sabato 4 febbraio 2017

ADDSM - 1147, 7 FEBBRAIO – EUGENIO III A SAN GENESIO, BOLLA AI CAMALDOLESI


ARCHIVIO DOCUMENTARIO DIGITALE DI SAN MINIATO [ADDSM]
1147, 7 febbraio – Eugenio III a San Genesio, Bolla ai Camaldolesi

In questa pagina sono proposti la trascrizione e il commento della Bolla rilasciata da Pala Eugenio III all'Abbazia di San Salvatore di Camaldoli il giorno 7 febbraio 1147 presso il borgo di San Genesio, nel territorio sanminiatese.

L'oratorio di San Genesio presso l'area archeologica di San Genesio
Foto di Francesco Fiumalbi

LE DUE COPIE AUTENTICHE
Il documento, da cui è tratta la trascrizione proposta in questa pagina, è conservato presso l'Archivio di Stato di Firenze, Diplomatico, Camaldoli, San Salvatore, 1146, 7 febbraio. CLICCA QUI PER LA CONSULTAZIONE ON-LINE ↗ da cui è tratta l'edizione di L. Schiaparelli e F. Baldasseroni, in Regesto di Camaldoli, Vol. II, «Regesta Chartarum Italiae», Istituto Storico Italiano, Istituto Storico Prussiano, Ermanno Loescher & C, Roma, 1909, p. 115.
Una copia è conservata presso l'Archivio di Stato di Pisa e proveniente dalla chiesa di San Michele in Borgo a Pisa, da cui è tratta l'edizione di G. B. Mittarelli in Annales Camaldulensis Ordinis S. Benedicti, Volume III, Venezia, 1758, Appendice, n. CCLXXXI, pp. 433-435.

SPOGLIO Copia autentica d'una Bolla di P. Eugenio III che contiene i vari Privilegi concessi all'Eremo di S. Salvatore di Camaldoli, a cui conferma il possesso di tutti i beni e di tutti i monasteri qui nominati, sottoposti al medesimo, lo esenta dalla giurisdizione episcopale e lo dichiara protetto dalla S. Sede. Dato presso S. Genesio [regesto Archivio di Stato di Firenze, Diplomatico, Tomo 52, Camaldoli, inventario 1913, 119, c. 205v(206v)]

COMMENTO di Francesco Fiumalbi
Il documento proposto in questa pagina presenta due motivi di interesse per il territorio sanminiatese.

PAPA EUGENIO III A SAN GENESIO. Il primo aspetto è la redazione del documento a San Genesio da parte di Papa Eugenio III [Calci, 1080 circa – Tivoli, 8 luglio 1153, Papa dal 1145]. Dunque il 7 febbraio 1147 il Pontefice, di origine pisana, si trovava nel territorio sanminiatese e precisamente nel borgo di San Genesio. Era presente anche la corte papale, come si rileva dai testimoni o comunque da coloro che controfirmarono il testo della bolla. Nel medesimo giorno, Eugenio III concesse un privilegio al Monastero di San Pietro di Luco di Mugello. Anche questo documento è conservato presso l'Archivio di Stato di Firenze, Diplomatico, Luco di Mugello, S. Pietro (monache camaldolesi) 1146 febbraio 7. CLICCA QUI PER LA CONSULTAZIONE ON-LINE ↗
Inoltre, dal testo della Bolla di Celestino III del 24 aprile 1195 [TRASCRIZIONE e COMMENTO] sappiamo che Eugenio III, con ogni probabilità, rilasciò un provvedimento a conferma dell'ordinamento canonicale, delle proprietà e dei vari privilegi di cui doveva godere la Pieve di San Genesio.

