a
cura di Francesco Fiumalbi
Indice del post:
INTRODUZIONE
IL COMITATO PER LA
COMMEMORAZIONE DEI CADUTI
LO SCOPRIMENTO
DELL'ISCRIZIONE
LA POLEMICA FASCISTA E
IL CLIMA DI QUEI GIORNI
IL TESTO DELLA
EPIGRAFE: I NOMI DEI CADUTI DI BUCCIANO
UN PICCOLO MISTERO: IL
MAGGIORE GUIDO PIRAGINO
GLI ARTICOLI SULLA
STAMPA DEL TEMPO
INTRODUZIONE
In
questo post sono proposte le informazioni relative all'epigrafe
commemorativa collocata nel 1922 sulla facciata della chiesa di San
Regolo a Bucciano e in cui sono scolpiti i nomi degli abitanti di
quella parrocchia che morirono durante la Prima Guerra Mondiale.
Occorre precisare che all'epoca facevano parte del “Popolo di
Bucciano” gli abitanti di una vasta area della Valdegola,
comprendente anche l'odierno centro di La Serra e di una buona fetta
della Valdichiecina (Barbinaia, Casaccia, Santa Barbara, etc). Va
detto che in questi luoghi, relativamente lontani dai centri urbani
più grandi, la chiesa rappresentava non solo il punto di riferimento
religioso, ma anche quello sociale dell'intera comunità, che era
costituita da decine di famiglie sparse in un territorio molto ampio.
Entro
i confini del Comune di San Miniato, a partire dal 1919, furono
eretti monumenti, creati parchi e viali della Rimembranza e
installate numerose epigrafi commemorative dedicate alla memoria di
quei soldati che morirono durante la “Grande Guerra” e che
nell'intero territorio furono quasi 500. [VAI
AL POST: I CADUTI SANMINIATESI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE ↗]
Foto
di Francesco Fiumalbi
IL
COMITATO PER LA COMMEMORAZIONE DEI CADUTI
Un po' come avvenuto in
altre comunità sanminiatesi, anche a Bucciano l'iniziativa di
rendere omaggio ai Caduti fu presa da un apposito comitato costituito
da personalità locali, senza il diretto coinvolgimento
dell'Amministrazione Comunale.
Il
comitato esecutivo Pro
lapide caduti in guerra fu
presieduto dal Cav. Alfonso Lorenzelli (che nel 1911 aveva acquistato
la Villa di Bucciano, già dei Morali, e aveva preso parte alla Prima
Guerra Mondiale), affiancato dal Vicepresidente Vincenzo Morelli, dal
Parroco Don Carlo Caponi e da altri abitanti come Primo Mannucci,
Pompeo Bulleri, Pellegrino Rossi, Luigi Benedetti, Giuseppe Boldrini
e Michele Mannucci.
LO
SCOPRIMENTO DELL'ISCRIZIONE
L'inaugurazione
dell'epigrafe avvenne nella mattina di sabato 14 ottobre 1922, alla
presenza delle massime autorità civili, militari e religiose
presenti in San Miniato come il Sottoprefetto Giovanni Munichi, il
Commissario Prefettizio Attilio Masiani, il Commissario di Pubblica
Sicurezza Stoia, il Capitano dei Carabinieri Gamucci, il Vescovo
Mons. Carlo Falcini. Presente anche il Canonico Genesio Chelli,
allora parroco della chiesa di Santa Caterina, già Cappellano
Militare durante la Prima Guerra Mondiale e personalità molto attiva
nel mantenere viva la memoria dei Caduti, intervenendo in prima
persona nei vari comitati e alle varie cerimonie commemorative.
Foto
di Francesco Fiumalbi
LA
POLEMICA FASCISTA E IL CLIMA DI QUEI GIORNI
La
cerimonia di scoprimento destò una vivace polemica alimentata dalle
colonne del periodico sanminiatese «La
Voce Fascista», in cui fu denunciato il mancato coinvolgimento
dell'Associazione Nazionale Combattenti e delle altre associazioni
cittadine, nonché l'inopportuno “passaggio” offerto al Can.
