venerdì 12 luglio 2013

L'ARME DEL COMUNE DI SAN MINIATO – LUIGI PASSERINI

a cura di Francesco Fiumalbi

Dopo aver trattato il sigillo “guelfo”, relativo ai Signori Dodici del Comune di San Miniato proposto da Domenico Maria Manni, proponiamo l'analisi effettuata da Luigi Passerini, erudito fiorentino (Firenze 1816-1876), sullo stemma del Comune di San Miniato, che egli inserì nella raccolta Le Armi dei Municipj Toscani illustrate dal cav. Luigi Passerini pubblicate per cura di Angiolo Mariotti incisore, Eduardo Ducci, Firenze, 1864, pp. 158-159.
Nel 1860 il barone Bettino Ricasoli commissionò una raccolta degli stemmi dei comuni toscani con cui omaggiare Vittorio Emanuele. La scelta del compilatore cadde su Luigi Passerini, il quale poteva vantare una lunga permanenza presso la Deputazione sopra la Nobiltà. Egli spedì una lettera a tutti i municipi richiedendo l'invio degli stemmi, da corredare con una descrizione riguardo la composizione dell'emblema e dei colori caratteristici.
Riguardo all'importanza dello stemma, come simbolo identificativo di una comunità e della sua storia, lo stesso Luigi Passerini ebbe a dire che “Le armi di una comunità debbono portare in sé scritta per quei simbolici segni che si dicono araldici la storia del paese, ossivvero il nome di quello, perché nobile distintivo è pur l'arme parlante”. Per questo motivo, a differenza della dissertazione del Manni, il Passerini allega agli stemmi, dipinti da Luigi Paoletti ed incisi da Angiolo Mariotti, soltanto una breve relazione incentrata unicamente sul simbolo. [Gli stemmi dei comuni toscani al 1860 dipinti da Luigi Paoletti e descritti da Luigi Passerini, a cura di Gian Pier Pagnini, Firenze, 1991, introduzione, pp. 14-15].
Riguardo specificatamente all'emblema della comunità sanminiatese, prendendo spunto dal sigillo e dalle notizie pubblicate da Domenico Manni nel 1743, il Passerini propone anche due datazioni per le “armi” descritte dal predecessore. Pur essendo storicamente plausibili, i dati cronologici sono privi tuttavia di qualsiasi riferimento documentario e per questo vanno presi con le dovute cautele. Mentre, da un punto di vista stilistico, lo stemma inviato dal Comune di San Miniato e pubblicato dal Passerini è davvero molto simile a quello raffigurato nell'antico bassorilievo collocato nell'atrio del Municipio, anche se non ha il “capo” con la croce, caratterizzante probabilmente la fazione Guelfa.
Da notare che il Passerini assegna, correttamente, il Comune di San Miniato al Compartimento di Firenze (il compartimento era la “provincia” nel periodo granducale). Infatti solo nel 1925 il Comune di San Miniato sarà scorporato dalla Provincia di Firenze per essere assegnato a Pisa.


Di seguito l'estratto da Le Armi dei Municipj Toscani illustrate dal cav. Luigi Passerini pubblicate per cura di Angiolo Mariotti incisore, Eduardo Ducci, Firenze, 1864, pp. 158-159:

Arme del Comune di San Miniato


«La leonessa armata di spada, argentea nel campo rosso, è l'arme antica del comune, e se ne ignora la origine; seppure non voglia ammettersi come simbolo del martirio del santo patrono che fu esposto nel circo delle fiere, quindi decapitato. Alcuna volta l'arme samminiatese portò i distintivi Angionini. Ed un sigillo del 1309 illustrato dal Manni li ha.
Quando poi nel 1355 si dettero a Carlo IV imperatore e ne riportarono amplissimi privilegi, i Samminiatesi convertirono la leonessa in leone per uniformarsi all'arme che era propria della famiglia del monarca, e per concessione gli posero una corona al di sopra del capo.»




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