sabato 11 febbraio 2012

IL VESCOVO FRANCESCO POGGI

di Francesco Fiumalbi

Il Vescovo Francesco Poggi (Firenze, 26 maggio 1661 – San Miniato, 15 aprile 1719) è considerato la figura che dette avvio ad una considerevole stagione di crescita per la Città di San Miniato nel Settecento.
Episcopo sanminiatese dal 1703 al 1719 (1), fu un uomo dotato di grande personalità: fervido ed umile assieme, attento alle tradizioni sanminiatesi, con lo sguardo decisamente volto al futuro.
Impressionante è il suo programma, dato che riuscì ad occuparsi della giovane Diocesi di San Miniato, eretta appena nel 1622 (2), da molti punti di vista.
E’ considerato un “vescovo costruttore”, attento sì agli sviluppi urbanistici e architettonici della sede diocesana, come trasposizione nella pietra del proprio programma pastorale.
E’ pur vero che i traguardi raggiunti non sarebbero stati possibili senza quei presupposti creati dai suoi predecessori, Mons. Pichi e Mons. Michele Carlo Cortigiani, di cui il Poggi si fece elemento propulsore straordinario (3).

Stemma episcopale di Giovanni Francesco Maria Poggi
Rielaborazione dello stemma stampato nella copertina del libro del Sinodo, 1707
Disegno di Francesco Fiumalbi

Il complesso rapporto fra istituzioni civili da una parte, ed ecclesiastiche dall’altra, che andò delineandosi fra il ‘600 e il ‘700, fu contraddistinto da spinte riformistiche volte a rafforzare il potere giurisdizionale granducale. I fermenti antiromani serpeggiavano ovunque in Toscana, e si fondavano in special modo sulla dottrina teologica Giansenista. In questo contesto, il programma del Poggi fu chiaramente improntato verso un sistematico recupero dei principi morali (4). Questo “manifesto” si tradusse, in buona parte, in un imponente programma architettonico: dignità della Cattedrale che fu significativamente restaurata; attenzione alla formazione del nuovo clero e quindi l’ampliamento del Seminario; coinvolgimento della popolazione alla vita cristiana e alle sue “opere” laicali, che si tradusse nella costruzione del Santuario del SS. Crocifisso di Castelvecchio, nella fondazione dell’Ospedale di San Nicola di Bari e nella costituzione della Confraternita di Misericordia; richiamo al diritto canonico e alle costituzioni apostoliche con la convocazione del sinodo diocesano (5). In questo suo difficilissimo programma, fu senz’altro determinante la sua grande preparazione teologica e filosofica come risulterà chiaro dalla bibliografia, che proponiamo più avanti.

Palazzo Vescovile, Diocesi di San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi

Possiamo così sintetizzare la sua attività di riorganizzazione pastorale, e architettonica, nel periodo della sua carica episcopale:
1703, Giovanni Francesco Maria Poggi viene consacrato Vescovo di San Miniato (6). Eletto il 15 febbraio, consacrato a Roma il 24 febbraio 1703.
1704, inizio dei lavori per il Seminario (7).
1705, inizio della costruzione del Santuario del SS. Crocifisso di Castelvecchio (8).
1706, realizzazione il soffitto ligneo della navata centrale della Cattedrale (9); si adopera presso il Papa Clemente XI per confermare la regola domenicana presso il monastero della SS. Annunziata a San Miniato (10).
1707, viene indetto il Sinodo Diocesano (11) e vengono dipinti il coro e la volta e rialzato il “finestrone” all’interno della Cattedrale (12).
1708, vengono intagliati i soffitti delle navate laterali della Cattedrale (13)
1709, viene ridecorata la cappella concessa alla Congregazione del Suffragio nella Cattedrale (14) e dedicata a Santa Maria Maddalena dei Pazzi, i cui lavoro avranno termine l’anno seguente (15).
1710, promuove istruzioni e disposizioni per i monasteri femminili della Diocesi (16) e viene costruita la cappella di San Filippo Benizi nella Cattedrale (17)
1711, promosse la ristrutturazione della chiesa e l’ampliamento del monastero di Santa Maria Novella e San Michele Arcangelo a Santa Croce sull’Arno, detto Monastero di Santa Cristiana (18).
1713 si concludono i lavori al Seminario (19)
1714, viene fondato l’Ospedale di San Nicola di Bari presso la chiesa dei SS. Jacopo e Filippo di Pancole (20) e viene costruita la cappella di San Francesco di Paola nella Cattedrale (21).
1716, viene fondata la Confraternita Misericordia di San Miniato (22)
1718, si concludono i lavori di muratura al Santuario del SS. Crocifisso di Castelvecchio (23)
1719, il Vescovo Poggi muore dopo 16 anni alla guida della Diocesi di San Miniato (24)

