domenica 11 marzo 2012

“MADONNA IN TRONO CON BAMBINO CIRCONDATA DALLE VIRTU’ CARDINALI E TEOLOGALI” (seconda parte)

di Alessio Guardini e Francesco Fiumalbi
Nella prima parte di questo intervento abbiamo accennato all’affresco denominato “Vergine che allatta il Bambino circondata dalle Virtù cardinali e teologali”, che si trova in quella sala del Palazzo Comunale che fino a pochi anni fa ospitava le sedute del Consiglio Comunale di San Miniato e che oggi deve il proprio nome proprio da questa pittura. Abbiamo parlato degli artisti che vi hanno lavorato e abbiamo accennato alla particolarità del soggetto che tratteremo in questo post. Faremo riferimento, in particolare, al carattere religioso di questo affresco e agli altri livelli di lettura che questa opera propone.

Vergine che allatta il Bambino circondata dalle Virtù cardinali e teologali
“Sala delle sette Virtù cardinali e teologali”, Municipio di San Miniato
Foto di Federico Mandorlini
Aut. Prot. N. 3302 del 9 febbraio 2011
E’ vietata la riproduzione

ARTE SACRA IN UNA SALA CIVICA

Giuseppe Piombanti, a proposito del nuovo palazzo civico, ricorda come gli uomini del tempo riconoscevano esser la religione la base di ogni pubblica e ben regolata amministrazione; e perciò in tutti i palazzi delle repubbliche del medio evo tu trovi la cappella (1). Non mancano neppure esempi di opere d’arte sacra all’interno di palazzi civici di molte città toscane: Siena, San Gimignano, Massa Marittima, solo per citarne alcune.
Nel caso sanminiatese, la Sala delle Udienze fu collocata esattamente al di sopra dell’Oratorio che a partire dal 1399 ospitò il SS. Crocifisso di Castelvecchio, a riconoscere fisicamente, ancor prima che idealmente, il ruolo di fondamento della religione sulle pratiche civiche.
L’affresco Madonna con Bambino circondata dalle Virtù Cardinali e Teologali è l’unico ad avere un soggetto sacro, a differenza degli altri affreschi presenti sulle pareti della sala (2). Cronologicamente risulta essere anche il più antico e, per questo, non è da escludere che i vari emblemi nobiliari siano stati realizzati in sovrapposizione a precedenti pitture, che soltanto analisi specifiche potrebbero rivelare.
Da un punto di vista religioso, questa composizione è più cristologica che mariana, sebbene il titolo ponga in secondo piano il Bambino a favore della Madre. Il soggetto principale è Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, ed è egli stesso Dio. L’aureola che circonda la testa del Bambino è l’unica con iscritta una croce, i cui bracci sono colorati di rosso: è questa, infatti, l’immagine principale attorno alla quale ruota tutto l’apparato figurativo.

Vergine che allatta il Bambino circondata dalle Virtù cardinali e teologali
“Sala delle sette Virtù cardinali e teologali”, Municipio di San Miniato
Foto di Federico Mandorlini
Aut. Prot. N. 3302 del 9 febbraio 2011
E’ vietata la riproduzione

I temi a cui si riferisce questa tipologia iconografica, denominata “Madonna del Latte”, possono esemplificarsi nella “divinità umanizzata” e nell’“umanità sacralizzata”. E’ Cristo che per mezzo dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo, (…) per la nostra salvezza (3); da notare la posizione del piede destro del Bambino che rappresenta un’allusione all’Eden: Cristo è colui che schiaccia la testa al diavolo fatto serpente e salva l’uomo, il Creatore soccorre la propria creatura, ma col sacrificio della sua vita. Essendo vero Dio, ma anche vero Uomo, la figura di Gesù Bambino mostra tutte quelle necessità fisiologiche proprie di un neonato: deve nutrirsi, e per farlo ha bisogno del seno della madre. Si tratta quindi di una scena “umana”, nella sua accezione reale. Gesù è raffigurato come un bambino vero, che sta in braccio alla propria madre, dalla quale trae il nutrimento.
La Madonna, accogliendo lo Spirito Santo, e rispondendo affermativamente al progetto divino pensato per lei (4), getta le basi per la sua sacralità. Tale aspetto è corroborato dall’utilizzo dell’aureola raggiata e dalla rappresentazione della stella dipinta in prossimità della spalla destra. Si tratta di una delle tre stelle (le altre due, non visibili, si troverebbero sulla spalla sinistra e sul copricapo) che simboleggiano la verginità di Maria prima, durante e dopo il parto.

