sabato 20 luglio 2019

IL REGESTO DEI DOCUMENTI DEL MONASTERO DI SANTA CHIARA DI SAN MINIATO CONSERVATI ALL’ARCHIVIO DI STATO DI FIRENZE

a cura di Francesco Fiumalbi

INTRODUZIONE
Presso l'Archivio di Stato di Firenze sono conservati numerosi documenti appartenenti ad istituzioni sanminiatesi. Si tratta per la maggior parte di atti molto antichi, che riguardano anche le comunità conventuali e monastiche che un tempo erano presenti a San Miniato e che vennero soppresse o che comunque pervennero alla cessazione. Fra questi troviamo anche gli atti del Monastero di Santa Chiara.
Grazie alla vasta catalogazione e al regesto operato nei primi anni del secolo scorso, abbiamo preziose informazioni circa la consistenza e i contenuti di migliaia e migliaia di documenti medievali conservati presso l'Archivio di Stato di Firenze. E fra questi ci sono anche quelli del Monastero di Santa Chiara. Si tratta di 14 atti sottoscritti in un arco temporale che va dal 1338 al 1540. Va segnalato che molti dei documenti potrebbero sembrare non inerenti alla comunità religiosa. In realtà potrebbero essere stati utilizzati per dimostrare la proprietà di immobili al momento della loro donazione al convento. In questa pagina, più avanti, è proposta la trascrizione integrale dello “spoglio” dei documenti di questa comunità religiosa nata a San Miniato nel medioevo.


Il complesso monumentale dell'ex Monastero di Santa Chiara
Foto di Francesco Fiumalbi

IL MONASTERO DI SANTA CHIARA A SAN MINIATO
Il Monastero di Santa Chiara, secondo la tradizione riportata da vari autori, sarebbe stato fondato nella prima metà del '300, a partire da un lascito testamentario del 1338 e intorno ad un precedente cenobio benedettino [G. Piombanti, Guida della Città di San Miniato al Tedesco. Con notizie storiche antiche e moderne, Tipografia M. Ristori, San Miniato, 1894, pp. 73-75]. Tuttavia la fondazione del Monastero di Santa Chiara va retrodatata al XIII secolo, anche se in circostanze non conosciute.  Infatti, già nel 1298 la comunità beneficiò di un lascito da parte di donna Ciarfa [Archivio di Stato di Firenze, Notarile Antecosimiano, Lascito di donna Ciarfa alle clarisse di S. Miniato, 8 marzo 1298; cfr. G. Giannoni Rocchi, Santa Chiara. Venerabile monastero e regio conservatorio, Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato, Tip. Palagini, San Miniato, 1996, p. 28].
Successivamente nel 1315 le religiose si trovarono coinvolte nelle azioni militari operate da Uguccione della Faggiola per sottoporre il territorio sanminiatese alla dominazione pisana [Ser Giovanni di Lemmo Armaleoni da Comugnori, Diario (1299-1319), edizione a cura di V. Mazzoni, Leo S. Olschki Editore, Firenze, 2008, cc. 44r, 50r e 54v, pp. 55, 60 e 65].
Il Monastero è documentato anche negli Statuti sanminiatesi del 1336, in cui viene concessa da parte del Comune un'oblazione annuale di 100 libbre in denaro, da corrispondere metà nel mese di febbraio e metà in quello di settembre [Statuti del Comune di San Miniato al Tedesco (1337), a cura di F. Salvestrini, Centro Studi sulla Civiltà del Tardo Medioevo, Comune di San Miniato, Edizioni ETS, Pisa, 1994, Libro IV, rubr. 85 <89>, pp. 377-378].
Con le riforme leopoldine, nel 1785 il Monastero divenne Conservatorio e in questo modo, essendo sottoposto all’autorità civile e non a quella religiosa, non fu colpito dalle soppressioni napoleoniche (1810). Con l’Unità d’Italia mantenne il ruolo di centro di educazione femminile, passando al Ministero della Pubblica Istruzione nel 1935, gestito da un ordine religioso fino al 1975. Dal 2006 il patrimonio è gestito dalla Fondazione Conservatorio di Santa Chiara.


