SCHEDA
SINTETICA
Oggetto: Crocifisso
Luogo: San
Miniato, via Angiolo Del Bravo angolo via Pietro Rondoni
Tipologia: Ceramica
dipinta e smaltata
Tipologia
immagine: Ceramica dipinta e smaltata
Soggetto: Gesù
Crocifisso, Christo Triumphans
Altri
soggetti: Madonna, San Giovanni Apostolo, San Genesio, San Miniato
Autore: Dilvo
Lotti
Epigrafe: NO
Indulgenza: NO
Periodo: 1956-1957
circa
Riferimenti: Nessuno
Id: APSM-ISVP-034
Foto di
Francesco Fiumalbi
All’intersezione fra
via Pietro Rondoni e via Angiolo del Bravo, a due passi da Piazza Buonaparte, in
“contrada Sant’Andrea”, si trova una delle opere più affascinanti di Dilvo
Lotti, protagonista della vita artistica e culturale di San Miniato del XX
secolo.
Si tratta di un grande
Crocifisso realizzato con 32 formelle di ceramica dipinta e smaltata. Andando
da San Francesco verso Piazza Buonaparte è impossibile non vederlo, poiché si
trova sospeso sul muro di un’abitazione in posizione pressoché perpendicolare
rispetto alla strada.
L’occasione per la
realizzazione di quest’opera fu la ricostruzione dell’edificio, che era andato pressoché
distrutto nel luglio del 1944, dalle mine posizionate dai militari germanici
che volevano rallentare l’avanzata degli statunitensi. Durante la ricostruzione
fu deciso di allargare l’incrocio in modo da favorire la circolazione veicolare. Per compensare la perdita di superficie dell'abitazione, allora di proprietà del sig. Primo Vitali, fu concessa la sopraelevazione dell'edificio originario, che fu eseguita dall'impresa edile di Nello Brotini su progetto di Varo Tinghi. Ne risultò una parete molto alta, completamente cieca, che si prestava perfettamente
all’inserimento di un’opera d’arte. In un secondo momento, lì fu collocato
anche collocato ciò che rimaneva della statua di Maria
Maddalena d’Austria, un tempo situata in Piazza del Seminario e distrutta
dalla furia giacobina nel 1799.
Foto di
Francesco Fiumalbi
Da un punto di vista
temporale, l’opera si colloca nella seconda metà degli anni ’50 del ‘900, fra
il 1956 e il 1957, in un periodo di fervente attività di Dilvo Lotti a San
Miniato: nei medesimi anni realizzò l’Allegoria
del Buon Governo per la sala della Cassa di Risparmio di San Miniato a
Palazzo Formichini, l’Ultima Cena per
il refettorio del Seminario Vescovile, le pitture murali nel salone del Circolo
Cheli, la Sacra
Famiglia in ceramica all’intersezione fra via Rondoni e via Mangiadori.
Il materiale
utilizzato, la ceramica dipinta e smaltata, è rivelatrice sia della
poliedricità artistica di Dilvo Lotti, sia della sua praticità: trattandosi di
un’opera destinata a stare all’aperto, occorreva un materiale durabile,
facilmente pulibile, che non si deteriorasse nel tempo. Ed oggi, a distanza di oltre
60 anni dalla sua realizzazione, possiamo riconoscere la felicità di tale
scelta. Senza dimenticare il fondale in laterizio facciavista, la cui opacità
risalta ancora di più i colori e la brillantezza della ceramica.
Da un punto di vista
iconografico, la figura del Crocifisso si colloca nella categoria del Christo Triumphans: Gesù è raffigurato
vivo sullo strumento di morte, la croce, proprio perché è resuscitato ed ha
vinto la morte. L’inserimento dell’ampia tunica manicata ricorda in qualche modo
il Volto Santo di
Lucca, o il Crocifisso di Santa Croce sull’Arno, ma le analogie con l’opera
lucchese terminano qui. La tunica, infatti, è bianca, candida, simbolo di
purezza ed è impreziosita dalla decorazione sul collo e sulle estremità delle
braccia e delle gambe. A differenza del Christo
Triumphans, la testa non ha la corona regale, in oro, bensì è avvolta dalla
corona di spine. E poi si nota lo squarcio della veste: la ferita prodotta dalla
lancia di Longino, il soldato che avrebbe verificato l’avvenuta morte di Gesù.
La forma del
crocifisso è mistilinea e ricorda esempi medievali molto conosciuti, su tutti il
Crocifisso di
San Damiano.
Foto di
Francesco Fiumalbi
Nella porzione superiore,
la figura del Cristo è sovrastata dalla scritta INRI su cui cala la mano di Dio
che indica la discesa dello Spirito Santo, rappresentato dal classico tipo
iconografico della colomba. Alle estremità dei due bracci della Croce sono
collocati i dolenti: a sinistra la
Madonna, a destra San Giovanni Apostolo ed Evangelista. In basso, ai fianchi di
Gesù compaiono i Santi protettori della città: a sinistra San Genesio con la
maschera da mimo, a destra San Miniato con la testa staccata dal busto.
Ai piedi della Croce,
le tre formelle inferiori, contengono la raffigurazione della Città di San
Miniato, vista dal classico scorcio panoramico che si può scorgere a sud, dalle
colline di Scacciapuce o di Marzana.
BIBLIOGRAFIA
Dilvo Lotti. Un maestro della pittura, a cura di L. Macchi, CRSM, Pacini
Editore, Pisa, 2007, p. 52; Dilvo Lotti.
L’arte e la fede, a cura di L. Macchi, Diocesi di San Miniato, Fondazione
CRSM, Edizioni ETS, Pisa, 2008, pp. 29-30, 67.
Particolare con la raffigurazione della Città di San Miniato
Foto di
Francesco Fiumalbi
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