Le pubblicazioni conosciute, curate direttamente dal Vescovo Poggi furono:
- Synodus Dioecesana Miniatensis Celebrata in Ecclesia Cathedrali [...] XII. et XI. Kal. Julii MDCCVII. , Lucca, Venturini, 1708.
- Documento contenente disposizioni per i monasteri femminili (?), Lucca, 1710
- Memorie della vita del servo di Dio P. Giulio Arrighetti, Lucca, Venturini, 1713.

Francesco Poggi nell’arte:
- Anonimo, Ritratto di Giovanni Francesco Maria Poggi, olio su tela, San Miniato, Palazzo Vescovile.
- Masi Tommaso, Monumento funebre di Giovanni Francesco Maria Poggi, marmo bianco, San Miniato, Cattedrale.
- Amalia e Giovanni Duprè (?), Mezzobusto per il monumento funebre di Giovanni Francesco Maria Poggi, marmo bianco, San Miniato Cattedrale.
- Anonimo, Ritratto di Giovanni Francesco Maria Poggi, affresco, Firenze, convento della SS. Annunziata, chiostro.
Seminario Vescovile di San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi

Di seguito sono proposti due brani, pubblicati rispettivamente nel 1719 e nel 1722, che forniscono una serie di dati biografici del Vescovo Poggi finora poco conosciuti (nelle pubblicazioni recenti non se ne fa menzione).

Giornale de’ Letterati d’Italia, Tomo XXXII, anno 1719, Gio. Gabriello Hertz, Venezia, 1719, pagg. 513-514.

ARTICOLO XV
VI

Di Monsig. GIOVANFRANCESCOMARIA POGGI, Vescovo di San Miniato, morto quest’anno, il dì 15 aprile, poco più noi ora diremo, di quel che leggesi nell’aggiunte fatte dal Sig. Dottore Niccolò Coletti all’Italia Sacra dell’Ughelli, tomo III, dell’ultima edizione, col. 282. Fu egli cittadino Fiorentino, nato l’anno 1647. 26. Maggio; l’anno 1661. 26. Maggio vestì l’abito dell’ordine de’ Servi di Maria Vergine. Lesse filosofia e teologia più anni in sua religione, e v’ebbe il titolo di Maestro. Il credito sella sua bontà, senno, e dottrina gli fecero avere la carica di Consultore del Santo ufficio in Firenze, e la lettura di teologia nell’Università di Pisa. Governò più conventi della sua religione; fu segretario del Provinciale di Toscana; e finalmente Commessario Generale per lo spazio di dodici anni, allorchè l’anno 1703. Il dì 24. Di febbraio fu consacrato in Roma Vescovo di San Miniato, la qual dignità egli tenne finchè visse. Morì nella sua residenza, essendo nell’anno settantesimo secondo, e nella sua cattedrale ebbe decente sepoltura, lasciando ottima fama del suo sapere nell’opere da se scritte; della sua vigilanza e del suo zelo nelle sante ordinazioni da se date alla sua diocesi; e un ottimo odore dell’integrità de’ suoi costumi. Il Padre Maestro Fr. Costantitomaria Baccioni, Fiorentino, religioso del Convento della Nunciata, ne ha tenuto esatta memoria delle cose appartenenti alla vita di questo degnissimo Prelato e delle stesse promette a noi una persona assai erudita di raccoglierne più distinte notizie, per poi tessere un elogio convenevole, da inserirsi in uno dei seguenti Giornali.
A.R.

