lunedì 12 novembre 2012

SAN MINIATO NE "LE CRONICHE" DI SERCAMBI 28/41

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DXIII. Chome la gente di Pisa cavalcò intorno a Luccha ardendo e rubando. [anno 1397]

Angelo Ardinghi, disegno tratto dall'originale
del Sercambi, conservato all'Archivio di Stato di Lucca
Edito in Salvatore Bongi (a cura di), Le Croniche di
Giovanni Sercambi, Vol. 2, Tip. Giusti, Lucca, 1892, p. 51.
Pubblicazione ai sensi L. 22 aprile 1941, n. 633, art. 70.

Avendo veduto io comune di Pisa e messer Iacopo d'Appiano lo danno che il comune di Fiorenza avea facto in sul terreno di Pisa, e vedendo le brigate fiorentine essersi ritraete a rietro, e sapendo che in Luccha non avea homini molti d'arme, e simile vedendo che il comune di Fiorenza al bizongno è tardo a mandare genti a Luccha, diliberònno i dicti Pisani di tal danno sopra di Luccha vendicarsi. E come diliberònno missero in eftecto, che a di 27 sectcmbre le brigate lusserò im pulito. E questo sentendo il collegio di Luccha, mandò lettore a Fiorenza che mandasero gente a difesa, e niente giovò, che il dicto dì cavalcarono le genti di Pisa da cavallo in numero .CCCC, et fanti .V.C et entrarono da Santa Maria del giudici e per la via da Calci, ardendo la maggior parte delle infrascripte ville: cioè Verciano, Massamacinaia, Vorno, San Iusto, Sancolombano, Sanpiero da Còmpoto, Santo Andrea, e tucto di là da Ozori verso i lago di Sexto Venendo, ardendo Guamo, Coselli, Mugliano, Santa Margarita, San Filipo, Sorbano, Sanpaulo, San Vito, Capainori, Lunata, Lamari, Marlia, Salissimo, Santangioro, l'Acquacalda, l'Anontiata, Montuolo. Et così circuitteno tucto Luccha ritornandosi in Valdiserchio, sempre ardendo, pigiando pregioni et bestiame, sensa avere alcuno contasto. E posto che in Luccha fusse delle genti fiorentine lance .CXL., a volersi trovare con nimici non si trovònno cavalli .C. Ora questo mostra chi specta tal soccorso. Et essendo in Luccha gomfalonieri di giustitia ìohanni Sercambi, el collegio col comsiglio diliberònno mandare  a Firenza imbasciata, oltra quella che v'era, per vedere la intentione de' Fiorentini et ricordare i danni ricevuti per non avere avuto l'aiuto presto, e quello che ancora si può ricevere, se prestamente non mandano brigate grosse. Et per fare tale imbasciata fu electo ser Simone Alberti et Stefano di Iacopo di Poggio, li quali andònno a di .XXVIII. settembre con una nota et pienamente Uniformati della 'ntentione di Luccha. E come funno partiti di Luccha e cavalcando, sopragiunse a Luccha Paulo Orsini con circha cavalli .CCC., li quali vennero per dannificare Pisa. E giunti che furono, sperando ristessero, subito si scripse a tucto il contado di Luccha che con tucte armi comparisseno a dì .XXVIIII. sectembre a Luccha. E simile si scripse a Bernardone chapitano Fiorentini che li piacesse, oltra le diete brigate, mandare almeno lande .CC. con intentione d'ardere e dannificare lo contado di Pisa. Or quello che seguio vi dicho, non che Bernardone mandasse più brigate, ma il dicto Paulo Orsini lo dicto di .XXVIIII. settembre si partìo colla sua brigata e ritornòsi a Saminiato. Per la qual cosa il colleggio e 'l comsiglio di Luccha diiiberònno mandare al dicto Bernardone e alli altri capitani imbasciaria con  imbasciata di condurcre a Luccha quanta brigata si potea; et così cavalcò là Iohanni Ser Nicolai et Iannocto caporale della brigata di Sangiorgio piciolino, per potere mecterc in effecto lo dannificare Pisa; e iti a dì 29 settembre a tardi e giunti a Saminiato, ebero dal dicto Bernardone che mandere Iohanni Colonna et Paulo Orsini colle loro brigate. E cosi si partiono e vennero a Luccha a di primo octobre in 1397 e sposarono intorno a Luccha. Ai quali caporali fu donato drappi e vigiliti, orso, pane, vino, cera et carni. E così dimorònno tucto quel dì, sempre Luccha facendo aparechiare brigate et victuagla, ordinando il danegiare Pisa e vendicarsi del danno ricevuto.

Salvatore Bongi (a cura di), Le Croniche di Giovanni Sercambi, Vol. 2, Tip. Giusti, Lucca, 1892, pp. 51-53.

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