Vergine che allatta il Bambino circondata dalle Virtù cardinali e teologali, particolare
“Sala delle sette Virtù cardinali e teologali”, Municipio di San Miniato
Foto di Federico Mandorlini
Aut. Prot. N. 3302 del 9 febbraio 2011
E’ vietata la riproduzione

Questa tipologia iconografica nasce e si diffonde nella Toscana del ‘300, proprio laddove si svilupperà quell’antropocentrismo che farà da base al Rinascimento. Un movimento che si rifà a tendenze sociali e insegnamenti religiosi sviluppatisi nella società tardo medievale, e che vede nella verginità di Maria e nel matrimonio sacramentale (col riferimento alla maternità all’interno del rapporto coniugale) il fulcro di un’intensa attività devozionale con i conseguenti sviluppi in campo artistico. In questo senso, le immagini sacre giungono a sottolineare, da una parte l’umanità di Dio incarnatosi, e dall’altra il ruolo sociale di sposa e madre che ogni donna, esattamente come la Vergine Maria, dovrebbe incarnare per aspirare alla santità. E non è un caso se dal ‘300 in poi, la santificazione di figure femminili avvenga, non soltanto in ambito conventuale, ma sia espressa anche nella famiglia e nella comunità, ad indicare anche come l’attenzione si fosse ormai spostata sulla sfera civica e urbana (5).
Il cercare di comprendere per quale motivo questa immagine sacra sia stata realizzata all’interno di una sala civica, implica non soltanto la valutazione della condizione femminile del tempo o il rinnovato riconoscimento dell’umanità del Figlio di Dio. Per far ciò occorre indagare anche il gesto dell’allattamento e, in particolare, il simbolo del “latte” all’interno delle Sacre Scritture.

Vergine che allatta il Bambino circondata dalle Virtù cardinali e teologali, particolare
“Sala delle sette Virtù cardinali e teologali”, Municipio di San Miniato
Foto di Federico Mandorlini
Aut. Prot. N. 3302 del 9 febbraio 2011
E’ vietata la riproduzione

Nella Bibbia, in particolare nell’Antico Testamento, l’immagine del “latte” viene utilizzata molte volte. In una civiltà legata alla pastorizia, come lo è stata quella ebraica, il latte è percepito come un dono della natura, non fabbricato, e considerato un nutrimento d’importanza vitale. Avere latte in abbondanza era un segno di ricchezza (6) e quindi l’immagine della madre che allatta il proprio figlio è uno dei simboli utilizzati per descrivere l’infinito amore, e premura, di Dio per il suo popolo (7). Il latte è poi citato, sempre nell’Antico Testamento, all’interno delle descrizioni relativamente alla ricchezza della Terra Promessa (8). Nel Nuovo Testamento, invece, la metafora relativa al latte assume anche il significato di nutrimento dei Figli di Dio. In particolare San Paolo vede il latte come l’annuncio del messaggio cristiano, in attesa del nutrimento solido, riservato da Dio ai cristiani maturi (9). Sullo stesso valore si pone anche San Pietro  che indica il latte come l’alimento, che è Gesù stesso, per crescere e raggiungere la salvezza (10). Abbiamo quindi due aspetti: l’allattamento, quale sacrificio, ma anche amorevole gesto verso il neonato che non può autosostentarsi e il valore del latte quale alimento di crescita, ma anche metafora di benessere. Il passaggio dalla teologia alla sfera civica è sottile. Il latte si farebbe simbolo del buon governo, che solo un buon amministratore (la figura del vicario nel nostro caso) può offrire ai suoi neonati, ovvero alla comunità che egli è chiamato a governare. E per questo dovrebbe sacrificarsi alla ragion pubblica, per il suo popolo, esattamente come una madre nei confronti del proprio figlio.

Vergine che allatta il Bambino circondata dalle Virtù cardinali e teologali, particolare
“Sala delle sette Virtù cardinali e teologali”, Municipio di San Miniato
Foto di Federico Mandorlini
Aut. Prot. N. 3302 del 9 febbraio 2011
E’ vietata la riproduzione

Nel prossimo intervento parleremo delle Virtù Cardinali e Teologali.

Si ringrazia il Comune di San Miniato, in particolare la Segreteria del Sindaco, l’Uff. Stampa e l’Uff. Cultura per la disponibilità e Federico Mandorlini per le fotografie.

NOTE BIBLIOGRAFICHE
(1) Piombanti Giuseppe, Guida della Città di San Miniato al Tedesco, Tipografia Massimo Ristori, San Miniato, 1894, rist. anastatica, Bollettino dell’Accademia degli Euteleti, n. 44, 1975, pag. 98.
(2) Per una trattazione più approfondita si rimanda a Roani Villani Roberta, La decorazione del Palazzo Comunale fra arte, storia e restauro, in Roani e Latini (a cura di), San Miniato, immagini e documenti del patrimonio civico della città, Ecofor, Pacini Editore, San Miniato, 1998, pagg. 36-55.
(3) Dalla preghiera “Credo”
(4) Il riferimento è all’episodio dell’Annunciazione, Luca 1,26-38.
(5) Celani Jennifer, Verginità Feconda, Il contesto storico-religioso, in Berruti Paolo, La sacralità umanizzata, in Berruti Paolo (a cura di), Madonna del Latte, la sacralità umanizzata, Edizioni Polistampa, Firenze, 2006, pagg. 13-15.
(6) Giobbe 29,1-6 e Isaia 60,16, in Leon-Dufour Xavier, Dizionario di Teologia Biblica, Marietti, Genova, 1976 rist. 2003, voce “Latte”, pagg. 579-582.
(7) Salmi, 131 (130) e Isaia 66, 10-13 in Leon-Dufour, Op. Cit., pagg. 579-582.
(8) Esodo 3,7-8 in Leon-Dufour, Op. Cit., pagg. 579-582.
(9) 1 Corinzi 3,1-3 in Leon-Dufour, Op. Cit., pagg. 579-582.
(10) 1 Pietro 2,1-3 in Leon-Dufour, Op. Cit., pagg. 579-582.


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