Ospedale San Nicola di Bari
oggi Casa di cura per anziani “Del Campana Guazzesi”
Foto di Francesco Fiumalbi


Giornale de’ Letterati d’Italia, Tomo XXXIII, parte II, anni 1719-1720, Gio. Gabriello Hertz, Venezia, 1722, pagg. 262-272

ARTICOLO XI

Elogio di Monsig. GIOVAN-FRANCESCO-MARIA POGGI, Vescovo di San Miniato al Tedesco, descritto dal Sig. SALVINO SALVINI, Canonico della metropolitana di Firenze

L’Insigne religione de’ Servi di Maria Vergine, nata in Firenze l’anno 1233. da sette nobili Beati Fiorentini, che ne furono i felici fondatori, produsse in ogni tempo uomini famosissimi non meno nella santità della vita, che nell’eccellenza della dottrina, e nelle cariche e dignità di primo lustro nella Chiesa di Dio. Già nel tomo XXXII del Giornale de’ letterati d’Italia (a) s’è fatta menzione di Monsignor GIOVAN-FRANCESCO-MARIA POGGI, illustre figliuolo di quella religione, e morto Vescovo vigilantissimo di San Miniato, e in tale occasione si promesse di darne più distinto ragguaglio. Per servire dunque all’impegno, si aggiungerà qui poco più di quello, che in detto Giornale è disteso, oltre a quel che di lui si parla dal Sig. Dottore Niccolò Coleti nel III. Tomo dell’Italia Sacra dell’Ughelli.
Giovanmaria d’Antonio Poggi, e Santa di Cosimo Tofani, onorati cittadini Fiorentini, furono i genitori di Lucantonio, che tale ebbe nome al sacro fonte di nostro Prelato.
Rinacque poi a nuova vita nella religione nel giorno anniversario della sua nascita, che cadde allora nella solennità dell’Ascensione del Signore, e dell’età sua l’anno quattordicesimo, prendendo il nome di Fra Giovan-francesco-maria, nel celebratissimo convento della Nunziata di Firenze. E appunto dagli anni suoi teneri prendendo l’aria e l’educazione della religione, quivi diede ottimi saggi di sua pietà e di sua dottrina; mentre, essendo salito per tutti i gradi al meritato posto di Generale del suo ordine, fu stimato poi degno del carattere di Vescovo. Di anni ventisette ricevé in patria la laurea dottorale di teologia nell’università de’ teologi Fiorentini. Quindi assunto alla cattedra di tal facultà nello studio pubblico di Pisa, ebbe campo di far conoscere il suo profondo sapere in quella celebre università; onde poté meritar l’onore di Teologo del Principe Cardinale Francesco-maria di Toscana, e in Roma la carica di Consultore della disciplina regolare, oltre a tutte le altre onoranze mentovate nell’antecedente Giornale. Per anni dodici sostenne con molta sua gloria il generalato di sua religione, nel qual tempo egli promosse le sontuose fabbriche e restaurazioni della chiesa e del convento suddetto della Nunziata, ereggendovi il bel vaso d’una grande eruditissima libreria.