Genesio Chelli dal camion della Pubblica Sicurezza. Aspre critiche
furono riservate anche ad Alfonso Lorenzelli.
La
velleità di tali denunce, inizialmente esposte in forma anonima, fu
oggetto di una determinata risposta da parte del medesimo Canonico
Chelli sulle colonne de «La
Vedetta»,
periodico sanminiatese di ispirazione cattolico-popolare. Il
botta-risposta sulle pagine della carta stampata è rivelatore del
clima del tempo: fra
il 27 e il 28 ottobre 1922 si svolse la cosiddetta “Marcia su Roma”
che culminò con l'ingresso delle camicie nere nella Capitale e
l'incarico di formare il governo, dato dal Re Vittorio Emanuele III a
Benito Mussolini, il successivo 30 ottobre. Dunque lo scoprimento
dell'epigrafe di Bucciano avvenne appena due settimane prima di tali
episodi. Inoltre, il Cav. Alfonso Lorenzelli faceva parte della
classe dirigente sanminiatese, era stato membro della Giunta comunale
dal 1915 al 1920 ed era stato tra i fondatori della sezione cittadina
del Partito Popolare (formazione politica d'ispirazione cattolica e
in forte polemica sia col fascismo che con i socialisti e i
comunisti).
L'ulteriore
controreplica sul giornale fascista avvenne il 4 novembre 1922, con
Mussolini ormai al governo, assieme ad un comunicato dell'Associazione
Nazionale Combattenti (sodalizio in cui militavano i reduci della guerra e, di questi, molti avevano manifestato la propria adesione al
fascismo). Sull'episodio poi cadde il silenzio.
C'è
da dire che senza questi interventi sulla stampa, non sarebbe rimasto
un riscontro dell'inaugurazione dell'epigrafe di Bucciano e non
avremmo avuto idea del clima di quei giorni, che andava ad
influenzare anche episodi come questo.
IL
TESTO DELLA EPIGRAFE: I NOMI DEI CADUTI DI BUCCIANO
Di
seguito è proposta la trascrizione delle parole contenute
nell'epigrafe collocata sulla facciata della chiesa di San Regolo a
Bucciano. Rispetto all'elenco ufficiale dei Caduti sanminiatesi, redatto nel 1928, manca il nominativo di Piampiani Ersilio. Al momento si ignora il motivo di tale esclusione (forse si era trasferito o apparteneva ad una comunità limitrofa).
N.B.
Con il segno dell'asterisco sono contrassegnate quelle date di morte
che differiscono da quelle indicate nell'Albo
d'Oro dei Caduti Militari della Guerra 1915-18.
Su ciascun nominativo è presente un link che rimanda alle singole
note biografiche.
NELLA
GUERRA MONDIALE 1915-1918
DI
QUESTO POPOLO VITTIME GLORIOSE
FURONO
PIRAGINO
MAGG.RE CAV. GUIDO DEF. 4-6-1917
BENEDETTI
ZELINDO " 15-2-1917
BIANCHI
ARMANDO " 6-7-1916
FALORNI
ANGIOLO " 26-11-1916*
GALLERINI
QUINTILIO " 31-8-1916
GIUNTI
ARISTIDE " 26-11-1918
MANNUCCI
LUCHINO " 14-12-1918*
RINALDI
OLINTO " 16-9-1917
ROSSI
MARIANO " 16-3-1616*
SENESI
EUGENIO " 13-4-1916
QUAGLI
QUINTILIO " 1-12-1917*
TAVERNI
ORESTE " 31-5-1917
TELLESCHI
CESARE " 17-5-1917
TERRENI
GIOVANNI " 19-4-1916
TESTI
SABATINO " 21-8-1917*
TOGNETTI
PRIMO " 24-5-1918
REQUIESCANT
sulla
facciata della chiesa di San Regolo a Bucciano
Foto
di Francesco Fiumalbi
UN
PICCOLO MISTERO: IL MAGGIORE GUIDO PIRAGINO
Il primo posto in alto
nell'elenco dei Caduti appartiene al Maggiore
Guido Piragino, originario del teramano, morto sul Carso nel 1917
e decorato con Medaglia d'Oro al Valor Militare. Il suo nome,
tuttavia, non compare nell'elenco ufficiale dei Caduti sanminiatesi
redatto nel 1928 e al momento non è stato possibile individuare le
ragioni che portarono all'inserimento del suo nome sull'iscrizione
commemorativa di Bucciano. Probabilmente si tratta di un legame
familiare o affettivo con una persona del luogo, ma per ora non ci è dato sapere e perciò rimane un piccolo mistero.
