martedì 30 aprile 2013

BALCONEVISI [S. MINIATO] - DIZIONARIO REPETTI



BALCONEVISI [Comune di San Miniato]

«BALCONEVISI già VALCONEVISI. Borgata che fu castello nel Val d’Arno inferiore sulla vallecola dell’Evola, con chiesa parrocchiale (S. Jacopo). Prepositura del Caposesto di Montopoli, Comunità, Giurisdizione e Diocesi di S. Miniato, che è 4 miglia toscane settentrione greco, Compartimento di Firenze.
Questo castello è ora un villaggio sparso sulla costa delle colline che separano il valloncello dell’Evola da quello della Cecinella (1), sulla strada comunitativa che da S. Romano per Stibbio e Balconevisi conduce a Palaja (2). Esso fu sempre compreso nel distretto di Sanminiato insieme con le borgate e popoli di S. Pietro a Valconevisi, di S. Jacopo al Colle (3), e SS. Cristofano e Jacopo a Scopeto, tutte chiese riunite a questa di S. Jacopo già filiale della Pieve antica di S. Giovanni a Quarazana (ora Corazzano), descritte nel catalogo del 1260 della Diocesi di Lucca, dalla quale allora dipendeva (4). – Vedere SANMINIATO, Diocesi.
Il castello di Balconevisi fu uno di quelli del contado Sanminiatese occupati e quindi, alla pace del 1318, restituiti dai Pisani. (LELMI Cronac. Sanminiat. (5))
La parrocchia di Balconevisi conta 452 abitanti.»

[Estratto da E. Repetti, Dizionario... cit., Firenze, 1833, Vol. I, p. 254]

« Si aggiunga – La popolazione nella parr. di S. Jacopo a Balconevisi nel 1845 ascendeva a 560 Abit., che 550 nella Com. principale di San-Miniato, ed una frazione di 10 Abit. in quella di Montajone, mentre nel 1833 contava soli 452 individui.»

[E. Repetti, Appendice, 1845, p. 21]

Balconevisi, vista panoramica
Foto di Francesco Fiumalbi

NOTE E RIFERIMENTI
(1) In realtà E. Repetti confonde la Valle della Chiecinella con quella della Chiecina, sulla quale effettivamente si affaccia Balconevisi.
(2) Anche in questo caso, E. Repetti commette un errore. La strada a cui si riferisce non è quella che passa da Stibbio e conduce a Palaia, bensì quella che, risalendo la Valdegola, conduce a Montaione.
(3) In realtà si tratterebbe della chiesa dei SS. Jacopo e Filippo di Colle, che era situata nei pressi di Collebrunacchi, e che adesso è scomparsa.
(4) L'elenco delle chiese della Diocesi di Lucca, conosciuto anche come “Estimo” fu edito per la prima volta in Domenico Bertini, Memorie e documenti per servire all'Istoria del Ducato di Lucca, Tomo IV, parte I, Francesco Bertini Editore, Lucca, 1818, appendice, doc. XXVII, pp. 37-48. Una più recente edizione si deve a Pietro Guidi, Tuscia. Rationes Decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV, Vol. I, La decima degli anni 1274-1280, Biblioteca Apostolica Vaticana, Roma, 1932, Appendice, pp. 243-273.
(5) Si tratta del notaio e cronista sanminiatese Giovanni di Lemmo da Comugnori. Al tempo in cui scrive Emanuele Repetti, il suo “Diario” non era ancora stato stampato. La prima edizione fu inserita nella raccolta curata da Luigi Passerini, Cronache dei secoli XIII e XIV, Documenti di Storia d'Italia, Vol. VI, coi tipi di M. Cellini e C., Firenze, 1876. Più recentemente è uscita una nuova edizione curata da Vieri Mazzoni: Ser Giovanni di Lemmo Armaleoni da Comugnori, Diario. 1299-1319, Deputazione di Storia Patria per la Toscana, Documenti di Storia Italiana, Serie II – Volume XIV, Leo S. Olschki Editore, Firenze, 2008.

lunedì 29 aprile 2013

IANO [MONTAIONE] - DIZIONARIO REPETTI



IANO [Comune di Montaione]

