venerdì 17 luglio 2015

PAOLO PAOLETTI: ULTERIORI CONSIDERAZIONI SUL CANNONEGGIAMENTO AMERICANO CHE PROVOCO' LA STRAGE DEL 22 LUGLIO 1944


di Paolo Paoletti

[articolo originale pubblicato su Della Storia d'Empoli]

Partiamo da incontestabili dati di fatto.
1)  il 21 e il 23 luglio ci fu una calma assoluta sul campo di battaglia davanti a S. Miniato. Solo nella zona di Calenzano il 23 avvennero feroci combattimenti. Perché tra questi due giorni di tregua cittadina, solo tra le 10 e le 11 del 22 luglio, si assisté a due cannoneggiamenti americani? La risposta la si trovò  nel 2001 nella pubblicazione  “La Prova” di Lastraioli-Biscarini dove il diario di guerra del 337° Battaglione d’artiglieria americano indicava gli obiettivi: ” EN.M.G” nella specie Enemy Machine Gun, cioèmitragliatrice nemica.
Se ci fu quel cannoneggiamento fu perché il comando americano di Montebicchieri venne informato della presenza di due “obiettivi militari” nel centro della cittadina di S. Miniato. Il punto di carta della prima mitragliatrice leggera indica l’area tra la torre di Federico e il Duomo e l’altro nei pressi del giardino della Misericordia. Chi poteva aver dato queste indicazioni così precise agli americani? Solamente i partigiani, perché un civile non avrebbe attraversato le linee per riferire di aver visto due tedeschi con una mitragliatrice sotto un ulivo.
2) Se il 21 i posti d’osservazione americani scambiarono le bandiere vaticane bianche e gialle per bandiere bianche significa che erano state avvistate attraverso i cannocchiali. Solo chi camminava liberamente per S. Miniato poteva vedere la prima mitragliatrice su un versante e la seconda sull’altro.
3) Siccome i tedeschi cominciarono a rastrellare la popolazione intorno alle otto, prima di tale ora, uno o più partigiani attraversarono le linee per riferire quanto avevano visto. Ciò trova conferma nei diari di guerra americani dove si parla di OP OBS, una sigla che significa informazione da osservatori a terra. La conclusione può essere una sola: se i partigiani non avessero riferito la presenza di quelle due mitragliatrici gli artiglieri americani non avrebbero avuto motivo di sparare. La conferma che furono i partigiani gli informatori degli americani la danno i documenti statunitensi: il 23 luglio si legge nel loro documento che: “un centinaio di feriti sono all’ospedale nel punto di carta 4699/5954: non ci si deve sparare sopra ( …100.wounded are in hospital at 4699 / 5998, not be fired upon…).
Poi ci sono le responsabilità americane. Se gli statunitensi avessero considerato che quelle mitragliatrici erano state viste almeno tre ore prima (da S. Miniato a Montebicchieri ci sono più di 10 km), era molto difficile che gli obiettivi si sarebbero trovati nello stesso punto tre ore dopo (sicuramente non c’erano perché nel frattempo era iniziata lo sgombero della città), e quindi non ci sarebbe stato nessun cannoneggiamento.  E nessuno ci venga a raccontare che i partigiani non potevano immaginare che per neutralizzare due mitragliatrici leggere l’artiglieria americana avrebbe sparato un centinaio di colpi di cannone. E’ ed era il loro “stile” di fare la guerra, Pochi giorni dopo infatti per abbattere il campanile della chiesa di Roffia ci spararono oltre 100 proiettili, finché non riuscirono ad abbatterlo.
Infine come mai nessun partigiano si è vantato di aver attraversato le linee per informare gli americani ?
È allora chiaro che per allontanare l’attenzione dal ruolo dei partigiani che le associazioni combattentistiche e certi storici dilettanti, leggasi Bini nel 2014, e cattedratici, leggasi Pezzino nel 2015, continuano indefessamente ad accusare i tedeschi dell’eccidio in Duomo. Lo fanno solo per salvare il mito della Resistenza.

Paolo Paoletti


Il Duomo di San Miniato
Foto di Francesco Fiumalbi

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