venerdì 26 dicembre 2014

G. PIOMBANTI – GUIDA DI SAN MINIATO – MONASTERO DI S. TRINITA, ARCICONFRATERNITA DELLA MISERICORDIA, GINNASIO E SCUOLA TECNICA



Estratto da G. Piombanti, Guida della Città di San Miniato al Tedesco. Con notizie storiche antiche e moderne, Tipografia M. Ristori, San Miniato, 1894, pp. 101-103.

[101] MONASTERO DI S. TRINITA, ARCICONFRATERNITA DELLA MISERICORDIA, GINNASIO E SCUOLA TECNICA

Aveva ottenuto il comune di S. miniato dal pontefice S. Pio V, nel 1566, di poter aprire un monastero di agostiniane per l’istruzione delle fanciulle coll’assenso di Cosimo I, che cedé a tale scopo l’antico palazzo del potestà, in una parte del quale erano allora le stinche, cioè le prigioni dei condannati per debiti. Non sappiamo per quali ragioni, il vescovo di Lucca si oppose a questa fondazione, e fu necessario che il duca Cosimo, per vincere tutte le difficoltà, a Roma direttamente scrivesse. Concorsero alla erezione e dotazione del nuovo monastero il comune, le compagnie del castello, i privati, e in modo particolare la famiglia Mercati, della quale poi due sorelle ci vestirono l’abito religioso (24) [VAI ALLE NOTE ↗]. Anche il capitolo della propositura volle averci parte; e cedé il materiale col terreno della cadente chiesa di S. Giusto e Clemente a condizione che in memoria di essa c’inalzassero una croce e il nuovo monastero dalla sua giurisdizione dipendesse. Si fecero quindi venire alcune agostiniane dal monastero di S. Niccolò di Prato, e, intervenutevi le autorità civili ed [102] ecclesiastiche, con molta festa lo inaugurarono. Le religiose eran dedite all’istruzione e tenevano anche il convitto per le signorine. Vestivano abito bianco con croce celeste sul petto. Avevano clausura, e nello spirituale dipendevano dal proposto. L’amministrazione era nelle mani del comune; e, per la festa dell’Assunta, dovevan mandare ogni anno una candela di cera bianca d’una libbra al consiglio dei priori per riconoscerne l’alto dominio. Dopo due secoli e mezzo di benefica esistenza, nel 1810 venne soppresso. – Nel 1818 la chiesa di questo monastero fu smembrata dall’autorità ecclesiastica dalla parrocchia di S. Stefano e data alla confraternita della Misericordia, soppressa da Pietro Leopoldo nel 1785. Così la cappella di S. Filippo Benizi, che ad essa apparteneva, passò al capitolo della cattedrale. La benemerita confraternita prese possesso della chiesa, dell’unito coro delle monache e di alcune stanze annesse, e con maggiore comodità e zelo continuò ad eseguire, in mezzo all’universale amministrazione, le sue opere di carità. Essa poi, riformati che furono i suoi statuti, nel 1834 ottenne meritatamente il titolo di Arciconfraternita, e ai 20 novembre 1885 il re Umberto accettò di esser suo protettore e presidente onorario. La chiesa, dal vescovo Cortigiani consacrata, ha tre altari in pietra. Sul maggiore è dipinta nel muro una Madonna col bambino, che dicono qui trasportata [103] da Gargozzi. Stanno ai lati i protettori della città. L’altare a destra è dedicato a S. Carlo Borromeo, quello a sinistra alla Madonna della cintola. Essa è unita al vecchio coro della monache, ora aperto e un poco più alto, sul quale stava quello delle educande. Qui l’Arciconfraternita fa le sue adunanze. Ed anche continua collo stesso amore a fare in Duomo l’annua festa dell’Addolorata colla processione devota per la città. – Abbiamo già detto che il soppresso monastero divenne nel 1818, proprietà del comune, il quale, d’accordo col governo, lo trasformò e ridusselo a Scuole pubbliche. Presentemente vi sono le Scuole elementari, le ginnasiali e le tecniche. Nel 1892 vi aprirono anche un Asilo infantile, ove, con caritatevole pensiero, al vitto pur si provvede dei poveri bambini che lo frequentano.

L'ex-Monastero di S. Trinità
Foto di Francesco Fiumalbi

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