domenica 13 marzo 2016

BREVE STORIA SUI PRIMI DUE SECOLI DELLA MISERICORDIA DI SAN MINIATO

a cura di Francesco Fiumalbi

Il 14 marzo 1716 veniva fondata la Compagnia della Misericordia, sotto il titolo di San Filippo Benizi, nella Cattedrale di San Miniato. In questo post proponiamo una breve storia dell'istituzione sanminiatese, oggi raccolta anche nell'ampio volume celebrativo Società di Misericordia di San Miniato [clicca qui per il video della presentazione]. Il testo proposto in questa pagina fu redatto da Umberto Patella ed è contenuto nel volume dal titolo Le Confraternite di Misericordia in Toscana. Cenni storici circa la loro origine ed il loro sviluppo, pubblicato a Siena nel 1926. Alcune pagine che, più o meno, ripercorrono i primi due secoli dell'Arciconfraternita.

Un'altra raccolta sintetica di informazioni a proposito della Misericordia sanminiatese è contenuta in G. Piombanti, Guida della Città di San Miniato al Tedesco. Con notizie storiche antiche e moderne, Tipografia M. Ristori, San Miniato, 1894, pp. 101-103. VAI AL TESTO
Alcune notizie riguardanti episodi e curiosità dell'Arciconfraternita, nel periodo a cavallo fra gli anni '20 e gli anni '30 del '900, si trovano anche qui su Smartarc: GALANTUOMINI – PALAZZO ROFFIA SEDE DELLA MISERICORDIA DI SAN MINIATO e LA VERGINE RAPITA di Giuseppe Chelli, oltre a IL RE A SAN MINIATO di Francesco Fiumalbi.

Lo stemma dell'Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato
collocato sopra la porta di accesso in via Augusto Conti
Foto di Francesco Fiumalbi

Estratto da U. Patella, Le Confraternite di Misericordia in Toscana. Cenni storici circa la loro origine ed il loro sviluppo, Società Anonima Arti Grafiche S. Bernardino, Siena, 1926, pp. 257-261:

