martedì 8 dicembre 2015

S. MINIATO NELL'HISTORIA FIORENTINA DEL BUONINSEGNI 34/48


34 (1369) Verso l’Assedio di San Miniato

«Di nuovo il Patriarca d'Aquileia che teneva San Miniato per lo Imperadore in vergogna di Santa Chiesa colla bandiera spiegata delle chiavi, colle sue genti cavalcò più volte in sul terreno de' Fiorentini, & assai chiaro dimostrò che ciò che lo Imperadore haveva fatto contro a' Fiorentini, tutto era suto à richiesta del Papa, nondimeno molte volte le genti de' Fiorentini gli assaltarono, & presonne alcuni, & insieme con messer Giovanni Mangiadori sbandito di San Miniato, che teneva Cigoli, & monte Bicchieri, & altre castella, gli stringevano si in S. Miniato che poco ne potevano uscire, & presono Monte Arso, che è presso S. Miniato uno miglio.
In questi tempi fu fatto noto al Papa, come lo Imperadore haveva quasi conchiuso accordo per danari con M. Bernabò di lasciarlo vicario di Pisa, & di Lucca, di che assai si turbò, & aoperò tanto con lettere, & con minacce che s'annullò, & non lo fece, anzi fece suo vicario di S. Miniato, & di Lucca, il cardinale di Bologna; […]. Nonostante tutte le sopradette cose lo Imperadore essendo à Lucca, & dubitando della sua persona si ridusse per sua sicurtà fuori in sul ceruglio, lasciato in Lucca per suo vicario il sopradetto Cardinale di Bologna, & volendosi ritornare à casa richiese i Fiorentini delle loro genti d'arme che l'accompagnassono allo andare per l'alpe di Modona insino à Bologna, & mandovvisi due cavalieri di Firenze colle nostre genti, che furono M. Iacopo degli Alberti, & M. Rosso de' Ricci, i quali fedelmente accompagnarono lui, & la Imperadrice sotto la insegna del comune di Firenze del mese di Luglio 1369 & tennesi bene servito dal nostro comune, & tornossi in suo paese ricco, ma con poco honore. Come appare le scritture passate i Fiorentini per sdegno conceputo co' Pisani, s'erano levati dal trafficare in porto Pisano, & per convegna fatta co' Sanesi trafficavano à Talamone, la qual cosa citava à Pisani gran danno, & insalvatichiuane la città, per la qual cosa i Pisani havevano tentato per molti modi, che i Fiorentini vi ritornossono à trafficare, seguì che incorsono nella tirannia di Giovanni dell'Agnello, & funne cacciato fuori M. Piero [Domenico] Gambacorti, & suoi seguaci per essere riputati amici de' Fiorentini, disfatta che fu la tirannia di M. Giovanni detto, & ritornato M. Piero [Domenico], & i suoi amici, consentirono i Fiorentini di ritrarsi da Talamone, & tornare à fare porto a Pisa, & questo fu à primo di Luglio 1369, perché era loro più commodo, & i Sanesi anche in verità non tenevano molto sicura la strada da Talamone, & Siena, & spesso accadeva che chi usa detta strada gliera fatto villania, & ancora tutto di da' Sanesi si riceveva delle ingiurie.»


Piero [Domenico] Buoninsegni, Historia Fiorentina, appresso Giorgio Marescotti, Firenze, 1581, Libro Quarto, pp. 537-539.


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