GLI
ARTICOLI SULLA STAMPA DEL TEMPO
Di seguito sono
proposte le trascrizioni degli articoli di giornale da cui sono
tratte tutte le informazioni contenute in questa pagina.
Estratto
da «La Voce Fascista», anno I, n. 20 bis, del
17 ottobre 1922, p.
2:
BUCCIANO
Dopo
che l'azione Fascista ha richiamato alla realtà il nostro popolo
traviato dai mestieranti della politica, dopo che si è risvegliato
negli animi il sentimento di Patria e di Nazione, in ogni borgata
anche la più meschina si vogliono onorare e ricordare, affidando il
ricordo alla tenace pietra, gli eroici soldati caduti per la Patria
nell'ultima nostra grande guerra.
Anche
Bucciano decise di onorare i suoi morti, i suoi più grandi figli, i
suoi eroi e gl'instancabili coloni di quella borgata diedero
l'incarico ai festaioli di portare a termine il loro nobile
divisamento. Ma ci fu a chi non piacque che dei semplici coloni si
prendessero gli onori di una così bella e lodevole impresa. Il Cav.
Lorenzelli, assurgendo alla qualità di Signorotto medioevale, fece
sua l'iniziativa del popolo di Bucciano rappresentato dai festaioli e
si fece nominare Presidente del Comitato “Pro lapide caduti in
guerra” aggregandosi i Sigg. Morelli Vincenzo Vice-Presidente,
Mannucci Primo, Bulleri Pompeo, Rossi Pellegrino, Caponi Don Carlo
Priore, Benedetti Luigi, Boldrini Giuseppe e Mannucci Michele.
Il
giorno 14 c.m. alle ore 10,30 sulla facciata della Chiesa venne
finalmente scoperta la lapide commemorativa dei caduti in guerra.
Presenziavano
la cerimonia il Cav. Munichi Giovanni ff. di Sottoprefetto, il
Commissario Prefettizzio Cav. Dott. Attilio Masiani e il Commissario
di P.S. Cav. Stoia per l'autorità civile, il Capitano Gamucci
comandante la locale compagnia dei RR. CC. ed 8 Carabinieri per
l'autorità militare, Mons. Vescovo Falcini per l'autorità
ecclesiastica. Pronunziò un discorso d'occasione il Can.co Genesio
Chelli.
Terminata
la mesta ed austera cerimonia le autorità convenute, il comitato, i
festaioli ed altri invitati si riversarono in una sala della Canonica
ed allegramente banchettarono ringraziandosi scambievolmente con
discorsetti da dopo arrosto.
Fin
qui la cronaca. Ma la critica oltrepassa gli ordinari limiti della
semplice cronachetta e si sappia che l'osservatore estraneo alla
festa critica e dice: «Lodevolissima l'iniziativa e l'opera del
comitato ma perché non sono state invitate le Associazioni
cittadine? Forse perché si temeva che anch'esse volessero
banchettare? Ma almeno l'Associazione Nazionale Combattenti, che
meglio di ogni altra si addiceva all'occasione, poteva essere
invitata! Che forse l'Associazione Nazionale Combattenti non è ben
vista dall'Egregio Presidente Dott. Lorenzelli Cavaliere della Corona
d'Italia?
E
le Autorità non si sono accorte di tutto questo? Perché (è sempre
l'osservatore estraneo che critica e dice), per la festa del XX
Settembre la Sottoprefettura era rappresentata da un semplice
impiegato ed a Bucciano per una festa, che si può chiamare
clandestina, si vedeva il ff. di Sottoprefetto Cav. Manichi con il
Commissario di F. S. Cav. Stoia? Forse perché per il XX Settembre la
cerimonia si fece dopo pranzo?
