mercoledì 24 febbraio 2016

LA CASERMA MILITARE DI SAN MINIATO 1850-1852

a cura di Francesco Fiumalbi

INDICE DEL POST
INTRODUZIONE
IL CONTESTO: L'OCCUPAZIONE AUSTRIACA DELLA TOSCANA
IL GENERALE DE LAUGIER DE BELLACOUR
LA RIORGANIZZAZIONE DELL'ESERCITO TOSCANO
LA CASERMA E LE SCUOLE REGGIMENTARIE DI SAN MINIATO
IL BATTAGLIONE DELLE GIOVANI RECLUTE DI SAN MINIATO
LA FORMAZIONE DELLE RECLUTE A SAN MINIATO
I VANTAGGI PER LA CITTA' SAN MINIATO
UN GRANDE DISPENDIO PER SOLI DUE ANNI
LA CASERMA DI SAN MINIATO: UNA SCELTA DISCUSSA

INTRODUZIONE
In questo post sono proposte alcune interessanti notizie circa la riduzione a “caserma” dell'ex-monastero domenicano della SS. Annunziata di San Miniato – soppresso nel 1810 – comunemente ed erroneamente detto di “San Martino”, che oggi ospita l'Hotel San Miniato.
La caserma militare rimase in funzione solamente due anni, dal 1850 al 1852, prima che i locali dell'ex-convento venissero dati in affitto a privati, salvo poi essere trasformati in carcere mandamentale dal Comune di San Miniato nel 1856. Era una caserma un po' particolare, infatti ospitava le giovani reclute che frequentavano le Scuole Reggimentarie, e che necessitavano di una adeguata formazione prima di proseguire gli studi nelle Scuole di Plotone o di essere inviate nei campi di battaglia. Per la Toscana di quei tempi si trattava quasi di una novità assoluta. Cercheremo di ripercorrere le vicende che portarono all'istituzione della caserma e di osservare il contesto storico del tempo.

L'ex-Monastero della SS. Annunziata
(detto erroneamente San Martino)
Foto di Francesco Fiumalbi

IL CONTESTO: L'OCCUPAZIONE AUSTRIACA DELLA TOSCANA
La caserma militare di San Miniato fu istituita in un clima di grandi tensioni ed incertezze. Il 23 marzo 1848 era iniziata la Prima Guerra d'Indipendenza e anche Leopoldo II, cercando di dare sfogo alle tensioni interne, dichiarò guerra all'Austria, affiancando l'esercito toscano (costituito per buona parte da volontari, ovvero studenti, artisti e intellettuali fra cui i sanminiatesi Augusto Conti e Gaetano Pini) a quello piemontese e a quello pontificio. Nel frattempo, la difficile situazione interna sul finire del 1848, portò il Granduca ad affidare il governo ai democratici e ben presto fu costretto ad abbandonare Firenze nel gennaio successivo. Di lì a poco fu proclamata la Repubblica Toscana (febbraio 1849), ma Leopoldo II chiese ed ottenne aiuto agli austriaci dell'Imperatore Francesco Giuseppe I, suo parente. Questi, forti di un contingente di 18000 uomini, penetrarono in Toscana nel maggio di quell'anno e restaurarono il governo granducale. Leopoldo II rientrò a Firenze nel luglio 1849, anche se le truppe austriache si ritirarono definitivamente dalla regione solamente nel 1855. E' quindi nei primi due anni dell'occupazione austriaca della Toscana che venne costituita la caserma sanminiatese.

IL GENERALE DE LAUGIER DE BELLACOUR
Durante la Prima Guerra d'Indipendenza, a seguito di alterne vicende, il comando del contingente toscano venne affidato al Generale Cesare de Laugier de Bellacour [Porto Ferraio, 15 ottobre 1789 – Fiesole, 25 maggio 1871]. Questi, impossibilitato a riorganizzare le sue truppe, si trovò nella difficile situazione di dover fronteggiare un esercito molto più numeroso e meglio organizzato come era quello austriaco. Nonostante queste difficoltà, il Generale De Laugier riuscì comunque a far fallire la manovra austriaca volta ad aggirare le truppe piemontesi, nella cosiddetta Battaglia di Curtatone e Montanara. Rimasto fedele a Leopoldo II durante le vicende della prima metà del 1849, una volta restaurata l'autorità granducale fu nominato Ministro della Guerra nel nuovo Governo Baldasserori. In questa veste ebbe un duplice incarico: tenere i rapporti con il Maresciallo Kostantit D'Aspre, comandante delle forze di occupazione austriache, e riorganizzare l'esercito toscano. Rimase in carica fino all'ottobre del 1851 e fu lui ad istituire la caserma militare di San Miniato.