«AGLIANO, ALLIANO ora JANO in Val d'Era. Alle sorgenti del torrente Roglio nella Comunità Giurisdizione e 13 miglia toscane a ostro di Sanminiato, Diocesi di Volterra, Compartimento di Firenze. – Esiste presso al giogo dei poggi che separano la Valle dell'Era da quella dell'Elsa un miglio e mezzo a ponente di S. Vivaldo sul confine della Diocesi di Volterra, e dell'antico distretto di Sanminiato (1), nella selva di Camporena, cui fu annesso il suo popolo de' SS. Jacopo e Filippo e quello del Castellare della Pietra, nel piviere di Castelfalfi.
A questo luogo vuolsi probabilmente riferire quella chiesa di S. Andrea in Alliano giuspadronato de’conti Aldobrandeschi di Sovana, che nel 1004 la Contessa Gisla vedova del conte Rodolfo, e il conte Ildebrando suo figlio rinunziarono al vescovo di Volterra in occasione di una permuta di predj. (Vedere ABAZIA DI SPUGNA.) – Il popolo di Alliano insieme con quello di Camporena si assoggettò nel 1231 al Comune di Sanminiato, cui cedé alcuni terreni con l'onere di mantenere le pubbliche strade senza spesa di quei popolani. – Il poggio di Alliano e la selva di Camporena sono notati a confine fra il territorio fiorentino e quello di San Miniato nella demarcazione stabilita nel 1297. (LAMI Odepor. E Mon. Eccl. Fior. (2)) – Vedere CAMPORENA, JANO e PIETRA. La cura d'Jano e Camporena ha 228 abitanti.»

[Estratto da Repetti Emanuele, Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana contenente la descrizione di tutti i luoghi del Granducato, Ducato di Lucca Garfagnana e Lunigiana, Tofani, Firenze, 1833, Vol. I, p. 55]

NOTE E RIFERIMENTI
(1) Iano, rimase in territorio sanminiatese fino al 1370, quando fu inglobato all'interno del distretto di Firenze.
(2) Lami Giovanni, Sanctae Ecclesiae Florentinae Monumenta, Tomo I, Firenze, 1758, pp. 402-404; Lami Giovanni, Charitonis et Hippophili. Hodoeporici. Pars Prima, in «Deliciae Eruditorum», Firenze, 1741, il documento è riportato alle pp. 113-125, in particolare riguardo alla selva di Camporena pp. 122-123.

PER COMUNITA' - SAN MINIATO NEL "DIZIONARIO" DI E. REPETTI



In questa pagina sono elencate, raccolte per comunità, le località del territorio sanminiatese (o nei comuni limitrofi, ma comunque storicamente legate a San Miniato) inserite nel Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, compilato da Emanuele Repetti, e pubblicato a Firenze tra il 1833 e il 1845.


Comune di San Miniato]

SAN MINIATO (Città – Diocesi – Comunità)

Suburbio:
Frazioni:
[Comune di Empoli]

[Comune di Castelfiorentino]

[Comune di Montaione]

[Comune di Montopoli]

[Comune di Palaia]

domenica 28 aprile 2013

BACOLI [SAN MINIATO] - DIZIONARIO REPETTI



BACOLI [Comune di San Miniato]

«BACOLI (Bacula, Obacula). Contrada del suburbio occidentale della città di Sanminiato presso Cigoli nel Val d’Arno inferiore, dove fu una chiesa parrocchiale (S. Andrea de Bacula) compresa nella pieve di Fabbrica a Cigoli: ed è quella chiesa di S. Andrea presso il castello di Cigoli rammentata nella bolla che Celestino III inviò nell’anno 1194, (24 di aprile) al Proposto della Pieve di S. Genesio a Sanminiato già compresa nella Diocesi di Lucca (1).
La contrada conserva tuttora il nome di Bacoli, e lo ha dato a un rio che scaturisce in quelle pendici sopra la badia di S. Gonda e si scarica nell’Arno quasi di fronte a Fucecchio. Il quale rio di Bacoli fu designato nella linea di demarcazione di confine fra la Comunità di Sanminiato e quella di Fucecchio, conclusa nell’anno 1294 (LAMI Mon. Eccl. Flor. T. I (2)).
Nell’aprile del 1315, Uguccione della Faggiuola signore di Pisa era accampato con il suo esercito nel piano di S. Gonda, quando corse guastando per le ville di Montedonico, Bacoli, e Scoccolino infino a S. Chiara presso le mura di Sanminiato. (LELMI Cronic. Sanminiat. (3)).»

