, p. 305.
[7]
Vol. XII, p. 525.
[8]
De Script. Eccles.
[9]
De Profess. Acad. Bonon. Vol. I P. I, p. 323.
[1]
Script. Rer. Ital. Vol. XI, p. 1112.
[2]
Antiquit. Ital. Vol. I, p. 1267.
Dalla
rovina dell'Impero Occidentale fino all'anno MCLXXXIII,
Modena,
1773, frontespizio
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