lunedì 5 gennaio 2015

IN PILLOLE [033] LA BEFANA DELLA NUNZIATINA A SAN MINIATO NEL 1673

a cura di Francesco Fiumalbi

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La “Befana” è un personaggio caratteristico della tradizione toscana, ed italiana in genere, che probabilmente trae la propria origine dalle antiche credenze pagane. Il nome di “befana” compare nel XVI secolo, con evidente richiamo al termine “Epifania” di cui sarebbe una corruzione.
Almeno nel passato, la Chiesa Cattolica non ha mai visto di buon occhio una simile tradizione, incentrata sulla figura di una donna anziana, munita di abiti consunti e di una scopa, che fa visita ai bambini nella notte fra il 5 e il 6 gennaio, distribuendo dolcetti o carbone. In ogni caso, si tratta di una tradizione che è sempre stata abbastanza tollerata, almeno finché circoscritta all'ambito familiare e per questo è giunta fino ai giorni nostri.
Non fu tollerato, tuttavia, l'episodio che vide coinvolti i frati agostiniani del Convento della SS. Annunziata detta “Nunziatina”. Quest'ultimi tennero il convento e la chiesa dal 1522, quando fu loro assegnata dalla Compagnia della SS. Annunziata, fino alle soppressioni leopoldine della fine del '700.

La chiesa della SS. Annunziata detta “Nunziatina” a San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi

Nel 1673 i frati agostiniani della Nunziatina avevano fatto un fantoccio, dalle sembianze tipiche della Befana, e lo avevano esposto ad un terrazzo proprio la mattina dell'Epifania. Un po' come se oggi venisse esposto in una chiesa il bambolotto di Babbo Natale, di quelli che vengono posizionati alle finestre delle case durante il periodo natalizio. La figura di Babbo Natale ha un'origine “commerciale” e non presenta alcun richiamo alla sfera religiosa.
Curiosamente il terrazzo utilizzato per esporre la Befana esiste ancora oggi. Non è proprio un balcone, ma piuttosto una loggia. Anzi, per essere precisi, si tratta di una cosiddetta “altana”, simile a quelle presenti nei palazzi nobiliari come Palazzo Grifoni e Palazzo Sanminiati-Pazzi, oggi Piccolo.

L'altana del convento della Nunziatina dove,
verosimilmente, fu esposto il fantoccio della Befana
Foto di Francesco Fiumalbi

La cosa non sfuggì agli occhi di chi di dovere e finì a carte bollate di fronte al Tribunale Ecclesiastico di San Miniato, connesso alle attività della Diocesi. Di questo episodio, se ne trova testimonianza nell'Archivio Vescovile di San Miniato, fondo Tribunale Ecclesiastico, filza 1638-1690, fascicolo n. 10 e riportato sinteticamente in Processi informativi ed atti criminali dal 1622 al 1707. Repertorio del Tribunale Ecclesiastico Diocesano di San Miniato, a cura di Livio Tognetti, Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato, Tip. Palagini, San Miniato, 1994, p. 68.

Non è conosciuto il contenuto e il tono della sentenza che fu certamente di condanna. Verosimilmente, la questione fu risolta con un accorato richiamo al rispetto delle regole canoniche e con un provvedimento sanzionatorio, sia di tipo spirituale (celebrazioni liturgiche in riparazione dell'offesa) che di tipo materiale (sequestro o pignoramento di oggetti, materiali e prodotti agricoli).

Un “Babbo Natale” appeso ad una finestra a San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi

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