a cura di Francesco Fiumalbi
INTRODUZIONE
In
questo post è proposta la trascrizione di un breve testo dedicato a
San Miniato, redatto da un viaggiatore d'eccezione: il pittore
inglese Hugh
William Williams
(1773-1829). Stabilitosi in Scozia, nel 1816 intraprese un vero e
proprio “Grand Tour” attraverso l'Europa Mediterranea, che lo
portò a visitare l'Italia e la Grecia, e che lo tenne lontano
dall'isola britannica fino al 1818. Durante le fasi iniziali della
sua “esplorazione”, nell'estate del 1816 mentre si trovava in
viaggio tra Firenze e Livorno, lo sguardo di H. W. Williams fu
catturato dal profilo della collina sanminiatese e
dall'inconfondibile sagoma della Rocca.
Da
questo suo viaggio attraverso l'Italia e la Grecia ricavò il
materiale per dare alle stampe la pubblicazione H. W. Williams,
Travels
in Italy, Greece, and the Ionian Islands in a series of letters,
descriptive manners, scenery, and the fine arts,
2 Voll. Edimburgo, 1820, da cui è tratto il testo proposto più
avanti.
Fra
il 1827 e il 1829 pubblicò una raccolta di incisioni, ricavate dai
suoi quadri, denominata Select
Views of Greece.
Molte sue opere furono acquistate dalla National Gallery of Scotland
e dal South Kensington Museum. Altre, invece, entrarono a far parte
del Museo Benaki di Atene.
Williams
era un abilissimo ed efficace disegnatore di paesaggi, attento alle
testimonianze del passato ed in particolare alle rovine
dell'antichità. Divenne particolarmente famoso grazie ai suoi
“panorami” della Grecia, puntellati dai ruderi monumentali
dell'antica civiltà classica. Questa sua produzione artistica
affascinò enormemente il pubblico britannico, tanto da conquistarsi il soprannome di Grecian
Williams,
ovvero
“Williams
Il Greco”.
Incisione
di W. Miller su disegno di H. W. Williams
in
H. W. Williams, Select
Views of Greece with classical illustration,
vol.
II, Londra, Edimburgo, 1829
SAN MINIATO CON GLI OCCHI DI
“WILLIAMS IL GRECO”
Nel
breve testo dedicato a San Miniato si nota subito lo sguardo, il
punto di vista, proprio di un osservatore attento e sensibile.
Durante la tappa che lo condusse da Firenze a Livorno, non poté fare
a meno di apprezzare il panorama del Valdarno Inferiore: i vasti
vigneti e le ampie coltivazioni di mais (indian
corn).
Nota l'evolvere del corso dell'Arno: da un piccolo corso d'acqua
ad un fiume più profondo e ondeggiante. E poi il paesaggio collinare,
puntellato di castelli e di palazzi, ma anche di boschi ombrosi che solleticarono la fantasia del viaggiatore.
E' evidente come l'animo di Williams
fosse pervaso da uno spirito “romantico”, attento agli stimoli
proposti dall'ambiente circostante, alla continua ricerca
dell'insolito, dell'antico, dell'onirico e del fantastico. Uno spirito comunissimo
ai viaggiatori Britannici e dell'Europa continentale, così
affascinati dall'Italia e dalla Grecia, dalla bellezza dei panorami,
dai colori e dalle testimonianze del glorioso passato.
In questo panorama curioso e stimolante,
a metà via tra Firenze e Livorno, ecco manifestarsi la “Torre di
San Miniato”. Viene presentata come già di proprietà (sic!) della
famiglia Bonaparte, prima del suo insediamento in Corsica. E'
indicata vicino al borgo di “Scalla”, ovvero La Scala, importante
stazione di posta lungo la via maestra e dove, probabilmente, W. H.
Williams poté fare una breve sosta ristoratrice. Con buona
probabilità a La Scala poté scambiare due parole con qualcuno del
luogo. Dal testo sembrerebbe che l'unica informazione ricevuta fu che
da San Miniato avesse origine la famiglia di Napoleone, che al
tempo (1816) era ancora in vita, seppur in esilio sull'Isola di
Sant'Elena. Non dobbiamo dimenticare, poi, le difficoltà di
comunicazione che poteva avere, in quegli anni, un viaggiatore
inglese nella campagna toscana.
La torre viene poi descritta come
“circondata da muri in rovina”, ovvero da ciò che al tempo rimaneva
dell'antica fortificazione. Forse qualcosa in più di quanto sia
rimasto visibile oggi. Viene presentata come un'importante punto di
osservazione, da cui dominare la Valle dell'Arno, delimitata dagli
Appennini, e Pisa. E qui ritroviamo certamente l'attenzione di
Williams per l'antico, per la rovina monumentale, incredibile
testimonianza di un passato glorioso, misterioso e dunque
affascinante. Non una parola sugli imperatori germanici e nemmeno
sugli altri edifici sanminiatesi, per cui è ragionevole ipotizzare
che Williams si sia fermato solamente a La Scala, rimanendo colpito
dalla vista della torre, senza salire all'abitato, e raccogliendo dai passanti poche informazioni che ebbe appena il tempo di annotare.
in a series of letters,
descriptive manners, scenery, and the fine arts,
2 Voll. Edimburgo, 1820,
frontespizio.
IL TESTO DEDICATO A SAN MINIATO
Estratto
da W. H. Williams, Travels
in Italy, Greece, and the Ionian Islands in a series of letters,
descriptive manners, scenery, and the fine arts,
Volume I, Edimburgo, 1820, Letter XVI, pp. 192-193.
[192]
LEGHORN.
Road o Pisa Tower of San
Miniato. — Pisa. — Road to Leghorn.— Remarks on Brilliancy of
Colouring. — Leghorn. — Taste for Dancing.— Lazarettos.— Fate
of Dr Smollel's Diploma. —Remarks on Cemeteries.
The country between Florence and
Pisa, by Empoli and Portadera, is rich with vineyards and Indian
corn. The Arno changes character with the varied ground, gliding,
rippling, or murmuring. Our fancy, yielding to the shifting effects,
sometimes skimmed with the shadows of the clouds along the vale to
dusky woods, hills, and valleys, and entered the sparkling cottage,
the castle, or the palace; sometimes it followed the illuminated
sails upon the river, and threaded with them the intricacies of the
scenery. In this delightful manner we reached the peaceful town of
Pisa. But before I speak of it I must not forget the Tower of San
Miniato, said to have been the property of the family of Napoleon
before their settlement in Corsica. It stands upon a rising hill near
the little town of Scalla, surrounded by some ruined walls which seem
to have been intended for defence. Its lofty situation commands Val
d'Arno, bounded by the Apennines, Pisa. [193]
beyond which we distinguished the peaks of the Madonna rising bright
with snow. These mountains, formidable as they appear, were no
defence to effeminate and voluptuous Italy, when opposed to the
irruption of the hardy nations of the north, who were attracted by
its rich luxuriance and its genial climate.
The Arno flows through Pisa,
whose beautiful buildings are reflected in its tranquil bosom. The
air, elastic and bland, is free from that overpowering heat which we
occasionally felt in Florence; for the vicinity of Pisa to the sea
gives it the advantage of cool refreshing breezes. […]
Incisione
di W. Miller su disegno di H. W. Williams
in
H. W. Williams, Select
Views of Greece with classical illustration,
vol.
II, Londra, Edimburgo, 1829
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