lunedì 1 luglio 2013

IN PILLOLE [010] - LE FRANE A SAN MINIATO NEL 1772

a cura di Francesco Fiumalbi

Il centro urbano di San Miniato è situato su un lungo e stretto crinale. Sia la morfologia, che la composizione sabbiosa del terreno, fanno sì che la collina sanminiatese sia particolarmente interessata da fenomeni franosi. Infatti proprio per la particolare situazione geologica e orografica, nel 1965 il centro storico di San Miniato è stato inserito nell'elenco degli abitati da consolidare a spese e cura dello Stato. Aggiungiamo, a questa condizione di partenza, anche l'alta densità edilizia e un diffuso disinteresse alle opere manutentive, soprattutto per quanto concerne l'intercettazione e l'allontanamento delle acque, meteoriche o di scarico che siano.
Le intense precipitazioni dei primi mesi del 2013, unite alle criticità preesistenti, hanno ingenerato in tutto il territorio comunale decine e decine di frane, come abbiamo avuto modo di documentare. Particolarmente difficile la situazione nel centro storico con diverse frane che hanno interessato i Giardini Pietro Bucalossi e il sottostante Parcheggio di Fonti alle Fate, il versante dietro il Convento di San Domenico, diversi terrazzamenti sul retro delle abitazioni prospicienti via Paolo Maioli.

Frana Giardini Bucalossi e Parcheggio Fonti alle Fate
Foto di Francesco Fiumalbi, marzo 2013

Una situazione davvero molto simile a quella venutasi a creare nell'aprile del 1772. In quell'anno forti piogge provocarono situazioni critiche, interessando molte parti dell'abitato, con gravi danni alle fabbriche conventuali e a diverse abitazioni private. Addirittura, vista la gravità, il Granduca Pietro Leopoldo in persona, venne a San Miniato per sincerarsi della situazione!
Particolarmente colpite furono le costruzioni e i terreni che si affacciavano sulla valle di Cencione: il Monastero della SS. Annunziata (oggi Hotel San Miniato), il Palazzo Gucci (che si trova in Piazza del Popolo) e l'adiacente abitazione dei Martini (da localizzare fra la Farmacia Cheli e il Bar Cantini). Non mancarono situazioni di criticità anche nei pressi del Convento di San Domenico, della chiesa di Santo Stefano e sul retro di Palazzo Ansaldi, cioè nell'attuale via Paolo Maioli. Inoltre, mentre per l'orto di Santo Stefano e per quello della SS. Annunziata si parla di terreni franati, per le abitazioni Gucci e Ansaldi viene specificato che a cedere furono i “giardini”, cioè gli orti terrazzati sul retro degli edifici.
In conclusione, dovrebbe far riflettere seriamente, la circostanza che sia l'entità dei danni, così come la localizzazione di molte delle zone interessate dalle frane nel 1772, sono più o meno le stesse degli smottamenti del 2013!

Frana sotto San Domenico
Foto dell'Ass. Moti Carbonari “Ritrovare la Strada”, marzo 2013

Di seguito pubblichiamo gli estratti dalla Gazzetta Toscana che trattano delle frane a San Miniato nella primavera del 1772:

GAZZETTA TOSCANA, Tomo VII, n. 16, 1772, p. 62
Le continue piogge hanno cagionato qualche danno alle fabbriche della Città di San Miniato situate in poggio per essersi smottato molto terreno vicino ai loro fondamenti, ed in specie al Convento dei PP. Domenicani, e al Monastero delle religiose di detto Instituto.

GAZZETTA TOSCANA, Tomo VII, n. 17, 1772, p. 68
SAMMINIATO, 21 Aprile
Le piogge continove hanno qui cagionato del danno a diversi, e specialmente ai nobili sigg. Gio. Batista Gucci, e Ansaldo Ansaldi essendo rovinati i Giardini uniti alle loro abitazioni con pregiudizio delle loro fabbrice, come pure l'orto claustrale delle RR. Monache della SS. Nonziata, non avendo per altro niente sofferto i Conventi de PP. Domenicani.

