sabato 18 aprile 2015

G. LASTRAIOLI - LA POLEMICA SULLE LAPIDI DI SAN MINIATO STA PRECIPITANDO NEL RIDICOLO

Di seguito è proposta la nota inviata dall'Avv. Giuliano Lastraioli, autore di innumerevoli ricerche storiche, molte delle quali incentrate sul passaggio del fronte bellico dal Valdarno Inferiore nell'estate del 1944.

La polemica sulle lapidi di San Miniato sta precipitando nel ridicolo.

A sui tempo non mancai di rilevare quanto fosse falsa quella del professore Luigi Russo e quanto fosse moscia quella del presidente Scalfaro.

Mi onoro di avere servito più volte la messa al canonico Enrico Giannoni e di averne più volte ascoltato le sue puntuali filippiche in merito alle cause dell’eccidio del 22 luglio 1944.
Sono stato un pioniere della ricerca storica.
Monsignor Stacchini e don Luciano Marrucci mi hanno dato una mano e confortato nell’impresa.
Nel Luglio del 1988 scrissi il primo pezzo sull’argomento. Il lavoro fu sbriciolato in varie puntate e pubblicato di malavoglia da una redazione allora impaurita dalla verità. I tempi non erano ancora maturi per far digerire la storia a chi la negava per partito preso.

Nel luglio 1991 uscì “Arno-Stellung”, scritto in collaborazione con Claudio Biscarini. Fu quello un vero siluro contro la tesi del misfatto tedesco.
Ne fece tesoro anche il professor Paoletti nel suo successivo volume, supportato da varie perizie tecniche.

Si può affermare che, a quel punto, i fatti siano rimasti stabiliti.
Non basta, perchè nel 2001, sempre con Biscarini, pubblicai l’ammunition record della batteria americana che aveva sparato il colpo micidiale con l’ora e l’indicazione delle coordinate topografiche esatte. Si dava la prova “per tabulas” della responsabilità americana.
Da quel momento non c’è stata più requie.
Gli irriducibili sono insorti con le più bislacche teorie. Ne misi a posto uno stampando nel 2007 una brossura intitolata “De bilia”, che conteneva anche i vecchi interventi del canonico Giannoni e l’ordinanza di archiviazione del Tribunale Militare della Spezia.

Altri irriducibili continuano a negare l’evidenza (Bini e Cintelli), ma sono stati zittiti e confutati su ogni aspetto delle loro riserve da una chilometrica precisazione del colonnello Cionci, che fu tra i consulenti del professor Paoletti.
Ultimo ma non minimo è stato il professor Pezzino, autorevole ordinario dell’Università di Pisa, che però mette le mani avanti pur adombrando dubbi e incertezze tanto per tenere in vita la polemica.

Pezzino insiste sulla circostanza del concentramento di persone civili in duomo, ma dimentica che l’analoga operazione adottata in San Domenico non ebbe alcuna funesta conseguenza.
Non sussiste un diretto nesso causale fra tale iniziativa e l’esplosione omicida. Infine il cattedratico pisano dà credito allo scoppio di un ordigno tedesco presso il balaustro dell’altare maggiore, ma afferma di non esserne sicuro. E allora ?
Questi sterminazionisti farebbero meglio a farla finita.

Tempo addietro sfidai a contraddittorio, ma non hanno mai accettato un sereno confronto di vedute e di indagine.

Sono tuttora a disposizione.

16 Aprile 2015

GIULIANO LASTRAIOLI

La Cattedrale di San Miniato, dove avvenne la strage il 22 luglio 1944
Foto di Francesco Fiumalbi

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