venerdì 14 agosto 2020

PIAZZA DEL SEMINARIO PRIMA DEL SEMINARIO - FINE XVII SECOLO

di Francesco Fiumalbi
 
Sommario:
IL SEMINARIO: BREVE NOTA STORICO-ARCHITETTONICA
L’ESTIMO TARDOSEICENTESCO
LA PIAZZA DELLA CITTADELLA 1370-1488
LA PIAZZA DELLA CITTADELLA 1488-1704
LE ABITAZIONI ALLA FINE DEL ‘600
IL DETTAGLIO DELL’ESTIMO
NOTE E RIFERIMENTI
 
Piazza del Seminario, ovvero Piazza della Repubblica a San Miniato è uno degli interni urbani più affascinanti che si possano ammirare in Toscana. Come tutte le altre parti della città, anche piazza del Seminario è il risultato di una stratificazione di interventi che si sono succeduti nel corso dei secoli.
 
La domanda a cui cercheremo di rispondere in questo post è la seguente: come si presentava la piazza prima della costruzione del Seminario?
 
IL SEMINARIO: BREVE NOTA STORICO-ARCHITETTONICA
Il Seminario come lo conosciamo oggi è il risultato di un processo edilizio durato alcuni secoli. Il tutto partì da una abitazione acquistata dal Vescovo Angelo Pichi nel 1650. Successivamente, il Vescovo Michele Cortigiani acquistò altre due abitazioni contermini, che collegò al giardino adiacente la Cattedrale, attraverso un sovrappasso. L'inaugurazione avvenne il 25 novembre del 1685, nel giorno dedicato a Santa Caterina d'Alessandria, a cui fu intitolato il collegio dei seminaristi (01). Circa vent’anni dopo, prese avvio l’intervento promosso dal Vescovo Francesco Poggi, iniziato nel 1704 (02) e concluso nel 1713 (03): il prelato acquistò tutti gli edifici che si affacciavano sulla piazza, lì demolì e costruì il nuovo istituto di formazione per i nuovi sacerdoti che andò a coprire l’intero perimetro della piazza e la sua facciata fu completamente decorata con le pitture di Francesco Chimenti. Altri interventi minori furono realizzati nel corso dell’800. Poi, negli anni ’30 del ‘900 –  durante il ministero episcopale del Vescovo Ugo Giubbi – la sopraelevazione dell’ultimo piano  e altri interventi significativi all’interno: la realizzazione della nuova cappella (con la pala dipinta da Ippolita Gargini Briccola in stile neogiottesco), la sistemazione della biblioteca, i nuovi dormitori, il laboratorio scientifico, etc. Questa, in estrema sintesi, è la storia dell’edificio.
 
Piazza della Repubblica o del Seminario a San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi
 
L’ESTIMO TARDOSEICENTESCO
Grazie ai registri dell’Estimo tardoseicentesco, conservati all’Archivio Storico del Comune di San Miniato, possiamo avere un’idea di come doveva presentarsi la piazza alla fine del XVII secolo, ovvero fra l’inaugurazione del Cortigiani (1685) e l’ampliamento del Poggi (1704-1713). L’Estimo era un grande registro dei beni immobili – terreni e fabbricati – su cui veniva pagata la cosiddetta “decima”. Era, né più né meno, un registro catastale. Tale sistema impositivo derivava dalla riforma fiscale operata durante il regime repubblicano di Girolamo Savonarola (1494-1498), che prevedeva la tassazione dei beni immobili e l’esclusione di imposizioni sulle attività produttive, commerciali e finanziarie (04). I beni venivano accampionati in appositi registri, organizzati per “luogo”: nel nostro caso il Comune di San Miniato, che apparteneva giurisdizionalmente al Quartiere di Santo Spirito di Firenze (era un po’ come se il territorio fosse diretta emanazione della città capoluogo). Infatti, nel frontespizio del registro troviamo Estimo di S. Spirito, n. 88, Comune di San Miniato, Podesteria di detto luogo (cioè Podesteria di San Miniato). Come nel moderno catasto, venivano registrati i cambi di proprietà – arroti o volture – e tutto l’estimo era soggetto periodicamente a revisioni e aggiornamenti. Per garantire il corretto e costante aggiornamento, tale prerogativa venne assegnata nel 1560 alla nuova magistratura dei Nove Conservatori. Nel nostro caso il registro non è datato, ma è assegnabile all'ultimo decennio del ‘600.
 