E
la benzina sprecata per i viaggi fatti a Bucciano col camion della P.
S. che fu adibito al trasporto di mobilie e di estranei come il Can.
Chelli e qualche altro chi paga? E' naturale: Pantalone. E dire che
io osservavo estraneo che critico e dico che una cellula vitale di
quel Gran Pantalone che paga e lascia fare?» Che se ne pensa in San
Miniato?
A
nessuno certo dovrà far piacere la bella festa che faceva il Camion
dell'«Autorità» che tornava dallo sbafo fatto di casinipista, da
Sacerdoti quodavi processati per disfattismo, con la prova simile del
colono il fachiano del PP. Cav. Chelli a braccetto del ff. di
Sottoprefetto e del Capitano dei Carabinieri.
Che
bella compagnia da calebrisella!
Estratto da «La
Vedetta», anno IV, n. 34, del 24 ottobre 1922, p. 3:
DOPO
LA FESTA DI BUCCIANO
Riceviamo
e pubblichiamo
Pregiatissimo
Sig. Direttore
Le
sarei oltremodo grato se volesse pubblicare la presente mia lettera
aperta, in risposta ad un articolo comparso su “Voce Fascista”...
Ringraziandosi
Can.
Genesio Chelli
Mi
è capitata in mano la «Voce Fascista» n. 20 del 18 u.s. e vi ho
letto una lunga corrispondenza da Bucciano, contenente il resultato
di una cerimonia patriottica-religiosa svoltasi in quella Chiesa il
mattino del 14 u.s. A ore 12 e non ad ore 10,30.
Io
non mi curo affatto di quanto, l'autore di tale corrispondenza, va
scrivendo a carico di popolazioni e di persone: chi è stato colpito,
pensi lui a difendersi: io, io solo, difenderò me stesso.
Anzitutto
son dispiacente di non poter far la conoscenza con questo egregio
scrittore di corrispondenze, in ogni modo egli sappia che l'ha da far
con me, con uno che se non va bastonando né noiando alcuno, sa però
tenere alta la fronte, e volgere più sereno lo sguardo, perché il
suo passato, come il presente, è così fulgido così glorioso, da
non temere niente neppur per l'avvenire, anche quando il signore
sconosciuto, istigasse la popolazione a prender posizione e a fare
reazione, (ma siamo sul Piave o nel Valdarno?).
In
ogni modo mi è piaciuta l'osservazione che egli ha fatto, per il
mancato invito della Sezione Samminiatese dei Combattenti,
osservazione che avrei fatta anche io (scusi, ma lei è socio come me
della Sezione Combattenti?) se non mi sovvenisse, che in occasioni
simili verificatesi a S. Quintino, S. Lorenzo, S. Angiolo, Cusignano,
Calenzano, e ultimamente a S. Pietro per l'inaugurazione di una
lampada votiva, non partecipò mai il Consiglio della Seziona
Samminiatese ufficialmente, ma vi partecipò il gruppo di Soci di
quella Parrocchia ove si svolgeva tale cerimonia, e mai il Consiglio
stesso ebbe a protestare.
E
così fu a Bucciano: ma guarda proprio a Bucciano, fu un Socio della
Sezione Combattenti che tenne non un semplice discorso, una
canzoncina qualunque imparata a memoria, ma un'orazione se non
splendida per la forma, commoventissima però al cuore di chi la
fece, e di chi l'ascoltò, ispirata ai più alti sentimenti di
patriottismo (vedi i quotidiani fiorentini!). Chi parlava in
Bucciano, non era un mestierante della politica, (s'interroghi chi vi
era presente!) non era un sobillatore di fosse, non era un factotum
del P.P., era nient'altro che un autentico Sacerdote e un autentico
Italiano le cui glorie militari posson suscitare la rabbia e il
livore del corrispondente da Bucciano: era uno, che per tre anni
sperimentò i dolori della trincea: era uno che può fare a meno di
strombazzare le sue medaglie al valore e le sue onorificenze
cavalleresche ed altro, quando più eloquemente può parlare
l'anchilosato ginocchio destro, che colpito da pallottola, lo ha reso
invalido per tutta la vita. Non fu mai il Can. Chelli factotum di
alcun partito, perché se simpatizzò per il Popolare, lo riconobbe
sempre e in coscienza come un partito bene armonizzante con i sublimi
ideali di Religione e di Patria: no, il Can. Chelli non è il
factotum della Politica, me è sempre l'anima di ogni forma di
assistenza civile e religiosa a quanti sentono i terribili disagi di
una lunga guerra: parlino per lui, i poveri vecchi, le madri, le
vedove, gli orfani di guerra, e diranno la premurosa opera da lui
svolta a loro vantaggio: ma più di loro, egregio sig. fascista
anonimo, parla la sua coscienza, che non ho niente da rimproverargli.