Santuario del SS. Crocifisso di Castelvecchio
Foto di Francesco Fiumalbi

Gli fu offerto nel 1697. il vescovado di Civita Castellana, che egli accettare non volle. Ma il nostro degnissimo Generale ricusar non poté il vescovado di San Miniato al Tedesco, vacato per la traslazione di Monsig. Michel-carlo Visdomini Cortigiani alla chiesa di Pistoia e di Prato, dalla vigilante pietà del Granduca Cosimo III. ben volentieri nominato nominato alla Santità di Clemente XI che bene il conosceva. Fu perciò in Roma consacrato Vescovo il dì 24 di febbraio del 1703 nella chiesa di San Marcello per mano del Cardinale Sebastiano Antonio Tanara.
Gito alla sua diocesi, non si può mai a bastanza spiegare, con quanta assiduità e diligenza egli impiegasse il suo talento nelle visite, nella disciplina del clero, nelle predicazioni, che bene spesso egli medesimo faceva con grande zelo, e in tutte le sue pastorali incombenze. Adunò pubblicamente il sinodo diocesano l’anno 1707 e in un grosso volume stampandolo in Lucca, il pubblicò a utilità del clero; e avendovi fatte poi non poche aggiunte, il ristampò l’anno 1710. E l’anno dopo avendo disteso ancora un sinodo utilissimo per le monache, similmente con le stampe di Lucca lo diede in luce.
Né contento d’essersi adoperato indefessamente nella riforma de’ costumi, e nel ripulimento della anime della sua cura commesse, pose anche ogni studio in adornare di sacre fabbriche la sua città, per maggiore decoro del culto di Dio, e per insinuare vie maggiormente la devozione ne’ popoli. Principiò a tal effetto nel 1706 la fabbrica in aggiunta al seminario, adornandolo e faccendolo molto più comodo; in servigio del quale il Sig. Domenico Stecchi, sacerdote Fiorentino, e rettore e maestro del medesimo, stampò due utili opuscoli, dedicandoli al nostro zelantissimo Vescovo; il primo intitolato: “La poesia universale”, ec. il secondo: “Fundamenta latine sciendi”, ec.
Abbellì similmente la sua chiesa cattedrale, ove alzò due cappelle, dedicate, l’una a San Filippo Benizzi, e l’altra a San Francesco di Paola. Ma l’opera maggiore, ov’egli impiegò ogni sua premurosa sollecitudine, fu la magnifica chiesa, da lui fondata di nuovo, per collocarvi la miracolosa immagine del Crocifisso, che in quella città è con grandissima devozione venerata.
Gettò egli la prima pietra fondamentale per questo sacro edificio il dì 3 di maggio del 1706 e con l’altrui generoso sussidio, e con le proprie entrate, lo vedde condotto alla fine, com’egli è al presente, adornato di varj marmi e stucchi, con ispesa che passò la somma di quattordicimila scudi; e l’anno 1718 del mese di luglio vi collocò solennemente la detta santa immagine; e nell’oratorio da cui la trasse, vi adattò l’immagine di Maria Vergine di Loreto. Nella medesima città ridusse all’uso moderno la chiesa di Pancoli, abbellendola, e consacrandola nel 1715. Accanto ad essa l’anno avanti diede principio allo spedale de’ poveri infermi, ereggendovi un altare a San Noccolò di Mira, oltre all’entrate che vi lasciò per lo sostentamento dell’altri menditicità: il che tutto, per una città piccola, com’è San Miniato, riesce di non poca utilità, bellezza, e decoro.

Stemma dell’Arciconfraternita di Misericordia, San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi

Da tutti questi pensieri egli non disgiunse mai l’applicazione a’sacri studi, dandone segnalati saggi nella compilazione de’suddetti Sinodi, e della Vita del buon Servo di Dio, Padre Giulio Arrighetti, Fiorentino, Generale dell’ordine suo, vivuto e morto in concetto di straordinaria bontà; dedicata dall’autore a’suoi Padri e confratelli Serviti, a’quali afferma, d’avergli date grande impulso a fare tal Vita, l’esser stato scolare nell’età sua giovanile, confidente nell’età più adulta. E segretario nel lungo tempo del generalato di quel degnissimo religioso; onde poté stenderla, quanto con affetto, con altrettanta verità, come testimonio, il più delle volte, di veduta; non lasciando di spargersvi per entro, con bella proprietà di toscana eloquenza, riflessioni sode ad ogni tanto, e massime principali di cristiana filosofia, corredati con molti passi della Sacra Scrittura e de’santi Padri. De quella Vita, che fu stampata in Lucca, nel 1713 se n’è fatta menzione nel tomo XV del Giornale pagina 440 con lode del nostro insigne Prelato.
Finalmente pieno d’anni e di meriti, dopo aver sofferta una penosissima infermità d’asma e idropisia, rendé l’anima al suo fattore il dì 15 d’aprile a ore 17 del 1719 nelle braccia del Padre Maestro Luigi-maria Garbi, continuatore degli Annali de’Servi, di cui pure s’è fatta menzione nel XXXII Giornale, che da lui, come suo confidente, chiamato fu da Pisa ad assisterlo in quel punto estremo.
Dopo la celebrazione delle solenni esequie, fattegli dal suo dilettissimo gregge, afflittissmo per la sua morte, ebbe sepoltura, conforme al suo desiderio, nella chiesa cattedrale, avanti la cappella da lui dedicata, come s’è detto a San Filippo, propagatore de’Servi di Maria Vergine, e con questa semplice devota iscrizione, da lui medesimo molto tempo fa preparatasi, e fatta intagliare in marmo, per iscolpir nel suo cuore il salutevole pensiero della morte.