Veduta del Sinodo del 1707
Si nota il fabbricato del Seminario in costruzione
 
LA PIAZZA DELLA CITTADELLA 1370-1488
Dopo la conquista fiorentina del 1370, ma soprattutto dopo i vari tentativi di rivolta (specialmente quelli di Benedetto Mangiadori del 1397), San Miniato divenne un centro parzialmente militarizzato. In particolare, nella sua zona baricentrica, nella sede della Società di Giustizia furono installati gli uffici del Vicario fiorentino (odierna porzione occidentale del Palazzo Vescovile), con gli spazi necessari per ospitare vari ufficiali e un piccolo contingente armato. Fu chiusa al culto la Pieve dei SS. Maria e Genesio (l’attuale Cattedrale), furono abbattuti diversi edifici e venne realizzata un’ampia muraglia difensiva, comprendente tutto il perimetro della piazza. Il tutto venne a costituire una vera e propria fortificazione incuneata nel baricentro cittadino. Per dare un’idea, un documento relativo ad una sentenza del 1443 fu registrato nel Palazzo del Vicario posto nella Rocca di Sotto (05).
Fu così che la zona rimase pressoché militarizzata per circa un secolo, fino ai provvedimenti distensivi del 1488. E’ in questo periodo che la “piazza” principale di San Miniato, l’antica Platea di Santa Maria – così indicata negli Statuti del 1337 (1336), dove si svolgeva il mercato delle granaglie e da non confondere con l’odierna Piazza del Duomo – fu ribattezzata “Piazza della Cittadella”. Il nome deriva proprio dalla sua funzione militare, di presidio intercluso all'interno dello spazio urbano. Questa non è una prerogativa sanminiatese, infatti esistono anche altre “cittadelle” in Toscana. A Pisa, ad esempio, c’è la Cittadella, detta “Cittadella Vecchia” che fu realizzata intorno alla più antica Torre Ghibellina a partire dalla conquista fiorentina del 1406. Nel capoluogo pisano esiste anche la “Cittadella Nuova”, anch'essa realizzata dai Fiorentini a partire dal 1440 e corrispondente all'attuale Giardino Scotto. Anche Empoli aveva la sua “Cittadella” (06). A Siena, la cosiddetta Fortezza Medicea fu realizzata su una precedente struttura militare che veniva chiamata proprio “Cittadella”. Analoghe “cittadelle” le troviamo anche a Pistoia e Lucca.
 
LA PIAZZA DELLA CITTADELLA 1488-1704
A partire dai provvedimenti distensivi del 1488, San Miniato riacquistò una significativa “normalità” cittadina. Venne riaperta al culto la Pieve, venne istituito il Collegio dei Canonici (insediato nell'odierno Episcopio, per cui la sede del Vicario si spostò nell'odierno Miravalle), ma soprattutto venne meno la militarizzazione del baricentro urbano. E’ a partire da questo momento che anche la piazza principale dell’abitato, la “Piazza della Cittadella”, venne ad assumere una connotazione civile, contornata da abitazioni. Purtroppo, non disponiamo di documenti in tal senso, ma è un fatto acclarato che ai sanminiatesi fu consentito di costruire nuove abitazioni affacciate sulla piazza e addossate al circuito difensivo realizzato dopo il 1370. Questa la situazione documentata dall'Estimo tardoseicentesco: una serie di edifici residenziali, caratterizzati da attività commerciali a piano terra. Fu il Vescovo Poggi, agli inizi del ‘700, ad acquistare tutti i fabbricati civili che si affacciavano sulla piazza e che furono demoliti per costruire il nuovo e grande Seminario Vescovile. Dalle planimetrie del Seminario si osserva come ancora oggi la spina dorsale del complesso sia rappresentato da un muro molto spesso, corrispondente al circuito murario difensivo realizzato dopo il 1370. Il resto della costruzione, da un punto di vista compositivo, si presenta omogeneo e organizzato serialmente, per cui gli edifici preesistenti furono demoliti completamente. Il Vescovo, dunque, acquistò dal demanio anche la muraglia difensiva – che venne riutilizzata come dorsale strutturale – ma anche lo spazio della piazza, che ancora oggi appartiene alla Curia sanminiatese.
 