SAN GENESIO - "TAPPA" SULLA VIA FRANCIGENA/ROMEA
Il Pontefice proveniva da Viterbo [2 gennaio a San Flaviano (Montefiascone, VT), 13 gennaio Marturi  (Poggibonsi, SI), 15 gennaio Vico (Vico d'Elsa?)] e si stava recando in Francia: il 20 aprile 1147 celebrò la Pasqua a Parigi e incoronò Luigi VII a Saint Denis. Il 2 maggio successivo, assistette alla partenza dei francesi per la Seconda Crociata. Il Papa fece ritorno nell'autunno del 1148: il 18 novembre di quell'anno è attestato a Pisa, il 22 novembre a San Gimignano. Probabilmente transitò di nuovo da San Genesio [J. P. Migne, Patrologia Latina, n. 180, cc. 1187-1378]. A tal proposito è interessante notare che dalla Toscana per raggiungere Parigi, nel XII secolo, occorressero circa due mesi e mezzo.
Dunque questo documento rappresenta un'ulteriore conferma del ruolo del borgo di San Genesio, quale “stazione”, luogo di sosta, lungo una delle direttrici stradali più importanti del tempo, utilizzata da quanti intendevano recarsi Oltralpe, oppure dirigersi verso Roma. Si tratta di quella direttrice che oggi è conosciuta con il nome di Via Francigena o di Strada Romea a seconda del punto di vista. E a San Genesio dovevano essere presenti strutture e organizzazione tali da poter ospitare le personalità più importanti del tempo (regnanti, imperatori e pontefici) con i relativi seguiti, composti anche da decine di persone.

L'OSPEDALE DI SAN LAZZARO. Il secondo aspetto d'interesse riguarda l'ospedale di San Lazzaro (presso l'odierno centro abitato di Ponte a Elsa) indicato nel documento fra i vari possedimenti che vengono riconosciuti e confermati da Papa Eugenio III alla congregazione benedettina camaldolese. L'istituzione assistenziale, sorta nei pressi del Borgo di San Genesio (indicata testualmente iuxta burgum S. Genesii) era stata donata all'abbazia di San Salvatore di Camaldoli nel 1127 da due uomini, Beltramus del fu Ruberti e Scherius del fu Gutheroçi. Di queste persone, della fondazione dell'ospedale e dei motivi per cui avvenne il passaggio ai Camaldolesi, allo stato attuale degli studi, non sono noti altri dettagli. In proposito si veda la TRASCRIZIONE e il COMMENTO al documento proposta in questo blog.
L'ospedale di San Lazzaro rimarrà ufficialmente attivo fino al 1784, quando fu unito alle strutture sanminiatesi della SS. Annunziata e dei SS. Cosma e Damiano (ospedale dei Poveri Padri Pellegrini), di San Nicola di Bari e di Santa Maria della Scala, per formare un'unica grande istituzione, che prenderà il nome di “Spedali Riuniti”.

L'oratorio di San Lazzaro, presso Ponte a Elsa
Foto di Francesco Fiumalbi

TRASCRIZIONE
Trascrizione da L. Schiaparelli e F. Baldasseroni, Regesto di Camaldoli, Vol. II, «Regesta Chartarum Italiae», Istituto Storico Italiano, Istituto Storico Prussiano, Ermanno Loescher & C, Roma, 1909, p. 115.