OSSA
MISERRIMI PECCATORIS
F. IO FRANC. M. POGGI. FLORENT
ORD. SERVOR DEI PARAEALUMNI
ET EPISCOPI MINIATENSIS
HIC REQUIESC IN P.
(in realtà l’epigrafe è costituita solo dalle parole OSSA MISERRIMI PECCATORIS HIC REQUISCUNT, n.d.r.)

Chiesa del Monastero di Santa Maria Novella e San Michele Arcangelo
Santa Croce sull’Arno
Foto di Francesco Fiumalbi

Ma una tanta umiltà non volle restar punto addietro la grata riconoscenza de’Canonici della sua chiesa. Onde avendo determinato di fabbricare un nobil sepolcro al lor diletto Pastore presso alla suddetta memora, ne fecer distendere l’inscrizione al Sig. Abate Antonmaria Salvini, per collocarvela in questo tenore.

D.O.M.
Is qui peccatorem se vocatiustus floret ut palma. Summis in Servorum B. M. V. ordine perfunctus honoribus, mox hujus sacrae sedis Antistes, seminarium perficiendo, nosocomium exaedificando,  sacram J. Chr. Crucifixi aedem a fundamentis erigendo, aliaque pietatis munia sollicite obeundo: vir summa integritate, religione, doctrina, con stantia, omnes episcopi, idest terrestris Angeli, partes implevit.
Obiit ann. Aetatitis suae LXXII
Patri benemerenti Canonici Miniatenses, ejus memoriae devoti, posuere A.S. MDCCXVIIII

Fu egli di statura giusta e di forte complessione, grande di spirito, elevato d’ingegno, nemico dell’ozio, amator delle lettere e d’ogni virtu, frugale nella mensa, e in ogni sua azione attento e sollecito. Non solo nel convento de’Servi di Pisa, ma in quello tanto celebre di Firenze, erede de’suoi libri e d’altro, come che egli di quello era figliuolo, gli furono celebrate solenni esequie, lasciando la consolazione al suddetto Padre Garbi di farne quella memoria, che la lunga pratica avuta con effetto lui somministrerà alla sua dotta penna nella continuazione degli Annali del suo ordine generabilissimo.


