martedì 8 dicembre 2015

S. MINIATO NELL'HISTORIA FIORENTINA DEL BUONINSEGNI 44/48


44 (1431) Niccolò Piccinino, al soldo del Duca di Milano, irrompe in Toscana. Presa di Montebicchieri, resa di Barbialla

«In questi dì havendo Niccolò Piccinino sopradetto con le sue genti tenuto per più mesi assediato il Castello di Potriemoli, del quale era Signore Giovan Luigi dal Fiesco, raccomandato del nostro Comune, e non potendo difendersi, e disperati di soccorso, s'arrenderono a detto Niccolò, salvo l'avere, e le persone, e prima si rendé la parte di sotto de' Ghibellini; di che per forza furono costretti a fare il simile la parte di sopra de' Guelfi, e subito poi ne venne Niccolo detto con le genti verso Pisa, & a dì 23 di Marzo prese il castello di Calci, e tutta la valle, per trattato de' terrieri; e due dì poi hebbe la fortezza della Verrucola, per mala guardia del Castellano. Dipoi passarono Arno con circa mille cavalli, & altri e tanti fanti, e presono l'Abbazia a San Sovino, e San Casciano; & alla fine del mese si rubellarono, e dieronsi loro il Castello di Marti, e quello di Santa Maria a Trebbio, e Ponte di Sacco, e Palaia, e Lari, & altre castelletta. Di poi all'entrata d'Aprile vennero verso San Miniato, e presono Montebicchieri, e certi luoghi circostanti, e nessuno rimedio pareva che vi si potesse porre, ò per difetti de' sudditi, ò de' nostri soldati; ò per haver noi a guardare troppi luoghi, ò per i nostri peccati, che pareva un giudizio, che venisse da Dio; & anche erano guardate le dette genti da cavallo da Niccolò Piccinino, e quelle da pié dal Conte Antonio dal Pontadera valentissimi guerrieri: i quali facevano la guerra non pure come saldati, ma come partigiani, perché poco tempo innanzi s'erano fuggiti dal soldo del nostro Comune, con inganno, & indebitamente; e però erano stati dipinti per traditori. Et in questi medesimi dì si ribellorono il castello di Barbialla, e Pecciole, e più altri luoghi, & il castello di Montignoso in quello di Volterra, con alcuni altri luoghi circostanti; & in quello di Pisa si dierono quelli di Rasigniano, e poi Vada, e più altri luoghi di Maremma..


Domenico di Lionardo Buoninsegni, Storie della città di Firenze dall'anno 1410 al 1460 scritte nelli stessi tempi che accadono, Stamperia Landini, Firenze, 1637, Libro Primo, pp. 36-37.


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