Io
andai a Bucciano poco dopo dell'alba di sabato scorso, trasportatovi
da un discreto puledro, col quale potevo benissimo ritornare alla
sera, se non fosse stata la gentilezza di un'illustre personaggio che
mi avesse dato il modo di compire il viaggio di ritorno con un mezzo
più celere di quello di un calesse di campagna. In ogni modo se per
trasportare la mia persona, in camion, occorsero alcune goccie di più
di benzina, non mi sgomenti, egregio sig. anonimo, sappia che ho del
credito collo Stato, ho dei conti aperti con lui; per me Pantalone
non da fallito: stia sicuro.
Io
non tengo alla popolarità, non tengo a far chiasso, non tengo a
cariche o a poteri: solo quando parlo di disgrazie o di fortune
d'Italia, di sue glorie e di suoi trionfi, so quel che dico, sento
profondamente quel che esprimo a parole, lavoro per l'Italia, per
quell'Italia cui diedi la mia gioventù e il mio sangue, pronto a
versarne dell'altro pur di vederla quale la vollero i nostri morti,
temuta e grande.
E
ciò sia suggello a maldicenze poco onorevoli in chi si rispetta e
dovrebbe rispettar anche gli altri.
Can.
Genesio Chelli
Estratto da «La Voce
Fascista», anno I, n. 20 bis, del 4 novembre 1922, p. 2:
Per
una corrispond. da Bucciano
Avrei
replicato lungamente allo sproloquio del Cav. Can. Genesio Chelli in
risposta ala mia corrispondenza da Bucciano, se la Direzione del
Giornale, ritenendo un enorme banalità il rispondere nel momento
attuale tanto fulgido di gloria per il Partito Nazionale Fascista ad
una lettera provocante e zeppa di livore antifascista, non me
l'avesse giustamente vietato.
Quale
Fascista disciplinato ho obbedito. Quale uomo, che sa mostrare alta
la sua fronte e che sa rispondere delle sue azioni, sento il dovere
di farmi conoscere per dire al Cav. Can. Chelli: che un combattente
ha stigmatizzato il mancato invito a Bucciano dell'Associazione
Nazionale Combattenti e che un'altra volta faccia a meno di
difendersi non accusato, (vedasi la sua corrispondenza da Bucciano
che non tocca affatto il M. R. Can. Cav. Chelli) poiché un vecchio
adagio latino dice “Excusatio non petita accusatio manifesta”
Rag.
Vannini Alamanno
Associaz.
Nazionale Combattenti
Sezione
di S. Miniato
----------
Festa
a Bucciano
Questo
Consiglio Direttivo approva pienamente quanto il corrispondente nella
Voce Fascista ha rilevato sul mancato invito della nostra
Associazione alla festa religioso-patriottica di Bucciano.
Desidereremmo
conoscere per quali ragioni i diversi comitati formatisi nelle varie
frazioni in occasione di analoghe feste non hanno sentito il dovere
d'invitare alla cerimonia una rappresentanza della nostra
Associazione.
Protestiamo
fin d'ora verso i responsabili dei mancati inviti augurando che
l'episodio di Bucciano sia l'ultimo e che per l'avvenire non si
ripeta altrettanto, poiché nessuno più dei Combattenti può
degnamente tessere l'elogio dei compagni Caduti.
IL
CONSIGLIO DIRETTIVO
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