[estratto da E. Repetti, Dizionario... Cit., Tomo I, 1833, p. 178]

NOTE E RIFERIMENTI
(1) In realtà il Repetti confonde la chiesa di S. Andrea in Bacoli, che si trovava vicino a Cigoli, con la chiesa di Sant'Andrea di Reggiana, che viene indicata prope castro Ciculum e che si trovava nei pressi del “Riposo”, sotto il convento di San Francesco a San Miniato. La chiesa di Sant'Andrea in Bacoli si trovava, con ogni probabilità, su una propaggine nord-orientale della collina di Cigoli, in prossimità dell'attuale “Podere Sant'Andrea” chiaramente individuabile nella cartografia del Catasto Generale della Toscana (1834) e anche nella moderna Carta Tecnica Regionale 1:10000.
(2) Lami Giovanni, Sanctae Ecclesiae Florentinae Monumenta, Tomo I, Firenze, 1758.
(3) Si tratta del notaio e cronista sanminiatese Giovanni di Lemmo da Comugnori. Al tempo in cui scrive Emanuele Repetti, il suo “Diario” non era ancora stato stampato. La prima edizione fu inserita nella raccolta curata da Luigi Passerini, Cronache dei secoli XIII e XIV, Documenti di Storia d'Italia, Vol. VI, coi tipi di M. Cellini e C., Firenze, 1876. Più recentemente è uscita una nuova edizione curata da Vieri Mazzoni: Ser Giovanni di Lemmo Armaleoni da Comugnori, Diario. 1299-1319, Deputazione di Storia Patria per la Toscana, Documenti di Storia Italiana, Serie II – Volume XIV, Leo S. Olschki Editore, Firenze, 2008.

sabato 27 aprile 2013

ORDINE ALFABETICO - SAN MINIATO NEL "DIZIONARIO" DI E. REPETTI


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In questa pagina sono elencate, in ordine alfabetico, le località del territorio sanminiatese (o nei comuni limitrofi, ma comunque storicamente legate a San Miniato) inserite nel Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, compilato da Emanuele Repetti, e pubblicato a Firenze tra il 1833 e il 1845.


BADIA DI SANTA GONDA [Comune di San Miniato]
BORGO SAN GENESIO [Comune di San Miniato]
DOGANA [Comune di Castelfiorentino]
LA SCALA [Comune di San Miniato]
LEPORAIA [Comune di San Miniato]
LUNGOTUONO [Comune di Castelfiorentino]
MARCIGNANA [Comune di Empoli]
MARZANA [Comune di San Miniato]
MELLICCIANO [Comune di Castelfiorentino]
MONTAIONE [Comune di Montaione]
MONTALTO [Comune di San Miniato]
MONTELABRO (Balconevisi) [Comune di San Minito]
MONTE MAGNO (Poggio Grosso?) [Comune di San Miniato]
MONTE ROTONDO [Comune di San Miniato]
MONTORZO [Comune di San Miniato]
MORIOLO [Comune di San Miniato]
MUGNANO (San Donato) [Comune di San Miniato]
NOCICCHIO [Comune di San Miniato]
PALAGIO [Comune di San Miniato]
PIANEZZOLI [Comune di Empoli]
PINO (Ponte a Elsa) [Comune di San Miniato]
PINOCCHIO (San Miniato Basso) [Comune di San Miniato]
PONTE A EVOLA [Comune di San Miniato]
PRATIGLIONE [Comuni di Palaia e Montopoli]
ROFFIA [Comune di San Miniato]
SAN MINIATO [Città – Diocesi - Comunità]
SAN ROMANO [Comuni di San Miniato e Montopoli]
SAN QUINTINO [Comune di San Miniato]
SAN VIVALDO [Comune di Montaione]
SCOCCOLINO [Comune di San Miniato]
SCOPETO (Balconevisi) [Comune di San Miniato]
SOFFIANO (Ontraino) [Comune di San Miniato]
SANTO STEFANO [Comune di Montaione]
STIBBIO [Comune di San Miniato]
TONDA [Comune di Montaione]

venerdì 26 aprile 2013

SAN MINIATO NEL "DIZIONARIO" DI E. REPETTI [1833-1846]


In questa pagina sono raccolte tutte le informazioni riguardanti San Miniato e il suo territorio, inserite nel Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, compilato da Emanuele Repetti e stampato a Firenze in fascicoli, poi raccolti in cinque volumi, più una appendice, tra il 1833 e il 1845. 
Quella del Repetti è un'opera fondamentale, dalle dimensioni ciclopiche, che costituisce la base ineludibile per qualsiasi studio o ricerca di storia locale nell'ambito toscano. Pensando di fare cosa gradita, riproponiamo le voci "sanminiatesi" del Dizionario, trascritte e corredate da analisi critica del testo e delle fonti, cercando di chiarire alcuni aspetti che lo stesso Repetti ha lasciato in sospeso, specificare alcune situazioni dovute ad aspetti contingenti (all'epoca c'era ancora il Granducato di Toscana!), correggere eventuali errori e inesattezze.


