a cura di Francesco Fiumalbi
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A seguito dell'attacco all'Etiopia, la Società delle Nazioni, nell'assemblea dell'11 ottobre 1935, comminò le “sanzioni” economiche contro l'allora Italia fascista. Ratificate ufficialmente il 7 novembre, divennero operative a partire dal 18 novembre 1935.
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A seguito dell'attacco all'Etiopia, la Società delle Nazioni, nell'assemblea dell'11 ottobre 1935, comminò le “sanzioni” economiche contro l'allora Italia fascista. Ratificate ufficialmente il 7 novembre, divennero operative a partire dal 18 novembre 1935.
Le
sanzioni colpirono la finanza con il blocco dei crediti, l'industria
con il blocco delle materie prime e il divieto di importare merci
italiane, l'esercito con il blocco del commercio di armi.
All'apparenza
le sanzioni dovevano mettere in ginocchio l'Italia e soprattutto
rendere la vita difficile al regime fascista, colpevole della
politica espansionistica nel cosiddetto “Corno d'Africa”.
Tuttavia, se da una parte la Germania e gli Stati Uniti non aderirono
alle sanzioni, dall'altra il regime ne approfittò per lanciare
quella che può essere ben definita la prima grande campagna
mediatica “fascista”. E riuscì a trasformare quella che era
comunque una difficoltà, in consenso popolare, che in questo frangente, probabilmente, raggiunse il suo apice.
“Autarchia”
è la parola-simbolo di quel tempo, ma non mancarono altri slogans e
si diffusero anche iniziative propagandistiche dal sapore ironico,
come questa cartolina.
Ogni
comune, ogni sezione del partito, fecero a gara per “manifestare”
la contrarietà del popolo italiano alle “inique” sanzioni. Per
esempio, ad Empoli collocarono un'epigrafe sulla facciata del municipio, e i
“balilla” vi si fermavano per sputare, nel vero senso della
parola, contro le nefaste disposizioni internazionali.
A
San Miniato non ci andarono tanto per il sottile, anzi pensarono di
fare le cose in grande. In quella che di lì a poco sarebbe diventata
la “Piazza dell'Impero” (l'“Impero” fu proclamato il 9 maggio del 1936 e la nuova intitolazione fu deliberata dall'allora Podestà Giuseppe Pellicini il 25 febbraio 1937), ma che si chiamava ancora
Piazza Gioacchino Taddei (e che nel dopoguerra diventerà Piazza del
Popolo), venne realizzata un'enorme scritta. Per la precisione, si
trovava sull'edificio che oggi ospita gli uffici di San Miniato
Promozione. Questo il testo:
18
NOVEMBRE 1935. A[nno]. XIV E[ra].F[ascista].
IL
POPOLO ITALIANO
RISPONDE
ALLE SANZIONI ME NE FREGO
Di
questa iscrizione rimane anche una splendida cartolina segnalataci da
Rossano Nistri:
Cartolina
segnalataci da Rossano Nistri
Utilizzo
ai sensi art. 70 comma 1-bis della
Legge
22 aprile 1941, n. 633
Cartolina
segnalataci da Rossano Nistri
Utilizzo
ai sensi art. 70 comma 1-bis della
Legge
22 aprile 1941, n. 633
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