NOTE BIBLIOGRAFICHE
(1) Simoncini Vasco (a cura di), San Miniato e la sua Diocesi, CRSM, Edizioni del Cerro, Pisa, 1989, pagg. 76-81.
(2) Simoncini, Op. Cit., pag. 31.
(3) Richetti Paola, Il vescovo Poggi a San Miniato: arte e devozione nel primo Settecento, in Maria Adriana Giusti e Matteoni Dario (a cura di), La chiesa del SS. Crocifisso a San Miniato, restauro e storia, Umberto Allemandi & C, Torino, 1991, pag. 39.
(4) Moreschini Benedetta, Un binomio affiatato: il Vescovo Poggi e il Bamberini “pittor fiorentino”, in AAVV, La Cattedrale di San Miniato, CRSM, Pacini Editore, Pisa, 2004, pag. 126.
(5) Gagliardi Elisabetta, Vescovi sanminiatesi del Settecento, in Morelli Paolo (a cura di), San Miniato nel Settecento. Economia, Società, Arte., CRSM, Pacini Editore, Pisa, 2003, pagg. 160-161.
(6) Giornale de’ Letterati d’Italia, Tomo XXXIII, parte II, anni 1719-1720, Gio. Gabriello Hertz, Venezia, 1722, pagg. 265.
(7) Richetti, Op. Cit., pag. 39
(8) Matteoli Anna, Arte e storia del Santuario del Santissimo Crocifisso a San Miniato, in Bollettino dell’Accademia degli Euteleti, n. 45, 1976, pag. 36.
(9) Archivio di Stato di Firenze, Corp. Rel. Sopp. 119, f. 56, c. 690 in Moreschini, Op. Cit., pag. 125.
(10) Piombanti Giuseppe, Guida della Città di San Miniato al Tedesco, Tipografia Ristori, San Miniato, 1894, , in Matteoli Anna (a cura di), Guida storico-artistica di San Miniato, Bollettino dell'Accademia degli Euteleti, n. 44, 1975, pp. 60-61.
(11) Synodus Dioecesana Miniatensis Celebrata in Ecclesia Cathedrali [...] XII. et XI. Kal. Julii MDCCVII. , Lucca, Venturini, 1708.
(12) Archivio di Stato di Firenze, Compagnie Religiose Soppresse 119, f. 56, c. 690 in Moreschini Benedetta, Un binomio affiatato: il Vescovo Poggi e il Bamberini “pittor fiorentino”, in AAVV, La Cattedrale di San Miniato, CRSM, Pacini Editore, Pisa, 2004, pag. 125.
(13) Ibidem
(14) Archivio di Stato di Firenze, Compagnie Religiose Soppresse 2869 (Compagnia del Suffragio di San Miniato), CCCXXV, c. 10, in Moreschini Benedetta, Op. Cit., pag. 143.
(15) Piombanti, Op. Cit., p. 89.
(16) Giornale de’ Letterati d’Italia, Tomo XXXIII, parte II, anni 1719-1720, Gio. Gabriello Hertz, Venezia, 1722, pag. 266;
(17) Archivio di Stato di Firenze, Compagnie Religiose Soppresse 119, f. 56, c. 691, in Moreschini, Op. Cit., pag. 129.
(18) Marchetti Elisabetta (a cura di), Settecento anni di vita del Monastero di Santa Maria Novella e San Michele Arcangelo in Santa Croce sull’Arno comunemente detto di Santa Cristiana, CRSM, Pacini Editore, Pisa, 1994.
(19) Piombanti, Op. Cit., pag. 76.
(20) Archivio del Capitolo della Cattedrale di San Miniato, Inventari e prospetto di beni, n. 35, in Parentini Manuela, Chiesa di San Jacopo e Filippo di Pancole, in http://www.delcampana.it/NotizieStoriche.htm
(21) Archivio di Stato di Firenze, Compagnie Religiose Soppresse 119, f. 56, c. 691, in Moreschini, Op. Cit., pag. 129.
(22) Archivio della Curia Vescovile di San Miniato, Acta beneficialia, anni 1716-1718, A a/2, n. 1 in Richetti, Op. Cit. pag. 42; Rondoni Giuseppe, Memorie storiche di San Miniato al Tedesco, Tipografia Massimo Ristori, San Miniato, 1876, pag. 196.
(23) Matteoli Anna, Arte e storia del Santuario del Santissimo Crocifisso a San Miniato, in Bollettino dell’Accademia degli Euteleti, n. 45, 1976, pag. 44.
(24) Giornale de’ Letterati d’Italia, Tomo XXXII, anno 1719, Gio. Gabriello Hertz, Venezia, 1719, pagg. 513-514.

2 commenti:

  1. Vedo che l'articolo ora postato è molto diverso da quella di ieri , ridotto nelle dimensioni e con la scomparsa della parte da me ritenuta inesatta circa la fondazione della Compagnia della Misericordia.Ieri si leggeva che Poggi fondoà la Compagnia di San Filippo Benizzi detta della Misericordia, io invece sostengo, documenti alla mano, che fondò la Compagnia della Misericordia con patrono san Filippo Benizzi. Infatti lo stesso vescovo è chiaro nel decreto di fondazione. Esso dice: "....con la nostra autorità ordinaria che tenghiamo, fondiamo in questa nostra Cattedrale di San Miniato e nella Cappella da noi fabbricatavi a onore del glorioso S.Filippo Benizi nostro particolar protettore, una Ven. Compagnia sotto l'invocazione e titolo della Misericordia e sotto la protezione parimente di detto Santo..."E' esplicito il Poggi: la compagnia è "invocata" cioè chiamata con il titolo della Misericordia ed affidata alla protezione di San Filippo Benizi.

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  2. Beppe, hai sbagliato post!
    In questo qua si parla solamente del Vescovo Poggi.
    Come ti ho scritto nei commenti in fondo all'altro post, nel 1834 Mons. Torello Pierazzi parla esplicitamente di Compagnia dell'Addolorata (o dei Sette Dolori) e di San Filippo Benizi "detta" della Misericordia. E' lui che nel decreto dice, da qui in avanti la compagnia sarà della Misericordia ed avrà come protettori Maria Vergine Addolorata e San Filippo Benizi.
    Nello stesso 1834, approvati i nuovi statuti, la Misericordia si affilia alla Misericordia di Firenze. Da quel momento lì è Misericordia a tutti gli effetti.
    Francesco

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