 




mercoledì 24 aprile 2013

AGLIATI [PALAIA] - DIZIONARIO REPETTI

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AGLIATI [Comune di Palaia]

Repetti Emanuele, Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana contenente la descrizione di tutti i luoghi del Granducato, Ducato di Lucca Garfagnana e Lunigiana, Tofani, Firenze, 1833, Vol. I, p. 49.

Agliati, Chiesa di San Martino
Foto di Francesco Fiumalbi

«AGLIATI (AGLIATA) in Val d'Evola (1), castello con parrocchia (S. Martino) filiale della pieve di Palaja, Compartimento Giurisdizione e Diocesi di Sanminiato, da cui è circa 6 miglia toscane a libeccio, Compartimento di Firenze (2). Se il nome suo non derivò dal rio che scorre per quella piaggia, lo diede almeno alla nobile famiglia pisana Agliata, che ivi probabilmente ebbe stanza e possessioni.
Fu uno de’ castelli dell'antico distretto di Sanminiato, spesse volte rammentato nella breve cronaca di questa città scritta da Giovanni Lelmi (3) nella prima metà del secolo XIV. Caduto in potere dei Pisani, questi dovettero renderlo al Compartimento di Sanminiato alla pace conclusa nel 1317 con la mediazione della Lega guelfa Toscana, alla testa della quale figurava la Repubblica fiorentina. – Non si trovano memorie relative a questo castello prima del secolo XIII, se non si volesse attribuire a esso il nome di qualche paese o borghetto già esistente in quel piviere sotto altro vocabolo, tra i quali sarebbe il S. Martino di Pinocchio nella Cecinella (4) (Catal. delle Chiese della Diocesi di Lucca del 1260. (5)) – Agliati conta 314 abitanti.» [Repetti, Vol. I, 1833, p. 49]

«Si aggiunga – La sua popolazione nel 1845 era divisa fra quella della sua Com. di San-Miniato, dove aveva abit. 263 e la Com. di Palaja, dove mandava 16 abit. che in tutti ascendevano a 279 individui.» [Appendice, 1845, p. 9]
NOTE E RIFDERIMENTI
(1) Si tratta del Torrente Egola, nei documenti denominato “Evola” fino a non più di un secolo fa.
(2) Al tempo in cui scrive Repetti, il territorio di Agliati faceva parte del Comune di San Miniato, che a sua volta apparteneva alla Provincia di Firenze. Il distaccamento da San Miniato avvenne nel 1928. Si veda il post: IL DISTACCO DI AGLIATI E COLLELUNGO DAL COMUNE DI SAN MINIATO A QUELLO DI PALAIA.
(3) Si tratta del notaio e cronista sanminiatese Giovanni di Lemmo da Comugnori. Al tempo in cui scrive Emanuele Repetti, il suo “Diario” non era ancora stato stampato. La prima edizione fu inserita nella raccolta curata da Luigi Passerini, Cronache dei secoli XIII e XIV, Documenti di Storia d'Italia, Vol. VI, coi tipi di M. Cellini e C., Firenze, 1876. Più recentemente è uscita una nuova edizione curata da Vieri Mazzoni: Ser Giovanni di Lemmo Armaleoni da Comugnori, Diario. 1299-1319, Deputazione di Storia Patria per la Toscana, Documenti di Storia Italiana, Serie II – Volume XIV, Leo S. Olschki Editore, Firenze, 2008.
(4) Si tratta della valle dove scorre il Torrente Chiecinella.
(5) L'elenco delle chiese della Diocesi di Lucca, conosciuto anche come “Estimo” fu edito per la prima volta in Domenico Bertini, Memorie e documenti per servire all'Istoria del Ducato di Lucca, Tomo IV, parte I, Francesco Bertini Editore, Lucca, 1818, appendice, doc. XXVII, pp. 37-48. Una più recente edizione si deve a Pietro Guidi, Tuscia. Rationes Decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV, Vol. I, La decima degli anni 1274-1280, Biblioteca Apostolica Vaticana, Roma, 1932, Appendice, pp. 243-273.

martedì 23 aprile 2013

VIDEOTECA DI SMARTARC

In questa pagina sono raccolti i post con i video realizzati durante gli incontri promossi da SMARTARC e in altre occasioni. 


