lunedì 12 novembre 2012

SAN MINIATO NE "LE CRONICHE" DI SERCAMBI 26/41

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CCCCLXXXIV. Chome le genti di Pisa cavalcarono apresso a Luccha prendendo pregioni e combactendo colle genti di luccha. [anno 1397]

Angelo Ardinghi, disegno tratto dall'originale
del Sercambi, conservato all'Archivio di Stato di Lucca
Edito in Salvatore Bongi (a cura di), Le Croniche di
Giovanni Sercambi, Vol. 2, Tip. Giusti, Lucca, 1892, p. 18.
Pubblicazione ai sensi L. 22 aprile 1941, n. 633, art. 70.

Essendo mosso il conte Alberigo e gran conestabile di quello di Siena per chavalcarc verso Pisa, essendosi scontrata parte della brigata del dicto conte colle brigate di Luccha a Vico Pisano, chom'è dicto, a di ultimo luglio e a dì primo ogosto dicto anno, venne, per la via da Chastelvecchio di Còmpoto, Lucha da Canale con .CC. chavalli, e assaglìo il terreno di Luccha per la via da Capannori, discorrendo presso a Luccha, passando il fiume, e pigiando pregioni e bestiame in molto numero. E ciò sentendo, il colleggio e 'l comsiglio di Luccha mandarono fuori alquante brigate da cavallo e da pie, e scharamucciando e lerendosi, molti dall'una parte et dall'altra funno feriti. Alla fine le genti di Luccha avendo ricoverato alquanti pregioni e bestiame, e non potendo perseguire le genti nimiche, si tornarono im Luccha e il dicto Lucha da Canale se n'andò in Valdiserchio in sul terreno di Pisa e menarne circha . . pregioni contadini di Luccha, et circha .LX. bestie grosse, e molto danno il giorno riceveo Luccha. E l' altre brigate del dicto conte tennero la via di là da Arno e acampàrsi presso a Pisa, a dì primo ogosto, .et erano in numero di .V.M cavalli, tra tristi e buoni. E di tal brigata il comune di Luccha molto dubitava, e per potere almeno al danno
riparare, mandò a Firenza per gente, la quale apresso a alquanti giorni i Fiorentini mandarono a Lucha, circha chavalli .CC.
Come avete udito, la perdita che Pisa avea facto del chastello di Sancervagio [San Gervasio, Palaia], et non avendolo ancora ricomquistato, pensò lo comune di Pisa e messere Iacopo d' Appiano, ora che le genti del conte Alberigo e gran conestabile è presso a Pisa, quello potere ricoverare. E a dì .III. ogosto in 1397 chavalcò gran parte della dieta gente e molti soldati di Pisa presso a Sancervagio e im quelle circhustantie. E ciò sentendo il comune di Fiorenza, ordinònno con Nanni del Bonecha che si mectesse in aguàito presso al dicto chastello con .V.C fanti provati e alquanti da chavallo. E cosi messo in effecto, le genti di Pisa, acampatosi per volere la terra ristringere, il predicto Nanni con quelle brigate si cacciò giù per lo monte adosso alle brigate di Pisa, e quelli messi in fugha, molti ne funno morti e feriti. E im questo modo si levò il campo d' intorno dal dicto chastello, e tornarono alle circustantie chome al Ponte di Saccho in Valdera, al fosso Armoniche, e parto socto Santamaria a Monte, e per quelle contrade dannificando d'ongni intorno.
E perchè a Pisa sia molta gente d' arme e Luccha abbia pieciola brigata, non resta però Luccha che non dannifichi Pisa da ungni parte quanto si può. E però dicho che a di .VII. ogosto in 1397, cavalcaron circha .XXX. cavalli di Luccha in Valdiserchio, e di quine trassero alquanto bestiame grosso et pigiarono .VI. pregioni, e salvi tornaro a Luccha con tucto.
E a dì .VIII, dicto mese, si mossero della brigata di Troccio, soldato da pie di Luccha, .VI. compagnoni da Nozzano et andorono socto Santamaria di Chastello, di quine trassero .VIII, buoi e quelli condussero per marina a Luccha.
Essendo le genti del conte Alberigo soprascripto in elle confini tra pisa e Santo Miniato, a di .VIII, ogosto ordinò il conte Alberigo asaltare le genti di Firensa et parte della brigata di Bernardone e di Sangiorgio, e le genti di Firensa si missero alla 'ncontra. E quando l'una parte e l'altra si scontrònno insieme, quazi alle .XXIII. hore del di, combactendo insieme, intanto che non adoperando lancia neuno delle parti, ma colle spade e daghe in mano essere venuti a tale strecta che colle mani si prendevano ferendosi et uccidendosi insieme, e gictando per terra l'uno l'altro. E di vero la brigata del duglia are' avuto Victoria, se non che in nelle brigate di Firenza erano molto arcieri a piedi, li quali ferendo molti cavalli et homini del duglia, intanto che fu di necessità tirarsi arictro, sì per le diete frizze, sì per li feriti di loro et di loro cavalli, sì per la sera che sopravenne, la qual fu cagione che tal bactagla si finisse per la sera. E molti anegarono in Gusciana dell'uno & dell'altro, e alquanti morti e molti fériti, e infra li altri che fu ferito, si fu messer Astore figluolo natuirale di messer Bernabò di Milano in nella boccha, homo valoroso.

Salvatore Bongi (a cura di), Le Croniche di Giovanni Sercambi, Vol. 2, Tip. Giusti, Lucca, 1892, pp. 18-20.

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