lunedì 16 maggio 2016

IN PILLOLE [041] IL BIBLIOTECARIO SANMINIATESE UN PO' IGNORANTELLO – 1919

a cura di Francesco Fiumalbi
In questo post è proposto un curioso episodio avvenuto nella Biblioteca Comunale di San Miniato nell’aprile 1919. L’allora bibliotecario si dimostrò non molto preparato: ignorante su un’opera di Gabriele D'Annunzio, attribuì poi al Petrarca un soggetto appartenente invece alla Divina Commedia di Dante Alighieri.

La sede attuale della Biblioteca del Comune di San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi

Il fattarello trovò spazio sulle colonne del quindicinale sanminiatese «La Rocca», Anno I, n. 3 del 13 aprile 1919. Di seguito il testo:

IN BIBLIOTECARIO
(AUTENTICA)
Approfittai che il “baccano” degli innumerevoli ragazzi cessasse per avvicinarmi al bibliotecario e chiedergli la “Francesca da Rimini” di Gabriele d'Annunzio.
Il bibliotecario spalancò gli occhi, indi con un sorriso di compatimento mi disse: «Scusi, vorrà dire la Francesca da Rimini di F. Petrarca? ...».
«No, proprio la Francesca del D'Annunzio» risposi trasecolando.
Nuova prolungata meditabonda sorpresa.
Poi siccome a vedere tanta «distrazione» non potei fare a meno di atteggiare la bocca ad un sorriso, il buon bibliotecario, quasi stizzito, quasi offeso, accennandomi il mucchio di fogli di carta bollata che aveva dinanzi, mi disse «Mi faccia il piacere signore, ho un monte da fare e non posso perder tempo a trovare un libro che non esiste...... La “Francesca da Rimini” di Gabriele D'Annunzio? ….....ma …...sarà …...ma non l'ho mai sentita dire......».
Me ne andai, pensando con ilarità alla smorfia di sorpresa, che farebbe il buon bibliotecario samminiatese, se uno, puta caso, gli chiedesse la “Divina Commedia” di Dante Alighieri!
IL GIROVAGO

La Francesca da Rimini è un'opera drammatica scritta da Gabriele D'Annunzio e musicata da Riccardo Zandonai, rappresentata per la prima volta al Teatro Regio di Torino nel 1914. Il soggetto è tratto dal V Canto dell'Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri.

Francesca da Rimini / tragedia in quattro atti
di Gabriele D'Annunzio per la Musica di Riccardo Zandonai
G. Ricordi, Milano, 1914, frontespizio

La Biblioteca Comunale di San Miniato rappresenta un piccolo scrigno in cui sono contenuti migliaia e migliaia di libri. Un servizio prezioso per l'intera comunità: è frequentata quotidianamente da decine di persone e nel corso dell'anno promuove molte iniziative interessanti. Anche il personale è sempre gentile e disponibile.
Oggigiorno il mestiere del bibliotecario ha ricevuto un grande aiuto dall'avvento dell'informatica. Basta un click e sul monitor appare il libro richiesto, la sua schedatura sintetica e la posizione sugli scaffali. Se non è presente, è possibile richiederlo presso un'altra biblioteca della rete, oppure può essere avanzata la proposta di acquisto. Tutto questo in pochi secondi.

In passato non era così. Il bibliotecario aveva apposite schede, registri, in cui erano riportate la collocazione, l'edizione ed altre informazioni utili. Se il libro non c'era, l'interessato doveva iniziare un “pellegrinaggio” presso altre biblioteche, sperando che fosse presente in quelle più grandi e meglio fornite.

Spesso quello del bibliotecario era un lavoro fatto di memoria ed erudizione. Doveva conoscere i libri, saper consigliare, conoscere l'edizione da comprare, sapersi destreggiare fra autori, titoli e case editrici. Anche oggi sono richieste competenze specialistiche, non a caso per operare in biblioteca occorre aver conseguito una laurea. In passato, tuttavia, l'aspetto della conoscenza poteva fare molta più differenza rispetto ad oggi. Conoscenza che, evidentemente, non era proprio il maggior pregio del nostro povero bibliotecario.

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