a
cura di Francesco Fiumalbi
In
questo post è proposto un interessante progetto, relativo alla
costruzione di un Piccolo
Stabilimento
di Bagni Popolari,
che doveva essere costruito sopra il loggiato del mercatale, in
posizione sopraelevata rispetto al Piazzale Dante Alighieri.
Il
progetto, redatto nel 1913 dall'Ing. Raffaello Ciampalini, Capo
dell'Ufficio Tecnico Comunale, per conto della Pubblica Assistenza,
doveva servire la Città di San Miniato di un piccolo impianto
“termale”, probabilmente fornito anche di bagno turco e solario per le
cure elioterapiche. Era dunque una struttura di tipo “sanitario”,
contrariamente all'odierna vocazione turistico-ricettiva di tali
strutture. E infatti, non a caso, troviamo coinvolta la Pubblica
Assistenza.
In quegli anni erano in pochissimi ad avere una sorta di "bagno" in casa, e molti abitanti dei centri urbani spesso vivano in condizioni igienico-sanitarie ben peggiori rispetto a quanti abitavano in campagna. In molti non avevano né lo spazio, né gli strumenti per farsi il bagno in casa. Rossano Nistri, ricorda che un piccolo "bagno pubblico" era situato nel piano seminterrato sul lato settentrionale dei Chiostri di San Domenico (il lato verso la strada).
Infine, non dobbiamo dimenticare che all'epoca erano molto frequenti malattie come la tubercolosi, che richiedevano una lunga degenza in strutture sanitarie e tale scopo nacquero un po' in tutta Europa i cosiddetti “sanatori”. Per citare due esempi famosissimi, basta ricordare il Sanatorio di Purkersdorf progettato da Josef Hoffmann e il Sanatorio di Paimio in Finlandia progettato da Alvar Aalto.
In ogni caso, è evidente che la redazione del progetto fu possibile grazie anche al fatto che nel 1903 era entrato in funzione, seppur con alterni risultati, il primo acquedotto pubblico che portava l'acqua dalle Fonti di San Pietro fino al Capoluogo [in proposito: D. Fiordispina, M. Parentini, Pozzi, fonti, cisterne e acquedotti. L'approvvigionamento idrico a San Miniato e nel suo territorio dal XVIII all'inizio del XX secolo, FM Edizioni, 2009, pp. 21-27].
In quegli anni erano in pochissimi ad avere una sorta di "bagno" in casa, e molti abitanti dei centri urbani spesso vivano in condizioni igienico-sanitarie ben peggiori rispetto a quanti abitavano in campagna. In molti non avevano né lo spazio, né gli strumenti per farsi il bagno in casa. Rossano Nistri, ricorda che un piccolo "bagno pubblico" era situato nel piano seminterrato sul lato settentrionale dei Chiostri di San Domenico (il lato verso la strada).
Infine, non dobbiamo dimenticare che all'epoca erano molto frequenti malattie come la tubercolosi, che richiedevano una lunga degenza in strutture sanitarie e tale scopo nacquero un po' in tutta Europa i cosiddetti “sanatori”. Per citare due esempi famosissimi, basta ricordare il Sanatorio di Purkersdorf progettato da Josef Hoffmann e il Sanatorio di Paimio in Finlandia progettato da Alvar Aalto.
In ogni caso, è evidente che la redazione del progetto fu possibile grazie anche al fatto che nel 1903 era entrato in funzione, seppur con alterni risultati, il primo acquedotto pubblico che portava l'acqua dalle Fonti di San Pietro fino al Capoluogo [in proposito: D. Fiordispina, M. Parentini, Pozzi, fonti, cisterne e acquedotti. L'approvvigionamento idrico a San Miniato e nel suo territorio dal XVIII all'inizio del XX secolo, FM Edizioni, 2009, pp. 21-27].
Il progetto
sanminiatese non trovò compimento. Al momento se ne ignorano le
ragioni, che possono essere state le più varie: dai problemi
strutturali per la costruzione sopra il loggiato (che ha manifestato
precocemente segni di instabilità), a problemi economici legati ai
costi di costruzione, di gestione e di approvvigionamento dell'acqua
necessaria al funzionamento dell'impianto, alla morte in guerra
dell'Ing. Ciampalini nel 1916, fino alla successiva costruzione del
Padiglione Montegrappa nei pressi dell'Ospedale, costruito probabilmente per sopperire anche alle medesime necessità.
Il progetto prevedeva un edificio quadrangolare, collocato all'estremità sinistra del loggiato, e quindi, doveva in qualche modo assecondarne la curvatura. Due piani fuori terra, con
l'accesso che probabilmente era stato pensato dalla terrazza sopra
il mercatale, ancora oggi accessibile. Un'edificio abbastanza semplice, composto, senza apparenti divagazioni formali. Non ci è dato sapere circa la sistemazione degli elementi di finitura che, assecondando le istanze estetiche del periodo, avrebbero potuto accogliere le nuove linee dal gusto Liberty, o proporre una sorta patchwork neogoticheggiante, come avverrà negli anni successivi in alcune realizzazioni sanminiatesi (si veda, per esempio, la nuova sede della Cassa di Risparmio, inaugurata nel 1922).
Quella proposta di
seguito è l'unica immagine che sembra essere rimasta del progetto.
E' tratta dal numero UNICO “di saggio”, Anno I, del periodico
quindicinale “L'Aurora”, pubblicato a San Miniato il 15 luglio
del 1913. Tra l'altro, nella redazione del giornale, col ruolo di
“Amministratore” figura proprio il nome dell'Ing. Raffaello
Ciampalini, lo stesso del progetto.
progettato
dall'Ing. Raffaello Ciampalini e che
dovrebbe
sorgere in San Miniato, sul loggiato del Piazzale, per
iniziativa
della locale Società di Pubblica Assistenza
Ripr.
Fot. V. Mannelli – Fotoincisione Lunati Firenze
Immagine tratta da
“L'Aurora”, Anno I, numero Unico,
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