domenica 1 settembre 2013

S. MINIATO NELLA NUOVA CRONICA DI GIOVANNI VILLANI 20/39


La prima parte delle Historie universali de' suoi tempi
di Giovan Villani Cittadino Fiorentino, Venezia, 1559

20 [anno 1313] LIBRO IX. CAPITOLO LI.
Come lo 'mperadore s'apparecchiò per andare nel Regno contro al re Ruberto, e si partì di Pisa.

«Fatto ciò, prese consiglio lo 'mperadore di non urlare co' Fiorentini e con gli altri Toscani, che poco n'avea avanzato, ma peggiorato suo stato; ma di farsi dal capo, e d'andare sopra il re Ruberto con tutto suo isforzo, e torregli il regno; e se venuto gli fosse fatto, si credea essere signore d'Italia: e di certo cosi sarebbe stato, se Iddio non avesse riparato, come faremo menzione. Egli s'allegò col re Federigo che tenea l'isola di Cicilia, e co' Genovesi, e ordinò che ciascuno il giorno nomato avesse in mare grande navilio di galee armate, in Alamagna e in Lombardia mandò per gente nuova,
e cosi richiese tutti i suoi sudditi e ghibellini d'Italia. In questo soggiorno in Pisa raunò moneta assai, e non dormendo, tuttora al suo maliscalco facea guerreggiare Lucca e Samminiato, ma poco n'avanzò. Nella state MCCCXIII, che soggiornò in Pisa, venutogli suo isforzo, si trovò con più di duemilacinquecento cavalieri oltramontani, i più Alamanni, e Italiani bene milecinquecenlo cavalieri. I Genovesi armarono a sua richiesta settanta galee, onde fu ammiraglio messer Lamba d'Oria, e venne col detto stuolo in Porto pisano, e parlò allo 'mperadore: poi n'andò verso il Regno all'isola di Ponzo. Il re Federigo armò cinquanta galee, e il giorno nomato, dì V d'agosto MCCCXIII, lo 'mperadore si parti di Pisa; e quello dì medesimo si trovò che lo re Federigo si parti coll'armata di Messina, e con M. cavalieri si puose in su la Calavra, e prese la città di Reggio, e più altre terre.
»

Croniche di Giovanni, Matteo e Filippo Villani secondo le migliori stampe e corredate di note filologiche e storiche, Vol. I, Trieste, 1857, p. 233.

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