venerdì 26 dicembre 2014

G. PIOMBANTI – GUIDA DI SAN MINIATO – SAN MICHELE ARCANGIOLO E S. STEFANO PROTOMARTIRE



Estratto da G. Piombanti, Guida della Città di San Miniato al Tedesco. Con notizie storiche antiche e moderne, Tipografia M. Ristori, San Miniato, 1894, pp. 103-105.

[103] SAN MICHELE ARCANGIOLO E S. STEFANO PROTOMARTIRE

Questa chiesa antica, indicata comunemente col solo nome di S. Stefano, è nominata nella bolla di Celestino III del 1194, più volte citata. Dicono esistesse prima del mille e fosse a S. Isidoro dedicata; dipoi a S. Stefano. [104] Mons. Michele Mercati avendo, nel 1583, dal vescovo di Lucca ottenuto, come dicemmo, di poter demolire la cadente chiesa di S. Michele in rocca, già edificata per servizio religioso dei soldati, il suo titolo a quello di questa parrocchia venne unito. Piccola era la prima chiesa, ed aveva l’accesso dalla via di Castelvecchio per un cavalcavia sullo sdrucciolo dei Mangiadori. Tutto col tempo corressero, dando migliore sistemazione, e facendo anche più grande la chiesa. Nel maggio del 1715 mons. Poggi la consacrava. Innocenzo VIII, oltre la chiesa di Pancole, ammensò al Capitolo di S. Miniato anche la cappella di S. Anselmo vescovo di Lucca, che in questa chiesa esisteva. Fra i molti illustri e benemeriti suoi parroci, Gregorio Buonaparte è da annoverarsi come suo particolare benefattore. Poiché non solo tutta la chiesa quasi cadente generosamente restaurò, ma eziandio la provvide di molti sacri arredi. Il vescovo Domenico Poltri in attestato di gradimento e di riconoscenza, nel 1758, dichiarava prioria questa parrocchia. Altro suo benefattore si fu il priore Carlo Pescini, poi vicario generale della diocesi come il Buonaparte; il quale, aiutato efficacemente da popolo, l’allungo del presbiterio (1862), pulita e linda la ridusse, come al presente vien mantenuta, migliorando ed accrescendo anche la canonica. – Il suo altar maggiore ha un quadro con S. Michele Arcangiolo e S. Stefano, [105] in mezzo ai quali vedesi un tabernacolo colla Madonna del Buon Consiglio. Quello, a sinistra di chi entra, al SS. Crocifisso è dedicato, l’altro a S. Francesco Saverio. Quando si celebrava la festa di questo santo, uno dei patroni della città, interveniva anche il magistrato. L’altare era prima dedicato a S. Anselmo vescovo di Lucca. Nell’anno 1701 il parroco della chiesa, insieme con Filippo Ansaldi, chiesero al capitolo del Duomo di potervi collocare un quadro con S. Francesco Saverio. Il capitolo, consentendo, poneva la condizione che pur vi fosse dipinto S. Anselmo, ed anche quello antico si conservasse in S. Isidoro. Tutto ciò non sembra sia stato eseguito. – Illustri famiglie samminiatesi in quest’antica chiesa ebbero sepoltura, e il sig. Antonio Vensi ne conserva la pianta. Anche vie è sepolto il livornese conte Giuseppe Finocchietti, già generale del re Carlo III di Napoli, morto a S. Miniato nel 1782, del quale il prof. Pera fa parola nelle Biografie Livornesi.

Chiesa dei SS. Stefano e Michele
Foto di Francesco Fiumalbi

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