domenica 29 settembre 2019

ADDSM - 1209, 31 OTTOBRE - IMPERATORE OTTONE IV A SAN MINIATO


ARCHIVIO DOCUMENTARIO DIGITALE DI SAN MINIATO [ADDSM]
1209, 31 ottobre, l’Imperatore Ottone IV di Brunswick a San Miniato

In  questa pagina è proposta la trascrizione e il commento dell'atto rilasciato dall'Imperatore Ottone IV di Brunswick all’Abbazia di San Galgano il 31 ottobre 1209.

SPOGLIO. Privilegio dell’Imperatore Ottone IV all’abbazia benedettina cistercense di San Galgano, in cui vengono confermati le proprietà, le pertinenze e ogni altro diritto del cenobio, contro ogni eventuale usurpatore.

L’ORIGINALE. Allo stato attuale degli studi non è stato possibile individuare la collocazione archivistica del documento originale, che risulta noto solamente attraverso alcune pubblicazioni. Una copia antica è conservata in un Cartolurio confluito nell'Archivio di Stato di Firenze, Archivio Diplomatico, San Frediano in Cestello (Cistercensi).

COMMENTO a cura di Francesco Fiumalbi
Con questo atto l’Imperatore Ottone IV di Brunswick riconobbe le proprietà, le pertinenze, le rendite e ogni altro diritto all’Abbazia di San Galgano, presso Chiusdino in val di Merse, in Diocesi di Volterra. Anche se nel documento non si trova scritto, in pratica concesse la propria “protezione” al cenobio benedettino cistercense che era nato nel 1201, a partire dalla comunità eremitica sopravvissuta al fondatore Galgano. Tuttavia, alle istanze di tipo religioso, vanno individuate motivazioni di tipo economico e politico: il controllo sull’area, ricca di coltivazioni  minerarie, del Vescovo di Volterra Ildebrandino Pannocchieschi si stava progressivamente erodendo, minacciando anche il centro di Montieri, caposaldo del potere episcopale, a vantaggio dei Gherardeschi alleati con i Senesi. Presso Chiusdino, inoltre, era presente l’Abbazia di Santa Maria di Serena, vero e proprio monastero “privato” dei Gherardeschi. Dunque la nuova Abbazia di San Galgano doveva porsi come un nuovo centro stabile, in grado di limitare l’erosione del controllo del Vescovo di Volterra e controbilanciare l’espansione Gherardesca nella zona. Non va dimenticato, infatti, che Volterra era una signoria vescovile, ovvero il capo politico della comunità era rappresentato dal presule e il sistema ecclesiastico delle pievi costituiva l’ossatura portante del governo del territorio [A. Barlucchi, Il patrimonio fondiario dell'abbazia di San Galgano (secc. XIII – inizi XIV), in «Rivista di Storia dell’Agricoltua», Accademia dei Georgofili di Firenze, anno XXXI, n. II, 1991, pp. 63-64].

Il 4 ottobre 1209, a Roma, il Papa incoronò Imperatore Ottone di Brunswick [1175-1218]. Costui  era il rivale “guelfo” di Federico II per il trono del Regno di Sicilia, lo stesso Federico che lo priverà della corona imperiale con l’elezione a Re dei Romani (1211).
Il documento proposto in questa pagina, datato 31 ottobre 1209, si inserisce nei giorni immediatamente successivi alla sua incoronazione. Proprio la controversia per il Regno di Sicilia determinò lo scoppio dello scontro con Papa Innocenzo III, fautore di Federico II. Il novello Imperatore occupò militarmente vasti territori della Chiesa (fra cui Montefiascone, Viterbo, Perugia e Orvieto) ed aggredì il Regno di Sicilia in Puglia e in Campania. Fin dai primi giorni, dunque, l’Imperatore cercò di trovare sostegno nelle città della Toscana, in particolare con Siena e Pisa, ma indirettamente anche con Volterra, per poter realizzare il suo disegno politico e riunire l’Italia Meridionale con il resto dell’Impero. Tuttavia, questa sua attività politica e militare gli varrà l’inimicizia di Papa Innocenzo III, che lo scomunicherà il 18 novembre 1210, segnandone il declino.
L’atto presenta motivo di interesse poiché fu redatto presso San Miniato. Nel testo viene indicato solamente il nome del centro abitato, San Miniato, senza ulteriori indicazioni. Per cui non sappiamo se il termine utilizzato, apud (vicino, presso), indichi l’effettiva presenza di Ottone IV all’interno del castello che, a partire dal 1160-63 con l’intervento di Federico I Barbarossa, era diventato il centro dell’amministrazione imperiale per la Toscana. Tuttavia, ulteriori documenti, ci informano che Ottone rimase effettivamente a San Miniato dal 29 ottobre fino al 4 novembre 1209, mentre il 6 novembre successivo si era spostato a Fucecchio. Tale circostanza è significativa, poiché alla morte del Barbarossa, San Miniato aderì alla Lega di San Genesio (1197) e probabilmente, per un certo periodo, poté godere di una relativa autonomia. Il passaggio e la sosta dell’Imperatore da San Miniato segnò, dopo oltre un decennio, un netto riavvicinamento alla Corona. Verosimilmente, Ottone si preoccupò di riattivare la funzione amministrativa e militare del castello sanminiatese, in modo da raccordare con più efficacia la sua politica nella regione. Di questo ne è testimonianza l'accordo sancito con i Senesi (14 dicembre 1209), i quali si obbligarono a pagare un censo annuo alla Corona da pagare entro 15 giorni dopo la Pasqua presso il castello di San Miniato. Tuttavia, la necessità di favorire gli alleati Pisani – che disponevano di una flotta navale capace di effettuare una spedizione in Sicilia – costringerà l’Imperatore a sacrificare l’autonomia dei sanminiatesi.
Grazie alla serie di documenti pervenuti siamo in grado di seguire gli spostamenti di Ottone dopo la sua incoronazione: il 4 ottobre è a Roma, il 12 ottobre è a Montefiascone, il 21 ottobre è a Siena, il 25 ottobre a Poggibonsi, il 27 ottobre è a Castelfiorentino, il 28 è nuovamente a Poggibonsi, il 29 è a San Miniato fino al 4 novembre, fra il 6 e l’8 novembre è a Fucecchio e a partire dal 16 novembre è attestato a Lucca. Il 20 novembre è a Pisa, il 3 dicembre a Firenze, il 12 dicembre a Foligno.

