sabato 16 luglio 2016

L'EPIGRAFE DEI CADUTI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE SULLA CHIESA DELLA SS. TRINITA' A SAN MINIATO

a cura di Francesco Fiumalbi

Indice del post:
INTRODUZIONE
L'ISCRIZIONE SULLA CHIESA DELLA SS. TRINITA'
I NOMI DEI CONFRATELLI CADUTI
LE DELIBERAZIONI DEL MAGISTRATO DELLA MISERICORDIA
L'INAUGURAZIONE E IL DISCORSO DI EGISTO ELMI

INTRODUZIONE
In questo post sono proposte le informazioni relative all'epigrafe commemorativa collocata nel 1920 sulla chiesa della SS. Trinità in via Pietro Rondoni (proprio accanto alle scuole) e in cui sono scolpiti i nomi dei confratelli della Misericordia di San Miniato che persero la vita durante la Prima Guerra Mondiale.
In tutto il territorio sanminiatese, a partire dal 1919, furono eretti monumenti, creati parchi e viali della Rimembranza e installate numerose epigrafi commemorative dedicate alla memoria di quei soldati che morirono durante la “Grande Guerra” e che nell'intero Comune di San Miniato furono quasi 500. [VAI AL POST: I CADUTI SANMINIATESI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE ]
In particolare, le epigrafi commemorative ebbero una maggiore diffusione in quanto elementi di più rapida ed economica realizzazione. D'altra parte la costituzione di un parco o di un viale della Rimembranza o l'erezione di un vero e proprio monumento richiedevano risorse e impegno che non tutte le comunità erano in grado sostenere. Quasi tutti i “popoli”, idealmente coincidenti con le singole unità parrocchiali, si adoperarono per fissare sul marmo la memoria dei propri congiunti che non fecero ritorno a casa. Inoltre, specialmente nelle borgate più piccole non vi erano luoghi o edifici pubblici. Quindi la “memoria” venne affidata alle pareti delle chiese che al tempo erano senz'altro gli unici luoghi, presenti in tutto il territorio, in cui le comunità si raccoglievano e in cui si sentivano rappresentate.

L'epigrafe commemorativa
San Miniato, via Pietro Rondoni
facciata della Chiesa della SS. Trinità
Foto di Francesco Fiumalbi

L'ISCRIZIONE SULLA CHIESA DELLA SS. TRINITA'
Un caso del tutto particolare è costituito dall'epigrafe inaugurata il 13 settembre 1920 sulla parete esterna della chiesa della SS. Trinità a San Miniato: tale edificio religioso non è a servizio di un'unità parrocchiale, bensì della Venerabile Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato che in quegli anni aveva sede proprio nei locali adiacenti alla chiesa. Fu solamente a partire dal 1923, infatti, che la sede della Misericordia fu spostata presso Palazzo Roffia, pur mantenendo l'officiatura della chiesa [VEDI IL POST: GENTILUOMINI – PALAZZO ROFFIA SEDE DELLA MISERICORDIA DI SAN MINIATO ].

Questo il testo dell'epigrafe:
A Ω
I NOMI DEI VALOROSI CONFRATELLI
CHE PER LA LIBERTA' E LA GIUSTIZIA
NEL SACRO NOME D'ITALIA
IMMOLARONO LA GIOVENTU' LA VITA
NELLA GUERRA MONDIALE
L'ARCICONFRATERNITA DI MISERICORDIA
VOLLE QUI ETERNATI

GENERALE PAOLO MAIOLI
CAPORALE GIUSEPPE BAGLIONI
SOLDATO UGO BRUCCI
CAPORALE FRANCESCO BENVENUTI
SOLDATO RAINALDO GAZZARRINI

I NOMI DEI CONFRATELLI CADUTI
Sull'epigrafe troviamo cinque nomi di “confratelli”, cioè iscritti e aderenti all'Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato.
Per primo è collocato il Generale Paolo Maioli, dal 1917 Presidente Onorario della Misericordia, la cui figura è stata già trattata nei post IL GENERALE PAOLO MAIOLI e PAOLO MAIOLI – DOCUMENTI E TESTIMONIANZE↗. Gli altri sono elencati in ordine alfabetico.
Il secondo nome è quello del Caporale Giuseppe Baglioni [vedi voce del DBDSM – BAGLIONI GIUSEPPE ↗], certamente originario di San Miniato, ma forse trasferito altrove. Troviamo poi il Soldato Ugo Brucci, morto ventiquattrenne per malattia presso un ospedale militare e la cui salma fece rientro a San Miniato solamente nel 1924 [vedi voce del DBDSM – BRUCCI UGO ↗].
Il quarto nome è quello di Francesco Benvenuti, che abbiamo già incontrato nel post UMBERTO BONGI E FRANCESCO BENVENUTI - DUE CADUTI SANMINIATESI DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE ↗. Infine il nome di Rainaldo Gazzarrini [vedi voce del DBDSM – GAZZARRINI RAINALDO ↗].