Luigi Pampaloni, Simulacro di Leopoldo II Granduca di Toscana,
detto “Il Canapone”, San Miniato, Piazza Buonaparte, 1843
Foto di Francesco Fiumabo

LA RIORGANIZZAZIONE DELL'ESERCITO TOSCANO
Fin dai primi momenti dell'occupazione austriaca, Leopoldo II – probabilmente spinto dall'Imperatore Francesco Giuseppe – si preoccupò di organizzare un valido esercito che potesse difendere i confini, ma anche e soprattutto mantenere l'ordine interno alla luce dei rivolgimenti del 1848-49. La riorganizzazione, pianificata attraverso il Decreto granducale del 19 settembre 1849, venne affidata al Ministero della Guerra, presieduto dal Generale Cesare de Laugier de Bellacour. La prima operazione programmatica del Ministero fu quella di istituire delle vere e proprie scuole militari, in modo da poter formare un corpo d'armata adeguato per le esigenze belliche dell'epoca.
Vennero istituiti il Liceo Militare Arciduca Ferdinando (della durata di 5 anni), il Collegio per i figli dei militari (6 anni), la Scuola d'Artiglieria (4 anni), le Conferenze Istruttive per gli Uffiziali, le Scuole Reggimentarie, la Scuola del Soldato e del Plotone (5 anni) detta anche Plotone di Scuola.

LA CASERMA E LE SCUOLE REGGIMENTARIE DI SAN MINIATO
A San Miniato, almeno formalmente venne istituita una sede delle Scuole Reggimentarie, così descritte da Attilio Zuccagni-Orlandini nel Tomo Secondo delle Ricerche Statistiche del Granducato di Toscana, stampato presso la Tipografia Tofani a Firenze nel 1850 alla p. 477:
« […] nel riordinare i regolamenti della milizia si diè facoltà ai Comandanti dei diversi corpi di aprire scuola in tutte le guarnigioni, per iniziarvi il soldato nella lettura, nella calligrafìa, nell'aritmetica e nella ginnastica. La suprema vigilanza e la direzione di tali Scuole, che si vollero distinguere col vocabolo di Reggimentarie, è affidata agli Uffizia li superiori, i quali scelgono i Maestri tra i Sottouffiziali del loro Corpo. Conseguentemente il Battaglione dei Veliti in Firenze; il Primo Reggimento di Linea in Pisa, Lucca, Arezzo, Volterra, S. Miniato, Orbetello, Piombino e Portoferraio; i Cacciatori a Cavallo in Firenze, Siena, Pisa e Lucca; il Reggimento di Artiglieria in Firenze, Livorno, Viareggio, Rosignano, Piombino, Grosseto, Orbetello, Portercole e Portoferraio; il Battaglione dei Cannonieri insulari, e le Compagnie di Correzione e di Disciplina in Lungone, hanno ora il vantaggio di poter frequentare Scuole di Reggimento.»

L'ex-chiesa conventuale della SS. Annunziata
(detta erroneamente San Martino)
Foto di Francesco Fiumalbi

IL BATTAGLIONE DELLE GIOVANI RECLUTE DI SAN MINIATO
Rispetto alle altre Scuole Reggimentarie, a partire dal marzo 1851, quella sanminiatese ebbe una prerogativa “speciale”: quella di formare le reclute fra le quali sarebbero stati scelti i 70 soldati da inviare alla nuova Scuola di Plotone. Ancora Attilio Zuccagni-Orlandini, alla medesima p. 477:
«Lo zelo di chi dilesse nei suoi primordii quella militare istituzione, rese sollecito il Ministro promotore della medesima a determinarne meglio i Regolamenti nel Marzo del 1851. Fu confermato il titolo di Plotone di Scuola o Scuola di Plotone; si decretò che fosse formata quella nuova famiglia degli Uffiziali che allora vi si trovavano, di un Sergente maggiore, di un Foriere e di 70 soldati: questi poi dovevano essere scelti nel Battaglione delle giovani reclute, alle quali fu modernamente assegnato quartiere nella città di S. Miniato.»

LA FORMAZIONE DELLE RECLUTE A SAN MINIATO
Le giovani reclute delle Scuole Reggimentarie di San Miniato dovevano sottostare ad un rigido e intenso programma di formazione, stabilito da appositi regolamenti. I ragazzi imparavano a leggere e a scrivere, erano impegnati in aritmetica elementare, oltre a cimentarsi in attività motorie come la scherma e il ballo [Attilio Zuccagni-Orlandini, Ricerche Statistiche del Granducato di Toscana, Tipografia Tofani, Firenze, 1850, p. 392]. Certamente curiosa l'educazione alla danza, che richiama ritualità e cerimonie fortemente radicate nell'immaginario collettivo. Pensiamo, ad esempio, al cosiddetto “ballo delle debuttanti”, in cui ragazze e giovani militari trascorrono una serata a ritmo di valzer.
San Miniato, a detta dello stesso Zuccagni-Orlandini, si prestava felicemente per la formazione delle reclute in quanto era una località centrale, equidistante da tutte le città più popolose, che potevano comunque essere facilmente raggiunte grazie alla ferrovia (realizzata fra il 1844 e il 1848). Inoltre era lontana da quei vecchi soldati e in luogo appartato, tale da non offrire distrazioni in divertimenti cittadineschi. San Miniato era piccola, ma aveva il necessario: un ospedale pubblico (attivo dalla fine del '700), un ampio piazzale per le esercitazioni (l'attuale Piazza Dante Alighieri, realizzata fra il 1844 e il 1846) e prezzi a buon mercato.