TRASCRIZIONE. Di seguito è proposta la trascrizione del documento ricavata da F. Ughelli, Italia sacra sive de episcopis Italiae, et insularum adjacentium, rebusque ab iis praeclare gestis, deducta fserie ad nostra usque aetatem, Venezia, 1716, Tomo I, cc. 1147-1148. Un’altra edizione del testo è pubblicata in G. Lami, Sanctae Ecclesiae Florentinae Monumenta, Tomo I, Firenze, 1758, p. 351.

In nomine Sanctae, & individuae Trinitatis.
Octo IV divina favente clementia Romanorum Imperator, & semper Augustus. Ad eternae vitae premium, & temporalis Imperii icrementum, apud Creatorem omiunm nobis maxime proficere non ambigimus, si in Ecclesia Dei, & religiosis personis gratie nostreae subsidum, & Imperialis deensionem majestatis siudeamus propensius impertiri. Quapropter notum facimus universis imperii fidelibus praesentibus, & futuris, quod nos intuiu Divine retributionis monasterium, & totum conventum S. Galvani Cisterciensis ordinis, quod monasterium situm est in Episcopatu Volaterrano in monte Sepio, eo quod personas ibi existentes in eo ordine devotas, & Deo, & maxime religiosae esse audivimus, cum personis omnibus ibidem Deo famulantibus, & universis bonis, obedientiis, & pertinentiis suis, in spiritualem majestatis nostre protectionem recipimus ispusm monasterium, & locum, personas omnes, & obedientias, & universa ad ipso pertinentia, quae nunc habent, vel in posterum dante Domino poterunt juste adipisci, ab omni data, collecta, tributis, Angaria, seu Pangaria manere publicae functionis, & ab omni gravamine, vel exactione cujuscumque personae in perpetuum libera esse decernentes, quorum quaedam certis nominibus duximus exprimentda; Montem Sepium, in quo ispsum Monasterium est fundatum cum nemere, & omnibus adjacentibus, & quidquid habentur in curte, & districtu de Berignone, cum suis pertinentiis, & quidquid…. In villa de Lamole, in curte de Clusino, & de Fruofine de Monticiano, sicut Ildebrandus Vulterranus Episcopus haec omni ipsi dedit, & concessit. Adjiimus etiam quidquid habent in curtibus de Sticiano, & de Lactaria, Campum, quoque de Valorosi situm juxta Abbatiam Ardingam ab Antecessore nostro Henrico Romanorum Serenissimo Imperatore ipsis datum, & concessum insuper Abbatiam de Guiniano à Romano Innocentio summo Pontifice ipsius concessam, cum omnibus suis obedientiis, & pertinentiis. Haec autem omnia sicut praenotata sunt, cum pascuis, nemoribus, silvis, terris, cultis, & incultis, aquis, aquarumvè decursibus, & cum omni utilitate ispi confirmamus. Concedentes, ut in causis forensibus licitum eis sit syndicum, vel procuratorem constituire. Nullae quoque constitutions locorum, vel civitatum contra ius… ipsois praejudicet. Nulla quoque persona, nullaque Civitas, vel Commune, vel locus ipsos prohibire debeat, quominus extrabant vel exportent, quae ispsium ad domos, & fratrum in victum, & personarum suarum sustentationem sunt necessaria. Statuimus quoque, & jubemus, ut fires adique praedicte domui, & suis pertinentiis ab aliqua, vel aliquibus fuerint ablatae, & ad manus aliquorum devenerint locorum, tamdiu eas retineant, quousqj debitum unde praedicti fratres accipiant justitia. Ad haec de speciali liberalitatis nostrae gratia ipsis indulgemus, quatenus omnes, qui se ad ordinem illum transferre nolverint, licite, & libere ipsium possint cum omnibus rebus suis mobilibus, & immobilibus, quas eis dederint, recipere, nisi sit servus, volentes, & statuentes, ut ab omni passagio, vel pedagio, quod possessionibus, rebus, personis, & animalibus eorum ad ipsas aliquo modo pertinentibus omnino liberi sint, & absoluti. Sancimus itaque, & constituimus, ut nullus Archiepiscopus, Episcopus, Dux, Marchio, Comes, VIcecomes, nulla Civitas, nullumque Commune, nullaque omnino persona humulis, vel alia, seaecolaris, vel ecclesiastica contra hanc serenitatis nostrae concessionem venire audeat, vel in aliquo praedictum Monasterium, aut fratres aliquatenus perturbare, quod qui fecerit, in ulrionem suae temeritatis 60. Libras auri puri pro poena componat, dimidium Camerae nostrae, & reliquum passis iniuriam. Ad cuius rei certam in perpetuum evidentiam praesentem paginam inde conscribi iussimus, & majestatis nostrae sigillo communiri.
Signum + Domini Ottonis. Datum apud S. Miniatum per manum Gualterii Imperialis Aulae Prothonotarii, anno Inc. 1209, pridie Kalendis Novembris, indictione XII.

San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi

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