venerdì 8 febbraio 2013

SAN MINIATO NELLE “ISTORIE PISTOLESI” D'ANONIMO 07/07





07 [1344] Sconfitta di Luchino Visconti e ritorno in Lombardia passando da San Miniato

Ora stanno la gente di M. Luchino, e cavalcano spesso le terre di quella contrada che si teneano per
lo Comune di Pisa, e faceauo grandissima guerra, e levavano grandissime prede di bestiame grosso, e ardeano le case, e faceauo grandissimo danno; e tutta quella brigata, la quale era ribella, forniano Io campo della gente di M. Luchino (la quale era a Colle Salvetti) di vettovaglia. E voglio che tutta gente sappia che se quella contrada non fosse ribellata, la gente di M. Luchino non vi potrebbe essere stata, perocché la vettovaglia era loro venuta meno, e non ne poteano avere da nessuna parte, e spesse volte avea nel campo loro grande necessità di pane e di vino. Molte volte cavalcavano quelli del campo presso all'antiporto di Pisa, ed i cavalieri di Pisa cavalcavano presso al campo loro, e l'una gente facea danno all' altra.
Ora, stando quelli del campo in tale maniera , la infermità era grande nel campo per lo lungo tempo che erano stati a campo; lo puzzo era terribilissimo, ed era sì grande e si pericoloso, ed anco aveano spesse volte necessità di vettovaglia , sicché non poteano sostenere, e sì levarono da campo, e cavalcarono in Maremma nelle contrade che si erano ribellate; e se nel campo avea infermità, in quelle contrade l'avea via maggiore, sicché non vi poteano durare, e molta buona genie vi morie, tra' quali fue M. Benedetto Maccaioni, lo quale era uno de' maggiori caporali di quella oste, ed sua posta e per suo amore era ribellata tutta quella contrada. Ora, vedendo gli altri caporali dell'oste che la infermità era così grande, e vedendo morire oggi l'uno e domane l'altro, deliberarono di partirsi della contrada, e tornarsi in Lunigiana per tema di non venire sì meno della gente loro che' Pisani non gli sconfiggessono; e, presa l'ordine tra loro del partire, subitamente una mattina molto per tempo si partirono della contrada, e ravalcarono verso lo castello di San Miniato; e tanto folle cavalcarono che molta gente rimase sfelata per Io affanno dell'andare, e per lo grande pericoloso caldo che era; e tanto cavalcarono che giunsono a Santa Gonda presso al castello di San Miniato , e quine si posarono tutta quella notte, e la mattina molto per tempo si partirono, e con le schiere fatte cavalcarono tanto quel giorno che giunsono la sera tardi al Ponte a San Quirici, presso alla città di Lucca a mezzo miglio. La notte sul mattino si levarono, e cavalcarono a Camajore ed a Pietrasanta, ed in quelle contrade; e quine, siccome quelle persone che erano state molto affannate, e la maggior parte di loro erano infermi per la corruzione dell'aere, e per quella molta fatica, e per lo mal vivere che fatto aveano stando a campo, si riposarono grande tempo, che non feciono alcuna contro a' Pisani, ne contro a' Lucchesi, ne' Pisani a loro. E voglio che tutta gente sappia, se i Pisani gli avessono voluti offendere quando si partirono da Santa Gonda e andarono al Ponte San Quirici, gli avrebbono sconfitti e morti; e non volsono per lo migliore.

Anonimo, Istorie Pistolesi ovvero delle cose avvenuto in Toscana dall'anno MCCC all'anno MCCCXLVIII, in Antonio Maria Biscioni (a cura di), Istorie Pistolesi ovvero delle cose avvenuto in Toscana dall'anno MCCC all'anno MCCCXLVIII e Diario del Monaldi, Firenze 1733, rist. Milano, Tipografia di Giovanni Silvestri, 1845, pp. 368-370.


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