n. 1037 – San Genesio, 7 Febbraio 1147
Eugenius papa Agoni priori Cam. eiusque fratribus. Predecessorum suorum Honorii et Innocentii vestigiis inherens statuit ut Cam. heremus in sui status et religionis vigore consistat.Quecunque bona quascunque possessiones mon. possidet aut in futurum poterit adipisci firma et illibata permaneant. In quibus hec propriis duxit exprimenda vocabulis. In episcopatu Aretino : eccl. S. Donati q. Fons Bonus d. cum hospitali et omnibus suis bonis; in ipsa civ. mon. S. Petri Piculi et eccl. S. Michabelis ; mon. Silve Munde; mon. S. Marie in Agnano; mon. S. Petri in Rota; mon. S. Salvatoris Berardingorum ; mon. S. Quirici in Rosa; Curtem Luponis cum eccl.; heremum Fieri; mon. S. Viriani; mon. S. Bartholomei in Anglari cum castro et pertinentiis suis; plebem S. Marie de
Miciano cum capellis et ceteris pertinentiis ; castrum Montoni cum pertinentiis; villam de Monthione q. mon. emit ab abb. S. Flore et eccl. eiusdem ville; villam de Modiona q. mon. emit ab Henrico prep. et reliquis canonici sicut in cartulis continetur et eccl. eiusdem ville cum decimatione; decimationes ville Agne; eccl. Eiusdem ville et decimationes de Larniano. In episcopatu Fesulano: mon. S. Marie in Poplena. In episcopatu Castellano: mon. de Deciano; mon. S. Sepulcri cum toto burgo. In episcopatu Fiorentino : mon. S. Petri in Luco ; mon. S. Salvatoris iuxta civ. In episcopatu Lucano: mon. S. Petri in Puteolis cum capella burgi Porcarie et capella castri; mon. S. Salvatoris in Cantiniano; hospitale iuxta burgum S. Genesii. In episcopatu Vulterrano : mon. S. Insti prope civ.; mon. S. Petri in Cerreto; mon. S. Marie in Puliciano; mon. S. Petri in Fontiano. In episcopatu Pisano: mon. S. Stephani in Cintoria; mon. S. Savini in Montione; in ipsa civ. mon. S. Michahelis; mon. S. Fridiani; mon. S. Qenonis, salvo iure R. E. In episcopatu Clusino: mon. S. Petri in Vivo Montis Amiati quemadmodum a papa Celestino diffinitum est. In Sardinie insula: mon. S. Trinitatis in Saccaria, eccl. S. Eugenie in Samanar, eccl. S. Michalielis et S. Laurentii in Vanari, eccl. S. Marie et S. lohannis
in Altasar, eccl. S. Marie in Contra, eccl. S. lohannis et S. Symeonis in Salvenero, eccl. S. Niccholai in Trulla, eccl. S. Petri in Scano, eccl. S. Pauli in Cotroniano, eccl. S. Petri in Heolin. In marchia Camerina: mon. S. Georgii, mon. S. Martini in Accole cum eccL q. d. Heremite. In Gallata: mon. S. Marie in Insula; heremum Faioli. In episcopatu Populìensi: eccl. S. Paterniani in Fetracciano. In episcopatu Faventino: mon. S. Ypoliti iuxta civ. In episcopatu Ravennate: mon. S. Apollinaris in Classe. In episcopatu Bononiensi: mon. S. Michahelis, mon. S. Christine; in ipsa civ. eccl. S. Damiani. Item in episcopatu Aretino: eccl. S. Savini in Clio, eccl. de Castilione, item mon. de Morrona. Hec omnia cum omnibus ad ipsa mon. pertinentibus statuit tamquam corpus unum sub uno capite, idest sub priore Cam. heremi, temporibus perpetuis permanere.

[segue dal documento edito da Mittarelli, Annales...] et illius discipline observatione persistere. Sub illo, inquam priore, qui ab ispius congregationis abbatibus sive prioribus, & ab heremitis regulariter electus Domino fuerit. Porro congregationem ipsam ita sub apostolica sedis tutela perpetuo consovendam decernimus, ut nulli episcoporum dacultas sit aliquod ex hiis monasteriis absque prioris conniventia, vel apostolice sedis licentia excommunicare, vel a divinis officiis interdicere. Fratribus autem Camaldulensis heremi licentia sit, a quo maluerint catholico episcopo consecrationum & ordinationum sacramenta suscipare. Decernimus ego, ut nulli hominum & c. Si qua igitur & c. Cunctis autem & c.

[elenco dei sottoscrittori da Mittarelli, Annales...]
Ego Eugenius catholice ecclesie episcopus ss.
Ego Guido presb. card. tit. Sancti Grisogoni ss.
Ego Oddo diac. card. Sancti Georgii ad Velum aur. ss.
Ego Albericus Hostiensis episcopis ss.
Ego Guido presb. card. tit. Sanctorum Laurentii & Damasi ss.
Ego Johannes diac. card. Sancri Adriani
Ego Hugo presb. tit. in Lucina ss.
Ego Julius presb. card. tit. Sancti Marcelli ss.
Ego Jordanus presb. card. Tit. Sancte Susanne ss.
Ego Ego Theodevvinus Sacte Rufine episcopus ss.
Ego Humbaldus presb. card. Sanctorum Jo. & Pauli ss.
Ego Octavianus diac. card. Sancti Nicholai in Carcere Tulliano
Ego Imarus Tuschulanus episcopus ss.
Ego Guido presb. card. tit. Pastoris ss.
Ego Johannes diac. card. Sancte Marie nove ss.
Ego Guido diac. card. Sancte Marie in porticu ss.
Ego Jacintus diac. card. Sancte Marie in Cosmydyn

Datum apud Sanctum Genesium, per manum Guidonis S. R. E. diac. card, et canc, VII id. febr., ind. X, incarnationis Dominice anno MCXLVI, pontificatus vero domni Eugenii III pape anno secundo.

ALTRE EDIZIONI
G. B. Mittarelli, Annales Camaldulensis Ordinis S. Benedicti, Volume III, Venezia, 1758, Appendice, n. CCLXXXI, pp. 433-435.
J. P. Migne, Patrologia Latina, n. 180, cc. 1187-1190. 

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