Facciata della Chiesa della SS. Trinità
San Miniato, via Pietro Rondoni
Foto di Francesco Fiumalbi

LE DELIBERAZIONI DEL MAGISTRATO DELLA MISERICORDIA
Presso l'Archivio della Venerabile Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato, sono state individuate alcune deliberazioni del Magistrato relative proprio alla realizzazione e all'inaugurazione dell'epigrafe. A presiedere la Misericordia c'era il Conte Federigo Ubaldini della Carda e la proposta venne avanzata dal Consigliere Corrado Casalini che ricopriva anche il ruolo di Residente, cioè il membro “anziano” del Consiglio. [Archivio della Venerabile Arciconfraternita di Misericordia di San Miniato, Protocolli delle deliberazioni del Consiglio e del Magistrato, 1914-1925].

Adunanza del 30 luglio 1920
XII. Proposta per una lapide commemorativa dei Fratelli caduti in guerra
Il Residente Casalini propone che nella facciata della Chiesa della nostra Arciconfraternita sia apposta una lapide commemorativa dei nostri Fratelli caduti in guerra, come già fu posta altra lapide in ricordo dei benemeriti che si distinsero nell'Epidemia colerica del 1855. Il Magistrato facendo plauso alla proposta del Residente Sign. Casalini, delibera che tale proposta sia inserita nell'Ordine del Giorno della futura Adunanza del Consiglio già stabilita, come sopra al n. VII, per il 5 Agosto p.v., e di appoggiarla moralmente per l'attuazione, essendo essa un tributo di affetto e di riconoscenza a coloro che pugnando fecero olocausto della loro vista per la Patria.

Adunanza del 5 agosto 1920
II. Lapide commemorativa dei Fratelli caduti in guerra
Il Presidente riferisce la nobile proposta del Consigliere Casalini di apporre una lapide sulla Facciata della Chiesa della nostra Arciconfraternita in ricordo dei prodi confratelli caduti in guerra e
IL CONSIGLIO
facendo plauso alla proposta stessa, ad unanimità di voti approva l'apposizione della lapide stessa da effettuarsi in uno dei tre giorni delle feste solennissime che avranno luogo nel prossimo Settembre in onore del SS. Crocifisso [Festività dell'Esaltazione della Santa Croce, il 14 settembre, n.d.r.]

Adunanza del 12 agosto 1920
III. Lapide commemorativa dei Fratelli Caduti in guerra
Il Magistrato, in ordine alla Deliberazione del Consiglio del dì 5 Agosto 1920, dà incarico al suo Presidente ed al Provveditore di provvedere all'esecuzione della lapide commemorativa dei nostri Ascritti caduti in guerra e di procurare la composizione della iscrizione opportuna che dovrà precedere i nomi dei caduti, con avvertenza che solamente coloro che al giorno della morte trovavansi inscritti nei Ruoli di questo Pio Sodalizio, dovranno essersi scritti.

Adunanza del 4 settembre 1920
I. Lapide commemorativa dei Fratelli Caduti in guerra
Viste le precedenti Deliberazioni Magistrale e Consiliare con le quali venne stabilito di apporre una lapide in marmo nella facciata della Chiesa di quest'Arciconfraternita in ricordo degli Ascritti Defunti in guerra,
Con voti unanimi il Magistrato delibera:
I. Di stanziare la somma preventivata in £ 150.
II. Di scoprire la lapide nella data del dì 13 Settembre corrente alle ore 17 invitando le Autorità Cittadine, le Famiglie dei caduti, le Misericordie e Affiliazioni del Comune coi Vessilli che si dovranno riunire in Piazza Vittorio Emanuele (Piazza della Repubblica o del Seminario, n.d.r.) per recarsi quindi in corteggio alla sede della Misericordia.
III. Invitare un Oratore per il discorso commemorativo.
IV. Pubblicare relativo manifesto ed incaricare i giovani della Guardia per l'esecuzione.

L'INAUGURAZIONE E IL DISCORSO DI EGISTO ELMI
Della cerimonia di scoprimento è rimasta memoria in due articoli pubblicati su «La Vedetta», settimanale sanminiatese di ispirazione cattolico-popolare. Il primo testo non è altro che l'annuncio, la notizia dello scoprimento della lapide. Il secondo brano, invece, offre il resoconto della cerimonia svoltasi il 13 settembre 1920 e riporta il discorso pronunciato dall'allora Sindaco di San Miniato, il Cav. Egisto Elmi.