IL VERSAMENTO DEI DOCUMENTI ALL'ARCHIVIO DIPLOMATICO
POI CONFLUITO NELL'ARCHIVIO DI STATO
Con motuproprio del 24 dicembre 1778, il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo istituì il cosiddetto Archivio Diplomatico. Tale provvedimento prevedeva l'obbligo di consegna dei documenti pergamenacei da parte degli uffici periferici del Granducato, i Comuni, i conventi e i monasteri, nonché le università e le opere pie. Rimase un provvedimento facoltativo per i soggetti privati. Il versamento dei documenti all'Archivio Diplomatico fu effettuato, infatti, dal Monastero di Santa Chiara nel 1779. Questo archivio confluì nel 1852 all'Archivio Centrale dell'allora Granducato di Toscana (istituito da Leopoldo II con decreto del 30 settembre 1852), divenuto Archivio di Stato di Firenze con l'Unità d'Italia.

IL REGESTO DEI DOCUMENTI PROVENIENTI
DAL MONASTERO DI SANTA CHIARA
Di seguito è proposta la trascrizione integrale dello spoglio dei documenti conservati presso l'Archivio di Stato di Firenze, fondo Diplomatico, inerenti il Monastero di Santa Chiara di San Miniato, estratta dal Tomo di spoglio n. 25 – Monasteri Regolari (anno 1913), consultabile anche on-line sul sito dell'Archivio di Stato di Firenze.
I documenti oggetto del regesto, antecedenti l'anno 1400, sono stati digitalizzati e sono oggi disponibili per la consultazione via web. Per ciascuno di questi è proposto anche il link alla pagina specifica.

AVVERTENZA: per facilitare la lettura ad un pubblico più vasto possibile, le abbreviazioni sono state tutte esplicitate. In azzurro le indicazioni del numero di carta.

[054r]
Monastero di S. Chiara
di S. Miniato

[054v] [055r]
1
3 maggio 1338
Sentenza data dal Dottore Pollio di Trento nelle cause vertenti fra le Monache di San Paolo di San Miniato del Comune di Firenze, e quelle di San Jacopo e San Filippo di Castelfranco del Val d’Arno. Rogato per Ser Piero del fu Michele di Rainaldo Portigiani di San Miniato.

2
28 gennaio 1371 Indizione X
Naparello del fu Nepi di Cojano del Comune di San Miniato vende, per il prezzo di 15 fiorini d’oro del conio fiorentino, a Michele di Ser Niccolò di Carmignano del Comune di Firenze, abitante nella Cura di S. Frediano, un pezzo di terra, posto nei confini di Cojano, luogo detto Cerreta, dentro i suoi confini, facendo al medesimo donazione fra i vivi del di più che esso pezzo di terra valeva. E donna Tessa del fu Corsi di Cojano cede al suo compratore le ragioni che per sicurtà delle sue doti in esso pezzo ritiene. [055v] Il compratore poi affitta il pezzo di terra al venditore sotto l’obbligo di [?]ivi. Fatto nel pezzo di terra medesimo, e rogato per Ser Ferdinando del fu Coverino di Collepatti del Comune di San Miniato di Firenze.

3
16 novembre 1371 Indizione X
Gino del fu Tommaccio di Cojano del Distretto di San Miniato di Firenze per Guido Gnolfi del distretto medesimo, indicato a procuratore, vende per il prezzo di 14 fiorini d’oro ad Antonio del Provinciale del Comune di Santo Stefano di San Miniato suddetto, tre pezzi di terra lavorati, vitati, dei quali il primo situato nel detto Comune di Santo Stefano luogo detto Ponte, il secondo luogo detto Fontanelle del Comune medesimo, ed il terzo Camporsi del suddetto Comune, dentro i loro propri confini. Dei quali 14 fiorini fa la dovuta ricevuta al detto compratore solvente. Fatto nel Castello di Santo Stefano di San Miniato, e rogato per Ser Niccolò del fu Michele di Carmignano Giudice Ordinario Notaro pubblico.

4
29 Giugno 1384 Indizione VII
Michele del fu Martino Cecchi di San Miniato vende per il prezzo di 30 fiorini d’oro, donando fra vivi la maggior valuta, a Antonio del Provinciale una casa posta nella Contrada di Pancoli di San Miniato descritta nei suoi confini. Fatto nella Contrada Pancoli di San Miniato e rogato per Ser Orlandino di Jacopo del fu Drea del detto luogo Giudice ordinario e Notaio pubblico.