A. Zuccagni-Orlandini, Ricerche Statistiche del Granducato di Toscana,
Tomo Secondo, Tipografia Tofani, Firenze, 1850, frontespizio.

I VANTAGGI PER LA CITTA' DI SAN MINIATO
Un così nutrito apporto di giovani reclute, nonché di personale utile a garantire il funzionamento della caserma, dovette generare benefici economici a tutta la comunità sanminiatese. Ne trassero certamente giovamento le attività commerciali al dettaglio, ma anche il mercato immobiliare ed in particolare il mercato degli affitti. Gli ufficiali-docenti, infatti, non risiedevano assieme alle reclute, bensì dovevano trovare abitazioni in città, in cui poter ospitare anche le rispettive famiglie.
Inoltre si può immaginare anche la formazione di un piccolo “indotto” attorno alla caserma, legato agli approvvigionamenti di generi alimentari.

UN GRANDE DISPENDIO PER SOLI DUE ANNI
Giuseppe Piombanti, nella sua Guida della Città di San Miniato al Tedesco (S. Miniato, 1894) lamentò che per procedere all'operazione di costituire la nuova caserma, adeguata e ristrutturata per ospitare la scuola militare sanminiatese, era occorso un grande dispendio per soli due anni. Queste le sue parole:
«Nel 1850 il generale De Lauger (sic!) avendo scelto S. Miniato come luogo atto alle esercitazioni militari, vi mandò il battaglione dei soldati novelli, che giornalmente ricevevano l'istruzione sul piazzale da poco finito. Essi dimoravano nel soppresso monastero della SS. Annunziata, con grande dispendio ridotto a caserma, e soli due anni vi stettero. […] Questo grande monastero domenicano, che godeva bella fama in Toscana, fu soppresso nel 1810. Ripristinati i domenicani a S. Miniato, ebbero anche il possesso di questo monastero, a condizione di lasciarci tornare le religiose, che ancor vivessero, le quali avevano ottenuto di poterci finire la vita (1818). Nel 1850 lo prese in affitto il governo per ridurlo a caserma, come è stato già detto, facendone uscire, con dispiacere di tutti, le ultime due domenicane, che allora vi erano. Poi l'ebbero in affitto i fratelli Federigo e Giorgio Salvatori; ma tutta quella parte che è accanto alla chiesa, nel 1856, la prendeva il comune e a carceri la riduceva, togliendole dal palazzo della Sotto-Prefettura» Estratto da G. Piombanti, Guida della Città di San Miniato al Tedesco. Con notizie storiche antiche e moderne, Tipografia M. Ristori, San Miniato, 1894, pp. 46, 60-61.

LA CASERMA DI SAN MINIATO: UNA SCELTA DISCUSSA
La lontananza dai grandi centri della regione e l'essere un luogo “appartato”, che per Attilio Zuccagni-Orlandini costituivano un vantaggio utile alla formazione delle reclute, erano probabilmente anche i maggiori difetti attribuiti alla scuola militare sanminiatese. Si può immaginare una certa ritrosia da parte degli ufficiali a venir destinati a San Miniato, luogo tanto ameno quanto di scarsa attrattiva sociale. Che la decisione di costituire una caserma a San Miniato non avesse trovato unanime entusiasmo è lo stesso Zuccagni-Orlandini ad ammetterlo. Addirittura, essendo egli il Segretario-Capo della Sezione Statistica del Ministero delle Finanze, si trovò nella posizione di dover giustificare l'operazione. Tuttavia il malcontento dello Stato Maggiore, unitamente al ritiro dal Ministero e dall'Esercito del Generale Cesare de Laugier de Bellacour nel febbraio 1851 – il quale aveva condotto la riorganizzazione dell'esercito e aveva costituito la scuola a San Miniato – rese insostenibile il mantenimento della caserma sanminiatese. Nel 1852 la struttura venne dismessa e affittata ai privati, prima che subentrasse il Comune di San Miniato per insediare in quel luogo il nuovo carcere mandamentale.

