domenica 9 aprile 2017

GF1843-17/20_LEZIONE DI PIETRO BAGNOLI ALL'ACCADEMIA DELLA CRUSCA

GF1843-17/20_LEZIONE DI PIETRO BAGNOLI ALL'ACCADEMIA DELLA CRUSCA


Questa pagina fa parte del regesto inerente le notizie sanminiatesi contenute nella Gazzetta di Firenze dell'anno 1843.

Estratto dalla Gazzetta di Firenze n. 120 del 7 ottobre 1843, p. 3:

Firenze 6 Ottobre.
L'I. e R. Accademia della Crusca tenne l'annuale sua pubblica Adunanza l'ultimo Martedì del caduto Settembre.
Esordiva l'Accademico Cav. Prof. Pietro Bagnoli con una dotta Lezione, di cui fu principale argomento la somiglianza dell'epico Magistero tra Virgilio e il Tasso. Ma poiché nel paragone di due Scrittori di età assai distanti l'uno dall'altro fa d'uopo muoversi per confronti di relazioni simili dei tempi in cui vissero, avvisò quindi il Chiarissimo Accademico di esporre alla emnte degli uditori il secolo d'Augusto e quello che sorto per Leone X ebbe splendore continuo dopo la morte ancora di lui. E qui ne apparve non meno squisita la dottrina che fino il criterio dell'Oratore, il quale con evidenti confronti seppe ravvicinarli. Pari egli mostrò la necessità delle sorti politiche, e pari i pregj dell'eleganza, della civiltà, della magnificenza nelle Arti e della floridezza delle Lettere giunte in ambedue le età all'apice della perfezione. Veramente Aurei Secoli furono dette quelli per la nostra Italia, nei quali posato il valore della guerra e il fremito delle armi, non le mancò la gloria che viene dagl'Ingegni. E tra gli altri apparvero mirabili Virgilio e Torquato. L'uno traendo dalle grazie Catulliane l'indole dei tempi, ma facendosi a modello precipuo quel sommo e antico Padre d'ogni letteratura, Omero, divenne egli stesso Scrittore originale e Maestro. L'altro scaldandosi per l'epica magniloquenza il poema del Poliziano per le Giostre di Giuliano de' Medici, seppe egli pure alzarsi a Maestro nell'Epopea.
L'Eneide e la Gerusalemme, conchiudeva dopo ciò il chiarissimo Accademico, venute all'Italia per simili contingenze, sono i più nobili, regolari e perfetti poemi che nelle universali Lettere esistano; gli disse Magisteri al mondo intero, poemi della civiltà antica e moderna. Parlò infine delle fortune dei sue Autori, l'una lieta, tristissima l'altra come ognun sa; a riparare la quale pur sarebbe bastato a quell'anima generosa una fronda d'alloro colta in Campidoglio.
Compiutasi dall'Accademico Professor Bagnoli la sua prosa in mezzo agli applausi generali dell'Udienza, toccò al Segretario Professor Valeriani la volta del leggere. [...]


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