[056r]
5
8 settembre 1388 Indizione XII
Michele del fu Gherardo Ceuli del Comune di Firenze confessa aver ricevuto da Jacopo figlio di Buccio di Ser Giovanni di San Miniato, fiorini d’oro 16 in prestito, quali s’obbliga restituire dentro il termine di mesi tre, al pagamento dei quali fu mallevadore Miniato del fu Jacopo Ceuli del luogo suddetto. Fatto in San Miniato, nel Contrafforte e nella bottega di Marchionne del fu Bartolommeo.
Nel 15 settembre 1392 Indizione I, Iacopo suddetto, col consenso di detto suo padre ivi presente, costituisce procuratore a risquotere il detto credito da Michele debitore a Miniato mallevadore Nerio del fu Redi di San Miniato. Fatto in San Miniato avanti la bottega di Giovanni di Jacopo Franchini e rogato per Ser Giovanni di Ser Pietro Gucci di San Miniato Giudice Ordinario e Notaio pubblico.

6
26 novembre 1390 Indizione XI
Frammento d’imbreviature di Meo di Jacopo di Ser Matteo del fu Zanni pubblico notaio di Pistoia, scritto e rogato per Ser Luca del fu Beghino del fu Nello di Pistoia Giudice ordinario e notaio pubblico.

7
20 gennaio 1393 e 1394 Indizione II
Commissioni, Atti e Sentenze del Dottor Giovanni Ciacchi dall’Alto Giudice Assessore, e Potestà del Comune di San Miniato, nel tempo della Potesteria in Firenze del nobilissimo e potente milite Michele de’ Medici. Scritta da Tommaso del fu Gherardo di San Miniato notaio pubblico e scrivano del detto Comune.

[056v]
8
13??
Piero confessa d’aver ricevuto dalla signora Mea di Benedetto Grifoni 200 fiorini d’oro in dote, e si obbliga alla restituzione di quella in tutti i casi di ragione, alla qual restituzione pure si obbligano due suoi fratelli e la di lei madre. Rogato per Ser Giovanni del fu Piero d’Andrea Ciarri di San Miniato. La medesima è tagliata in principio.

9
1 luglio 1420 Indizione XIII
Testamento noncupativo di Aldo [?] del fu Gherardo Landucci di San Miniato di Firenze, mediante il quale dopo varj legati instituisce sua erede universale la fanciulla Margherita sua figlia legittima, e naturale, alla quale morendo senza marito, o maritata senza figli, sostituisca in generale tutti i poveri ad elezione dei curatori testamentari. Fatto in San Miniato nella casa di Marco di Bartolommeo Corri e rogato per Ser Bartolomeo del fu Ser Niccolò di San Miniato Giudice ordinario e Notaio pubblico.

10
19 gennaio 1434 Indizione XIII
Donna Mea del fu Giovanni Bottari di San Miniato di Firenze e moglie del fu Antonio di Giovanni per Ser Davino pure di San Miniato elegge per suo mondualdo Antonio di [??]gno Melchiorre di Firenze ivi abitante, col consenso e licenza del quale nomina, ed elegge, suo [057r] speciale e generale procuratore in tutte le sue liti, negozj, Ser Nanni di Niccolò Bottari di detto luogo. Fatto in San Miniato nella Contrada chiamata Lonferno [vicolo dell’Inferno? L’Ontraino?] e rogato per Ser Niccolò di Ser Lodovico di Ser Duccio di Giovannastra di detto luogo notaio fiorentino e giudice ordinario.