Molte delle informazioni contenute in questo post sono tratte dal testo redatto da Attilio Zeccagni-Orlandini nel volume Ricerche Statistiche del Granducato di Toscana, Tomo Secondo, pubblicato a Firenze nel 1850:

«[491] III. Quartiere per le Reclute in S. Miniato. — L' articolo precedente collegasi con questo, destinato a dare un cenno della moderna apertura di un Quartiere per le giovani reclute nella città di S. Miniato. Giovi qui il ricordare che nei primi anni del corrente secolo, prima della invasione e dominazione dei francesi dai quali fu introdotto in Toscana l'ordinamento della Coscrizione, praticavasi infelicemente di provvedere al personale delle truppe con Leve forzate di scostumati giovani, ossia collo spurgo della popolazione; quindi in Firenze erasi introdotta la voce discolame, come sinonimo di leva di soldati! Ed infatti, in buona lingua chiamasi discolo il riottoso e il malvivente, e talvolta l'idiota. Se nonché i moderni regolamenti per raccogliere reclute sarebbero poco dissimili da quelli della Coscrizione, se, come di sopra fu avvertito, l'insaziabile voracità dei monopolisti non avesse trovato il modo di intrudersi anco nelle scelte dei soldati, facendo mercato dei peggiori soggetti per cambio dei migliori. E convien dire che un tal monopolio produca conseguenze funeste, poiché il Ministero trovò nel 1850 necessaria la misura, di formare un deposito delle giovani reclute in un luogo appartato, perché il contatto coi vecchi soldati più non le guastasse.
Ma la soverchia moderna smania di propor sempre cose nuove, potrebbe far nascere il dubbio, se la scelta di un Locale in S. Miniato debbasi riguardare come conveniente e opportuna: la risposta é semplicissima. Siede S. Miniato in sito discretamente elevato, ridentissimo e di aria eccellente: oltre di ciò quella posizione può considerarsi come centrale, perché posta
[492] quasi in mezzo tra Firenze, Pisa, Livorno, Lucca, Siena, e con Via Ferrata in vicinanza, che molto facilita quei differenti accessi.
L'edifizio destinato all'uso predetto è di una vastità sufficiente, e sebbene alquanto vetusto fu migliorato con opportuni restauri, e non può ora abbisognare che di vigilante conservazione; per cui resta solamente a desiderarsi la formazione entro il medesimo di un quartiere per Uffiziali, per rendere più diretta la sorveglianza. Che se nel caso di siccità straordinaria la truppa dové talvolta provvedersi d'acqua in qualche distanza, tal contrarietà non fu che accidentale e sembra che vi sarà in breve provveduto dal Municipio.
Risentì frattanto quella piccola città vantaggi moltiplici e notabilissimi; primario dei quali l'aumento di popolazione proveniente da classe di soggetti mantenuti a pubbliche spese, e che posero per conseguenza in circolo non tenue somma di denaro: nel tempo stesso si aumentarono i mezzi di industria ai manifattori e ai trafficanti, e ne trassero profitto anco i possidenti, affittando quartieri agli Uffiziali, senza aumento di pigione per le casette della classe indigente. Certo è insomma che la istituzione di un Tribunale di prima Istanza e di un Quartiere militare, fecero cambiar d'aspetto a quella città, che in passato contar non poteva se non che sopra i soli prodotti del suolo. E non potrebbesi ragionevolmente muover lagnanza, se alcun poco aumentarono di prezzo i generi di prima necessità, senza cadere in un grave errore di pubblica economia. Al ché si aggiunga, che la popolazione indigena non ebbe da risentirne il minimo danno nemmeno per la parte della costumatezza, poiché la condotta dei giovani soldati si mantenne irreprensibile, grazie alla rigorosa disciplina tenuta in vigore da chi ne ha il comando. Ne resta finalmente da notare che in S. Miniato trovano i soldati il necessario a buon mercato : in caso di malattie evvi la comodità di uno spedale; né manca una vasta Piazza per gli esercizii militari. Certo è frattanto che il Ministero della Guerra non molti mesi dopo l'apertura del predetto Quartiere, poté ottenere da quel Battaglione di reclute un'ottima compagnia di guarnigione per Volterra, estrarne 200 soldati che furono incorporati ne' Veliti, ed altri aggregarne al Plotone di Scuola, esistente allora in S. Iacopo della capitale. Concludesi che chi facesse voti per veder soppresso il Quartiere di S. Miniato, manifesterebbe oblique mire contro le utili istituzioni, o come parte interessata farebbe supporre negli Uffiziali destinati al comando e all'istruzione, il desiderio, ben poco lodevole in prodi soldati, di maggiori agiatezze e di distrazioni in divertimenti cittadineschi.»

Estratto da A. Zuccagni-Orlandini, Ricerche Statistiche del Granducato di Toscana, Tomo Secondo, Tipografia Tofani, Firenze, 1850, pp. 491-492.

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