32/49 [1351] Bartolomeo Altoviti Podestà a S.
Miniato
1351
[…] Era Capitano in questo tempo [1351,
n.d.r.], Messer Bartolommeo Altoviti, che per esser vero Guelfo, poco amava
i Salvucci, e loro seguaci Ghibellini, e però non fece gran conto, o non esegui
le pene state riformate contro i Grandi, che offendessero i Popolari, la qual
cosa molto disgustò quegli della famiglia de' Salvucci, quali forse erano stati
gli autore delle dette leggi, in odio degli Ardinghelli loro Avversarj, che
vedevano tumultuanti, e di natura inquieti, che però al Sindacato trattarono
assai male l'Altoviti, ed esso ne fece pubbliche dimostrazioni di sdegno; ma
appena ebbe finito l'ofizio di Capitano, che fu eletto Podestà della Terra,
oggi Città di San Miniato. In luogo dell'Altoviti fu eletto, peropera
de' Salvucci, Benedetto di Messer Giovanni Strozzi, loro parzialissimo Amico.
Questi tirando all'esterminio de' Figliuoli di Messer Gualtiere Ardinghelli,
cioè, di Rosselmino, e di Primerano, cominciarono a consultare il modo, che
dovevano tenere, per fargli privare di vita. Ed essendo una sera a cena,
finsero allo Strozzi, che questi due fratelli (sapendo che il medesimo era loro
poco Amico) avevano deliberato in San Miniato, coll'Altoviti, di
vendicarsi dell'ingiurie ricevute nel Sindacato, e di sottomettersi la Signoria
della Terra, con entrare di notte tempo nel palazzo del detto Capitano, e
ammazzare il medesimo, e ridurre a tiranno la Patria, riformando a modo loro lo
stato, ed il governo della medesima […].
G. V. Coppi, Annali, memorie ed Huomini illustri di Sangimignano. Ove si dimostrano le Leghe e Guerra delle Repubbliche Toscane, Firenze, 1695, frontespizio.
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