11
4 luglio 1444 Indizione XII
Sentenza data dai cinque ufficiali conservativi della comunità e distretto di Firenze, deputati sopra i contratti illeciti, ed usurarj, i nomi dei quali sono: Castello di Pietro Quaratesi; Piero di Simon Mariotto Orlandini; Dino di Matteo Azzi; Gentile di Ghino Cortigiani; Paolo di Niccolò Paolo Benci; onorati cittadini fiorentini, mediante la quale fu dichiarato come illecito, usurario e fatto con frode il contratto di cessione di una casa posta sulla piazza di San Miniato. Qual casa [che era di] Leonardo di Agnolo da San Miniato, essendo in prigione per non aver con che soddisfare a fiorini 31 dei quali andava creditore Lando di Andrea del Lando per aver pagati detti fiorini nell’anno 1432 a Niccolajo del Maestro Cristofano pagatore di fiorini 70 a Piero Baroncelli di Firenze, che ne aveva prestati 130 al detto Leonardo sulla fede e mallevadoria dei due suddetti, aveva ceduta al detto Lando d’Andrea per anni 8 con patto che pagando esso Leonardo al medesimo [057v] fiorini 36, egli dovesse a lui restituire il libero dominio della casa medesima, e nel tempo dell’inscritto debito permetta al cessionario e sua famiglia abitare una parte della casa medesima; quali patti di detto Lando non essendo stati osservati, [fu] anzi detto Leonardo discacciato dalla casa, né per molte istanze avendone potuto mallevare il dominio non ostante l’offerta di soddisfare ai detti fiorini 36; onde fu esso Leonardo costretto presentare la supplica ai suddetti 5 ufficiali incaricati sopra ai contratti illeciti ed usurarj, dai quali ventilata la causa fu dichiarato come sopra, e condannato il detto Lando a restituire la causa di cessione fattali da Leonardo, con obbligo al medesimo di pagare a detto Lando lire 92 quali trovando potesse detto creditore ritornare il dominio della casa senza alcuna pensione, od obbligo. Pronunziata nel luogo della solita residenza dei detti ufficiali. Scritta da Ser Pietro di Niccolò [058r] di Jacopo Giudice ordinario e Notaio fiorentino, per rogato da Ser Naldo di Giovanni Di Dio Giudice ordinario e Notaio pubblico fiorentino, e rogato dai detti 5 uffiziali, occupato allora in altrui affari, che si rogò dalla medesima.

12
11 giugno 1460 Indizione VIII
Piero del fu Bindo Peri di San Miniato del Contado di Firenze, in suo nome ed in nome di donna Betta del fu Lorenzo di Giovanni Pierucci sua moglie da una parte, e Giovanni Pierucci del fu Lazzaro di Lorenzo di Giovanni Pierucci di San Miniato dall’altra parte, fanno compromesso in Lodovico del fu Antonio di Ser Donato, cittadino fiorentino, e in Ser Andrea di Ser Cristofano di Benedetto notaio di San Miniato presenti, ed accettanti, di tutte le controversie e questioni fra di esse parti vertenti, i quali giudici compromissarj insieme uniti terminano amichevolmente; la medesima come sul lodo dei detti in essa cartapecora contenuto ritrovasi. Fatto in Firenze, nel Popolo di Santo Stefano Abbazia [presso l’Abbazia di Santa Maria, o Badia Fiorentina, presso cui esisteva una più antica chiesa dedicata a Santo Stefano detta “del Popolo”, n.d.r.] e rogato per Ser Jacopuccio figlio di Ser Marco di Ser Domenico di Matteo da Sofferroni.

13
18 novembre 1474 Indizione VIII
Antonio del fu Pietro Andrea di Santa Croce del Val d’Arno di Sotto, Distretto di Firenze, non revocando né annullando alcuno dei procuratori avuti da esso per il passato, anzi confermandoli, costituisce suoi irrevocabili procuratori da succedere ancora dopo la di lui morte ai suoi eredi [058v] gli illustri uomini Sig. Francesco di Ser Jacopo Donalotti di San Miniato, Ser Andrea di Ser Cristofano di detto luogo, Ser Donato di Antonio di San Miniato, Ser Lorenzo di Ser Niccolò di detto luogo, Ser Piero di Pietro dal Monte San Savino, e Ser Andrea di Cristofano Nacchianti notaio fiorentino assenti, ma come presenti, dando ad essi speciale e generale autorità di agire in tutti i suoi affari, liti, etc. Fatto nel Castello di Santa Croce del Val d’Arno di Sotto, in Casa del Comune di detto Ccastello, e rogato per Ser Giovanni del fu Michele di Michele di Bibbiena Giudice ordinario e Notaio pubblico fiorentino.

14
19 ottobre 1540 Indizione XI
Andrea del fu Marco di San Miniato in suo nome ed in nome di Benedetto suo figlio, vende per il prezzo di 40 fiorini d’oro di Lire 7 l’uno alla Reverenda Madre Aurelia del fu Antonio Rossi di Firenze, Monaca del Monastero di Santa Chiara di San Miniato, e a tutte l’altre Monache presenti, e future di detto Monastero, un pezzo di terra lavorativa, vitata e posta nell’appendici di San Miniato, luogo detto alle Calle, ed un altro pezzo di terra con la casa per il lavoratore, dei quali 40 fiorini fa alla detta monaca la ricevuta. [59r] Fatto fuori dalle mura di San Miniato e rogato per Ser Pietro del fu Ser Bartolommeo di Pietro di San Miniato del Contado di Firenze Giudice ordinario e Notaio pubblico.

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