lunedì 18 giugno 2018

IL BOMBARDAMENTO DI PONTE A EGOLA - 30 GIUGNO 1944

di Francesco Fiumalbi

Il 30 giugno 1944 la guerra piombò a Ponte a Egola e lo fece con tutto il suo carico di morte e distruzione. Sei persone persero la vita: non erano militari né persone armate o combattenti, semplicemente si trovarono nel posto sbagliato al momento sbagliato. È l'assurdità della guerra e a farne le spese, quasi sempre, sono stati i civili inermi.

I cacciabombardieri statunitensi P47 Thunderbolt
Immagine tratta da Wikipedia
Utilizzo ai sensi dell'art. 70 c. 1-bis della Legge 22 aprile 1942 n. 633

IL CONTESTO DELLA GUERRA – GIUGNO 1944
Il 5 giugno 1944 le truppe statunitensi guidate dal Generale M. W. Clark entrarono a Roma. La Capitale era finalmente libera, dopo mesi drammatici in cui non erano mancati episodi criminali come l'Eccidio delle Fosse Ardeatine. Da quel momento i reparti della Wehrmacht si ritirarono sulla Linea del Trasimeno o Linea Albert – così chiamata in omaggio al feldmaresciallo Albert Kesselring che fu superata solamente il 2 luglio 1944, quando la 34th Infantry Division statunitense riuscì a raggiungere Cecina (LI).
La Liberazione di Roma era stata propiziata dalla Operation Strangle, secondo la strategia di interrompere o ridurre il più possibile le linee di approvvigionamento tedesche attraverso l’uso massiccio dell’aviazione, con operazioni di interdizione aerea, bombardamenti e incursioni. Dunque, fin dagli inizi dell'aprile 1944, le forze aeree alleate erano impegnate a colpire gli obiettivi strategici, i depositi e le vie di comunicazione dell’Italia centro-settentrionale per “strangolare” il nemico tedesco. E' in questo contesto, ad esempio, che fu bombardata la Stazione di San Miniato il 7 aprile 1944.
Con la ritirata tedesca sulle posizioni della Linea del Trasimeno, gli Alleati proseguirono con lo “strangolamento” operato attraverso la distruzione delle vie di comunicazione. Ormai le ferrovie della Toscana centro-settentrionale erano quasi tutte interrotte e l'attenzione si concentrò sulla rete stradale. E così, la mattina del 30 giugno 1944, un venerdì d'inizio estate, toccò al ponte sull'Egola.

IL BOMBARDAMENTO
«Venerdì 30 giugno 1944. L'attività aerea è stata oggi molto intensa. Gli aerei giravano sopra di noi da mattina a sera senza tregua […]. Alle nove, altrettanti velivoli dello stesso tipo [una squadriglia di 7-8 cacciabombardieri, n.d.r.] hanno bombardato il ponte della strada di Ponte a Egola causando danni alle case senza colpire l'obiettivo. Quattro palazzi vicino al ponte sono crollati e quattro o cinque persone sono morte oltre a diverse ferite». [Estratto da E. Giani, Una ferrovia sulla linea del fronte. 1942-1944 Diario di Enzo Giani, a cura di C. Giani, F. Mandorlini, L. Niccolai, A. Zizzi, FM Edizioni, San Miniato, 2003, pp. 160-161]

In realtà nel caso di Ponte a Egola non si trattò di un vero e proprio bombardamento, bensì di un’incursione aerea, ovvero di un’operazione estemporanea: alcuni aerei, passando dalla zona, si resero conto che quello poteva essere un nodo strategico e quindi tentarono di colpirlo. A partire dall'operazione Strangle, infatti, furono utilizzati i cacciabombardieri: aerei in grado di sostenere il combattimento aereo ma anche di sganciare ordigni e quindi di colpire bersagli a terra. Erano aerei che non avevano la capacità distruttiva delle “fortezze volanti, ma erano in grado di svolgere operazioni molto più rapidamente e soprattutto potevano scendere in picchiata e raggiungere un grado di precisione nettamente superiore. Proprio a partire dalla primavera del 1944 i cacciabombardieri statunitensi P47 “Thunderbolt” – “fulmine” di nome e di fatto –cominciarono ad attaccare quotidianamente le vie di comunicazione toscane ed avevano come base di partenza la Corsica liberata: dall'Aeroporto di Bastia, dalla base di Alto (oggi dismessa) e da quella di Solenzara. Qui erano dislocate le “ali” della Twelfth Air Force statunitense ed in particolare del 57th Fighter Group con oltre 50 sortite giornaliere.

Da un punto di vista tattico, durante le sortite aeree i piloti, oltre a cercare di colpire obiettivi prestabiliti e pianificati, avevano carta bianca sui cosiddetti targets of opportunity, i bersagli estemporanei dettati dall'opportunità del momento. E uno di questi fu proprio il ponte sull'Egola. Per chi desiderasse approfondire l'argomento delle operazioni aeree alleate sui cieli della Toscana durante la Seconda Guerra Mondiale, rimando all'articolo di Claudio Biscarini dal titolo Bombs away! pubblicato sul sito Della Storia d'Empoli.

LE VITTIME
Come detto all'inizio del post, durante l'incursione aerea alleata morirono sei persone, cinque donne e un uomo, che pagarono con la vita gli effetti di un'azione di guerra che si rivelò inutile. Furono colpite le case della gente, mentre il ponte fu appena sfiorato.
È noto che gli Alleati conducevano una guerra “quantitativa”, cercando di compensare l'imprecisione con la quantità di bombe e proietti d'artiglieria. Non c’era alcuna preoccupazione per i cosiddetti “effetti collaterali”. La volontà di sconfiggere i tedeschi e vincere la guerra superava qualsiasi prezzo da pagare. E chi ci rimise più di tutti, alla fine, furono i civili inermi.

La vittima più giovane si chiamava Maria Bagnoli, di Francesco e Annunziata Giacomelli. Aveva 20 anni e abitava San Miniato Basso ed era fidanzata con Cesare Ciampalini di Ponte a Egola. La mattina del 30 giugno 1944, verso le ore 8.30, si trovava in visita dalla madre di lui, Agostina Pallesi di 56 anni e coniugata con Sabatino Ciampalini. La sua abitazione faceva parte di un edificio più ampio, nei pressi del ponte sull'Egola, che quel giorno fu colpito dagli ordigni dell'aviazione alleata.

Morirono anche i due coniugi Antonio Ciulli e Leonide Billeri, rispettivamente di 62 e 60 anni, entrambi residenti a Ponte a Egola, nei pressi dell'attraversamento del fiume.

Ed ancora persero la vita Giovanna Lastrucci di 56 anni e coniugata con Annibale Baldini, e Maria Marianelli di 69 anni, vedova di Giuseppe Bini, entrambe abitanti a Ponte a Egola.

Cliccando sui nomi è possibile approfondire con ulteriori notizie biografiche di ciascuna delle vittime, oltre ai riferimenti documentari e bibliografici.

Il ponte sull’Egola in una cartolina d’epoca
Utilizzo ai sensi dell'art. 70 c. 1-bis della Legge 22 aprile 1942 n. 633