Piazza della Cittadella alla fine del ‘600
Schema di Francesco Fiumalbi
 
LE ABITAZIONI ALLA FINE DEL ‘600
Nell'Estimo tardoseicentesco sono indicate con precisione le abitazioni che si affacciavano sulla Piazza della Cittadella, l’odierna Piazza del Seminario. Sono indicate complessivamente 9 unità immobiliari, di cui 7 abitazioni, un’osteria e 6 botteghe:
- l’Osteria di Antonio di Giuseppe Scala da Milano;
- un’abitazione con bottega del medesimo Antonio Scala da Milano;
- un’ulteriore casa con bottega e annesso terreno edificabile (casalino) dello stesso Antonio Scala da Milano;
- una bottega appartenente agli eredi di Niccolò Tellucci;
- l’abitazione che fu di Giovanni Pasqualetti, acquistata dal Vescovo Cortigiani per ampliare il Seminario;
- una casa di Filippo Bondi gestiva l’osteria a La Scala;
- due abitazioni con botteghe del medesimo Filippo Bondi;
- una casa con bottega degli eredi di Lorenzo Buratti;
 
Sono indicati anche altre proprietà contermini, probabilmente terreni o spazi comunque non edificati, situati nelle vicinanze e indicati nelle descrizioni dei confini:
- beni di Niccolò e Carlo Ansaldi;
- beni di Vincenzo Portigiani;
- beni di Jacopo Roffia;
- beni degli eredi di Maria Mercati;
- beni di Francesco Bettini;
- beni di Giovan Battista Fiamminghi;
- beni degli eredi di Giovanni Piero da Empoli.
 
Non va comunque dimenticato che l’Estimo è incompleto: le famiglie sanminiatesi residenti a Firenze pagavano le tasse a Firenze, anche per quegli immobili che possedevano a San Miniato. Infatti, nell’Estimo sanminiatese non compaiono i principali edifici appartenenti alle famiglie nobiliari, ma solamente quelli di coloro che qui risedevano.
 
IL DETTAGLIO DELL’ESTIMO
Di seguito sono riportate le voci dell’Estimo in cui vengono indicati gli edifici che si affacciavano sulla Piazza della Cittadella:
 
Archivio Storico di San Miniato, 3844, Estimo, c. 96
Alessandro, Anton Mario, Liborio e Giovanni Battista di Niccolò d'Alessandro Tellucci
Campione di S. Miniato 991
Una bottega con una stanza sopra di essa posta in Santo Miniato in Piazza di Cittadella nel Popolo di S. Ginesio e S. Maria di detto luogo, al quale confina a p:mo [primo] detta Piazza 2° Francesco Bondi Oste alla Scala, 3° ms Antonio Scala con Xma [decima granducale] di  6 soldi e denari quattro
 
Archivio Storico di San Miniato, 3844, Estimo, c. 92
Antonio di Giuseppe Scala Milanese
[..]
Arroto 2645, n. 2
Una casa ad uso d'Osteria posta nella Città di S. Miniato in Piazza d.a [detta] di Cittadella nel Popolo di S. Ginesio e Maria di detto luogo alla quale confina a primo una anzi casa di Seminario di S. Miniato, 2° detta Piazza, 3° Cavaliere Niccolò e Carlo Ansaldi, 4° Mura di detta Città di infrascritta con decima di 13 soldi e 10 denari.
 
Arroto 2664, n. 22
Una casa fatta di nuovo con bottega e due stanze sopra posta in S. Miniato in su la Piazza di Cittadella popolo del Duomo alla quale confina il primo Messer Antonio, da due parti le mura castellane e Piazza infrascritta. Decima di soldi 4 e denari 18.
 
Arroto 2665, n. 17
Una casa con bottega et un casalino contiguo posto in S. Miniato in Piazza di Cittadella al popolo di S. Ginesio e Maria di detto luogo. Alle quali casa e casalino confina a primo Piazza, 2° Mr. Antonio Scala comp.re, 3° Mura Castellane, 4° Eredi di Gio. Piero Micheli infra. Decima di soldi 5.
 
