venerdì 8 febbraio 2013

SAN MINIATO NELLE “ISTORIE PISTOLESI” D'ANONIMO 05/07





05 [1344] A Santa Gonda si combatte una battaglia tra i Pisani e gli uomini di Luchino Visconti di Milano

[…] Ora si tornano gli Pisani in Pisa, e mandano incontenente a tagliare lo Ponte San Pieri, acciocché la gente di M. Luchino non possa passare lo Serchio per venire loro addosso subitamente. Quando la gente di M. Luchino fue così passala, e messi in isconfitta gli Pisani, cavalcaro al ponte al Serchio, presso a Pisa a cinque miglia, e quivi s'accamparo, e molte volte passavano lo Serchio, e andavano verso la città di Pisa, e rubavano, e levavano prede di bestiame e d'uomini, ardendo e stribuendo ciò che potevano; e presono lo castello di Nozzano per forza d'arme, lo quale era capitano del castello per li Pisani, e, preso, lo mandarono a M. Luchino, ed egli lo fece mettere nelle prigioni di Melano; ed altri sette fanti caporali, li quali vi furono presi dentro, feciono impendere per la gola.
Ora, stando in tal maniera per quelle contrade di là dal Serchio, pensaro d'avere più gente per potere cavalcare sul terreno di Pisa, e ordinaro con M. Benedetto Maccaioni e con M. Jacopo Gatto di Pisa, li quali erano ribelli del Conte di Pisa, che raunassono gli cavalieri, li quali erano andati con loro nella Maremma. Coloro incontenente cavalcarono verso quelle parti là dove quelli erano , e condussono dugento cinquanta barbute, e cavalcarono tanto che giungono a Santa Gonda, presso a San Miniato a uno miglio, e quine aspettavano la gente di M. Luchino. E stando in tal maniera, gli cavalieri Pisani ch'erano a guardia al Ponte a Era, sentendo M. Benedetto e M. Jacopo Gatto essere a Santa Gonda, subitamente la notte cavalcarono verso loro. Sentendo M. Benedetto come quella gente veniano loro addosso, la notte feciono certi serragli, ed afforzarsi nel borgo, acciocché cavalieri Pisani non li potessono vincere, perché erano da cinquecento cavalieri e da mille pedoni, non credendosi potere difendere da loro.
Li cavalieri Pisani giunsono a' serragli sull'alba del giorno, e cominciarono a combattere i serragli per entrare dentro. Li cavalieri che erano con M. Benedetto credeano e difendeano quanto più poteano, e molti di loro smontarono de' cavalli e fortemente combatteano con loro. La battaglia bastò grande pezzo del giorno; alla fine gli pedoni balestrieri de' Pisani entrarono di sopra de' serragli, ed entrarono loro dirieto. Quando li cavalieri e M. Benedetto vidono entrati gli pedoni Pisani, non potendo resistere, cominciarono a fuggire, e raccogliersi in Ceule (Cigoli. n.d.r.) e in San Miniato, e li cavalieri Pisani gli perseguitaro, mettendogli in isconfitta; e se non fosse che la ricolta loro fue presso, molti ne sarebbono morti e presi. Gli morti furono cinque, gli presi furono pochi; cavalli ebbono da sessanta.
Sentendo la gente di M. Luchino come gli Pisani cavalcavano, incontenente si misono a cavallo, e cavalcarono verso la gente di M. Benedetto, credendo trovare gli cavalieri Pisani per combattere con loro; e quando giunsono , trovarono che s' erano partiti, e ritornati al Ponte a Era, e quivi stavano a guardia che' cavalieri di M. Luchino non passassono. Quando la gente di M. Luchino fue giunta a Santa Gonda, e si raunò con quella di M. Benedetto, cavalcaro al castello del Bosco (Casteldelbosco, Com. di Montopoli) sul terreno di Pisa, e quine s'accamparo, e guastarono la biada delle terre di Pisa che erano d'intorno a quello luogo dove erano accampati, e quine stettono tanto che ebbono guasto il grano e la biada del castello di Monte Calvoli e dell'altre castella d'intorno; poscia levarono gli campi, e andarono verso la Val d'Era. Gli cavalieri di Pisa, e l'altra gente, che erano a guardia al Ponte a Era, sentendo che la gente di M. Luchino era levata da campo, e cavalcavano verso quelle parti, abbandonarono lo ponte, e andarono al fosso Arnonico, lo quale gli Pisani aveano molto afforzato , e quine stavano alla guardia. […]

Anonimo, Istorie Pistolesi ovvero delle cose avvenuto in Toscana dall'anno MCCC all'anno MCCCXLVIII, in Antonio Maria Biscioni (a cura di), Istorie Pistolesi ovvero delle cose avvenuto in Toscana dall'anno MCCC all'anno MCCCXLVIII e Diario del Monaldi, Firenze 1733, rist. Milano, Tipografia di Giovanni Silvestri, 1845, pp. 364-366.


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