Eventi:
 



Documentario RAI:


Documenti:
 
 
 





IN PILLOLE [006]: IL 25 APRILE 1939 E IL VIALE GUGLIELMO MARCONI

a cura di Francesco Fiumalbi
Il viale Guglielmo Marconi è quella strada ampia e dritta che dal centro di San Miniato Basso si protende verso il Comune di Fucecchio. Senza entrare troppo nel dettaglio, l'asse stradale fu realizzato fra il 1288 e il 1294 come nuovo collegamento fra i comuni di San Miniato e Fucecchio, nonché come variante di quella che spesso viene indicata come “via Francigena” o “via Romea”. Fino alla prima metà dell'800 è chiamata “strada per Fucecchio” con piccole varianti (strada maestra, strada comunitativa, via pubblica, che conduce a Fucecchio etc). Con l'avvento della ferrovia e l'attivazione della fermata nel 1847, la strada fu denominata “via della Stazione”. A distanza di circa 90 anni, il nome fu cambiato nuovamente, precisamente il 25 aprile del 1939.
Attualmente il 25 aprile di ogni anno viene festeggiato l'Anniversario della Liberazione dell'Italia dal Nazi-Fascismo, che dal 1946 è ufficialmente istituita come Festa Nazionale. Questo importante anniversario ha preso il posto di un'altra ricorrenza che cadeva lo stesso giorno: la nascita di Guglielmo Marconi, avvenuta Bologna, il 25 aprile del 1874. Ad onor del vero, bisogna ricordare che il Fascismo approfittò della figura di Marconi quale esempio dell'“Italico Ingegno”; e lo stesso Marconi non nascose mai le proprie simpatie per il regime di allora, anche se lo spessore scientifico dell'inventore impedì che la sua figura cadesse nell'oblio. Ma arriviamo al dunque: a due anni dalla morte e a 65 dalla nascita, nel 1939, il Comune di San Miniato volle commemorare l'illustre inventore italiano, dedicandogli una delle vie più importanti. La strada da rinominare fu individuata in via della Stazione, ma solamente nel tratto in pianura. L'altra porzione, dal semaforo di San Miniato Basso fino al centro storico di San Miniato, rimase "via della Stazione" fino a quando anch'essa non fu ribattezzata "via Aldo Moro".
Presso l'Archivio Storico abbiamo rintracciato la delibera:

ONORANZE ALLA MEMORIA DI GUGLIELMO MARCONI
Pubbl. Dom. 12/02/1939

Premesso che il 25 aprile p.v. sarà solennemente celebrato l'anniversario della nascita del Grande Italiano Guglielmo Marconi;
Che in quella occasione il Comune di S. Miniato intende prendere parte alla manifestazione Nazionale, onorando pubblicamente la memoria dell'Immortale Scienziato;

DELIBERA

di sostituire la denominazione della strada “Viale della Stazione” con “Viale Guglielmo Marconi”.
L'Ufficio di anagrafe provvederà pertanto alle variazioni anagrafiche del caso e l'Ufficio tecnico alla sostituzione della targatura stradale.

RIFERIMENTI
Archivio Storico del Comune di San Miniato, F200 S022 UF32, n. 748, Archivio Postunitario, Protocolli delle Deliberazioni della Giunta Comunale, Protocolli delle deliberazioni del Podestà, delib. 25/1939.