Estratto da «La Vedetta», anno II, n. 36 del 12 settembre 1920, p. 2:

Scoprimento di una lapide
Lunedì 13 corr. alle ore 17 sulla facciata della Chiesa della Misericordia, sarà scoperta a cura dell'Arciconfraternita una lapide in memoria dei fratelli caduti in guerra.
Un illustre oratore commemorerà i morti.
Per iniziativa dei Giovani della Squadra di P.S. [Pronto Soccorso, n.d.r.] alla lapide sarà apposta una palma di bronzo con lo stemma della Arciconfraternita.

Estratto da «La Vedetta», anno II, n. 37 del 19 settembre 1920, p. 3:

[…] Nel pomeriggio, presenti le Autorità Cittadine, le Arciconfraternite del Comune, le Associazioni paesane, sulla facciata della Chiesa dell'Arciconfraternita è stata inaugurata una lapide commemorativa sulla quale sono stati scolpiti i nomi dei «fratelli» caduti in guerra.
Il Presidente della Misericordia Conte Ubaldini ha detto brevi parole di circostanza.
La lapide è stata scoperta ed il Sindaco cav. Elmi ha letto questo discorso:

«Cittadini,
il velario è caduto ed ha scoperto il ricordo che l'affetto del popolo di S. Miniato, ha voluto imprimere per tramandare la memoria di coloro che soffrirono e s'immolarono per noi; che seppero dare il loro sangue senza tradire il dovere, senza tradire la coscienza e negli ultimi aneliti ebbero la sicura visione di quel premio che avanza i desideri, sentirono per guadagnare la luce senz'ombra, la verità senz'errore, la vita senza la morte.
Serenamente vissero con noi lavorando, e nell'immane tragedia il triste fato li colpì, nella loro ineffabile dolcezza silenzioso e lante come neve immacolata le loro anime lasciarono nei gelidi sudari le mortali spoglie e nell'azzurro profondo si congiunsero a tante anime buone, in mezzo a noi soffersero ed amarono.
Se questa terra non hanno potuto godere il premio del grande sacrificio e la loro vita si chiuse come un dramma su cui pesa gravemente il fato ineluttabile.
L'ordine mesto di questa solenne cerimonia imponga silenzio e rispetto, la cittadinanza saluti quest martiri del dovere, ed il pensiero di tutti ricorra pietoso alle madri che per tanto tempo ed invano attesero il ritorno dei cari, alle spose che contarono i ritmi stanchi dei loro cuori minati, che chiesero alle immagini sacre aiuto e protezione, che non ebbero più lacrime, ma portarono nei volti i segni di averne sparse tante, che videro nel fosco delle notti mutarsi d'un tratto di vite liete e sorridenti in un eterno funerale, ai figli innocenti e buoni a cui la carità della cittadinanza supplisce alla loro esistenza.
Ma l'onda di dolore immenso sotto cui gemono tante creature è dolore di tutti, né possiamo diminuirne la intensità.
Guerre, malattie sterminatrici, inondazioni, carestia, terremoti tutto ha concorso a colpire il nostro paese che deve ritornare alle feconde gare della pace propugnatore quale è sempre stato di libertà e di giustizia nel mondo, tutto sembra scatenarsi contro di noi per abbreviarci la nostra esistenza dolorante, ma in alto è una stella che irraggia quale meteora luminosa il nostro destino, per essere veduta non ha bisogno di nessun strumento d'ottica, il nostro sguardo la scorge nella sua vivida luce, si affissa in quella e sembra a un tratto che cielo e terra abbiano esaurite tutte le loro forze sconvolgitrici perché queste improvvisamente si placano, la notte viene illuminata, le nubi si squarciano e per quelle aperture il nostro sguardo si spinge senza limiti, intravede orizzonti sconosciuti e accanto al nostro infinito dolore che ci brucia e consumo questa fiaccola risplende.
Siete Voi morti che stasera onoriamo che insieme agli altri alimentate questa face, che risplendete nella nostra stella luminosa, siete voi che in un regno di eternità date il riso ai nostri bambini, coraggio alle spose abbandonate, preghiere alle madri, voi che infondete nuove speranze alla inclemenza dei tempi e delle fortune, sono le vostre voci ispiratrici di egregi cose, sono le vostre tombe che danno a noi il raggio vitale della libertà.
Si alla vostr amemoria ed ai vostri sepolcri, sorrida la morbida carezza del sole, profusi vi odorino i fiori, lieve vi spiri il vento di primavera, mite lavacro sia la rugiada e la pioggia, balsamo gl'inni di ringraziamento, di preghiera e di pace sia all'animo vostro benedetto, che nella morte trovarono la vita e si spensero come tremole stelle del mattino non per precipitare nelle tenebre, ma per svanire nello sconfinato azzurro del nostro cielo, in una gloria di luce».

Alla fine, l'indovinato discorso è stato applaudito.

Il Can.co Chelli ha rievocato i morti della sua parrocchia ed ha dette belle parole stimmatizzando i falsi pionieri della libertà. [...]

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