GAZZETTA TOSCANA, Tomo VII, n. 21, 1772, p. 81
[…] Mercoledì 20 del corrente S. A. Reale mossa dalla solita sua paterna clemenza si portò dal Poggio a Caiano a S. Miniato per osservare lo smottamento del terreno, che hanno cagionato le piogge, ed in questa occasione visitò le Chiese di quella Città, e lo spedale degli ammalati, come pure quello degl'Innocenti. [...]

GAZZETTA TOSCANA, Tomo VII, n. 21, 1772, pp. 83-84
SAN MINIATO, 19 Maggio
Per dare al pubblico una idea delle Frane di Sanminiato, comunicheremo la relazione che ne abbiamo avuto, della quale però non intendiamo rispondere, sarebbe di mestieri descrivere la posizione di questa Città stessa, ma per brevità basti il sapere essere situata sull'eminenza di un lungo Colle composto quasi tutto di terre arenose, e da qualunque parte scolino le acque vi si vedono delle fosse, o più grandi, o più piccole.
Dalla parte di Tramontana facendo la Città una curva all'esterno di circa braccia 600 forma nel suo centro la maggiore di dette fosse fatta a vallone, la quale dal suo fondo alla sommità avrà l'altezza di braccia 140 circa, ove all'intorno sono piantate le case della Città; e al di fuori ben coltivata a ulivi, a gelsi, a parte boscata studiosamente ad oggetto di reggere il terreno.
Alla punta di detta curva, da Ponente è situato il Monastero delle Monache della Santissima Nunziata, ove al disotto dell'orto si è avvallato il terreno più di tre braccia, ed ha rovesciato, ed atterrato un pezzo di circa braccia 50 di lunghezza.
(Sarà continovato)

GAZZETTA TOSCANA, Tomo VII, n. 24, 1772, p. 94
Continuzione di San Miniato.
Essendosi ridotte universali le frane, e l'avvallamento che hanno cagionate le dirotte piogge, si da qui il seguito della relazione che trovasi al foglio n. 21.
Poco distante di qui per venire verso il centro della curva si mosse un apertura lungo la Casa del Nobile Sig. Giov. Batista Gucci seguitando lungo la casa del Martini per il tratto di circa braccia 160, e non più distante dalle case medesime di due braccia, la quale apertura si è andata sempre dilatando con essersi abbassato il terreno per la parte inferiore dove tre, dove quattro braccia, e lungo il granajo di detto sig. Gucci fino in dodici braccia, e la pressione del terreno medesimo ha fracassato fino ai suoi fondamenti un muraglione, ed atterrato molte piante di gelsi, e spaccati in più luoghi altri muri, ed in specie quelli che sostenevano l'orto della casa del Martini, e poco più basso dove era un folto bosco, si è questo distaccato in più luoghi, e a poco per volta si è precipitato nel fondo alla fossa, e tirato seco molti gelsi con essere tutto il resto del terreno crepato, e con grandi aperture, talmente che trovansi le predette case in un gran pericolo.
In più, e diversi luoghi all'esterno della Città sono seguite altre frane, ed in specie al giardino del sig. Cav. Ansaldi, all'orto del Paroco di S. Stefano dietro le Case Scarlatti, Campatelli, Tempestini, e altri con sotterramenti di ulivi, e altre piante, ed una seguita ora dietro la Casa Vannini, la quale ha portato via 17 grosse piante di ulivi, e due muraglioni, quali servivano per sostegno delle fabbriche.

Frana dietro le abitazioni di via Paolo Maioli
Foto di Francesco Fiumalbi, marzo 2013

Frana sotto l'ex Monastero della SS. Annunziata verso la Valle di Cencione
Foto di Francesco Fiumalbi, marzo 2013

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