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San Miniato Basso, viale Guglielmo Marconi
Foto di Francesco Fiumalbi

sabato 20 aprile 2013

BOLGHERI - DAVANTI A SAN GUIDO

di Francesco Fiumalbi



D.O.M.
SANCTO GUIDO DONORATICI OLIM COMITI
AD OBSEQIUM ERGA GENTILEM SUUM DECLARANDUM
POPULARIUM PIETATEM EXCITANDAM
OPEM SIBI IPSIS ET POSTERIS SUIS IMPLORANDAM
SIMON MARIA GHERARDESCA
BULGARI E DONORATICI COMES
SUIS IMPENSIS EXTRUCTUM DEDICAVIT
AS MDCCIII


E' questo il testo dell'epigrafe che possiamo leggere sostando esattamente davanti al piccolo oratorio dedicato a San Guido, “santo di famiglia” dei Conti della Gherardesca (Pisa, 1060-1140†). La piccola chiesa ottagonale, costruita nel 1703 per volontà di Simone Maria della Gherardesca (1639-1704, figlio di Ugo e di Lucrezia Capponi) è situata esattamente al termine del “viale dei cipressi” di Bolgheri. Entrambi furono resi celebri dall'ode composta da Giosuè Carducci, con un titolo inequivocabile: Davanti a San Guido, pubblicata nella raccolta Rime Nuove, data alle stampe nel 1887, e che si apre con questa quartina:


I cipressi che a Bólgheri alti e schietti
v
an da San Guido in duplice filar,
q
uasi in corsa giganti giovinetti
m
i balzarono incontro e mi guardâr.


Bolgheri, Oratorio di San Guido
Foto di Francesco Fiumalbi

I della Gherardesca rappresentano una delle più antiche casate nobiliari italiane, la cui origine risale addirittura al ceto dirigente longobardo; deve il nome al patronimico Gherardo, vissuto nel X secolo. Fin dagli inizi, i della Gherardesca si distinsero per le grandi proprietà e l'esercizio del potere comitale nell'area, con grande influenza sugli equilibri dell'intera regione. Nel basso medioevo, la famiglia risulta distinta in due rami: i Conti di Settimo e di Bolgheri (discendenti da Gherardo III), e i Conti di Castagneto e di Donoratico (discendenti di Ugo I, il famoso Conte Ugolino di dantesca memoria). Infatti, Simone Maria della Gherardesca nell'epigrafe si firma proprio come Conte di Bolgheri e di Donoratico, richiamando il grande legame che la famiglia ha mantenuto nei secoli con quel territorio. Lo stesso territorio che, a partire dal XVII secolo, viene interessato da una vasta operazione di bonifica e di impulso all'agricoltura, proprio grazie all'intervento promosso dai membri del nobile casato.

Bolgheri, il viale dei cipressi
Foto di Francesco Fiumalbi

Per questo motivo è stato ipotizzato che l'oratorio sia stato costruito a servizio dei lavoratori e dei braccianti che, in quegli anni, si occupavano delle opere di bonifica. In realtà non è così! La chiesa può contenere pochissime persone, una ventina al massimo, un'inezia rispetto alle centinaia di persone coinvolte nell'area. La vicinanza rispetto a dove sarebbe dovuta sorgere la nuova strada Aurelia (poi effettivamente realizzata alla fine del '700), la forma ottagonale della pianta, e l'intitolazione a San Guido suggeriscono un contesto ben diverso.

Lo stemma della Gherardesca
Bolgheri, Oratorio di San Guido
Foto di Francesco Fiumalbi

Il piccolo oratorio non è altro che un segnacolo, costruito nella stessa posizione e con forme similari, rispetto ai grandi mausolei romani che si possono vedere ancora oggi lungo le antiche vie consolari (Mausoleo di Cecilia Metella, Mausoleo di Santa Costanza, il Casal Rotondo e moltissimi altri). Inoltre, la scelta di dedicare la chiesa a San Guido, e non ad un altra figura religiosa, indica, inequivocabilmente, la volontà di celebrare il proprio casato. La bonifica, i territori strappati dalle acque, l'agricoltura, lo sviluppo, il tutto “benedetto” dal santo di famiglia, da colui che più di altri nella casata si è avvicinato a Dio. E tutto questo alla vista di tutti, lungo la nuova strada in progetto, verso Roma, quasi a dire: “qui c'è nostro”.

Bolgheri, Oratorio di San Guido
Foto di Francesco Fiumalbi

Da un punto di vista architettonico, l'oratorio è caratterizzato da una pianta ottagonale e dal paramento in pietra arenaria di colore grigio. Le finiture delle cornici dell'oculo, delle finestre laterali e del portale, sono in travertino bianco. La copertura, a padiglione, è terminata da una lanterna slanciata. L'interno accoglie un pregevole altare barocco, in marmo e stucchi, attribuito a Romolo della Bella, che negli stessi anni risulta molto attivo nella zona.

Bolgheri, Oratorio di San Guido
Foto di Francesco Fiumalbi