Archivio Storico di San Miniato, 3844, Estimo, c. 100
Beni che furono di Giovanni di Francesco di Paquale Pasqualetti passa Seminario da Chierici di S. Miniato. Estimo S. Spirito n. partita a 116 dare a 30 aprile 1703 a 6 cavati da messer Filippo dei Bondi per la partita in…
 
Archivio Storico di San Miniato, 3844, Estimo, c. 120
Ms. Filippo di Filippo di Domenico di Bondo Bondi
Estimo di Santo Spirito n. 908
Una casa da cielo a terra posta nella Città di S. Miniato Popolo di S. Maria alla Cattedrale, et in luogo detto Piazza alla Cittadella et a confini primo Vincenzo Portigiani, 2° Jacopo Antonio Roffia, 3° Piazza, 4° Eredi di Mariano Mercatj
Due casette da cielo a terra con sue botteghe poste in detto Popolo e Piazza di Cittadella a primo Francesco di Domenico Bettinj, 2° Gio. Battista Fiamminghio, 3° Eredi di Gio. Piero di Niccolo da Empolio, 4° Piazza, con decima di 11 soldi e 2 denari di somma.
 
Archivio Storico di San Miniato, 3844, Estimo, c. 120 1/3
Giovanni Maria Caterina e Domenica di Lorenzo di... Buratti
Estimo di Santo Spirito n. 953
Una casa posta in S. Miniato nella piazza di Cittadella consistente in due stanze, cioè una bottega, et una stanza qual bottega non è appigionata.
E perché detta casa, e bottega, non si è trovata decimata si descrive perciò senza decima. Per servirsene p. uso…
Decimata di nuovo per la partita in c. 181 di n. 316. per Arroto 1696, n.82.
 
NOTE E RIFERIMENTI
(01) A. Danti, Vita di Monsignore Michel Carlo Visdomini Cortigiani, Patrizio Fiorentino, Vescovo di Samminiato, poi di Pistoja e di Prato, Stamperia Bernardo Paperini, Firenze, 1736, pp. 49-58.
(02) P. Richetti, Il vescovo Poggi a San Miniato: arte e devozione nel primo Settecento, in La chiesa del SS. Crocifisso a San Miniato, restauro e storia, a cura di M. A. Giusti e D. Matteoni, Umberto Allemandi & C, Torino, 1991, pag. 39.
(03) G. Piombanti, Guida della Città di San Miniato al Tedesco, Tip. Ristori, San Miniato, 1894, pp. 75-76.
(04) A. Contini, F. Martelli, Catasto, fiscalità e lotta politica nella Toscana nel XVIII secolo, in «Annali di Storia di Firenze», n. II, Firenze, 2007, pp. 150-183: 155-158.
(05) Archivio di Stato di Firenze, Archivio Diplomatico, San Miniato al Tedesco, San Jacopo (Domenicani), 1443, 9 aprile: Sentenza proferita da Francesco del fu ser Michele Tucci da Vinci Giudice ed Assessore di Lorenzo di Niccolino Serigatti Vicario della terra di San Miniato ad istanza di ser Anselmo di ser Giovanni di detta terra, come Procuratore di donna Fiore vedova di Manni di Manetto di detto luogo, e alla presenza di messer Barbaba di messer Jacopo d’Arezzo Giudice ed Assessore del nobile uomo Lorenzo di Antonio Spinelli, colla quale dichiarò che gl’eredi di detto Manni e segnatamente Michele e Giulione suoi figli dovessero pagare la detta donna Fiore in vigore delle disposizioni testamentarie del loro padre la somma di 40 fiorini d’oro per restituzione di dote ed inoltre 20 fiorini d’oro lasciati ad essa a titolo di legato, aggiungendo per la suddetta somma alcuni beni mobili ivi descritti e condannando i detti eredi a tutte le spese etc. Dato in San Miniato nel Palazzo di Residenza di detto Vicario posto nella Rocca di Sotto etc. Rogato Piero del fu Andrea di Ciano da San Miniato Giudice e Notaio. Tomo n. 48, Monasteri, Regio acquisto e particolari, Inventario 1913, 115, cc. 114r-115r.
(06) L. Lazzeri, Storia di Empoli: Con aggiunta di biografie dei più illustri cittadini empolesi, Tip. Monti, Empoli, 1873, pp. 12, 15, 18, 98, 102.

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