[257] R. Venerabile Arciconfraternita di Misericordia
di S. MINIATO

Il Pio Sodalizio è sorto dalla fusione della «Compagnia dei Sette Dolori» con quella di «S. Filippo Benizi» detta della Misericordia. Già in S. Miniato erano esercitate le opere di carità dall'antichissima Compagnia di S. Pier Martire – fondata nella prima metà del 1300 – da Messer Riccio Roffia, per l'assistenza dei condannati a morte e dei signori poveri.
La «Compagnia dei Sette Dolori» era stata istituita per lo zelo del Sacerdote Paolo di Francesco Matteucci nel 1683 nella Cattedrale, all'altare della Cappella dell'Addolorata, ove esiste [258] tuttora una pregevolissima tavola, raffigurante Gesù deposto dalla Croce sulle ginocchia dell'Addolorata Madre, pittura attribuita a Francesco di Agnolo Lanfranchi detto Spillo. Monsignor Michele Carlo Visdomini-Cortigiani – Vescovo di S. Miniato – approvava l'anno successivo i Capitoli o Costituzioni di detta Compagnia, composta tanto di uomini che di donne, con un Priore per i primi ed un Priora per le seconde, curando in più l'aggregazione della medesima all'Ordine dei Servi di Maria il che avvenne con Breve del Generale di quell'Ordine, P. Giulio Arrighetti, datato dal Convento della SS. Annunziata in Firenze il 24 Luglio 1688. La N. D. Ortensia di Gio. Batta. Goti, madre del Vescovo Cortigiani, donava alla Compagnia una bellissima statua dell'Addolorata da portarsi in Processione nella 3a Domenica di Settembre, la quale il 15 Settembre 1714 fu solennemente incoronata da Monsignor Poggi e tuttora viene festeggiata.
L'altra «Compagnia di S. Filippo Benizi», il Santo fiorentino, propagatore dell'Ordine dei Serviti, fu fondata nella Cattedrale, con Decreto del Vescovo Poggi, ex generale dei Servi di Maria, il 14 Marzo 1716. L'erezione avvenne nella Cappella, dedicata al Santo, la quale insieme alle sacre reliquie, ai ricchi paramenti e ad una dotazione di 200 scudi toscani, la donò alla detta Compagnia facendole obbligo, a norma di Statuto, di trasportare gli infermi all'Ospedale ed i defunti alla sepoltura assegnandole il nome di «Compagnia della Misericordia».
L'opera del Vescovo Poggi, andò più oltre; animato da spirito evangelica carità verso i poveri infermi, si adoperò, con instancabile premura, affinché si costituisse in S. Miniato una vera e propria Venerabile Arciconfraternita di Misericordia la quale «l'opera sua potesse prestare, con trasferire i poveri infermi dalle loro dimore al pio stabilimento, affinché potessero ritrovarvi la salute del corpo e conforto dei sollievi che la religiorne di Cristo offre nelle calamità». Volle altresì che l'attività del Sodalizio non si limitasse soltanto alla pietosa assistenza per gli infermi, ma a tutte le opere di carità che quei fratelli «stabilirono di osservare inviolabilmente per loro ed in nome dei successori».
Costituitasi così la nuova Confraternita, venne aggregata nella Chiesa Cattedrale prendendo a Patrono S. Filippo Benizi; ne furono approvati i capitoli che la dovevano disciplinare: e dallo stesso Vescovo fu aggregata alla Venerabile Arciconfraternita di [259] S. Giovanni Decollato in Roma affinché gli ascritti potessero godere delle tante indulgenze concesse dai Sommi Pontefici; nell'Archivio è conservato il diploma di tale aggregazione. Negli anni 1750 e 1774 furono di nuovo ampliati e riformati i Capitoli per cura di Monsignor Domenico Poltri, confermati poi nel 1781 da Monsignor Brunone Fazzi Vescovo di S. Miniato.
In forza del mot-proprio leopoldino del 21 Marzo 1785, venne soppressa, ma, può dirsi, ai soli effetti civili, perché, sebbene trasformatasi in Compagnia di Carità, seguitò a mantenere quasi la stessa vita, benché privata di tutti i suoi vistosi beni immobili.
Da Ferdinando III, con Rescritto della Segreteria del R. Diritto del 18 settembre 1791, venne ripristinata ed in parte reintegrata nei suoi averi assumendo la denominazione di «Compagnia della Misericordia», sotto il titolo di S. Filippo Benizi e Maria Vergine dei Sette Dolori.
Nell'anno 1833 il Vicario Capitolare della Diocesi di S. Miniato – Monsignor Torello Pierazzi, postosi a capo di una Deputazione, composta dei Signori Can. Giuseppe Piccardi, nob. Baldassare Ansaldi – in quel tempo Gonfaloniere – Damiano Morali, Vincenzo Migliorati e Nicola Vensi, la rinnovò quasi completamente, - mantenendole la protezione di S. Filippo Benizi – e con Decreto del 20 Dicembre 1833, da lui stesso emantao, ne furono approvati i nuovi Capitoli elevandola al titolo di Arciconfraternita.
Il Sodalizio dalla Cattedrale, alla quale era stato in sul primo aggregato, si era trasferito, fino dal 23 maggio 1818, nella Chiesa di S. Trinità, annessa al soppresso Convento delle Monache Agostiniane, e che ebbe in donazione da Monsignor Pietro Fazzi il quale, a sua volta, ne era venuto in possesso per concessione avuta dalla Commissione – Causa Pia Regolare – per la ripristinazione degli ordini monastici.
Tale la storia di questa Istituzione nella sua origine e trasformazione [Nota 1: Veggasi monografia stampata in Firenze a forma di tavola sinottica nel 1858 a cura di Rutilio Righi editore].
Mirabile fu l'opera compiuta dai fratelli della Misericordia durante l'epidemia colerica che funestò anche S. Miniato nel 1855 [260] giungendo al punto di istituire in uno dei chiostri del Convento di S. Francesco, un lazzaretto spendendovi tutto il proprio patrimonio ed incontrando anche dei debiti. In riconoscenza di un'opera così valida ed altamente meritoria e dei tanti servizi prestati, il Comune le donò una grande medaglia d'argento per pubblica benemerenza.
Lo Statuto attuale ha ottenuta l'ultima approvazione con R. Decreto del 7 Novembre 1912.
Ha la propria sede nell'antico e storico palazzo Roffia acquistato per L. 79 mila, ove sono magnifiche sale affrescate, una bellissima sala di medicazione, un apposito locale per ritrovo dei fratelli con buffet, sala di lettura ed un teatro in muratura.
Officia nella Chiesa della SS. Trinità, ora di sua proprietà; ga l'jus patronati sulle Cappelle di S. Filippo Benizi e dell'Addolorata nella Cattedrale e sull'Oratorio romanico – ogivale di S. Martino [sic! Santa Maria, n.d.r.] a Fortino.
Il numero attuale dei fratelli è di 488, delle sorelle 252: non deve destare sfavorevole impressione il numero esiguo degli ascritti, giacché nel Comune stesso esistono ben sei Confraternite e cioè S. Miniato Basso – Ponte a Egola – Scala – Montebicchieri – Isola e Balconevisi le quali, ad eccezione di una, furono tutte istituite da questo Sodalizio – come squadre succursali di pronto soccorso – che poi si sono rese autonome.
Il patrimonio consistente in titoli di rendita, censi e livelli risulta dall'ultimo consuntivo del 1923 in L. 27,426.40: tale cifra p a seconda della valutazione data ai vari cespiti ante bellum ed in essa non è compreso il valore della Chiesa, Coro e Sagrestia della SS. Trinità con le stanze annesse, il nuovo palazzo già Roffia – L. 79,000 – ed un pregevolissimo quadro del Ghirlandaio periziato oltre 90/mila lire.
Le sue opere di carità, alle quali provvede colla rendita del patrimonio e colle quote sociali, consistono, nel trasporto gratuito dei fratelli defunti al Cimitero e dei poveri delle Parrocchie di Città e dell'Ospedale e a quelle degli estranei improntando servizi a pagamento di 1a, 2a e 3a classe; provvede all'assistenza, facendo nottate ai fratelli ed agli infermi poveri, servizio di malati e di feriti per l'Ospedale, concedendo mute di letto, sussidi ai bisognosi e cartelle dotali. – Legato Piccardi – ; attende infine il servizio di pronto soccorso e di medicazione nell'ambulatorio, [261] gratuitamente per i poveri muniti di tessera del Comune, per gli altri dietro tariffa a seconda dell'entità della medicatura.
Questa Arciconfraternita, posta sotto l'Alto Patronato delle LL. Maestà il Re e la Regina d'Italia, sorretta dalla munificenza del Comune, costituita ed arricchita fin dal suo inizio dall'Autorità Ecclesiastica ed oggi accolta con benevolenza dalla cittadinanza, si presenta come la prima istituzione di beneficenza cittadina, il cui avvenire sempre migliore è affidato all'attività del suo Presidente Conte F. Ubaldini e del solerte e dotto Can. Cav. Don Francesco Galli.

Il Palazzo Roffia, sede dell'Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi

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